Gran bella discussione..
A mio avviso a monte dell'approccio al falso d'autore (dichiarato) è necessario effettuare una esegesi dell'intenzione per cui detta riproduzione è stata posta in essere.
Non si potrà affermare che un falso ben realizzato sia comunque un'opera d'arte. Questo no.
Si discosta dall'idea e dal sentimento iniziale.. La cameretta di Van Gogh, riprodotta centinaia di volte, per quanto bene possa essere stata copiata, non esprimerà mai quel senso di tristezza e solitudine che solo l'opera originaria ci trasmette.
Tuttavia, non può nemmeno essere disdegnato a priori il gesto tecnico dell'autore (colui che ha copiato).
Certo, non parliamo di arte, non mi pare il caso. Parliamo invece di "pittura" e di "pittori"..
Bisogna pertanto distinguere chi ama la pittura da chi ama l'arte.
Amando l'arte, necessariamente si proverà un senso di insoddisfazione innanzi ad un falso, posto che lo stesso non può oggettivamente trasmettere lo stato d'animo che l'autore voleva estrinsecare.
Chi ama la pittura, invece, la buona decorazione, l'atto pittorico, potrà, in taluni casi, apprezzare, e anche molto, l'abilità del pitture/tecnico che riproduce con dovizia di particolari un quadro noto..
Infine, figura solitaria, c'è l'amante malinconico di un quadro. Colui che, con atteggiamenti compulsivi, si reca al museo dietro casa per trascorrere ore ed ore ad osservare una singola opera, sempre quella.. Solo quella..
La mia domanda è questa. Lui come vedrebbe un falso della stessa. Come una cura? Oppure come un affronto?