vinilval52
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Vi racconto la disavventura che mi sta capitando da un mese a questa parte, grazie alle leggi scriteriate e senza senso che emana chi ci governa: nel lontano 1991 acquistai un appartamento costruito da una cooperativa in edilizia convenzionata nella periferia di Roma, pagandolo ad un prezzo di poco inferiore al valore di mercato del tempo; dopo circa 18 anni, esattamente 10 anni fa l'ho venduto ad un prezzo di mercato, ovviamente davanti ad un notaio; circa un mese fa mi viene recapitata una raccomandata da parte di un avvocato il quale, per conto della persona alla quale ho venduto la mia casa, mi chiede la rettifica dell'atto di vendita in quanto non è stato rispettato il limite del prezzo massimo di cessione per la vendita, condizione che, secondo le informazioni che ho raccolto in giro sull'argomento, anche grazie all'avvocato che nel frattempo ho ingaggiato, dovrebbe essere scritta nell'atto di stipula della convenzione tra comune di Roma e cooperativa edilizia che ha costruito la casa. Sto cercando di venire in possesso della succitata convenzione per verificare l'esistenza o meno di tale vincolo e per calcolare l'eventuale prezzo massimo di cessione al quale avrei dovuto vendere la casa. In parole povere mi si sta chiedendo di restituire la differenza tra il prezzo di vendita della casa ed il prezzo imposto secondo la fantomatica convenzione, di cui sia io sia il notaio dell'epoca non eravamo minimamente a conoscenza. Capisco che la questione è abbastanza complicata, volevo sapere se c'è qualcun altro che si è venuto a trovare nella mia stessa situazione.