Claudio Cintoli

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

-artpop-

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Nome praticamente quasi sconosciuto.

Claudio Cintoli è un artista che trovo davvero molto particolare e con un curriculum non male.

Ha partecipato a ben due quadriennali di Roma e nel 2012 il MACRO gli ha dedicato una importante mostra.

La definizione di un’arte a-gravitazionale da parte di Claudio Cintoli aveva a che fare con un impellente desiderio di riadattamento, di riscrittura dei termini espressivi e stilistici. Libertà e anarchia, intese all’interno di un inedito stato di lievitazione psicologica e di un’instancabile riflessione sui valori dell’identità, sarebbero state le coordinate da cui partire per una riconcettualizzazione della soggettività dell’artista. Per questo, le opere ipperrealiste di Cintoli venivano rilette dallo stesso autore come galassie in movimento, cifre in espansione: nature morte colte fuori dal tempo, anche se – in alcuni momenti della sua produzione – rappresentate con una tecnica pittorica rinascimentale. L’arte contemporanea era concepita come processo sfalsato, che aveva perso la propria misura antropomorfica, riducendo così l’ingerenza di polarismo, bidimensionalità, formalismo, geometricità compositiva. I vecchi mezzi potevano essere riutilizzati, nel rinnovamento concettuale della loro funzionalità, solo se piegati al raggiungimento di fini originali, in cui tutte le parti di un progetto potessero scoprirsi reversibili ed intercambiabili, in cui al dettaglio fosse continuamente concesso di riversarsi nel tutto.

FONTE Claudio Cintoli. L’immagine è un bisogno di confine - a cura di Ludovico Pratesi, Daniela Ferraria - Quodlibet pubblicazioni


Bellissimo articolo su Flash Art CLAUDIO CINTOLI - Dettaglio articolo - Flash Art

BIOGRAFIA COMPLETA Claudio Cintoli - vita 1
 
Composizione con corda, 1962
 

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Mano felicissima nella pittura, affascinante e non priva di un profondo senso di disillusione. Esoterico, ironico, poetico, pop. Complesso senza essere criptico, come solo i grandi talenti sanno fare. Che scoperta!!! Purtroppo ci sono poche immagini sul web. Grazie, Artpop.

Nome praticamente quasi sconosciuto.

Claudio Cintoli è un artista che trovo davvero molto particolare e con un curriculum non male.

Ha partecipato a ben due quadriennali di Roma e nel 2012 il MACRO gli ha dedicato una importante mostra.

La definizione di un’arte a-gravitazionale da parte di Claudio Cintoli aveva a che fare con un impellente desiderio di riadattamento, di riscrittura dei termini espressivi e stilistici. Libertà e anarchia, intese all’interno di un inedito stato di lievitazione psicologica e di un’instancabile riflessione sui valori dell’identità, sarebbero state le coordinate da cui partire per una riconcettualizzazione della soggettività dell’artista. Per questo, le opere ipperrealiste di Cintoli venivano rilette dallo stesso autore come galassie in movimento, cifre in espansione: nature morte colte fuori dal tempo, anche se – in alcuni momenti della sua produzione – rappresentate con una tecnica pittorica rinascimentale. L’arte contemporanea era concepita come processo sfalsato, che aveva perso la propria misura antropomorfica, riducendo così l’ingerenza di polarismo, bidimensionalità, formalismo, geometricità compositiva. I vecchi mezzi potevano essere riutilizzati, nel rinnovamento concettuale della loro funzionalità, solo se piegati al raggiungimento di fini originali, in cui tutte le parti di un progetto potessero scoprirsi reversibili ed intercambiabili, in cui al dettaglio fosse continuamente concesso di riversarsi nel tutto.

FONTE Claudio Cintoli. L’immagine è un bisogno di confine - a cura di Ludovico Pratesi, Daniela Ferraria - Quodlibet pubblicazioni


Bellissimo articolo su Flash Art CLAUDIO CINTOLI - Dettaglio articolo - Flash Art

BIOGRAFIA COMPLETA Claudio Cintoli - vita 1
 
Grande anche se di Lui posseggo solo qualche cartella edita da pio monti .
 
Il solito mercato sordo.:wall:

Qui Cintoli c'era....
insieme a

Giovanni Anselmo, Vasco Bendini, Alighiero Boetti, Carlo Bonfà, Pierpaolo Calzolari, Claudio Cintoli, Mario Ceroli, Gianni Colombo, Gino De Dominicis, Lucio Del Pezzo, Gino Marotta, Concetto Pozzati, Gilberto Zorio, Luciano Fabro, Eliseo Mattiacci, Mario Merz, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio
 

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Super sottovalutato come in quel periodo giancarlo croce anticipava la più grande fotografa del momento. Anche patella anticipava .
 
