L’investimento in arte è di norma cattivo o sbagliato

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

markov

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Dalla definizione di investimento:

investiménto s. m. [der. di investire]

1. Impiego di una somma di denaro in un’impresa o nell’acquisto di valori o anche di oggetti: fare un buon, un cattivo i., un i. sbagliato. In senso più tecnico, la trasformazione di risparmio in capitale (nell’uso com. si parla però, anche se impropriamente, di i. di capitale, considerando capitale il denaro, in quanto destinato a diventarlo) ...

fonte: Vocabolario Treccani: definizioni, etimologia e citazioni

e considerando le modalità operative per l’investimento in arte questi è di norma cattivo o sbagliato per i seguenti fattori:

- commissioni tra acquisto e vendita del 40% - 50% e oltre. Si tratta di una differenza tra bid e ask parossistica: commissioni di un ordine di grandezza inferiori sono considerate già elevate e tipiche di mercati altamente inefficienti;
- indisponibilità di un listino. Le aggiudicazioni in asta possono dare un riferimento solo per un’altra opera con caratteristiche di qualità, dimensioni ed epoca simili. Inoltre, sono facilmente manipolabili;
-tempi lunghissimo (mesi) per il disinvestimento.

Sono consapevole che questa è una posizione ottimistica rispetto a quella di altri forumisti. Cito ad esempio Ginogost che qui:

http://www.finanzaonline.com/forum/...onismo/1450498-un-risveglio-culturale-14.html

asserisce che sul lungo periodo l’investimento è destinato con ogni probabillità ad azzerarsi. E pertanto NON si tratta di investimento ma di mera spesa.

Quanto sopra in termini prettamente finanziari. Il ritorno in termini di piacere di acquistare bella arte non ha prezzo!
 
Dalla definizione di investimento:

investiménto s. m. [der. di investire]

1. Impiego di una somma di denaro in un’impresa o nell’acquisto di valori o anche di oggetti: fare un buon, un cattivo i., un i. sbagliato. In senso più tecnico, la trasformazione di risparmio in capitale (nell’uso com. si parla però, anche se impropriamente, di i. di capitale, considerando capitale il denaro, in quanto destinato a diventarlo) ...

fonte: Vocabolario Treccani: definizioni, etimologia e citazioni

e considerando le modalità operative per l’investimento in arte questi è di norma cattivo o sbagliato per i seguenti fattori:

- commissioni tra acquisto e vendita del 40% - 50% e oltre. Si tratta di una differenza tra bid e ask parossistica: commissioni di un ordine di grandezza inferiori sono considerate già elevate e tipiche di mercati altamente inefficienti;
- indisponibilità di un listino. Le aggiudicazioni in asta possono dare un riferimento solo per un’altra opera con caratteristiche di qualità, dimensioni ed epoca simili. Inoltre, sono facilmente manipolabili;
-tempi lunghissimo (mesi) per il disinvestimento.

Sono consapevole che questa è una posizione ottimistica rispetto a quella di altri forumisti. Cito ad esempio Ginogost che qui:

http://www.finanzaonline.com/forum/...onismo/1450498-un-risveglio-culturale-14.html

asserisce che sul lungo periodo l’investimento è destinato con ogni probabillità ad azzerarsi. E pertanto NON si tratta di investimento ma di mera spesa.

Quanto sopra in termini prettamente finanziari. Il ritorno in termini di piacere di acquistare bella arte non ha prezzo!

Ho detto più volte che il mercato dell'arte ha delle forti similitudini con il mercato borsistico, ma credo di non essere per niente concorde col tuo ragionamento.
 
considerando le modalità operative per l’investimento in arte questi è di norma cattivo o sbagliato per i seguenti fattori:

Eggià, pensa che sciocco sono stato io a comperare Castellani nel '99...

Potevo investire i miei soldini in ottime obbligazioni Parmalat, liquidissime e di ottima azienda che fa il latte e quindi priva di rischio. Commissioni di acquisto molto basse. :yes:

oppure potevo acquistare eccellenti azioni di promettenti società internet tipo Finmatica, Freedomland o simili... tutti i giornali dicevano che erano ottime

potevo anche riempirmi di obbligazioni Lehman Brothers, una fra le più grandi banche d'affari americane, vuoi mai che gli succeda qualcosa?

