Sono superati koons, matthew barney, cattelan e hirst?????

mambor1

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Cosa ne dite dell' articolo di luca beatrice?
Secondo me assolutamente non ha ragione tutti quelli citati rimangono mostri sacri che non saranno dimenticati e in più ci aggiungersi anche felix Gonzalez torres
Un grande

Basta con Cattelan e Hirst. Ecco i veri contemporanei
Squali, pupazzoni e superstar: un mondo già superato. Le nuove frontiere sono altre, dal "realismo isterico" al web design. Il centro resta l'America



Luca Beatrice
Sono ancora in troppi a pensare che l'arte si sia fermata alle provocazioni, talvolta in grande stile, di Jeff Koons, Damien Hirst e Maurizio Cattelan o al gigantismo imperscrutabile di Matthew Barney. Questo giocare con le icone, sdegnare il pubblico o metterlo di fronte a soluzioni kolossal visualizzate da grandi statue antropomorfe non rappresenta più il gusto di quel che oggi si definisce arte contemporanea, che sta attraversando lo stesso passaggio epocale della comunicazione mediatica.Invece di ostinarsi a dibattere sulla legittimità culturale di creativi apparsi sulla scena da oltre un ventennio, il presente s'interroga su questioni estetiche che tengono conto della condizione residuale dell'individuo, abbandonato a se stesso e alle proprie melanconie.Basta parlare di cuori in acciaio, squali e pupazzoni: nell'aria c'è ben altro, e se non si può non tenere conto degli effetti della globalizzazione che hanno favorito l'ingresso nel sistema di zone del mondo sconosciute, dal Far East al Medio Oriente, dall'Africa al Nord Europa, il cortocircuito più interessante avviene ancora in America, e non soltanto a New York. Si sta cioè verificando una situazione molto simile a quella accaduta negli anni '90, quando di colpo il crollo delle ideologie favorì l'insinuarsi di un pensiero frammentato e incerto, ricco di riflessioni personali, in cui il minimalismo è servito da sfondo per il recupero del sé. È vero che la scorsa fine secolo decretò anche il successo definitivo delle cosiddette artistar, ma ciò che poi è rimasto è un sentimentalismo quasi patetico, autobiografico, consapevole di una sconfitta epocale e inevitabile.Oggi inaugura in Triennale, a Milano, una doppia mostra pienamente rappresentativa del nuovo stato delle cose. Pur nella difficoltà di catturare subito il senso di quello che gli artisti ci vogliono dire, siamo nei pressi di un'estetica davvero contemporanea, dove registriamo il drammatico invecchiamento di certi fenomeni abnormi del recente passato. E così il gusto del glamour e del sensazionalismo non tengono più. Protagonisti Michael E. Smith e Ian Cheng. Di Detroit, classe 1977 il primo; cinoamericano, nato a Los Angeles nel 1984 e ora trasferitosi a New York il secondo. Sono due mostre pressoché agli antipodi: l'una ragiona sul vuoto, l'altra sul pieno, aniconica l'una, bombardamento di immagini l'altra. L'impatto con lo spazio di Michael E. Smith è durissimo.Sembra che non ci sia niente nel grande salone al primo piano, i lavori vanno cercati negli angoli e negli interstizi. Oggetti poverissimi realizzati con materiali di scarto ma non semplici ready made: un tubo di gomma che si è rovinato all'aperto, ossa, piume e parti di animali, vestiti stracciati, un video dove si stenta a vedere Miles Davis mentre suona la tromba, un piccolo dipinto monocromo nero. Quella di Michael Smith è l'America della provincia profonda, impoverita dalla crisi economica e messa a dura prova dall'emergenza climatica. Racconta un'umanità sopravvissuta all'apocalisse di Detroit, come la si potrebbe trovare in un romanzo di Corman McCarthy. Se in apparenza la linea è quella del minimalismo, in realtà il suo lavoro è denso di significati niente affatto consolatori.Ian Cheng opera invece su video d'animazione e programmi di web design installati in una stanza più piccola dove le immagini e i suoni entrano in cortocircuito. Per gli artisti di oggi non è semplice rapportarsi ai continui salti in avanti della tecnologia e c'è davvero da chiedersi se un'installazione statica possa competere con l'ultradinamismo di software e applicazioni. Eppure il segno di Ian Cheng è estremamente personale, al punto che un gruppo di culto della scena underground newyorkese, i Liars, lo ha chiamato per realizzare il clip animato di Brats.In generale il panorama attuale dell'arte d'oltreoceano abbonda di proposte che sono già delle certezze, in particolare nella pittura. Per esempio di Oscar Murillo, colombiano classe 1986 si parla come del nuovo Basquiat e non solo per i dreadlocks. I suoi quadri sono uno splendido esempio di mutazione genetica della Graffiti Art e i prezzi sono decuplicati in pochi anni, arrivando a toccare i 200mila dollari. Sterling Ruby è più vecchio (1972), viene da Los Angeles, assomiglia a David Foster Wallace e fa più o meno di tutto, da collage astratti a sculture polimateriche fino a gigantesche installazioni che intitola Monument Stalagmites, in un senso di critica al consumismo, rappresentato in maniera caotica e surreale. Suo coetaneo è Wayde Guyton, dell'Indiana, che mescola pittura al digitale. Si considera un virtuoso della stampa a getto d'inchiostro che usa come si trattasse di antiche incisioni, ed è questo un modo molto intelligente di mescolare ancora una volta il presente e il passato.Vero e proprio rivoluzionario del video è Ryan Tricartin (1981) che ha cominciato la carriera su You Tube facendosi notare nel mondo dell'arte. Il suo lavoro è privo di uno schema narrativo e si compone di infinite digressioni e flussi di coscienza in uno stile definito «realismo isterico». Chi invece il video lo utilizza insieme alla fotografia, al disegno e al suono è il francese Cyprien Gaillard, probabilmente l'artista europeo giovane più talentuoso. Al centro della riflessione sta il rapporto tra uomo e ambiente: ai paesaggi sublimi e arcadici della natura si sovrappongono inquietanti vapori che non promettono troppo di buono.
Da il giornale
 
