First Trust Indxx Blockchain Innovative Transaction & Process ETF (BLOK) IE00BF5DXP42

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

per ora è quotato solo a Londra, a breve dovrebbe arrivare anche su Milano

replica un indice che mette assieme titoli di vari settori, società che utilizzano la tecnologia blockchain, non è detto che la utilizzino per realizzare larga parte del loro fatturato
 
Al momento non ci sono scambi, su fineco si vede.
 
Ma l'ETF "dovrebbe" essere più liquido
 
mia opinione personale:

1 - la società (ottima) è ancora poco conosciuta in Europa
2 - l'hanno quotato, per ora solo su Londra, dove gli ETF vengono di solito più movimentati dagli istituzionali
3 - è un argomento trendy, potrà piacere di più al retail, quindi a Londra interessa poco (agli istituzionali)

trovo molto più interessante la loro strategia Alphadex su azioni tradizionali
 
First Trust Indxx Blockchain Innovative Transaction & Process Ucits ETF IE00BF5DXP42

e da domani anche su borsa italiana si quota questo etf sulla tecnologia blockchain
a replica fisica a capitalizzazione dei proventi




Avvisi - Borsa Italiana
 
Il Blockchain spaventa i finanziari



La nuova tecnologia minaccia di rivoluzionare l’industria dei sistemi di pagamento e dell’intermediazione nelle transazioni di asset. Ma, dicono gli analisti di Morningstar, il Moat delle società leader del settore farà da ostacolo al cambiamento.

Francesco Lavecchia10/05/2018 | 10:23



Il Bitcoin è solo il primo passo verso la rivoluzione del Blockchain. Grazie alla decentralizzazione delle operazioni, alla riduzione dei costi di transazione e alla maggior sicurezza, la nuova tecnologia della “catena di blocchi” minaccia di cambiare volto al settore finanziario, tecnologico e dei consumi.

Gli analisti di Morningstar sono convinti delle potenzialità di questo modello, ma non scommettono su un rapido cambiamento dell’attuale status quo. In questi comparti, infatti, ci sono società che hanno costruito la loro posizione di vantaggio competitivo (Economic moat) grazie alla centralizzazione delle attività, per questo il processo di adozione della nuova tecnologia potrebbe essere molto lento.


Perché il Blockchain è rivoluzionario

Ma cos’è il Blockchain? Tradotto dall’inglese, si tratta di una catena di blocchi di informazioni. Il suo compito è dunque assimilabile a quello di una banca dati, ma la sua particolare natura lo rende rivoluzionario. Diversamente da quanto avviene oggi, in cui lo storico delle informazioni viene centralizzato in un database, si pensi ai server che custodiscono i dati di un’azienda o a quelli relativi alle operazioni eseguite da una banca, il Blockchain supera il concetto di centralizzazione attraverso una rete di computer (si parla di centinaia di migliaia di processori) che condividono le stesse informazioni. Nel caso dei Bitcoin, ad esempio, la rete dei Pc condivide lo stesso identico elenco relativo alle transazioni della moneta virtuale.

La seconda peculiarità è la sicurezza delle informazioni. Attualmente chi gestisce il database (banca, ente pubblico, azienda) può teoricamente manomettere i dati. Oppure, soggetti terzi possono eventualmente violare la sicurezza dei server. Nel caso del Blockchain, invece, le modifiche dei dati vengono trasmesse all’intera rete di Pc e per diventare effettive devono essere validate attraverso un meccanismo di consenso della maggior parte dei processori in rete. E questo rende praticamente impossibile per chiunque il tentativo di manipolazione dei dati. Il terzo elemento distinto è la trasparenza. L’esempio dei Bitcoin dimostra come i dati relativi alle operazioni sulla criptovaluta non siano segreti, ma basti aprire la pagina web del Blockchain per accedere all’elenco di tutte le transazioni effettuate dalla nascita della moneta virtuale a oggi.