Oppure stando qui in italia potevo farcirmi di azioni Monte Paschi, la più antica banca del mondo, roba solida OK!

grafico-medio-periodo-mps-580x333.jpg


Altrimenti ci sarebbero i conti correnti a Cipro, bassa tassazione e ottimo rendimento :cool:

Oppure se proprio non si vuol rischiare niente ci sarebbero delle belle obbligazioni di banca olandese, SNS Reaal... con quel nome lì cosa vuoi che succeda

SNS Reeal in diretta: storia di un esproprio - Notizie, informazioni e commenti - I Forum di Investireoggi :o

Però si potrebbe fare un ottimo investimento puntando al fotovoltaico, energie alternative, roba promettente, il futuro... basta comperare in collocamento EEMS e il gioco è fatto, mica quei quadracci inutili come investimento :no:

EEMS grafico.JPG

Comunque per parlare di arte e investimento io ho scritto un libro e me l'hanno pubblicato... aspettiamo altri libri che ci dicano il contrario per confrontare :clap:
 
:no::no::no:

Qui non si parla dei singoli "investimenti" in arte. Quelli possono anche andare benissimo. Si parla della media del ritorno, la quale è gravemente negativa perché:
1 ) la media dei pittori/opere d'arte acquistati/e si abbassa quanto più alta è la produzione, non solo per la legge della domanda e dell'offerta, ma anche perché è più facile che un genio possa creare cose buone, mentre 1000 attivi annovereranno tra di loro al massimo 2 o 3 geniacci, 10 discreti e 987 + o - foffa, magari di gusto, ma foffa. Se si abbassa la qualità media, non per questo si abbassano i prezzi iniziali d'acquisto (gli autori devono pur vivere), ed aumenta così la percentuale media di perdita. Magari un po' migliore è la situazione dopo la scrematura iniziale, cioè nel campo delle opere, diciamo, con più di 50 anni.
2 ) Per lo stesso motivo è quantomeno fuorviante portare ad esempio alcuni casi di default di aziende, e non la media economica ponderata dei ritorni di tutto un settore. Un discorso del genere si squalifica da solo. Magari, vediamo com'è andata questa media per settori e per periodi, e potremo dire se l'investimento sia stato fruttuoso o meno. Ma anche se ci si avesse rimesso, v. ultimi 10 anni di Borsa Italiana, ciò non significa che non si sia trattato di investimento: semplicemente si è trattato di investimento cattivo, poco efficace ecc. Infatti, la caratteristica dell'investire consiste non nel guadagno fatto (noto sempre a posteriori, mentre l'atto di investire o sprecare ecc. è anteriore), ma nell'acquisto di qualcosa che si potrà rivendere dopo un certo tempo con buone probabilità (non con la sicurezza) di salvare o aumentare il capitale (come si vede, si parla sempre di una media).
I motivi apportati da markov, più quelli da me ora ripetuti, fanno sì che l'acquisto dell'opera d'arte dia una cattiva o pessima probabilità di guadagnare, indipendentemente dagli isolati affaroni, cioè dalle punte positive.

Disclaimer: da una vita investo in opere d'arte. I miei guadagni sono spesso dipesi dall'averci qualcun altro rimesso del denaro (certo compensato dal piacere, ma questo è un altro discorso): per esempio con acquisti a prezzo bassissimo da parte mia. La capacità di scegliere (che, onestamente, non è da tutti), nonché la posizione privilegiata (prima, quando acquistavo come courtier, poi, sapendo cogliere occasioni - che quasi sempre comportano perdite da parte di qualcun altro) - sono elementi che mi hanno permesso di non rimetterci nella media o di guadagnarci: ma essi stessi escono dalla media. Per contro, nel caso di mercati finanziari di vario tipo, il guadagno è correlato, alla lunga, con le economie reali relative allo strumento scelto, non è correlato con la perdita di qualcun altro (detto altrimenti, spesso tutti gli investitori possono essere in guadagno, ma nell'arte non è così).

