10 Settembre 2013
“L’estate appena passata ha fatto registrare un robusto recupero dei mercati finanziari dei Paesi sviluppati, sostenuti dalle politiche delle banche centrali, in testa Fed e Bce, dai dati in generale positivi della crescita del Pil, e, almeno fino alla metà di agosto, da una volatilità più contenuta.” E’ questa
l’opinione di Massimo Trabattoni, advisor in delega di Lemanik Italy e Lemanik High Growth, fondo che, negli ultimi 5 anni, ha registrato una performance positiva di oltre il 25% (pari al 4,30% annuo) a fronte di una perdita di oltre 40 punti percentuali del Ftse-mib nello stesso periodo, conquistando le ‘5 stelle Morningstar’.
Secondo il gestore, “l’Italia, trainata dai risultati dell’area euro, ha mostrato deboli segnali di miglioramento. A livello macroeconomico, su questo mercato si evidenziano due incognite, ossia la situazione socio-economica europea e quella nazionale: l’andamento delle elezioni tedesche di fine settembre e la tenuta del governo Letta. Post-elezioni, politiche meno improntate all’austerity potrebbero, infatti, risollevare le economie dei paesi periferici, che costituirebbero allora un interessante investimento.”
“Il mercato,” spiega Trabattoni, “sarà estremamente sensibile agli sviluppi della situazione ed eventuali correzioni, possibili nel trend di breve periodo, devono essere considerate come opportunità di investimento. Attualmente il mercato sconta già parzialmente il rischio di un’eventuale crisi, si pensi, ad esempio, ai titoli di Stato spagnoli a due anni che vengono scambiati ad un tasso inferiore a quello garantito dai corrispettivi italiani. Resta, quindi, un potenziale upside in caso si raggiunga una soluzione di continuità.” Inoltre, dal punto di vista finanziario, in rapporto alla fase congiunturale, il mercato italiano risulta estremamente conveniente.
“La nostra è un’economia storicamente trainata dal ciclo Usa,” dice il gestore “tuttavia dal 2008 le scelte macro di politica economica europea sono state, per la prima volta, divergenti da quelle statunitensi: questi ultimi hanno preferito una politica di sostegno all’economia, costruita su significative manovre di quantitative easing, mentre l’Europa ha scelto l’austherity, con il risultato di indebolire ulteriormente i Paesi del sud Europa, già strutturalmente più fragili.”
Tuttavia, Trabattoni vede uno spiraglio di luce nella situazione del nostro Paese, infatti, “va considerato, che nel primo semestre 2013 l’Italia ha presentato un avanzo commerciale positivo, passato da -0,6 miliardi del primo semestre 2012 a più di 12 miliardi di euro, senza il contributo di una svalutazione. Il rapporto deficit/Pil è pari al 3%, che implicherebbe un avanzo primario dell’1,5% sul Pil. Il costo del debito pubblico, inoltre, sta rientrando, sia perché il rialzo dei tassi è stato compensato da una riduzione dello spread, sia soprattutto perché il costo medio dello stock del debito pubblico italiano è ancora maggiore del 4% e il suo rinnovo costa mediamente meno del 2,5%.
FondiOnLine.it