Alessandro Celli
Nuovo Utente
- Registrato
- 23/10/09
- Messaggi
- 34.348
- Punti reazioni
- 865
Segnalo a qualche collezionista annoiato dell'arte contemporanea che alla Fidesarte – asta in corso – il lotto 322
CARENA FELICE
Cumiana (TO) 1879 - Venezia 1966
Paesaggio 1935 - olio su tavola - 41x57 cm
firma e data in basso a destra
esposizioni XX° Esposizione Biennale Internazionale d'Arte Venezia 1936 - etichette al retro.
Proprio di questo anno, promossa dalla Regione del Veneto, dall’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti e da Arthemisia Group, vi fu la mostra “FELICE CARENA E GLI ANNI DI VENEZIA” (marzo a luglio 2010), nella prestigiosa sede di Palazzo Fianchetti.
Si pensi che stiamo parlando di un maestro del realismo italiano, osannato dalla critica nazionale ed internazionale tra le due guerre, vincitore del premio Carnegie di Pittsburgh nel 1922 e del gran premio della Biennale di Venezia nel 1940 (La Biennale di Venezia - Home).
Nel secondo dopoguerra Carena scontò una sorta di ostracismo critico e poi di oblio dettato dalla volontà di purificare l’arte da tutti i legami – veri o presunti – con il fascismo.
Spesso la politica ha la spaventosa forza di seppellire anche l’arte!
CARENA FELICE
Cumiana (TO) 1879 - Venezia 1966
Paesaggio 1935 - olio su tavola - 41x57 cm
firma e data in basso a destra
esposizioni XX° Esposizione Biennale Internazionale d'Arte Venezia 1936 - etichette al retro.
Proprio di questo anno, promossa dalla Regione del Veneto, dall’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti e da Arthemisia Group, vi fu la mostra “FELICE CARENA E GLI ANNI DI VENEZIA” (marzo a luglio 2010), nella prestigiosa sede di Palazzo Fianchetti.
Si pensi che stiamo parlando di un maestro del realismo italiano, osannato dalla critica nazionale ed internazionale tra le due guerre, vincitore del premio Carnegie di Pittsburgh nel 1922 e del gran premio della Biennale di Venezia nel 1940 (La Biennale di Venezia - Home).
Nel secondo dopoguerra Carena scontò una sorta di ostracismo critico e poi di oblio dettato dalla volontà di purificare l’arte da tutti i legami – veri o presunti – con il fascismo.
Spesso la politica ha la spaventosa forza di seppellire anche l’arte!