E' più probabile guadagnare con poche puntate alla roulette (aggio di 1/36 o 1/37, insomma, la percentuale di probabilità a favore della controparte) che acquistando arte. Nel caso dell'arte contemporanea (ma anche di certi oggetti antichi di moda), poi, la roulette prevede una percentuale mostruosa a favore del banco.
Nessuno dovrebbe dire che giocare alla roulette sia un investimento, e ciò anche se qualcuno ci guadagna. Con la sola differenza che in arte studio e competenza possono far pendere anche di molto la bilancia a favore dell'investitore. Ma non si può allora parlare di media. E comunque, anche in questo caso, si tratterà di un investimento realizzato nonostante condizioni pesantemente sfavorevoli. (ricordo certi fondi d'investimento con spese folli, totalmente sconsigliabili a priori come investimento)

E non ho nemmeno accennato ad elementi quali:
i falsi e le truffe
i furti, i costi assicurativi, i danneggiamenti, gli incendi
l'eventuale deperimento materiale (non oso pensare alle future urla di disperazione degli acquirenti di molti acrilici o delle molte opere oggi realizzate alla cdc, cioè NON a regola d'arte (es. collages con fogli di giornale che ingialliscono, si screpolano ecc., supporti mal preparati o inadatti, pigmenti labili e così via).
 
Gino ha fatto le corrette considerazioni.

Troppo facile sbagliare nell'investimento in arte, anche per i meno sprovveduti:(

E troppo facile citare i soliti Boetti, Castellani & Bonalumi per dimostrare facili successi.:rolleyes::rolleyes::rolleyes:

Facciamo che uno allora entrò qualche anno fa in una galleria prestigiosa, facciamo la Mazzoli.
Gli vendono un Gianmarco Montesano, appena fresco pure di Biennale:bow::bow:, poi per compensare con un pò di storia gli vendono pure un Vedova anni ottanta:( e magari un Dorazio anni novanta.:(

Ottimi Artisti, no?
Beh, se volesse però rivendere il "pacchetto" a distanza di tre o quattro anni, ossia Oggi....
Ahi ahi ahi.:'(:'(:'(:'(:'(
E non ho detto Rabarama o Lodola, eh:p

Si potrebbero quindi fare 100 esempi a favore dell'investimento e 1000 a sfavore dell'investimento.
Per "cadere" in quel 10% di scarto
meglio consultare il forum di FinanzaOnLine:mmmm::mmmm:

oppure comprare dimenticandosi di voler fare un investimento sicuro_OK!

Buona settimana a tutti,
oggi almeno c'è il sole:):):):):):):):)
 
l'intervento di aquilini :D é uno dei suoi migliori OK!

come in tutte le cose della vita dipende dalla capacità della persona saper discernere se trattasi di buon investimento o meno :yes:

si puo guadagnare molto in borsa, si puo perdere molto in borsa e lo stesso sistema funzione per tutti i mercati, quello dell'arte compreso.
dipende da chi lo fa ;)

:bye:
 
"Comprare e dimenticarsi di fare l'investimento", credo proprio che questa sia la
chiave di lettura.
Chi compra, ad esempio dalle televendite, opere a certi prezzi deve essere consapevole di stare facendo un investimento per il proprio "benessere psichico".
Se non sei Gagosian oppure più modestamente un discreto operatore di mercato come fai a movimentare i tuoi quadri (ovviamente se non sono i soliti tre moschettieri acquistati oltre 10 anni orsono), a me nelle gallerie dove vado mi dicono (quasi) sempre che non accettano cambi e non vogliono contovendita... vendere in asta è sempre un punto interrogativo viste anche le commissioni che richiedono.
A proposito sarebbe interessante sapere quali sono, inizio io Meeting art: 16%.
Buona giornata e settimana a tutti!!!
 
La natura umana vive di speranze. Io sono arrivato ad un'età nella quale le delusioni ed i rimpianti la fanno da padroni. Sono un appassionato d'arte e ritengo che il vero investimento sia quello dello spirito. Ho basato la mia collezione su artisti che ritengo validi, storicizzati e non, e quando mi guardo le opere mi danno sempre delle emozioni. Ho acquistato anni fa un'opera alla base della quale c'era una forma di cd "investimento". La tengo in collezione (ed esposta) solo per ricordarmi che cosa NON devo fare.
 
La natura umana vive di speranze. Io sono arrivato ad un'età nella quale le delusioni ed i rimpianti la fanno da padroni. Sono un appassionato d'arte e ritengo che il vero investimento sia quello dello spirito. Ho basato la mia collezione su artisti che ritengo validi, storicizzati e non, e quando mi guardo le opere mi danno sempre delle emozioni. Ho acquistato anni fa un'opera alla base della quale c'era una forma di cd "investimento". La tengo in collezione (ed esposta) solo per ricordarmi che cosa NON devo fare.