Il Blockchain minaccia Visa e Mastercard

Tale tecnologia rischia di rivoluzionare il sistema finanziario e in particolare il business dei sistemi di pagamento e quelli tipici dell’intermediazione nelle transazioni di asset come la banca depositaria e la Borsa valori.

Al momento il sistema dei pagamenti e la compravendita di valori mobiliari hanno costi elevati, poiché richiedono l’intervento di operatori terzi che facciano da intermediario tra domanda e offerta e che garantiscano l’esito positivo della transazione. Tutto questo necessita di lunghe procedure di registrazione, in quanto vengono eseguite da più parti, e sono poco trasparenti. Inoltre, le attività legate al “settlement” di una transazione (riscossione del pagamento da parte dell’acquirente e della merce da parte del venditore) possono richiedere anche diversi giorni.

L’introduzione del Blockchain in queste industrie ha un impatto potenzialmente distruttivo poiché permette agli operatori di effettuare pagamenti e trasferimenti di asset in tempo reale e con un significativo risparmio in termini di costi.

Società come Visa, Mastercard, American Express e PayPal sono potenzialmente minacciate dalla tecnologia Blockchain, ma gli analisti di Morningstar mettono in evidenza come il Moat costruito da queste aziende sia difficilmente attaccabile. Nell’industria dei pagamenti il successo si costruisce grazie ad un ampio network di utenti che utilizzano la propria carta. Più è estesa la propria rete, più è alto il valore della stessa, e dunque più facilmente le aziende sono in grado di attrarre nuovi soggetti creando un circolo virtuoso che si autoalimenta (effetto network).

Nel caso delle società leader del mercato, la costruzione di tale rete è stata facilitata dalla partnership con il sistema bancario che ha permesso loro di estendere molto velocemente la propria base di utenti (privati ed esercenti attività commerciali), cosa che non è in grado di fare il Blockchain.

Al momento l’adozione dei Bitcoin come mezzo di pagamento è estremamente limitata e la sua diffusione si basa ancora sul passaparola, mentre solo poche star-up stanno provando a coinvolgere le attività commerciali. Inoltre, come detto in precedenza, le transazioni non sono modificabili. Questo costituirebbe un vantaggio per i commercianti, che non dovrebbero più assumersi la responsabilità di prevenire le frodi, ma rappresenta di fatto un ostacolo all’adozione della nuova tecnologia da parte dei consumatori che in questo caso non sarebbero tutelati.


Cosa cambierà nei mercati finanziari

Il Blockchain minaccia anche gli operatori dei mercati finanziari. Le attività di negoziazione sono lunghe, complesse e costose poiché chiamano in causa molteplici attori, da quelli nei sistemi di pagamento, al settlement, alla custodia degli asset, e possono coinvolgere più giurisdizioni. La nuova tecnologia permetterebbe di combinare le operazioni di trading con quelle post-trading in un'unica fase tagliando i tempi di esecuzione e dunque i costi (Accenture stima che le banche di investimento potrebbero risparmiare il 70% delle spese di report e fino al 50% di quelle di compliace e di back-office).

In questo caso, però, dovrebbero essere gli stessi operatori dell’industria a decidere di adottare la nuova tecnologia, ma questo fa emergere il problema legato al Moat delle aziende atttive nel settore dell’intermediazione finanziaria basato sugli “switching cost” (costo del consumatore nel passare a un diverso fornitore) e sulle economie di scala.

Il back-office delle banche di investimento, infatti, è strettamente legato alle infrastrutture informatiche di quelle depositarie, e l’esercizio delle loro attività dipende da alcuni servizi forniti da queste ultime. E questo rende la sostituzione dei “custodian” un’opzione molto rischiosa e potenzialmente molto costosa. Inoltre, le banche depositarie, le Borse valori e le società attive nelle operazioni di clearing house hanno tendenzialmente dimensioni molto elevate e questo permette loro di realizzare alte economie di scala riducendo i costi legati alle loro attività.



