La "coerenza" di un artista!

vermeer71

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A vostro parere è un valore o no?

Perchè un artista dovrebbe esserlo?

A mio parere, e ci rimugino da un bel pò, è una cosa che limita, e parecchio, l'espressione "libera" di un artista.
A volte penso che la cosiddetta "coerenza" stilistica tanto ricercata (e presente in molti, troppi artisti) non sia altro che una scelta "condizionata" dal cosiddetto gusto del mercato.

L'unica "coerenza" che mi riesce di concepire è quella legata alla propria crescita culturale e al conseguente cambiamento che necessariamente segue. Dunque è necessario, a mio parere, "accondiscendere" alla trasformazione che avviene senza legarsi ad alcuno schema prestabilito che "già" funzioni per il mercato!

P.S.) Per quanto mi riguarda mi sforzerò di farlo sperando di ...sorprendere con l'incoerenza! :D ;)
 
Devi essere per me assolutamente incoerente
Chi non sperimenta e si fossilizza su in'idea riuscita e' una palla assoluta...
Bisogna che un artista viva di cicli che durino al massimo in base a quanta energia sente l'artista, se diventa routine diventa serie senza cuore
 
La coerenza è l'ultimo rifugio degli imbecil..(Oscar Wilde)
 
La coerenza è l'ultimo rifugio degli imbecil..(Oscar Wilde)

Carissimo,
anche se sei stato già oltremodo chiaro, :D da te mi aspetto un contributo importante vista la tua eccellente preparazione! :yes: ;)
 
Devi essere coerente solo per te stesso e per quello vuoi, non per gli altri.
Fai quello che senti e non seguire l'onda, diversamente non saresti un artista ;)
 
E' una domanda che un artista non dovrebbe mai porsi, la coerenza forse e' piu' utile a collezionisti e addetti ai lavori..poi discorso diverso e' la "riconoscibilita'" di un artista all'interno del suo corpus di opere...
 
La coerenza è un termine lessicale che nella vita di tutti i giorni solo in certe situazioni deve necessariamente esistere e mi spiego. Facciamo un esempio abbastanza banale ma utile per evitare fraintendimenti. Mettiamo caso che ti dica che mi piace che chi suona con me rispetti la struttura di un brano e che non tolleri assolutamente le improvvisazioni perché inutili e dannose alla riuscita dell'insieme, poi quando si suona insieme mi metto io ad improvvisare e a non rispettare la struttura del brano che suono.ecco sarei evidentemente incoerente con i principi che dicevo prima, mi metterei io stesso in incoerenza con gli altri e la dissonanza sarebbe evidente a tutti...magari non a me, ma sarei ugualmente incoerente.Nella pittura è uguale.Supponiamo che ad esempio decida di fare una ricerca pittorica sul paesaggio in stile iperrealista.Elogio le doti dell'iperrealismo e mi arrogo capacità da iperrealista.Poi provando a cimentarmi mi accorgo di non riuscire e ripiego verso l'informale elogiando le doti dell'informale e screditando l'iperrealismo_Oltre a essere un parac ulo, sarei sicuramente incoerente e, come una bandiera al vento, cambierei continuamente direzione anziché impegnarmi coerentemente per raggiungere il risultato originario da cui è partita la mia ricerca artistica.
Ciòn on toglie che la vita sia fatta di momenti, di incontri e di esperienze che possono farti,anche abbastanza spesso, cambiare idee e punti di vista.In quest'ottica sarebbe ottuso continuare imperterriti ed essere coerenti con le originarie idee quando queste , per varie situazioni di vita, non le si condividono più.Addirittura fare la stessa cosa nel tempo è come buttar via parte della propria vita, sarebbe come vivere inutilmente o vivere sempre lo stesso giorno in una replica continua di una stessa esperienza.però, se questa è piacevole, va bene anche così-insomma essere coerenti o incoerenti non è ne un bene ne un male, dipende sempre dalle circostanze, da quello che provi, da quello che senti...solo tu puoi sapere quando la coerenza sia giusta per te o meglio la incoerenza.
Secondo me a volte ci vorrebbe più coerenza mentre in altre circostanze la incoerenza ti salva.
 