Sono senza dubbio il meno qualificato ad intervenire qui, visto che non posso definirmi un collezionista d'arte ma solo un grande appassionato, però voglio dire ugualmente che approvo in pieno quello che hai scritto. Personalmente, pur avendo acquistato dei quadri e delle stampe negli anni scorsi non l'ho mai fatto in un'ottica di investimento, ma unicamente per le emozioni che quelle opere hanno saputo comunicarmi. Non mi sono mai posto nemmeno il problema se gli artisti che ho acquistato siano validi (io ritengo di sì) e storicizzati (non lo saranno mai, si tratta di artisti figurativi che non usciranno mai da un ambito locale). Oltretutto propendo moltissimo per la grafica, che a quanto pare è piuttosto sconsigliata in questo forum come forma di investimento. Detto ciò, mi domando onestamente quale sarebbe il mio atteggiamento se per caso disponessi di un bel capitale da investire e nessuna preoccupazione di carattere economico: probabilmente farei qualche altra considerazione, oltre a quelle di carattere puramente estetico. Molto, insomma, secondo me dipende anche da quello...
 
Tempo fa, neanche tanto, si poteva dire che l'investimento in arte faceva parte di quell'accantonamento di somme destinate a diversificare il proprio capitale liquido trasformandolo in beni materiali fonti di speculazioni più o meno riuscite.
Oggi invece vediamo, almeno in Italia cosa sta succedendo:
Terreni agricoli: è ancora un buon investimento?Considerando che un terreno agricolo costa , con differenze più o meno accentuate a seconda della zona, dai 30 ai 40 mila euro all'ettaro e che mediamente hai un entrata netta circa di 1000 euro all'ettaro (dipende anche qui da cosa produci.Facciamo un esempio a cereali) va tenuto presente che il CLIMA E' CAMBIATO. Nel senso che un anno ti trovi una siccità cche ti fa perdere metà raccolto, se non tutto, e magari l'anno dopo (qguarda caso parlo proprio del 2012 e 2013) piove talmente tanto che fatichi a seminare o peggio devi riseminare rischiando comunque attacchi fungini.Dunque è ancora conveniente?
Case: subito dopo l'introduzione dell'euro c'è stata un'impennata epocale.Da 140 milioni per acquistare casa si è èassati quasi immediatamente a 140 mila euro.Dunque ecco fiorire villaggi nuovi, villette a schiera di nuova costruzione, periferie trasformate in centri urbani pieni di miniville.Poi , fatto il mutuo per comprarla, molti si sono indebitati sino al collo.Da qui è iniziato il declino.A dargli il colpo di grazia l'IMU. Oggi c'è un offerta molto superiore alla domanda e i prezzi comunque calano ma molto a rilento e le case rimangono invendute, le imprese edili chiudono i battenti e la paura dell'imu (più del doppoio rispetto all'ICI) non aiuta certo nessuno_Oggi anche il mattone non è più un buon investimento.Quando caleranno ancora i prezzi (e ormai il cedimento è in atto) e toglieranno questa odiosissima IMU forse, e dico forse, il mercato ripiglierà vigore e chi ha comperato nei momenti di minimo storico avrà fatto un affare, ma solo quando sarà stata tolta anche l'IMU!
ORO: chi comprava a 20 euro un grammo d'oro e a distanza di circa un decennio (oggi) sta vendendo ha fatto un affare.Ma oggi si può sperare che il prezzo salga ancora.Forse si, forse no.Investimento molto aleatorio.Così è per l'argento.
DIAMANTI: personalmente acquistati nel 2003 e rivenduti nel 2013 ho guadagnato quanto tenere dieci anni gli stessi soldi in banca ad un tasso del 2,50 %.Ma credo che questo investimeno già sia possibile.
DEPOSITI VINCOLATI: un investimento sicuro ma non si diventa certo ricchi.C'è chi ti da un 2,50 sino a un 3,50 netto se tieni una certa cifra ferma per un anno (Poste, e alcune banche, quest'ultime però max 2,50%)
QUDRI: ebbene si.Bisogna intendersene, ma non di quadri ma di come gira il mercato attorno ad essi.Così a grandi linee si può con quasi certessa asserire che un quadro che costa tanto oggi un domani costerà di più mentre un quadro che costa poco oggi molto probabilmente un domani neppure lo vogliono in regalo.A volte eprò c'è un meccanismo di mercato che fa lievitare di molto anche quadri che inizialmente partivano da cifre irrisorie.Ecco quindi direi che sui quadri si può puntare ma meglio spendere pochino e sperare che cresca che spendere tanto per poi...mah
FOTOVOLTAICO: è un ripsarmio energetico per chi se lo fa in casa.I primi dieci anni ammortizzi e gli ultim i dieci ci gadagni un pò.E' un bel guadagno per chi da la sua terra in affitto (o meglio dai il diritto di superficie per 25 anni) che nulla rischia, non ha spese (per le plusvalenze ho qualche dubbio), e incassa un bel pò per ettaro.Si mormora attorno ai 2000 euro.Comunque rispetto a qualche anno fa gli incentivi oggi si sono notevolmente abbassati.Dunque è difficile che chi si assume la gestione paghi al proprietario 2000 euro all'ettaro, ma potrebbe anche essere, mah
COSA RIMANE?
GODERSI LA VITA CON I POCHI SOLDI CHE RIMANGONO DAL PROPRIO LAVORO DETRATTE LE TASSE E SPESE FAMIGLIARI. Forse è il miglior investimento (ma anche qui si è a rischio.Es : il redditometro)
Un amnico mi diceve, beati i pensionati che si fanno arrivare la pensione in brasile e con quella vivono da signori.Vabbè, e la violenza, la dengue ecc dove le mettiamo?
CONCLUSIONE: fate come vi pare tanto può andarvi bene come può andarvi male a prescindere dalla vostra volontà e decisione.Fermi non ci si può stare e dunque osate, osate sempre con la consapevolezza di aver fatto la cosa giusta, a priori:)
 