è un articolo un po datato uscito sul giornale un po di tempo fa, mi sembra sul corriere o sul giornale,
mah francamente non so se siano superati o cosa, però certamente il nuovo non è Murillo...
 
E chi li hai mai considerati gli squali in formalina o i pallini colorati? Ragazzi non scherziamo ...
 
Dici bene ... gente ... non individui :p

Lungi da me giudicare e criticare l'arte, non ne sono all'altezza, pero' damien hirst il suo spazio nella soria dell'arte, quella vera, se lo e' gia' anbondntemente ritagliato... Per tutto il resto... De gustibus....
 
E chi li hai mai considerati gli squali in formalina o i pallini colorati? Ragazzi non scherziamo ...

Io parlo per chi conosco approfonditamente cioe' matthew barney
Sai chi lo ha considerato spendendo decine di milioni di dollari???
I seguenti musei, te ne dico solo due, nel link trovi le opere in collezione
MOMA

MoMA | The Collection | Matthew Barney (American, born 1967)

GUGGENHEIM new york

Collection Online | Browse By Artist | Matthew Barney - Guggenheim Museum
 

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Un'osservazione su Hirst:
  • "The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living" è del 1991: 23 anni fa.
  • “For the Love of God" è del 2007: 7 anni fa.
Se ci si chiede se l'avanguardia della riflessione artistica si basa ancora sui presupposti che hanno portato alla realizzazione della prima delle due opere (e fors'anche della seconda) è palesemente ridicolo pensare che essi siano ancora gli stessi.
Se però l'arte degli anni 2010 ssarà guidata dai presupposti indicati nell'articolo, e se gli esponenti saranno quelli, è ancora troppo presto dirlo.
 
Io parlo per chi conosco approfonditamente cioe' matthew barney
Sai chi lo ha considerato spendendo decine di milioni di dollari???
I seguenti musei, te ne dico solo due, nel link trovi le opere in collezione
MOMA

MoMA | The Collection | Matthew Barney (American, born 1967)

GUGGENHEIM new york

Collection Online | Browse By Artist | Matthew Barney - Guggenheim Museum

Ciao mambor1, ho piacere di interloquire con te dal momento che finora non è mai accaduto.
L'autore che citi è quello che conosco meno, in effetti.
Secondo me però dovremmo una volta per tutta in questo forum (in questa discussione come in tutte le altre, si veda ad esempio cosa mi sono sentito rispondere nella discussione su Schifano) chiarire un punto cruciale perchè vedo che andiamo a parare sempre lì.

Precisamente il punto é:
un artista è grande perchè lo compra il MOMA?
un artista è grande perchè fa quotazioni milionarie alle aste?
un artista è grande perchè lo vogliono i collezionisti di tutto il mondo?

La mia risposta a tutte le domande di questo genere è sempre la stessa: NO.
Se ci sono dei criteri, sono altri.
Quali sono questi criteri? Eh eh qui ti voglio!
 
Ciao mambor1, ho piacere di interloquire con te dal momento che finora non è mai accaduto.
L'autore che citi è quello che conosco meno, in effetti.
Secondo me però dovremmo una volta per tutta in questo forum (in questa discussione come in tutte le altre, si veda ad esempio cosa mi sono sentito rispondere nella discussione su Schifano) chiarire un punto cruciale perchè vedo che andiamo a parare sempre lì.

