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Immobili vuoti, piano del Comune
«Adesso si pagheranno Imu e Tasi»
Immobili vuoti, piano del Comune «Adesso si pagheranno Imu e Tasi» - Corriere.it
In ballo 200 mila abitazioni in mano a privati. Raggi chiede di tassarle per far sì che i proprietari le ri-immettano sul mercato in modo da calmierare gli affitti e da essere coinvolte nel sistema Sassat per l’emergenza abitativa. Ma la Lega è contraria
«Imu e Tasi su case sfitte e invendute». La proposta di Virginia Raggi plana sul tavolo del premier Giuseppe Conte con tutto il dossier legato agli sgomberi degli immobili occupati e al tema dell’emergenza casa nella Capitale. Il «suggerimento» inoltrato ieri dalla sindaca è di fatto un grimaldello, che però non piace alla Lega di Matteo Salvini. Raggi punta dritto ai 200 mila immobili privati sfitti di Roma che, da una parte, comprimono il mercato facendo sballare i canoni di locazione e dall’altra, considerate le 62 mila persone con un problema-casa, rappresentano uno dei più grandi sprechi cittadini. Una vera città fantasma in origine destinata alla vendita che, a termini di legge, non deve pagare le tasse perché «l’esenzione opera finché tali immobili non sono locati». Quindi mai, almeno finora.
Ecco, ammesso che la legge lo consenta, introdurre Imu e Tasi per le case vuote potrebbe portare i proprietari - di solito grossi gruppi immobiliari - a ri-immetterle sul mercato dopo anni e anni di persiane sbarrate. Con un doppio (presunto) effetto che il Comune di Roma ha calcolato: il calo fisiologico degli affitti - nella Capitale tra i più cari d’Italia - e la sterminata quantità di immobili di nuovo su piazza che, almeno in parte, il Campidoglio potrebbe coinvolgere nel sistema Sassat, ovvero quella procedura tramite cui il Comune rastrella case private per girarle all’emergenza abitativa. Sarebbe, quindi, come togliere l’innesco alla bomba sociale che potrebbe comportare un’applicazione pedissequa della circolare Salvini in tema di sgomberi.
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L’uovo di Colombo, insomma. Soprattutto alla viglia delle operazioni di sgombero all’ex fabbrica di penicillina, sulla Tiburtina, e al palazzone di Bankitalia in viale Carlo Felice, a San Giovanni. Se non fosse, però, che il «suggerimento» della sindaca, al netto dei nodi legali ancora tutti da sbrogliare, incontra già le prime resistenze politiche. Secondo Matteo Salvini, infatti, «la proprietà privata è sacra», come disse i primi di settembre proprio in relazione agli sgomberi di Roma e Milano. Così, anche se l’interlocutore adesso è «amico» e la copertura politica c’è, sembra impossibile praticare quel maxi esproprio per emergenza pubblica indirizzato ai locali vuoti da oltre un decennio, via radicale teorizzata da alcuni esponenti M5S. Ma pare assai difficile pure la strada indicata da Raggi, cioè cambiare la legge e tassare le case vuote per «stimolare» i proprietari a ri-immetterle sul mercato. Su questo fronte Raggi non ha infatti incassato garanzie di ferro: prima vanno messe d’accordo le due anime, leghista e grillina, del governo.
Più facile, invece, che da Conte arrivino segnali sugli immobili pubblici. Il tema è parte del dossier che Raggi ha lasciato a Palazzo Chigi nel quale è formulata la richiesta della disponibilità «dell’immenso patrimonio che il governo potrebbe mettere a disposizione dei comuni per superare l’emergenza abitativa», come disse la sindaca l’anno scorso, ai tempi dello sgombero di via Curtatone. E anche il potenziamento dell’attuazione del federalismo demaniale in modo che il governo possa assegnare alle amministrazioni locali le caserme e i forti, a Roma ormai ridotti a pachidermi di cemento in avanzato stato di fatiscenza. In allegato, ovviamente, c’è anche la richiesta delle risorse per le riqualificazioni. Ma il nodo più complicato da sciogliere è politico: bisogna capire quale parte di governo è disposta a iniziare una guerra contro i poteri forti del mattone.