:no::no::no:

Qui non si parla dei singoli "investimenti" in arte. Quelli possono anche andare benissimo. Si parla della media del ritorno, la quale è gravemente negativa perché:
1 ) la media dei pittori/opere d'arte acquistati/e si abbassa quanto più alta è la produzione, non solo per la legge della domanda e dell'offerta, ma anche perché è più facile che un genio possa creare cose buone, mentre 1000 attivi annovereranno tra di loro al massimo 2 o 3 geniacci, 10 discreti e 987 + o - foffa, magari di gusto, ma foffa. Se si abbassa la qualità media, non per questo si abbassano i prezzi iniziali d'acquisto (gli autori devono pur vivere), ed aumenta così la percentuale media di perdita. Magari un po' migliore è la situazione dopo la scrematura iniziale, cioè nel campo delle opere, diciamo, con più di 50 anni.
2 ) Per lo stesso motivo è quantomeno fuorviante portare ad esempio alcuni casi di default di aziende, e non la media economica ponderata dei ritorni di tutto un settore. Un discorso del genere si squalifica da solo. Magari, vediamo com'è andata questa media per settori e per periodi, e potremo dire se l'investimento sia stato fruttuoso o meno. Ma anche se ci si avesse rimesso, v. ultimi 10 anni di Borsa Italiana, ciò non significa che non si sia trattato di investimento: semplicemente si è trattato di investimento cattivo, poco efficace ecc. Infatti, la caratteristica dell'investire consiste non nel guadagno fatto (noto sempre a posteriori, mentre l'atto di investire o sprecare ecc. è anteriore), ma nell'acquisto di qualcosa che si potrà rivendere dopo un certo tempo con buone probabilità (non con la sicurezza) di salvare o aumentare il capitale (come si vede, si parla sempre di una media).
I motivi apportati da markov, più quelli da me ora ripetuti, fanno sì che l'acquisto dell'opera d'arte dia una cattiva o pessima probabilità di guadagnare, indipendentemente dagli isolati affaroni, cioè dalle punte positive.

Disclaimer: da una vita investo in opere d'arte. I miei guadagni sono spesso dipesi dall'averci qualcun altro rimesso del denaro (certo compensato dal piacere, ma questo è un altro discorso): per esempio con acquisti a prezzo bassissimo da parte mia. La capacità di scegliere (che, onestamente, non è da tutti), nonché la posizione privilegiata (prima, quando acquistavo come courtier, poi, sapendo cogliere occasioni - che quasi sempre comportano perdite da parte di qualcun altro) - sono elementi che mi hanno permesso di non rimetterci nella media o di guadagnarci: ma essi stessi escono dalla media. Per contro, nel caso di mercati finanziari di vario tipo, il guadagno è correlato, alla lunga, con le economie reali relative allo strumento scelto, non è correlato con la perdita di qualcun altro (detto altrimenti, spesso tutti gli investitori possono essere in guadagno, ma nell'arte non è così).