La coerenza è un termine lessicale che nella vita di tutti i giorni solo in certe situazioni deve necessariamente esistere e mi spiego. Facciamo un esempio abbastanza banale ma utile per evitare fraintendimenti. Mettiamo caso che ti dica che mi piace che chi suona con me rispetti la struttura di un brano e che non tolleri assolutamente le improvvisazioni perché inutili e dannose alla riuscita dell'insieme, poi quando si suona insieme mi metto io ad improvvisare e a non rispettare la struttura del brano che suono.ecco sarei evidentemente incoerente con i principi che dicevo prima, mi metterei io stesso in incoerenza con gli altri e la dissonanza sarebbe evidente a tutti...magari non a me, ma sarei ugualmente incoerente.Nella pittura è uguale.Supponiamo che ad esempio decida di fare una ricerca pittorica sul paesaggio in stile iperrealista.Elogio le doti dell'iperrealismo e mi arrogo capacità da iperrealista.Poi provando a cimentarmi mi accorgo di non riuscire e ripiego verso l'informale elogiando le doti dell'informale e screditando l'iperrealismo_Oltre a essere un parac ulo, sarei sicuramente incoerente e, come una bandiera al vento, cambierei continuamente direzione anziché impegnarmi coerentemente per raggiungere il risultato originario da cui è partita la mia ricerca artistica.
Ciòn on toglie che la vita sia fatta di momenti, di incontri e di esperienze che possono farti,anche abbastanza spesso, cambiare idee e punti di vista.In quest'ottica sarebbe ottuso continuare imperterriti ed essere coerenti con le originarie idee quando queste , per varie situazioni di vita, non le si condividono più.Addirittura fare la stessa cosa nel tempo è come buttar via parte della propria vita, sarebbe come vivere inutilmente o vivere sempre lo stesso giorno in una replica continua di una stessa esperienza.però, se questa è piacevole, va bene anche così-insomma essere coerenti o incoerenti non è ne un bene ne un male, dipende sempre dalle circostanze, da quello che provi, da quello che senti...solo tu puoi sapere quando la coerenza sia giusta per te o meglio la incoerenza.
Secondo me a volte ci vorrebbe più coerenza mentre in altre circostanze la incoerenza ti salva.
Quello che, tra le altre cose, mi piace di te, caro batterista, è che argomenti sempre bene il tutto!
Complimenti!!! OK!
...Si accettano, ovviamente, altri contributi al riguardo! :yes:
 
Devi essere per me assolutamente incoerente
Chi non sperimenta e si fossilizza su in'idea riuscita e' una palla assoluta...
Bisogna che un artista viva di cicli che durino al massimo in base a quanta energia sente l'artista, se diventa routine diventa serie senza cuore

Bravo mambor1! E' quello che penso assolutamente anch'io!!! OK!
 
non vuole essere un gioco di parole, ma penso che l'unica coerenza dell'artista dovrebbe essere nel non essere coerente
e' pero' anche vero che anche l'artista deve pagare le bollette...
 
A vostro parere è un valore o no?

Perchè un artista dovrebbe esserlo?

A mio parere, e ci rimugino da un bel pò, è una cosa che limita, e parecchio, l'espressione "libera" di un artista.
A volte penso che la cosiddetta "coerenza" stilistica tanto ricercata (e presente in molti, troppi artisti) non sia altro che una scelta "condizionata" dal cosiddetto gusto del mercato.

L'unica "coerenza" che mi riesce di concepire è quella legata alla propria crescita culturale e al conseguente cambiamento che necessariamente segue. Dunque è necessario, a mio parere, "accondiscendere" alla trasformazione che avviene senza legarsi ad alcuno schema prestabilito che "già" funzioni per il mercato!

P.S.) Per quanto mi riguarda mi sforzerò di farlo sperando di ...sorprendere con l'incoerenza! :D ;)
Per non citare il solito Picasso ... citiamo Igor Strawinski. E' partito come un rivoluzionario, con ritmi e lampi di colori che hanno fatto sobbalzare il mondo sulla sedia. Poi è evoluto ... all'indietro, periodo delle piccole orchestre, periodo neoclassico, periodo parareligioso, periodo dodecafonico (lui, che era il grande opposto a Schoenberg). L'enigma è stato spiegato: I.S. cercava le sue radici (russe) e,con coerenza tutta interiore, ha perseguito tale ricerca per tutta la vita. Ormai il pubblico non lo conosce più solo per i capolavori (:p :p a Batterista :yes: ) giovanili, e apprezza molto anche tutto il resto (una trasmissione RAI inizia con le note dell'Apollon Musagete).
Voglio dire che la convinzione con cui l'artista ricerca è la sua massima assicurazione. Se invece si sfarfalla un po' alla ricerca di stimoli, si è fuori, fuori di sé, e non è bene che la cosa, pur tollerata o addirittura utile, duri più di tanto.
Potremmo rifarci con un paragone a quanto diceva un famoso pianista: se sto un giorno senza suonare, me ne accorgo solo io, se due giorni se ne accorgono gli amici, se tre se ne accorge il pubblico. Cioè, se esco dalla mia ricerca vera per un giorno ... ecc ecc
La chiave non sta nel risultato: cambiare stile può dare opere ottime. Ma se non nasce da una necessità profonda ed elaborata, dopo tre giorni se ne accorge anche il pubblico :yes: ... che lavori fuori di te.

Perché il nostro tempo esige l'apporto dell'individualità, per l'opera collettiva-sociale ci sarà tempo ...
 
Perché il nostro tempo esige l'apporto dell'individualità, per l'opera collettiva-sociale ci sarà tempo ...

Infatti,

ed aggiungo che qualora i critici, che stanno al servizio del mercato, fossero coerenti

l'opera collettiva-sociale potrebbe essere valorizzata.

