markov
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Dalla definizione di investimento:
investiménto s. m. [der. di investire]
1. Impiego di una somma di denaro in un’impresa o nell’acquisto di valori o anche di oggetti: fare un buon, un cattivo i., un i. sbagliato. In senso più tecnico, la trasformazione di risparmio in capitale (nell’uso com. si parla però, anche se impropriamente, di i. di capitale, considerando capitale il denaro, in quanto destinato a diventarlo) ...
fonte: Vocabolario Treccani: definizioni, etimologia e citazioni
e considerando le modalità operative per l’investimento in arte questi è di norma cattivo o sbagliato per i seguenti fattori:
- commissioni tra acquisto e vendita del 40% - 50% e oltre. Si tratta di una differenza tra bid e ask parossistica: commissioni di un ordine di grandezza inferiori sono considerate già elevate e tipiche di mercati altamente inefficienti;
- indisponibilità di un listino. Le aggiudicazioni in asta possono dare un riferimento solo per un’altra opera con caratteristiche di qualità, dimensioni ed epoca simili. Inoltre, sono facilmente manipolabili;
-tempi lunghissimo (mesi) per il disinvestimento.
Sono consapevole che questa è una posizione ottimistica rispetto a quella di altri forumisti. Cito ad esempio Ginogost che qui:
http://www.finanzaonline.com/forum/...onismo/1450498-un-risveglio-culturale-14.html
asserisce che sul lungo periodo l’investimento è destinato con ogni probabillità ad azzerarsi. E pertanto NON si tratta di investimento ma di mera spesa.
Quanto sopra in termini prettamente finanziari. Il ritorno in termini di piacere di acquistare bella arte non ha prezzo!
investiménto s. m. [der. di investire]
1. Impiego di una somma di denaro in un’impresa o nell’acquisto di valori o anche di oggetti: fare un buon, un cattivo i., un i. sbagliato. In senso più tecnico, la trasformazione di risparmio in capitale (nell’uso com. si parla però, anche se impropriamente, di i. di capitale, considerando capitale il denaro, in quanto destinato a diventarlo) ...
fonte: Vocabolario Treccani: definizioni, etimologia e citazioni
e considerando le modalità operative per l’investimento in arte questi è di norma cattivo o sbagliato per i seguenti fattori:
- commissioni tra acquisto e vendita del 40% - 50% e oltre. Si tratta di una differenza tra bid e ask parossistica: commissioni di un ordine di grandezza inferiori sono considerate già elevate e tipiche di mercati altamente inefficienti;
- indisponibilità di un listino. Le aggiudicazioni in asta possono dare un riferimento solo per un’altra opera con caratteristiche di qualità, dimensioni ed epoca simili. Inoltre, sono facilmente manipolabili;
-tempi lunghissimo (mesi) per il disinvestimento.
Sono consapevole che questa è una posizione ottimistica rispetto a quella di altri forumisti. Cito ad esempio Ginogost che qui:
http://www.finanzaonline.com/forum/...onismo/1450498-un-risveglio-culturale-14.html
asserisce che sul lungo periodo l’investimento è destinato con ogni probabillità ad azzerarsi. E pertanto NON si tratta di investimento ma di mera spesa.
Quanto sopra in termini prettamente finanziari. Il ritorno in termini di piacere di acquistare bella arte non ha prezzo!