E' più probabile guadagnare con poche puntate alla roulette (aggio di 1/36 o 1/37, insomma, la percentuale di probabilità a favore della controparte) che acquistando arte. Nel caso dell'arte contemporanea (ma anche di certi oggetti antichi di moda), poi, la roulette prevede una percentuale mostruosa a favore del banco.
Nessuno dovrebbe dire che giocare alla roulette sia un investimento, e ciò anche se qualcuno ci guadagna. Con la sola differenza che in arte studio e competenza possono far pendere anche di molto la bilancia a favore dell'investitore. Ma non si può allora parlare di media. E comunque, anche in questo caso, si tratterà di un investimento realizzato nonostante condizioni pesantemente sfavorevoli. (ricordo certi fondi d'investimento con spese folli, totalmente sconsigliabili a priori come investimento)

E non ho nemmeno accennato ad elementi quali:
i falsi e le truffe
i furti, i costi assicurativi, i danneggiamenti, gli incendi
l'eventuale deperimento materiale (non oso pensare alle future urla di disperazione degli acquirenti di molti acrilici o delle molte opere oggi realizzate alla cdc, cioè NON a regola d'arte (es. collages con fogli di giornale che ingialliscono, si screpolano ecc., supporti mal preparati o inadatti, pigmenti labili e così via).

:yes::yes::yes:
chapeau.
gli unici a guadagnarci sono i mercanti,
e forse un 1% di collezionisti con competenze e/o relazioni e/o ammanicature e/o corsie preferenziali nell'ambiente fuori dalla media (come immagino, ma non credo di sbagliare, Claudio Borghi).
il restante 98% sono nient'altro che polli da spennare,
polli che comprano miraggi in cambio di denaro reale.
chi dice il contrario ha semplicemente l'interesse a farlo.
 
""GODERSI LA VITA CON I POCHI SOLDI CHE RIMANGONO DAL PROPRIO LAVORO DETRATTE LE TASSE E SPESE FAMIGLIARI. Forse è il miglior investimento (ma anche qui si è a rischio.Es : il redditometro)""Batteristasinest.

forse vado OT:
ma nella mia piccola cerchia di amici questa è la nuova tendenza.
molti hanno venduto (svenduto a volte) moto e auto d'epoca,case al mare o montagna o lago (per paura dei grigioni o per necessità).
opere d'arte??????????????????????????????????????????
si vive alla giornata,una birra con gli amici,qualche giorno nei luoghi di villeggiatura (non esotici),una cena,un film,una discoteca.
opere d'arte ?????????????????????????????????????????????
oro,argento,diamanti????
case???????????????????''
terreni????????????????''''
opere d'arte????????????????????????????????????????'
avvocati senza clienti o con clienti che non pagano.
insegnanti.....precari.
ingegneri a spasso o che si adattano a qualsiasi lavoro per la pagnotta.....
ok,vado in discoteca rimorchio e intanto mi sono divertito
ok,una cena con gli amici,risate e intanto mi diverto
ok,10/15 giorni al mare,immersioni,ancora rimorchi.
opere d'arte???????????mostre,musei,no spese,no grigioni,non investimenti ma neanche rimesse.
ragazzi,VIVIAMO in uno stato di polizia,dove ladri(ma col potere) accusano tutti di essere ladri e li perseguitano.
ah!!!!!!!! se avete un motoscafo:AFFONDATELO.
 
[ragazzi,VIVIAMO in uno stato di polizia,dove ladri(ma col potere) accusano tutti di essere ladri e li perseguitano.
ah!!!!!!!! se avete un motoscafo:AFFONDATELO.[/QUOTE]



...è ancora peggio di come dici...Infatti quei ******** dovrebbero dirci loro come spendono i nostri soldi (avuti dal nostro pagamento di tasse varie) e non noi dire loro dove e come li spendiamo! Stop the time di essere polli da spennare.E' ora di mostrare i denti!!
 