Precisamente il punto é:
un artista è grande perchè lo compra il MOMA?
un artista è grande perchè fa quotazioni milionarie alle aste?
un artista è grande perchè lo vogliono i collezionisti di tutto il mondo?

La mia risposta a tutte le domande di questo genere è sempre la stessa: NO.
Se ci sono dei criteri, sono altri.
Quali sono questi criteri? Eh eh qui ti voglio!

Scusa se mi intrometto nella discussione tra te e mambor..

un'artista è grande quando ha un'idea che cambia in quel momento il modo di fare arte. e solo la storia ha in mano la risposta.
Picasso come credi fosse considerato? un pazzo uno che faceva dei lavori senza senso...poi la storia ha detto il contrario
Duchamp? idem
Manzoni? idem

Cerca di immedesimarti nelle epoche dove sono vissute queste persone e forse, uno squalo nella formaldeide, ti sembrerà la meno bizzarra delle forme di arte tra i tutti citati.

Ciao
 
Sicuramente l'uso del sensazionalismo e della provocazione (Hirst, Cattelan) ed il kitsh (Koons) era rappresentativo di quella che è stata l'era della comunicazione al suo massimo, nel momento in cui televisione, cinema, internet ecc convergevano per la prima volta assieme creando un enorme flusso di dati, pubblicità, comunicazione appunto come mai visto prima

quella che allora era una novità oggi è diventata normalità quotidiana, ha perso lo smalto, la freschezza della "prima volta", il panorama mondiale è cambiato, segue altre strade, l'arte che deve rappresentare e ogni volta che è possibile anticipare i tempi in cui viene pensata e realizzata dovrà cercare altri e nuovi agganci alla quotidianità, altre fonti d'ispirazione

sicuramente gli artisti di riferimento tra gli anni 90 e prima decade del XXI secolo ormai sono storicizzati quanto superati, il nuovo d'ora in poi sarà altro, sarà diverso
 
Francesco Bonami scrive «Mettere in dubbio Hirst come artista significa azzerare la storia dell’arte degli ultimi cento anni.»
 
Per completare la risposta di Macho678, l'articolo di Luca Beatrice non nega in alcun punto il fatto che Hirst, Koons e Cattelan siano (stati - forse aggiungerebbe Beatrice) dei grandi artisti, ma dice che "non rappresentano più il gusto di quel che oggi si definisce arte contemporanea".
Se dice "non più", implicitamente ammette che in precedenza essi invece lo abbiano rappresentato.

In pratica, io leggo l'articolo così:
- Hirst Koons e Cattelan rappresentavano l'arte contemporanea di 20-10 anni fa, ma ora non più;
- l'arte contemporanea corrente è rappresentata da Smith e Cheng.

Concordo pienamente sul primo punto, pur essendo un ammiratore di Hirst.
Sul secondo punto, sono per il momento agnostico.
 
Scusa se mi intrometto nella discussione tra te e mambor..

un'artista è grande quando ha un'idea che cambia in quel momento il modo di fare arte. e solo la storia ha in mano la risposta.
Picasso come credi fosse considerato? un pazzo uno che faceva dei lavori senza senso...poi la storia ha detto il contrario
Duchamp? idem
Manzoni? idem

Cerca di immedesimarti nelle epoche dove sono vissute queste persone e forse, uno squalo nella formaldeide, ti sembrerà la meno bizzarra delle forme di arte tra i tutti citati.

Ciao

Ma Picasso ha elaborato un modo di rappresentare la realtà e dopo tale modo non è più possibile pensare diversamente da prima (bisognerebbe ripercorrere il percorso che ha portato la cultura occidentale a questa elaborazione, perchè non ci si è arrivati certo per caso).
Per quanto riguarda Duchamp e Manzoni penso esattamente la stessa cosa che penso di Cattelan e compagnia bella: sono artisti che hanno fatto la fortuna col gesto e con la provocazione, niente altro.
La provocazione non mi interessa, non mi piace, non mi soddisfa e sopratutto non mi dà nessuna soddisfazione estetica.
Ora se il MOMA compra uno squalo in formalina, cosa cambia?
 
Per completare la risposta di Macho678, l'articolo di Luca Beatrice non nega in alcun punto il fatto che Hirst, Koons e Cattelan siano (stati - forse aggiungerebbe Beatrice) dei grandi artisti, ma dice che "non rappresentano più il gusto di quel che oggi si definisce arte contemporanea".
Se dice "non più", implicitamente ammette che in precedenza essi invece lo abbiano rappresentato.

In pratica, io leggo l'articolo così:
- Hirst Koons e Cattelan rappresentavano l'arte contemporanea di 20-10 anni fa, ma ora non più;
- l'arte contemporanea corrente è rappresentata da Smith e Cheng.

Concordo pienamente sul primo punto, pur essendo un ammiratore di Hirst.
Sul secondo punto, sono per il momento agnostico.

