Buonasera a tutti gentili membri del forum.
Cercherò di illustrare nel più semplice dei modi un mio grande dubbio a cui non ho ancora trovato risposta.
Mio padre è titolare di una quota di una proprietà indivisa nella misura del 33,33%.
Le altre due quote (anch'esse del 33,33% cadauno sono assegnate tra i miei zii).
Il bene indiviso è comodamente divisibile, poichè è composto da due attività commerciali e un piccolo appartamento.
Tutte e tre le unità sono regolarmente locate con contratto in cui figura in ognuno un singolo coerede.
Qui adesso viene forse il bello.
Fin dal 1982 (anno in cui mio padre ed i miei zii per successione acquisirono la proprietà indivisa) vi è stata una divisione non proprio equa dei beni che persiste a tutt'oggi. Questo per volere dei miei nonni e perchè i rapporti con il parentado sono sempre stati di profondo rispetto.
Tale divisione è così stata fatta :
Attività commerciale 1 (canone mensile di circa 2000 euro incassato integralmente da un mio zio)
Attività commerciale 2 (canone mensile di circa 800 euro incassato integralmente dal secondo zio)
Appartamento in affitto (canone mensile di 450 euro incassato integralmente da mio padre)
Risulta evidente che mio padre è il più penalizzato, e nonostante siamo consapevoli del fatto che la legge possa possa darci ragione per equiparare la divisione, preferiamo lasciare le cose per come stanno.
Vorrei soltanto sapere se questo stato di cose dal punto di vista normativo è legale.
Mio padre ha sempre pagato le tasse in funzione del canone di locazione da lui percepito e registrato.
Ed i miei due zii in funzione dei loro rispettivi canoni di locazione.
E' corretta questa prassi? Non è che un giorno possa arrivare una sorta di conguaglio fiscale da parte dell'agenzia delle entrate ai due comproprietari che hanno "l'attività commerciale 2" e il piccolo appartamento in affitto (mio padre in questo caso)?
Preciso anche che le due attivita' commerciali sono state oggetto di successione e mio padre non e' stato coinvolto.
Come si sbroglia questa matassa?
Grazie a chi mi sapra rispondere
Cercherò di illustrare nel più semplice dei modi un mio grande dubbio a cui non ho ancora trovato risposta.
Mio padre è titolare di una quota di una proprietà indivisa nella misura del 33,33%.
Le altre due quote (anch'esse del 33,33% cadauno sono assegnate tra i miei zii).
Il bene indiviso è comodamente divisibile, poichè è composto da due attività commerciali e un piccolo appartamento.
Tutte e tre le unità sono regolarmente locate con contratto in cui figura in ognuno un singolo coerede.
Qui adesso viene forse il bello.
Fin dal 1982 (anno in cui mio padre ed i miei zii per successione acquisirono la proprietà indivisa) vi è stata una divisione non proprio equa dei beni che persiste a tutt'oggi. Questo per volere dei miei nonni e perchè i rapporti con il parentado sono sempre stati di profondo rispetto.
Tale divisione è così stata fatta :
Attività commerciale 1 (canone mensile di circa 2000 euro incassato integralmente da un mio zio)
Attività commerciale 2 (canone mensile di circa 800 euro incassato integralmente dal secondo zio)
Appartamento in affitto (canone mensile di 450 euro incassato integralmente da mio padre)
Risulta evidente che mio padre è il più penalizzato, e nonostante siamo consapevoli del fatto che la legge possa possa darci ragione per equiparare la divisione, preferiamo lasciare le cose per come stanno.
Vorrei soltanto sapere se questo stato di cose dal punto di vista normativo è legale.
Mio padre ha sempre pagato le tasse in funzione del canone di locazione da lui percepito e registrato.
Ed i miei due zii in funzione dei loro rispettivi canoni di locazione.
E' corretta questa prassi? Non è che un giorno possa arrivare una sorta di conguaglio fiscale da parte dell'agenzia delle entrate ai due comproprietari che hanno "l'attività commerciale 2" e il piccolo appartamento in affitto (mio padre in questo caso)?
Preciso anche che le due attivita' commerciali sono state oggetto di successione e mio padre non e' stato coinvolto.
Come si sbroglia questa matassa?
Grazie a chi mi sapra rispondere