Domenico Bianchi

piripippo

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buongiorno a tutti gli amici del forum,
desideravo avere un vostro parere su Domenico Bianchi, un artista, parere mio personale, molto interessante, bravo e fine nelle sue opere. Mi sembra anche un artista che non produce tanto, si vedono in giro poche opere e sembra avere anche una discreta storia, io personalmente preferisco i legni alle cere al palladio, voi cosa ne pensate?
grazie un saluto
 
In tutta sincerità credo che l' unico artista da comprare di quel gruppo sia Nunzio.
 
In tutta sincerità credo che l' unico artista da comprare di quel gruppo sia Nunzio.

Mamma mia !! Questa è musica per le mie orecchie. Da anni seguo Nunzio e mi sembra che abbia tutte le carte in regola (intelligenza, produzione limitata e di grande qualità, storia, gallerie giuste) per essere considerato un grande. Ma qui non ne parla mai nessuno ...
 
Sono d' accordo.
Bianchi non mi pare abbia prospettive come Ceccobelli per motivi diversi, Pizzi Cannella non mi piace.
Io punterei su Nunzio, molto bravo.
Mi piacciono molto i legni in particolare.
 
Sono d' accordo.
Bianchi non mi pare abbia prospettive come Ceccobelli per motivi diversi, Pizzi Cannella non mi piace.
Io punterei su Nunzio, molto bravo.
Mi piacciono molto i legni in particolare.

I legni bruciati sono lavori straordinari. Le mostre che ha fatto sono straordinarie. La sua serietà è straordinaria. La qualità dei lavori è sempre e solo a livelli straordinari. Fa non più di 30-40 (ho scritto 30-40!!!) lavori all'anno, tutti venduti prima di farli. E' ancora giovane (sessantanni) e anche se costa già molto ha davanti spazi enormi di crescita.
Da anni è tra i miei "preferiti". OK!
 
Eh già,Nunzio artista straordinario.
Di gran classe anche i lavori con il piombo.Sapevo che produce poco,ma non pensavo in termini così risicati.
Meglio!
:bow:
 
siete stati bravissimi

a uscire subito:ot::ot:

si era aperto con Domenico Bianchi
ed in un attimo tutto
è diventato Nunzio
:mmmm::mmmm:
 
Anch'io fuori tema.:rolleyes:
Bianchi?
Artista dal tratto delicato e con un curriculum di tutto rispetto.
Ma non è nelle mie corde...per quel che conta!
;)
 
Tutti perdonati:clap::clap::clap:

... e grazie per l'appoggio.

Anni fa avevo scritto questo:

"Domenico Bianchi, ma che fine ha fatto?
Se ne parla sempre meno, o sbaglio?

Recentemente so che era presente
Like a Rolling Stone - luglio 2010
NOVALIS CONTEMPORARY ART (Torino?)

Catania - dal 30 maggio al 17 luglio 2010
Collezione Paolo Brodbeck. Pittura italiana 1949/2010"


Mi rispose Domenico di Artesegno:

"Domenico Bianchi è, secondo me, un bravissimo artista, ha anche un ottimo curriculum.
Credo, caro Alessandro, che stia pagando un po' sul mercato l'uscita di un numero eccessivo di opere da parte di più mercanti. Ma si riprenderà presto. Presto si tornerà a parlare di lui.
Eccezionali le sue grandi opere eseguite negli anni Ottanta con dei grandi legni d'albero applicati ed eseguite al tempo per il Nord-America"


;)
 
A me non dispiace, alcune sue opere sono sicuramente d'impatto e ha anche un segno ben caratteristico.

Nunzio è un grande artista, non sempre eccelso ma i legni e piombo sono molto belli.

Ceccobelli il migliore del gruppo fino ai primi anni 90, veramente una spanna superiore, poi si è sperso nel meandri del commercio.
 
Tra le tante biennali quadriennali, ed esposizioni in tutto il mondo, Bianchi è presente in moltissime gallerie europee solo per citarne una Christian Stein, che credo in galleria abbia i massimi esponenti dell'Arte povera. Per quanto mi riguarda,Bianchi assieme a Nunzio e Tirelli (il più importante del gruppo) e Gallo sono da mettere in collezione!!!
Salut
 
Tra le tante biennali quadriennali, ed esposizioni in tutto il mondo, Bianchi è presente in moltissime gallerie europee solo per citarne una Christian Stein, che credo in galleria abbia i massimi esponenti dell'Arte povera. Per quanto mi riguarda,Bianchi assieme a Nunzio e Tirelli (il più importante del gruppo) e Gallo sono da mettere in collezione!!!
Salut

Bianchi è fantastico. Per me paga proprio Christian Stein, grandissimo gallerista senza "vetrina" oggi e che muove le cose senza farsi notare...ma non vuol dire che non accadano...
 