D'altronde siamo in una società liquida (cit. da un testo di Baumann che consiglio) che non si fa intempo a fare "A" CHE Già "B" è superato...

ricordo che l'arte bizantina è rimasta per secoli arte contemporanea, noi abbiamo ( io anche)questa strana fregola del nuovo, del diverso, del non lo hanno mai fatto...e se l'arte fosse arrivata ad un punto cieco? secondo me bisognerebbe riflettere anche su questo..
 
Vedo che viene omesso sempre matthew barney forse perche'im iralia e meno conosciuto
E' sicuramente piu difficile ma anche il piu innovativo tra tutti
 
2 APRILE 2014
''Hirst, Koons e Cattelan non rappresentano più il gusto di quel che oggi si definisce arte contemporanea''

2 APRILE 1954
''Picasso, Duchamp e Magritte non rappresentano più il gusto di quel che oggi si definisce arte contemporanea''

Ho fatto questo esempio con una data storica inventata per far capire il vero senso dell'articolo: Hirst, Koons e Cattelan rappresentano l'arte che va dal 1990 al 2000, oggi l'attenzione si sposta verso nuovi orizzonti e nomi.

Se ci facciamo caso il ''primato artistico'' di un nome come ''nome attuale dell'arte contemporanea'' dura 10 massimo 20 anni.
In questo periodo l'artista raggiunge la storicizzazione ma col passare degli anni nel panorama dell'arte si presentano nuovi nomi che si impossessano di quel titolo di ''nome attuale dell'arte contemporanea''…è una sorta di ciclo.

Hirst, Koons e Cattelan ormai sono storia e rappresentano un preciso momento storico dell'arte mondiale che ormai appartiene al passato.
 
2 APRILE 2014
''Hirst, Koons e Cattelan non rappresentano più il gusto di quel che oggi si definisce arte contemporanea''

2 APRILE 1954
''Picasso, Duchamp e Magritte non rappresentano più il gusto di quel che oggi si definisce arte contemporanea''

Ho fatto questo esempio con una data storica inventata per far capire il vero senso dell'articolo: Hirst, Koons e Cattelan rappresentano l'arte che va dal 1990 al 2000, oggi l'attenzione si sposta verso nuovi orizzonti e nomi.

Se ci facciamo caso il ''primato artistico'' di un nome come ''nome attuale dell'arte contemporanea'' dura 10 massimo 20 anni.
In questo periodo l'artista raggiunge la storicizzazione ma col passare degli anni nel panorama dell'arte si presentano nuovi nomi che si impossessano di quel titolo di ''nome attuale dell'arte contemporanea''…è una sorta di ciclo.

Hirst, Koons e Cattelan ormai sono storia e rappresentano un preciso momento storico dell'arte mondiale che ormai appartiene al passato.

Si infatti, è così, il futuro avrà nuovi protagonisti che forse non avranno la rilevanza mediatica che hanno avuto i vari Hirst koons ecc, ma comunque saranno altri, l'arte deve e dovrà interpretare un mondo molto cambiato rispetto a quello di 10-20 anni fa, quindi servono nuovi modi e nuovi nomi
 
Come dicevo già a macho678:

Picasso ha elaborato un modo di rappresentare la realtà e dopo tale modo non è più possibile pensare diversamente da prima (bisognerebbe ripercorrere il percorso che ha portato la cultura occidentale a questa elaborazione, perchè non ci si è arrivati certo per caso).
Per quanto riguarda Duchamp e Manzoni penso esattamente la stessa cosa che penso di Cattelan e compagnia bella: sono artisti che hanno fatto la fortuna col gesto e con la provocazione, niente altro.
La provocazione non mi interessa, non mi piace, non mi soddisfa e sopratutto non mi dà nessuna soddisfazione estetica.
Ora se il MOMA compra uno squalo in formalina, cosa cambia?
 
Ma Picasso ha elaborato un modo di rappresentare la realtà e dopo tale modo non è più possibile pensare diversamente da prima (bisognerebbe ripercorrere il percorso che ha portato la cultura occidentale a questa elaborazione, perchè non ci si è arrivati certo per caso).
Per quanto riguarda Duchamp e Manzoni penso esattamente la stessa cosa che penso di Cattelan e compagnia bella: sono artisti che hanno fatto la fortuna col gesto e con la provocazione, niente altro.
La provocazione non mi interessa, non mi piace, non mi soddisfa e sopratutto non mi dà nessuna soddisfazione estetica.
Ora se il MOMA compra uno squalo in formalina, cosa cambia?

Io, per non sbagliare tra Hirst e Manzoni, prendo una scatoletta, ma di tonno, mica di squalo, tantomeno di m:censored:.
Non è detto non sia anche un buon investimento.
 
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