Non escludo che un artista del genere venga riscoperto all'improvviso.

Ha il ''sapore'' dei grandi artisti.
 
Che prezzi ha? Lo tratta solo una galleria in Umbria da quanto vedo...
 
Non escludo che un artista del genere venga riscoperto all'improvviso.

.

I mercanti che fanno operazioni di rivalutazione
solitamente osservano alcuni elementi, per loro fondamentali, al di là della storia.

- quantità di opere per poter fare un'operazione mercantile sensata;
- serietà dell'artista nei confronti delle archiviazioni (non dimentichiamo che per quelli "in vita" non sempre è per essi utile tenere una scrupolosa gestione di un archivio, significherebbe pagare regolarmente le imposte:cool::cool:)
- serietà degli eredi e di relative fondazioni o archivi

Poi, se tutto ci sta, per i mercanti la pappa è pronta.


Kattivo eh, al dopo 1° maggio:p
 
I mercanti che fanno operazioni di rivalutazione
solitamente osservano alcuni elementi, per loro fondamentali, al di là della storia.

- quantità di opere per poter fare un'operazione mercantile sensata;
- serietà dell'artista nei confronti delle archiviazioni (non dimentichiamo che per quelli "in vita" non sempre è per essi utile tenere una scrupolosa gestione di un archivio, significherebbe pagare regolarmente le imposte:cool::cool:)
- serietà degli eredi e di relative fondazioni o archivi

Poi, se tutto ci sta, per i mercanti la pappa è pronta.


Kattivo eh, al dopo 1° maggio:p

Ale, tu pensi che su Cintoli questo potrebbe accadere?
Purtroppo gli eredi non hanno istituito nessun archivio.
 
Queste operazioni sono possibili anche in presenza di una pressoché totale assenza di mercato, come nel caso del bravissimo Cintoli? (Intendo, a parte il Macro, non ci sono Gallerie/Istituzioni che negli ultimi anni se ne sono occupati, giusto?)

I mercanti che fanno operazioni di rivalutazione
solitamente osservano alcuni elementi, per loro fondamentali, al di là della storia.

- quantità di opere per poter fare un'operazione mercantile sensata;
- serietà dell'artista nei confronti delle archiviazioni (non dimentichiamo che per quelli "in vita" non sempre è per essi utile tenere una scrupolosa gestione di un archivio, significherebbe pagare regolarmente le imposte:cool::cool:)
- serietà degli eredi e di relative fondazioni o archivi

Poi, se tutto ci sta, per i mercanti la pappa è pronta.


Kattivo eh, al dopo 1° maggio:p
 
A Falconara anni fa galleria artemisia parlai con s. Sozzi il quale gestiva assieme alla famiglia l archivio
 
A Falconara anni fa galleria artemisia parlai con s. Sozzi il quale gestiva assieme alla famiglia l archivio

Comunque gli eredi dovrebbero creare un vero e proprio archivio…è davvero un peccato sprecare in questo modo l'arte di questo artista.
 
Concordo, perchè la qualità c'è tutta per renderlo competitivo dal punto di vista del mercato.


Comunque gli eredi dovrebbero creare un vero e proprio archivio…è davvero un peccato sprecare in questo modo l'arte di questo artista.
 
Concordo, perchè la qualità c'è tutta per renderlo competitivo dal punto di vista del mercato.

Nato ''artisticamente'' negli anni cinquanta, morto a soli 43 anni, con una carriera di soli 23 anni, opere che si contraddistinguono, il Macro ha voluto dare il suo contributo…..ma se gli eredi non si smuovono per creare una Fondazione e magari anche un catalogo generale…..tutto si perde in un bicchiere d'acqua.
 
«Dare corpo ad incidenti onirici» è stato il mestiere di Claudio Cintoli per un ventennio di attività artistica, interrotto da una morte prematura e improvvisa nel 1977, anno nel quale opere significative come Crisalide e Ecce Homo vennero esposte alla Biennale veneziana, dove l’artista era stato invitato. Oggi la galleria Emmeotto ripropone un nome reputato ma poco noto, che rielaborò l’informale di Burri in versione grafica e con vari materiali e anticipò formulazioni dell’arte a venire già dagli ultimi anni Cinquanta. La sua personalità sorprende ancora oggi per la freschezza e l’energia con cui ha saputo dare corpo a temi universali: la morte e la vita, il loro mistero, nascita e rinascita, il senso del vivere.
Gli incidenti onirici di cui parla Cintoli costituiscono l’immateriale mondo delle idee che accidentalmente lambisce quello della materia quotidiana. Nella persistenza di questo duplice universo - l’uno leggero, aereo, grafico, mentale, l’altro pesante e sentimentale, denso di passione, cose profane, carne e sangue del vivere - Cintoli sperimenta incessantemente tangenze e rapporti, forzando i confini dell’una e dell’altra anima dell’esistenza per spremerne fuori un senso comune, o almeno un linguaggio che renda possibile parlarne. Nelle sale di Emmeotto una scelta di opere dal ’59 al ’77 mostra alcune «sezioni» dell’iter compiuto dall’artista attraverso grandi balzi e piccoli passi, immersioni nella pop art, nell’informale, nel nouveau realisme, nell’arte povera, nell’arte concettuale. Dunque sono presenti i collage e gli assemblage, tempere e olî, le cime annodate, le sculture di cemento, corda, ferro, legno, i sampietrini, i Puntelliti - enormi puntine da disegno metalliche - il nostalgico, cromaticamente elegante uovoNuovo in sette tavole, dove convivono la memoria di Piero della Francesca e la costante voglia d’organico di Cintoli, forma che contiene il mistero sommo di tutto ciò che sta per accadere.

