Vendita proprietà con persona incapace

Duedispade

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24/3/16
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Buongiorno,
vorrei chiedere consiglio su una compravendita. Mia madre insieme alle sorelle ha ricevuto delle proprietà. Metà delle proprietà sono delle sorelle, l’altra metà sono di ciascuna sorella sposata ognuna in comunione dei beni. Il notaio lo ha notato e ha detto che per vendere la prima parte non ci sono problemi. Per la seconda parte invece dice lei ci vuole un rogito separato.
Soprattutto dato che la seconda parte è in comunione dei beni ci vuole la firma di ciascuno dei mariti. Una mia zia è rimasta vedova di recente e deve ancora fare i vari passaggi per incamerare quanto spettava al marito.
Mia madre ha appena ottenuto l’assegno di accompagnamento per mio padre malato di Alzheimer. Dovrebbe far nominare il giudice tutolare per mio padre, e a parte la burocrazia del caso, non vuole farlo per motivi affettivi verso mio padre. Non è una scelta razionale ma la rispetto e non ho voluto insistere. L’altra zia invece è d’accordo con il marito nessun problema. Ora:

1) È vero quello che dice il notaio che deve fare due rogiti separati alle 3 sorelle, uno per la parte senza e uno per la parte con comunione dei beni?
2) il notaio lo paga l’acquirente, ma secondo voi c’è modo di chiedere di pagarlo 1 volta sola come un atto unico per evitare che l’acquirente ricarica il costo in più a noi?
3) è possibile fare comunque la vendita di tutto senza la firma di mio padre? Il notaio non vuole dice che l’atto sarebbe annullabile. Ed è vero, ma in pratica mio padre ne’ nessun altro di noi chiederà l’annullamento
4) il notaio ha proposto per la parte con la firma di mio padre di aggiungere una integrazione al compromesso. Una cosa che suona ‘per sopraggiunta impossibilità di uno dei comproprietari, non si vende questa parte. Una volta rimossa l’impossibilita’ le parti si impegnano di comune accordo a fare la vendita’ . Secondo voi ha qualche valore o in sostanza non significa nulla di preciso?

Grazie
 
Buongiorno,
vorrei chiedere consiglio su una compravendita. Mia madre insieme alle sorelle ha ricevuto delle proprietà. Metà delle proprietà sono delle sorelle, l’altra metà sono di ciascuna sorella sposata ognuna in comunione dei beni. Il notaio lo ha notato e ha detto che per vendere la prima parte non ci sono problemi. Per la seconda parte invece dice lei ci vuole un rogito separato.
Soprattutto dato che la seconda parte è in comunione dei beni ci vuole la firma di ciascuno dei mariti. Una mia zia è rimasta vedova di recente e deve ancora fare i vari passaggi per incamerare quanto spettava al marito.
Mia madre ha appena ottenuto l’assegno di accompagnamento per mio padre malato di Alzheimer. Dovrebbe far nominare il giudice tutolare per mio padre, e a parte la burocrazia del caso, non vuole farlo per motivi affettivi verso mio padre. Non è una scelta razionale ma la rispetto e non ho voluto insistere. L’altra zia invece è d’accordo con il marito nessun problema. Ora:

1) È vero quello che dice il notaio che deve fare due rogiti separati alle 3 sorelle, uno per la parte senza e uno per la parte con comunione dei beni?
2) il notaio lo paga l’acquirente, ma secondo voi c’è modo di chiedere di pagarlo 1 volta sola come un atto unico per evitare che l’acquirente ricarica il costo in più a noi?
3) è possibile fare comunque la vendita di tutto senza la firma di mio padre? Il notaio non vuole dice che l’atto sarebbe annullabile. Ed è vero, ma in pratica mio padre ne’ nessun altro di noi chiederà l’annullamento
4) il notaio ha proposto per la parte con la firma di mio padre di aggiungere una integrazione al compromesso. Una cosa che suona ‘per sopraggiunta impossibilità di uno dei comproprietari, non si vende questa parte. Una volta rimossa l’impossibilita’ le parti si impegnano di comune accordo a fare la vendita’ . Secondo voi ha qualche valore o in sostanza non significa nulla di preciso?

Grazie
per quello che mi consta da esperienze passate.
1' il notaio può anche scrivere le due vendite in un unico rogito ma le farà pagare come due atti, se è onesto terrà conto che le spese amministrative sono accorpabili
2' idem come sopra
3' potete vendere tutto meno la quota del papà ma ovviamente poi ci sarà da pagare di nuovo il notaio perciò sarebbe meglio fare le cose come van fatte convincendo sia la mamma che poi anche il giudice tutelare
4' se l'acquirente è d'accordo, le parti possono impegnarsi a vendere anche la quota del padre ma non lo metterei nel rogito. Un impegno del genere ha valore anche se scritto sul foglio del salumiere. Chi lo sottoscrive sarà responsabile della esecuzione perciò fate attenzione a cosa scrivete, specialmente riguardo alla tempistica. Meglio se lo sottoscrivono solo i presunti futuri eredi del padre.
 
Riguardo al punto 4) io se fossi la parte acquirente non accetterei un impegno di questo tipo senza un preciso termine temporale e non sottoposto a precise condizioni. Però bisogna vedere come è la situazione concreta.

La cosa più semplice e la migliore sarebbe nominare un amministratore di sostegno.

Comunque il tuo notaio in linea di massima mi sembra corretto.
 
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