«Adesso si pagheranno Imu e Tasi»
Immobili vuoti, piano del Comune «Adesso si pagheranno Imu e Tasi» - Corriere.it
In ballo 200 mila abitazioni in mano a privati. Raggi chiede di tassarle per far sì che i proprietari le ri-immettano sul mercato in modo da calmierare gli affitti e da essere coinvolte nel sistema Sassat per l’emergenza abitativa. Ma la Lega è contraria
«Imu e Tasi su case sfitte e invendute». La proposta di Virginia Raggi plana sul tavolo del premier Giuseppe Conte con tutto il dossier legato agli sgomberi degli immobili occupati e al tema dell’emergenza casa nella Capitale. Il «suggerimento» inoltrato ieri dalla sindaca è di fatto un grimaldello, che però non piace alla Lega di Matteo Salvini. Raggi punta dritto ai 200 mila immobili privati sfitti di Roma che, da una parte, comprimono il mercato facendo sballare i canoni di locazione e dall’altra, considerate le 62 mila persone con un problema-casa, rappresentano uno dei più grandi sprechi cittadini. Una vera città fantasma in origine destinata alla vendita che, a termini di legge, non deve pagare le tasse perché «l’esenzione opera finché tali immobili non sono locati». Quindi mai, almeno finora.
Ecco, ammesso che la legge lo consenta, introdurre Imu e Tasi per le case vuote potrebbe portare i proprietari - di solito grossi gruppi immobiliari - a ri-immetterle sul mercato dopo anni e anni di persiane sbarrate. Con un doppio (presunto) effetto che il Comune di Roma ha calcolato: il calo fisiologico degli affitti - nella Capitale tra i più cari d’Italia - e la sterminata quantità di immobili di nuovo su piazza che, almeno in parte, il Campidoglio potrebbe coinvolgere nel sistema Sassat, ovvero quella procedura tramite cui il Comune rastrella case private per girarle all’emergenza abitativa. Sarebbe, quindi, come togliere l’innesco alla bomba sociale che potrebbe comportare un’applicazione pedissequa della circolare Salvini in tema di sgomberi.
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L’uovo di Colombo, insomma. Soprattutto alla viglia delle operazioni di sgombero all’ex fabbrica di penicillina, sulla Tiburtina, e al palazzone di Bankitalia in viale Carlo Felice, a San Giovanni. Se non fosse, però, che il «suggerimento» della sindaca, al netto dei nodi legali ancora tutti da sbrogliare, incontra già le prime resistenze politiche. Secondo Matteo Salvini, infatti, «la proprietà privata è sacra», come disse i primi di settembre proprio in relazione agli sgomberi di Roma e Milano. Così, anche se l’interlocutore adesso è «amico» e la copertura politica c’è, sembra impossibile praticare quel maxi esproprio per emergenza pubblica indirizzato ai locali vuoti da oltre un decennio, via radicale teorizzata da alcuni esponenti M5S. Ma pare assai difficile pure la strada indicata da Raggi, cioè cambiare la legge e tassare le case vuote per «stimolare» i proprietari a ri-immetterle sul mercato. Su questo fronte Raggi non ha infatti incassato garanzie di ferro: prima vanno messe d’accordo le due anime, leghista e grillina, del governo.
Più facile, invece, che da Conte arrivino segnali sugli immobili pubblici. Il tema è parte del dossier che Raggi ha lasciato a Palazzo Chigi nel quale è formulata la richiesta della disponibilità «dell’immenso patrimonio che il governo potrebbe mettere a disposizione dei comuni per superare l’emergenza abitativa», come disse la sindaca l’anno scorso, ai tempi dello sgombero di via Curtatone. E anche il potenziamento dell’attuazione del federalismo demaniale in modo che il governo possa assegnare alle amministrazioni locali le caserme e i forti, a Roma ormai ridotti a pachidermi di cemento in avanzato stato di fatiscenza. In allegato, ovviamente, c’è anche la richiesta delle risorse per le riqualificazioni. Ma il nodo più complicato da sciogliere è politico: bisogna capire quale parte di governo è disposta a iniziare una guerra contro i poteri forti del mattone.