Emilio Mazzoli si racconta ad Artribune

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varoon

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Posto il link a questa bella intervista a Emilio Mazzoli, dove racconta i suoi trascorsi con l'Arte Povera, Transavanguardia, Schifano, Tano Festa fino agli artisti anni '90, incluso Luca Beatrice.

Da leggereOK!

Modena caput mundi | Artribune


(Emilio Mazzoli con Ross Bleckner)
 

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Intervista fantastica ad una persona che mi picrebbe conoscere personalemnte per fargli tante altre domande.
Soprendente la chiusura quando dice "...Dividere le gallerie che fanno modernariato, e che quindi non intervengono direttamente nella produzione di un lavoro, da quelle che il lavoro artistico lo fanno nascere direttamente. Il lavoro nasce sempre dalla galleria".
Più volte ho esplicitato questa mia convinzione ma in molti fanno orecchie da ... "mercanti".
Quanti argomenti tutti insieme sui quali discutere :mmmm::mmmm:
Molto bello il ricordo di Schifano quando lo definisce un apersona buona :'(
Grazie Varoon questa me l'ero veramente persa.
:clap::clap::clap:
 
articolo molto bello, mazzoli ha ragione quando dice che ormai in italia di fatto comprare e vendere quadri sta diventando impossibile.
 
Posto il link a questa bella intervista a Emilio Mazzoli, dove racconta i suoi trascorsi con l'Arte Povera, Transavanguardia, Schifano, Tano Festa fino agli artisti anni '90, incluso Luca Beatrice.

Da leggereOK!

Modena caput mundi | Artribune


(Emilio Mazzoli con Ross Bleckner)

Bollino verde meritatissimo !

La classe ( sia di Mazzoli che del moderatore ) non è acqua, un ritorno sul forum "alla grandissima" Amico varoon con un articolo da leggere tutto d'un fiato.

Riporto poi qui il mio pensiero sul Mitico ( con la M maiuscola ) Mazzoli padre:

Parlando in questi giorni con dei miei concittadini “Amici dell’Arte” che ci leggono sul forum, ho dovuto “difendermi” dall’eccessivo credito ( a veder loro ) che do oggi novembre 2010 a Mazzoli “il vecchio”, ovvero Emilio.
A sentir loro, il futuro dei Mazzoli, naturalmente per quanto riguarda “i giovani Artisti” è solo nelle mani e nelle capacità dei suoi figli anch’essi Galleristi.
A sentir parlare loro, Mazzoli è come l’Oriana Fallaci descritta nella canzone di Jovanotti:”la giornalista scrittrice che ama la guerra perchè le ricorda quando era giovane e bella”.
A parer loro quindi Mazzoli per quanto riguarda i suoi “giovani Artisti” che ha ancora in Galleria, ad esempio Amedeo Martegani e Mario Dellavedova sarebbe un filantropo che non avendo nulla da perdere, continua a proporre “solo” con lo scopo di dire che ha ragione lui, quegli Artisti, e che quindi li tenga quasi esclusivamente per cercare di ricalcare quei successi ottenuti con i “giovani d’una volta” ( leggasi la Trans-Avanguardia” ).
Ne uscirebbe quindi un ritratto di Mazzoli Emilio come se fosse un qualsiasi Gallerista a cui “i figli” hanno lasciato “il suo giochino” per quanto riguarda i giovani…..
 
Di quell'articolo condivido alcune cose mentre altre no.Condivido l'idea che l'iva al 21% è disincentivante così come il fatto che :) siamo/siete tutti dei perditempo, non condivido l'idea di buon gusto circa le opere definite dal noto critico, transavanguardia, e non condivido l'idea che tutto nasce dalle gallerie a meno che il tutto sia inteso il mercato e da questo punto di vista, solo questo, condivido la sua affermazione.
 
Vero, Batterista, mi associo.

Questa frase non è che l'ho ben digerita...

"Dividere le gallerie che fanno modernariato, e che quindi non intervengono direttamente nella produzione di un lavoro, da quelle che il lavoro artistico lo fanno nascere direttamente. Il lavoro nasce sempre dalla galleria"
 
Pensare che questo "SIGNORE" nel lontano 82 ospitò la prima mostra personale di un certo Jean Michel Basquiat!:cool:
Onore a uno dei più grandi galleristi Italiani.
 
Vero, Batterista, mi associo.

Questa frase non è che l'ho ben digerita...

"Dividere le gallerie che fanno modernariato, e che quindi non intervengono direttamente nella produzione di un lavoro, da quelle che il lavoro artistico lo fanno nascere direttamente. Il lavoro nasce sempre dalla galleria"

Perchè :confused::confused::confused:
 
Pensare che questo "SIGNORE" nel lontano 82 ospitò la prima mostra personale di un certo Jean Michel Basquiat!:cool:
Onore a uno dei più grandi galleristi Italiani.

onore indubbiamente ad uno dei più grandi ma..

