Milano, Scali Fs, arabi già in campo con un’offerta da 70 milioni

reganam

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19/11/09
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Secondo fonti finanziarie, il fondo sovrano di Abu Dhabi ha offerto 70 milioni alla Savills Investment Management per accaparrarsi il 10 per cento dello scalo Farini. L’accordo di programma siglato solo a giugno
Scali Fs, arabi già in campo con un’offerta da 70 milioni - Corriere.it
La zampata degli investitori stranieri non si fa attendere: secondo fonti finanziarie, il fondo sovrano di Abu Dhabi ha offerto 70 milioni alla Savills Investment Management per accaparrarsi il 10 per cento dello scalo Farini. Quello nelle mani della società è l’unico triangolo di terreno privato in tutto il sistema degli scali (il resto è delle Ferrovie). Piccolo, circa 60 mila metri quadrati, ma strategico. Un modo per mettere un piede dentro all’operazione.

Le trattative sono a buon punto, proseguono con il massimo riserbo e senza conferme ufficiali, anche perché solo quattro mesi fa, a giugno, la società di gestione immobiliare ha firmato con il Comune, la Regione e le Ferrovie l’accordo di programma per la riqualificazione e trasformazione urbanistica complessiva delle aree. L’interlocutore, nell’accordo di programma, non può cambiare. Ma ad un certo punto, dietro le quinte, l’investitore arabo potrebbe essere coinvolto nell’iter che porterà — attraverso lunghe e complesse procedure pubbliche — allo sviluppo di una zona cruciale di Milano. Tra tutti gli scali, la trasformazione del Farini dovrebbe essere la prima a partire: secondo le fonti il bando di concorso internazionale per i 620 mila metri quadrati di terreno verrà lanciato congiuntamente da Savills e Ferrovie a breve, nei prossimi mesi. Entro l’estate una giuria terza dovrebbe poi scegliere il masterplan migliore, da discutere ancora pubblicamente. Solo a quel punto i terreni potranno essere ufficialmente messi sul mercato: chi li compra, commissionerà i progetti attuativi.

Per il triangolo dell’ex Dogana, punto di accesso a sinistra del ponte che su via Valtellina include un edificio vincolato, la destinazione d’uso potrebbe essere mista, commerciale e residenziale. Abu Dhabi farebbe lì la seconda operazione di sviluppo immobiliare a Milano dopo quella sul palazzo dell’ex Inps di via Melchiorre Gioia, gestita con la Coima di Manfredi Catella; eventuali ulteriori acquisti in città, per il fondo sovrano, sarebbero invece più speculativi: cioè da frazionare e rivendere, eventualmente, ad altri investitori. D’altro canto Catella (artefice dello sviluppo della vicina Porta Nuova con il Qatar) si è appena sfilato dall’affare delle aree Expo, forse proprio per concentrarsi su Farini con vari investitori medio orientali.
Facendo un passo indietro: a giugno Savills, società di gestione del fondo di investimento Olimpia controllato dalla Kennedy Wilson Europe RE a sua volta quotata alla Borsa di Londra, ha firmato l’accordo di programma che coinvolge tutti e sette gli scali (oltre a Farini ci sono Porta Genova e Porta Romana, gli altri due asset favoriti, e poi Lambrate, Greco-Breda, Rogoredo e San Cristoforo). In attesa che si delinei il piano, in base a quell’accordo, nessun intervento urbanistico sarà possibile. Solo una volta scelto il masterplan, verranno svelati apertamente i giochi. Sullo sfondo, il progetto generale di riqualificazione complessivo: sugli oltre 1,25 milioni di metri quadrati degli scali, 200 mila dovrebbero restare ferroviari, il resto è riservato a verde e spazi pubblici.
 
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