reganam
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La storia di Gerardo Givone: «Sono fermo da tre anni e mezzo a causa della crisi ma devo pagare le cure di Silvia che vorrei non perdesse mai il suo sorriso»
«Sono un muratore e ho una figlia malata: ho bisogno di lavorare» - Corriere.it
A causa della crisi, ho perso il lavoro e sono fermo da tre anni e mezzo Sono il padre di una ragazza affetta da tre malattie rare. Mia figlia non è autosufficiente e va accudita giorno e notte. La mamma non può separarsi da lei. Inoltre la ragazza assume farmaci salvavita che vanno somministrati con regolarità; inoltre bisogna assicurarsi che beva molta acqua sennò, a causa della sua patologia, si può disidratare e rischiare addirittura la vita.
Non voglio soldi o donazioni, e chiedo solo di poter fare quello che so fare e che ho fatto con coscienza tutta la vita: lavorare per mantenere la mia famiglia. Ero muratore, ma per crearmi altre opportunità, in questo periodo, ho frequentato corsi di specializzazione, conseguendo il patentino per la guida del muletto e attestati per il montaggio e smontaggio ponteggi, per la bonifica dell’amianto e per lavorare sulle gru. Sono pronto per qualsiasi lavoro da subito e disponibile a viaggiare; peraltro rientro nella categoria di lavoratori per cui l’azienda che mi dovesse assumere potrà usufruire di agevolazioni.
Qualsiasi genitore vive per i figli e sapere di non poter assicurare a Giulia le cure per un’esistenza dignitosa, è un dispiacere che mortifica l’anima e mi logora profondamente. Mia figlia è, nonostante le sue difficoltà, una ragazza allegra. Ecco, io — più di ogni altra cosa — vorrei che Giulia non perdesse mai il sorriso e la voglia che ha di stare con gli altri.
Gerardo Giovine, giovine.gerardo15@libero.it
«Sono un muratore e ho una figlia malata: ho bisogno di lavorare» - Corriere.it
A causa della crisi, ho perso il lavoro e sono fermo da tre anni e mezzo Sono il padre di una ragazza affetta da tre malattie rare. Mia figlia non è autosufficiente e va accudita giorno e notte. La mamma non può separarsi da lei. Inoltre la ragazza assume farmaci salvavita che vanno somministrati con regolarità; inoltre bisogna assicurarsi che beva molta acqua sennò, a causa della sua patologia, si può disidratare e rischiare addirittura la vita.
Non voglio soldi o donazioni, e chiedo solo di poter fare quello che so fare e che ho fatto con coscienza tutta la vita: lavorare per mantenere la mia famiglia. Ero muratore, ma per crearmi altre opportunità, in questo periodo, ho frequentato corsi di specializzazione, conseguendo il patentino per la guida del muletto e attestati per il montaggio e smontaggio ponteggi, per la bonifica dell’amianto e per lavorare sulle gru. Sono pronto per qualsiasi lavoro da subito e disponibile a viaggiare; peraltro rientro nella categoria di lavoratori per cui l’azienda che mi dovesse assumere potrà usufruire di agevolazioni.
Qualsiasi genitore vive per i figli e sapere di non poter assicurare a Giulia le cure per un’esistenza dignitosa, è un dispiacere che mortifica l’anima e mi logora profondamente. Mia figlia è, nonostante le sue difficoltà, una ragazza allegra. Ecco, io — più di ogni altra cosa — vorrei che Giulia non perdesse mai il sorriso e la voglia che ha di stare con gli altri.
Gerardo Giovine, giovine.gerardo15@libero.it