Sai cosa mi dicevano gli intelletuali e gli artisti modenesi quando feci la mostra di Basquiat? “Mazzoli espone i neri”, mi dicevano. Non è venuto un critico d’arte a vedere quella mostra.

...va detto, per ristabilire la verità storica, che già nel 1979 la povera Francesca Alinovi (Arte di frontiera, leggendaria antologia della street americana), scriveva di Basquiat e che nel 1980-81 la Rizzoli americana insieme ad Elio Fiorucci produceva New York Beat, lungometraggio sulla vita di Basquiat poi uscito col titolo di Downtown 81.
 
Perchè?...e c'è bisogno di chiederlo?
Il lavoro nasce prima di tutto dalla mente dell'artista e poi, non è detto che succeda ma molto spesso succede, esce dalle sue mani l'opera.Dopo, e solo dopo e solo nel caso in cui l'artista, anzi L'ARTISTA, lo desidera, si rivolgerà al gallerista.Da quel momento, immesso sul mercato per volontà sua e del gallerista che vede in lui cose che magari non vede in altri artisti, condivido quanto detto da Mazzoli, ma solo da quel momento in poi.Il gallerista è solo un mercante specializzato che si preoccupa di vendere o, voglio essere dalla sua parte, di far emergere chi reputa degno della sua fiducia e del suo gusto estetico.
Voglio aggiungere, lode a chi scopre nuovi talenti e il mercato lo conferma, ma ancor più lode a quella miriade di artisti, anzi ARTISTI, che del mercato se ne fregano e fanno opere eccelse per il puro piacere dell'anima a cui sempre è rivolta una vera, anzi una VERA, opera d'arte.
 
Io ho parlato a lungo con Mazzoli in passato. Il suo pensiero è questo. Il gallerista non deve essere solo un mercante, vale a dire limitarsi a lucrare sul margine tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita del quadro.

Il gallerista deve investire sull'artista, comprare i quadri dall'artista (quindi direttamente da lui), promuovere il lavoro dell'artista, presentarlo alla critica e quindi vendere i quadri ai collezionisti. E' questo il senso della frase "l'arte nasce in galleria".

Che mi ricordi, Mazzoli ha solo fatto mostre con quadri che arrivavano direttamente dallo studio dell'artista, mai con quadri comprati in asta o sul secondario.
 
Ora tutto mi è più chiaro, lette le vostre opinioni.
Grazie.;)
 
Non per essere petulante ma continuo a non condividere il pensiero che l'arte nasca in galleria.Probabilmente è solo questione di punti di vista e il mio è che l'arte non ha bisogno del mercante per essere se stessa mentre viceversa il mercante ha bisogno dell'artista per vendere dunque ribalto la questione dicendo invece che il mercante e il mercato dell'arte nasce dall'artista e non viceversa. Se poi il mercato approva le scelte del mercante farà la fortuna del mercante e forse, dico forse, anche dell'artista, ma un mercante senza artisti vendibili fallisce, un artista senza mercante può vivere anche d'altro e continuare a fare buona arte ugualmente.
 
Oggi chiunque con troppa facilità viene definito o si definisce ARTISTA, in realtà io vedo molti mestieranti e per saper riconoscere l'ARTE quando nasce e per saperla catturare, promuovere ed eleggere sono a mio giudizio indispensabili menti eccelse quale quella di Mazzoli sicuramente è.:bow:
 
Io ho parlato a lungo con Mazzoli in passato. Il suo pensiero è questo. Il gallerista non deve essere solo un mercante, vale a dire limitarsi a lucrare sul margine tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita del quadro.

Il gallerista deve investire sull'artista, comprare i quadri dall'artista (quindi direttamente da lui), promuovere il lavoro dell'artista, presentarlo alla critica e quindi vendere i quadri ai collezionisti. E' questo il senso della frase "l'arte nasce in galleria".

Che mi ricordi, Mazzoli ha solo fatto mostre con quadri che arrivavano direttamente dallo studio dell'artista, mai con quadri comprati in asta o sul secondario.

Anch'io pur non conoscendo Mazzoli di persona avevo interpretato così il suo distinguo, sul quale mi trovo d'accordo.
 
onore indubbiamente ad uno dei più grandi ma..

Sai cosa mi dicevano gli intelletuali e gli artisti modenesi quando feci la mostra di Basquiat? “Mazzoli espone i neri”, mi dicevano. Non è venuto un critico d’arte a vedere quella mostra.

...va detto, per ristabilire la verità storica, che già nel 1979 la povera Francesca Alinovi (Arte di frontiera, leggendaria antologia della street americana), scriveva di Basquiat e che nel 1980-81 la Rizzoli americana insieme ad Elio Fiorucci produceva New York Beat, lungometraggio sulla vita di Basquiat poi uscito col titolo di Downtown 81.