Ci riprovo
(sperando non si pieghi ancora su Tirelli, però):D

Per uno come me, che ha sempre preso le distanze dalla transavanguardia ed è rimasto legato in maniera indissolubile ai canoni dell’arte povera, in Domenico Bianchi ho ritrovato il sapore di una pittura elegante con forti legami agli Artisti di Germano Celant, quelli che nel 1967 avevano un linguaggio caratterizzato per l’interesse ad un uso filosofico, quanto concreto di materiali eterogenei alla rappresentazione simbolica, dall’estetica del terrestre alla dinamica del celeste, da un’estetica del grezzo a una preoccupazione del naturale.

Ma facciamo un passo indietro.
Collocabile sull’onda lunga dell’Arte Povera, le cui premesse concepite a Roma e, guarda caso, all’Attico di Sargentini, hanno senz’altro posto le basi per alcuni ambiti creativi come quello dei sei artisti romani, a cominciare proprio dal ripristino di istanze mitiche e primarie che favoriscono quell’auraticità dell’opera come coagulo di energia creativa, contenuti ed espressione di poetica in termini decisamente introspettivi. Si trattava della Scuola di San Lorenzo.

L’incontro con alcuni dei maggiori esponenti dell’Arte Povera (in particolare con Mario e Marisa Merz, Jannis Kounellis) gli aprì nuovi orizzonti di riflessione che lo portarono ad approfondire lo studio sullo spazio e sull’importanza e la forza di materiali grezzi.
La luce divenne elemento di prima necessità, la cerca sposando la trasparenza della cera con sottili foglie di platino, palladio, rame, argento, polvere di diamante, corallo.

Fu un’avventura condivisa nata proprio tra le mura dei loft di Cerere, che si colloca sull’onda d’urto della Transavanguardia, da cui gli artisti presero immediatamente le distanze soprattutto rispetto alla pratica della citazione, rivendicando la ricerca di soluzioni nuove da un punto di vista formale, anche nell’uso di materiali eterogenei, compreso lo spazio trattato alla stregua di una delle tante materie.
Tali Artisti condivisero il clima internazionale del ritorno al disegno, alla pittura e alla manualità, che riconcilia l’arte con la tradizione, compresa quella dell’Avanguardia storica, nonché con il mercato e il sistema dopo la crisi profonda espressa dalle neoavanguardie, soprattutto da quel versante radicale e afasico che porterà alcuni artisti alla rinuncia totale della produzione estetica.

Costituendo una sorta di area di resistenza, l’atipico gruppo nascente si fece consapevolmente portatore di attenzione alla memoria e di ampliamento verso una dimensione più globale e condivisa dell’esperienza artistica.


Cera, disegno, manualità, intelligenza compositiva, caos e necessità, lentezza e riflessione, queste le caratteristiche che contraddistinguono il lavoro di Domenico Bianchi.

Su grandi superfici, l’artista, con pazienza e tensione, attraverso lunghi tempi d’esecuzione, sperimenta una particolare tecnica di pittura su cera – ripresa dall’encausto di età romana e usata nella seconda metà degli anni Cinquanta anche da Jasper Johns nelle serie Bandiera e Bersaglio – realizzando dipinti simili a intarsi rinascimentali.

Bianchi pare non adoperi adopera il pennello né gli strumenti tradizionali, ma ricorre a tecniche meno convenzionali, manipola la cera sulla tela o sulla carta come fosse colore.
Incastonando uno o più lavori in strutture modulari, Bianchi sviluppa una riflessione sulla pittura in funzione architettonica che diventerà un’altra caratteristica peculiare della sua pratica.
Lentezza, ragioni del fare, i colori (principalmente il giallo, il rosso e le loro combinazioni), i segni appena accennati che alludono a immagini biomorfe, insieme alla meticolosità ossessiva di levigare fino all’inverosimile la superficie, donano alla sua pittura un’immagine rarefatta, in cui perfino le emozioni sembrano controllate. Senza titolo tutti i suoi lavori, quasi a sottolineare come anche un nome possa turbare i silenzi, la pause e le riflessioni di un lavoro che nel tempo è diventato sempre più strutturato.

Fonti : varie ..... sto leggendo La Nuova Scuola Romana. I sei artisti di via degli Ausoni
Roberto Gramiccia
Editore: Editori Riuniti
Anno edizione: 2005
 
Fine anno, campagna di propaganda anti fontana,boetti, schifano,christo:o:p


Torno qui per la mostra a Roma, Lorcan O ' Neill Gallery
"la cui lunga carriera dura decenni e lo ha portato a collaborare con molti artisti del movimento Arte Povera, è noto soprattutto per il suo utilizzo di forme biomorfe nel suo lavoro, nonché per l'utilizzo di materiali e materiali preziosi che interagiscono con la luce. "
 

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