Cintoli, se le idee si fanno materia - IlGiornale.it
 
Un testo di Crispolti

Cintoli si è sempre posto in situazione 'scomoda', sempre infatti seguendo nel fare una propria intima necessità, mai invece un adeguamento esterno a formule del giorno, né tanto meno a quell'assunzione di una sigla del proprio operare che garantisce agli agi del mercato e gli onori della critica che a quello serve, più o meno onestamente persuasa. L'aspetto più immediatamente qualificante sotto il profilo linguistico l'arco comlessivo l'esperienza di ricerca estetica di Cintoli, un arco ventennale, è certamente la molteplicità degli interessi e delle pratiche di media, e persino un provocatorio sdoppiamento della personalità d'artista. Il suo operare è tipico di quel procedere 'extramedia' che rappresenta un momento della maggiore rilevanza nell'operatività di oggi. Pittura, costruzioni oggettuali, azioni individuali e collettive, pratica di mass media. E tuttavia direi che con chiarezza s'avverte subito che nel percorso della sua ricerca la pressione continua d'un nucleo d'affermazioni d'urgenza esistenziale, molto personale, molto intima. La pratica di molteplici media, persino lo sdoppiamento nell'invenzione dell'inafferrabile eppure operante Marcanciel Stuprò, è in fondo il segno di una continua interrogazione esistenziale, è l'intelligiente analisi,continuamente riproposta in esperienze diverse, verso una propria identità, una propria condizione, un proprio destino. E l'interrogazione va, nella pratica di media disparati (pratica ove la necessità d'urgenza interiore prevale su ogni connotazione puramente sperimentale), verso uno spessore antropologico, in scadenze quindi di strutturalità archetipe (la crisalide, l'uovo, l'annodare, la nascita, il sesso, il sangue, il volto, la morte..), denotate in ricorrenze iconico-simboliche spesso assai esplicite. La stessa pittura di Cintoli, che è dialogo con la natura, è tuttavia intimamente interrogativa. Lo era a metà degli anni Sessanta fra reale e irreale, fra immagine e organizzazione linguistica. Mentre le soluzioni morfologiche anticipavano l'iperrealismo. E di recente lo è nella riproposizione nel nodo quasi magico fra massima, copiosa evidenza dell'immagine, esplosa a macroscopica presenza, e il suo contemporaneo denunciarsi in sipario, in finzione: ancora il nodo realtà-irrealtà. Del resto il suo esercizio di pittore era particolare, in quanto cioè un aspetto, un polo appunto, nel ventaglio di media praticabili, implicante anche il mezzo fotografico. Del resto per Cintoli conta l'evidenza dell'immagine, la sua intensità di presenza densa e inquietante, la sua capacità di referenza archetipa. Anche nelle azioni, sia individuali che collettive, le ricorrenze iconico-simboliche risultano esplicite. E, se queste sembrano diventare più ellittiche nell'attività di Marcanciel Stuprò, attraverso la chiave di una provocazione ironica di fondo, tuttavia vi emerge infine una complementarietà dialettica, giacchè attraverso Stuprò l'interrogazione si allarga, si fa più coinvolgente di comportamenti altrui, si rifrange in situazioni mediate dai canali dell'informazione di massa ('piccola pubblicità') e della comunicazione intersoggettiva ('mail art', se si vuole). E tuttavia il riscontro finisce per essere piuttosto antropologico che non sociologico, e ritorna infine sulle motivazioni intime dell'interrogazione, insomma sulle radici dell'inquietudine esistenziale dell'interrogante [...]. Non è agevole intendere correttamente l'avventura creativa di Cintoli, proprio perchè occorre ogni volta scavalcare la determinazione contingente e recuperare i nessi centrali che a quel nucleo riconducono. Soltanto un'ampia e meditata ricostruzione del suo lavoro potrà renderlo del tutto possibile
 
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