Grazie Arsonist per queste belle annotazioni.
Purtroppo Mazzoli non si tenne per lui nemmeno un'opera di Basquiat!:angry::D
 
Emilio Mazzoli & Amedeo Martegani

Oggi chiunque con troppa facilità viene definito o si definisce ARTISTA, in realtà io vedo molti mestieranti e per saper riconoscere l'ARTE quando nasce e per saperla catturare, promuovere ed eleggere sono a mio giudizio indispensabili menti eccelse quale quella di Mazzoli sicuramente è.:bow:

Concordo al 100% !!!

Vorrei poi dell'intervista di Mazzoli sottolineare questo passaggio:

...E poi, ad esempio, credo che ci siano stati artisti operanti a Milano negli Anni Novanta che sono stati puniti dal sistema, dalla critica istituzionalizzata, nonostante possedessero un talento al di sopra della media. Parlo di artisti del calibro di Carlo Benvenuto, Mario Dellavadova e Amedeo Martegani. Questo è un caso che la critica italiana dovrebbe avere sulla coscienza.

E ricollegarlo a questo mio vecchio post:

Premesso che il mio Martegani l'ho acquistato da Mazzoli ma sono certo che non si ricordi nemmeno della cosa e che sono certo che non avrà mai letto qui sul forum che è il mio Artista preferito, ma qualche tempo fà parlando per l'appunto con il mitico Emilio, e chiedendoli a quando la nuova personale di Martegani nella sua Galleria, la sua risposta ha esordito così:

"Martegani c'è l'ho nel cuore ( e si è portato la mano sul cuore )..."

Non sò se Mazzoli organizzerà davvero una sua nuova personale, ma sono certo che non abbia detto quello solo per farmi contento, avendo Mazzoli "il carattere" di poter oggi dire a chiunque quello che davvero vuole dire, quindi posso concludere che credo non siano tanti ad oggi gli Artisti che possono "vantare" che un "mostro sacro" come è Mazzoli dica quello di loro !!!
P.S. : Per la cronaca dei "miei Artisti" Mazzoli ha poi detto anche "Bravo Cingolani"OK!
 
Ultima modifica:
Grazie Arsonist per queste belle annotazioni.
Purtroppo Mazzoli non si tenne per lui nemmeno un'opera di Basquiat!:angry::D

questi vecchi galleristi sono fantastici ma son tutti matti.
Tu pensi che Cannaviello si sia tenuto un Polke o un Baselitz? :no:
 
questi vecchi galleristi sono fantastici ma son tutti matti.
Tu pensi che Cannaviello si sia tenuto un Polke o un Baselitz? :no:

Infatti!Sarebbe buona regola per tutti i galleristi tenersi almeno un paio di opere!Ho visto di persona un gallerista quasi commuoversi nel parlare di Boetti dato che li aveva svenduti tutti in tempi in cui non lo voleva nessuno.Comunque sia come sottolineava il buon Emilio grazie a questo c'è chi è riuscito a farsi una casa o a crearsi una posizione economica dignitosa;
 
Vorrei dare la mia interpretazione di questo brano dell'intervista che è stato oggetto di discussione. Credo che Mazzoli sia consapevole del fatto che oggi gli unici veri committenti dell'artista sono le gallerie. Non discuto sul fatto che un artista lavori anche da solo nel chiuso del proprio studio indipendentemente da richieste, ma sono sicura che il loro meglio lo danno quando hanno una scadenza di una mostra. Lo stesso accadeva nel passato quando gli artisti avevano commissioni di papi e principi. Avremmo mai avuto la cappella sistina se non ci fosse stata la commissione di papa Giulio II ? Lo stesso accade oggi, se un artista ha una mostra da Gagosian state certi che darà tutto ed il meglio di se stesso. Un vero gallerista poi collabora con l'artista. Gli dice quali opere preferisce, o di che tipo vorrebbe per la sua galleria. Gli suggerisce un tema da sviluppare, materiali, opzioni, immagini da vedere, artigiani, collaborazioni. Anche le dimensioni dello spazio espositivo influiscono sul risultato finale. Non penserete mica che OGGI un artista dipinga le stesse opere per una galleria di 1000 mq ed una 50 mq ? Una con il soffitto alto 6 metri ed un'altra che lo ha al massimo di 2,5 metri ?


Vero, Batterista, mi associo.

Questa frase non è che l'ho ben digerita...

"Dividere le gallerie che fanno modernariato, e che quindi non intervengono direttamente nella produzione di un lavoro, da quelle che il lavoro artistico lo fanno nascere direttamente. Il lavoro nasce sempre dalla galleria"
 
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