Ma l'incoerenza dei critici è ormai la loro unica forza:wall::wall::wall:
 
Per non citare il solito Picasso ... citiamo Igor Strawinski. E' partito come un rivoluzionario, con ritmi e lampi di colori che hanno fatto sobbalzare il mondo sulla sedia. Poi è evoluto ... all'indietro, periodo delle piccole orchestre, periodo neoclassico, periodo parareligioso, periodo dodecafonico (lui, che era il grande opposto a Schoenberg). L'enigma è stato spiegato: I.S. cercava le sue radici (russe) e,con coerenza tutta interiore, ha perseguito tale ricerca per tutta la vita. Ormai il pubblico non lo conosce più solo per i capolavori (:p :p a Batterista :yes: ) giovanili, e apprezza molto anche tutto il resto (una trasmissione RAI inizia con le note dell'Apollon Musagete).
Voglio dire che la convinzione con cui l'artista ricerca è la sua massima assicurazione. Se invece si sfarfalla un po' alla ricerca di stimoli, si è fuori, fuori di sé, e non è bene che la cosa, pur tollerata o addirittura utile, duri più di tanto.
Potremmo rifarci con un paragone a quanto diceva un famoso pianista: se sto un giorno senza suonare, me ne accorgo solo io, se due giorni se ne accorgono gli amici, se tre se ne accorge il pubblico. Cioè, se esco dalla mia ricerca vera per un giorno ... ecc ecc
La chiave non sta nel risultato: cambiare stile può dare opere ottime. Ma se non nasce da una necessità profonda ed elaborata, dopo tre giorni se ne accorge anche il pubblico :yes: ... che lavori fuori di te.

Perché il nostro tempo esige l'apporto dell'individualità, per l'opera collettiva-sociale ci sarà tempo ...
Ah gino gino! Mi tocca ri-quotarmi!!! :D

L'unica "coerenza" che mi riesce di concepire è quella legata alla propria crescita culturale e al conseguente cambiamento che necessariamente segue. Dunque è necessario, a mio parere, "accondiscendere" alla trasformazione che avviene senza legarsi ad alcuno schema prestabilito che "già" funzioni per il mercato! :yes:
 
Perché il nostro tempo esige l'apporto dell'individualità, per l'opera collettiva-sociale ci sarà tempo ...

Per quel che mi riguarda il tempo per l'opera collettiva-sociale è iniziato da qualche decennio e non si è ancora esaurito.:yes:
L'artista che scende dal suo piedistallo, si avvicina alla gente, agli ultimi, fa un'operazione oltre che artistica, educativa.
Mi domando: "Cosa ce ne facciamo di un'arte asservita ai critici e al mercato del momento? Cos'è oggi la bellezza, se etico ed estetico non viaggiano di pari passo?"

Infatti,

ed aggiungo che qualora i critici, che stanno al servizio del mercato, fossero coerenti

l'opera collettiva-sociale potrebbe essere valorizzata.

Ma l'incoerenza dei critici è ormai la loro unica forza:wall::wall::wall:

OK!
 
non vuole essere un gioco di parole, ma penso che l'unica coerenza dell'artista dovrebbe essere nel non essere coerente
e' pero' anche vero che anche l'artista deve pagare le bollette...

Dunque potrebbe non pagare la scelta di "vera" libertà espressiva? :confused:

...e potrebbe essere (anzi senz'altro lo è, a questo punto) il motivo per cui un artista di successo (tra virgolette :D) fa sempre le stesse cose e varianti delle stesse cose, con prove sulle stesse cose, ...che hanno dimostrato di funzionare per il mercato?!?
 
Dunque potrebbe non pagare la scelta di "vera" libertà espressiva? :confused:

...e potrebbe essere (anzi senz'altro lo è, a questo punto) il motivo per cui un artista di successo (tra virgolette :D) fa sempre le stesse cose e varianti delle stesse cose, con prove sulle stesse cose, ...che hanno dimostrato di funzionare per il mercato?!?

Il mercato può anche uccidere l'Arte.
Un mercante può dire ad un Artista: producimi 30 opere al mese e ti porto ai massimi livelli oppure non mi interessano i tuoi lavori perché mi manca la materia per creare un mercato sulle tue opere.
Come si deve comportare un Artista?

Il mercato nel suo complesso distorce anche in un altro modo l'Arte: portando le opere a livello di pura materia di scambio economico (indici che vanno su, indici che vanno giù) ha trasformato molte figure professionali da esperti di estetica a esperti di numerologia.
Mi spiego meglio: credo che purtroppo anche molti galleristi invece di rimanere nel mercato primario si limitino a navigare arsvalue, arsprice, ecc. per decidere se un artista è valido o meno.
Spero di sbagliare perché questo significherebbe che il mercato secondario si è ingroppato quello primario e sarò quindi felice degli insulti dei vari galleristi che frequentano il forum :D:D
 
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