Se l'arte è un investimento? Forse sì, ma è un percorso ad ostacoli, in cui ci vuole molta conoscenza e disciplina:

1) intanto il mercato (e quindi l'investimento) viene decretato dai mercanti; l'artista più bravo del mondo, senza i mercanti che creano interesse, non vedrà mai salire le sue quotazioni; un grande collezionista mi ha detto di recente "quando investo in arte (quindi non per piacere, ma per avere un ritorno), evito scelte eroiche e mi dirigo verso artisti consolidati che hanno un mercato e mercanti forti alle spalle"

2) se parliamo di mercato e di mercanti, bisogna parlare anche di geografia. Ormai è conclamato che il mercato e i mercanti italiani non portano da nessuna parte (salve rare eccezioni), men che meno a livello di giovani. Per cui se si guarda all'investimento, in questo momento l'unico mercato che tira per davvero è quello americano; mercati minori richiedono maggiore studio e attenzione

3) il mercato e i mercanti non bastano: ci vuole l'artista, che lasci il segno. Un artista mediocre, spinto da ottimi mercanti, può essere un investimento a breve, ma nel medio/lungo ha il fiato corto

4) se parliamo dell'artista, forse diventa più semplice indovinare lo storicizzato in attesa di spiccare il volo, anzichè puntare sul giovanotto di belle speranze. Però anche qui, senza il mercante, le quotazioni non vanno da nessuna parte. Guardate questi 3 artisti degli anni '70, che non si caga più nessuno...
http://www.finanzaonline.com/forum/36539578-post19.html

5) ci vuole disciplina e rigore nella scelta dell'investimento, cosa difficilissima da attuare in un campo così voluttuario dove prendono il sopravvento emozioni, piacere, ostentazione, egocentrismo e a volte competizione...

Aggiungo un'ultima considerazione, che IMHO vince su tutto. Il quadro acquistato per piacere "distribuisce" un dividendo morale che mediamente supera la spesa effettuata (indipendentemente dal fatto che le quotazioni salgano o scendano). Il quadro acquistato per puro investimento, smette di piacere con la discesa delle quotazioni...
 
Attenzione ai martelli!

un mio conoscente (amico è troppo)compera un Hartung.
la galleria che glielo ha venduto finisce nelle grinfie dei grigioni.
il mio conoscente,per controllo incrociato,per esempio campione,per qualunque sia il motivo non importa,CADE nelle grinfie dei grigioni.
sì,poteva permettersi l'acquisto dell'opera di Hartung,MA..................
scava qui,scava là,errore formale qui,disattenzione là,ha dovuto svendere
l' Hartung.(cosa che ha davvero fatto,per rabbia e quant'altro ) per pagare una piccola multa con molti zero e qualche rotto.
la storia è vera.
era il martello di Thor.
 
Se l'arte è un investimento? Forse sì, ma è un percorso ad ostacoli, in cui ci vuole molta conoscenza e disciplina:

1) intanto il mercato (e quindi l'investimento) viene decretato dai mercanti; l'artista più bravo del mondo, senza i mercanti che creano interesse, non vedrà mai salire le sue quotazioni; un grande collezionista mi ha detto di recente "quando investo in arte (quindi non per piacere, ma per avere un ritorno), evito scelte eroiche e mi dirigo verso artisti consolidati che hanno un mercato e mercanti forti alle spalle"

2) se parliamo di mercato e di mercanti, bisogna parlare anche di geografia. Ormai è conclamato che il mercato e i mercanti italiani non portano da nessuna parte (salve rare eccezioni), men che meno a livello di giovani. Per cui se si guarda all'investimento, in questo momento l'unico mercato che tira per davvero è quello americano; mercati minori richiedono maggiore studio e attenzione

3) il mercato e i mercanti non bastano: ci vuole l'artista, che lasci il segno. Un artista mediocre, spinto da ottimi mercanti, può essere un investimento a breve, ma nel medio/lungo ha il fiato corto

4) se parliamo dell'artista, forse diventa più semplice indovinare lo storicizzato in attesa di spiccare il volo, anzichè puntare sul giovanotto di belle speranze. Però anche qui, senza il mercante, le quotazioni non vanno da nessuna parte. Guardate questi 3 artisti degli anni '70, che non si caga più nessuno...
http://www.finanzaonline.com/forum/36539578-post19.html

5) ci vuole disciplina e rigore nella scelta dell'investimento, cosa difficilissima da attuare in un campo così voluttuario dove prendono il sopravvento emozioni, piacere, ostentazione, egocentrismo e a volte competizione...

Aggiungo un'ultima considerazione, che IMHO vince su tutto. Il quadro acquistato per piacere "distribuisce" un dividendo morale che mediamente supera la spesa effettuata (indipendentemente dal fatto che le quotazioni salgano o scendano). Il quadro acquistato per puro investimento, smette di piacere con la discesa delle quotazioni...


solo questa è una considerazione vera.
ecco perché l'arte è di pochi.
Hartung è grande,ma i veri(certe tele sono poco più che colpi di scopa sporca) Hartung sono pochi.
ho letto da qualche parte che gli artisti devono pur vivere.
aggiungerei che potrebbero anche cambiare mestiere se non hanno il Talento.
anche una crosta può essere acquistata per piacere(non è bello ciò che è bello,....ma che bello che bello che bello).
SIGNORI:anche tanta arte antica non è arte,ma solo ottimo artigianato.
io,per motivi credo inerenti alla mia ingarbugliata personalità,AMO VEDOVA e lo avrò.
ma non sarà un investimento,non resisterà ai secoli.
 
Se l'arte è un investimento? Forse sì, ma è un percorso ad ostacoli, in cui ci vuole molta conoscenza e disciplina:

1) intanto il mercato (e quindi l'investimento) viene decretato dai mercanti; l'artista più bravo del mondo, senza i mercanti che creano interesse, non vedrà mai salire le sue quotazioni; un grande collezionista mi ha detto di recente "quando investo in arte (quindi non per piacere, ma per avere un ritorno), evito scelte eroiche e mi dirigo verso artisti consolidati che hanno un mercato e mercanti forti alle spalle"

2) se parliamo di mercato e di mercanti, bisogna parlare anche di geografia. Ormai è conclamato che il mercato e i mercanti italiani non portano da nessuna parte (salve rare eccezioni), men che meno a livello di giovani. Per cui se si guarda all'investimento, in questo momento l'unico mercato che tira per davvero è quello americano; mercati minori richiedono maggiore studio e attenzione

3) il mercato e i mercanti non bastano: ci vuole l'artista, che lasci il segno. Un artista mediocre, spinto da ottimi mercanti, può essere un investimento a breve, ma nel medio/lungo ha il fiato corto

4) se parliamo dell'artista, forse diventa più semplice indovinare lo storicizzato in attesa di spiccare il volo, anzichè puntare sul giovanotto di belle speranze. Però anche qui, senza il mercante, le quotazioni non vanno da nessuna parte. Guardate questi 3 artisti degli anni '70, che non si caga più nessuno...
http://www.finanzaonline.com/forum/36539578-post19.html

5) ci vuole disciplina e rigore nella scelta dell'investimento, cosa difficilissima da attuare in un campo così voluttuario dove prendono il sopravvento emozioni, piacere, ostentazione, egocentrismo e a volte competizione...

Aggiungo un'ultima considerazione, che IMHO vince su tutto. Il quadro acquistato per piacere "distribuisce" un dividendo morale che mediamente supera la spesa effettuata (indipendentemente dal fatto che le quotazioni salgano o scendano). Il quadro acquistato per puro investimento, smette di piacere con la discesa delle quotazioni...

Bell'intervento, complimenti OK!
 
Se l'arte è un investimento? Forse sì, ma è un percorso ad ostacoli, in cui ci vuole molta conoscenza e disciplina:

Aggiungo, certe considerazioni semplicistiche e certe frasi ad effetto si fanno se i perimetri sono diversi.

Dire genericamente "investire in arte" è come dire "investire in una società". Possibilità di arrivare a zero elevatissima in ambedue i casi. Penso che la percentuale di artisti che svaniscono non sia dissimile da quella delle società che falliscono/chiudono.
Poi ovviamente può capitare che uno investa in Microsoft quando stava ancora nel garage così come in Richter quando era un ragazzotto... ma sono robe da aneddoti da giornale, non certo la vita reale.

Se invece diciamo "artisti storicizzati o quasi regolarmente trattati in asta" e "titoli quotati in borsa" secondo me la forbice di differenza tra i due investimenti si restringe di molto, sempre tenuto presente il peso degli elevati costi di transazione che rende impossibile per i quadri fare attività di trading che è cosa diversa dall'investimento sul lungo periodo.
 
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