Il Blockchain spaventa i finanziari | Morningstar
 
Secondo voi può avere senso avere quote sia di BLOK che di questo:

iShares Automation & Robotics UCITS ETF | A2ANH0 | IE00BYZK4552

...o sono troppo "correlati"?

BLOK è molto "trasversale" nel senso che investe in aziende non necessariamente tecnologiche, che utilizzano almeno un pochino la tecnologia blockchain, quindi potresti trovarti dentro azioni di qualsiasi genere e settore, quindi non c'entra granchè con quello di Ishares che hai citato che è molto più legato alla tecnologia

in BLOK ci sono molti bancari ad esempio, Santander, Natixis, BNP Paribas, Ing,Barclays, Citigroup ...
 
Nuovo ETF sulla Blockchain

Qualcuno ha preso in considerazione il nuovo ETF BLOK.MI - IE00BF5DXP42 ?
 
C’è il 3d dedicato: First Trust Indxx Blockchain Innovative Transaction & Process ETF (BLOK) IE00BF5DXP42


Imho, questo ETF, come tutti quelli basati sulla tecnologia blockchain e anche altri basati su minatori di una specifica materia prima, è una cagata pazzesca.

Uno specchietto per le allodole.

Guarda i primi 10 titoli in ptf e domandati che c’azzeccano con la Blockchain. Giusto Nvidia e AMD possono beneficiare da un aumento dell’utilizzo della tecnologia (oltretutto, una adozione massiccia della tecnologia pow non è per niente sostenibile, ma qui andiamo sulle opinioni). Microsoft che c’azzecca? Intel che accidenti c’entra?

Domani il mondo intero inizia a scambiarsi soldi con una nuova crypto: cosa c’entra Microsoft?

Non puoi applicare un portafoglio market cap weighted ad una tecnologia emergente, perché i più grossi saranno inevitabilmente quelli che hanno una stake minore della torta, essendo il loro business fondato su altro. Microsoft non fa soldi con la blockchain, se mai facesse anche solo l’1% del suo fatturato grazie alla blockchain mi stupirei non poco.

Serve un gestore attivo che sappia finanziare imprese di mining con buone aspettative, piccole startup che lanciano nuove coins con fondamenta tecnologiche solide e realizzabili in breve tempo (ho visto fiumi di denaro andare in coins il cui tecnical paper era qualcosa del tipo “lol moneyz for *** = more *** = more money, plz help us buy our ico”), payment processors che si avvalgono della blockchain per portare pagamenti nel terzo mondo, crypto exchanges con buoni standard di sicurezza.

Tutta roba che non è manco quotata, figuriamoci se la catturi con un etf che investe in Visa e Microsoft.

Sia chiaro, sono fermamente convinto che chi compra Visa e Microsoft andrà a sovraperformare chi compra tutto il fumo negli occhi di cui sopra, ma chi compra Visa e Microsoft *non* sta investendo in blockchain: questa è una *******ta a cui ci sta abituando questa moda di fare un etf anche per l’ossigeno che respiriamo.

Di questo passo anche mia suocera avrà il suo indice azionario ed etf che lo replica.

Stai comprando un incesto tra Msci world technology e S&P 500 Technology, la tua performance sarà quella con o senza blockchain. E probabilmente è anche molto meglio così.
 
Ultima modifica:
C’è il 3d dedicato: First Trust Indxx Blockchain Innovative Transaction & Process ETF (BLOK) IE00BF5DXP42


Imho, questo ETF, come tutti quelli basati sulla tecnologia blockchain e anche altri basati su minatori di una specifica materia prima, è una cagata pazzesca.

Uno specchietto per le allodole.

Guarda i primi 10 titoli in ptf e domandati che c’azzeccano con la Blockchain. Giusto Nvidia e AMD possono beneficiare da un aumento dell’utilizzo della tecnologia (oltretutto, una adozione massiccia della tecnologia pow non è per niente sostenibile, ma qui andiamo sulle opinioni). Microsoft che c’azzecca? Intel che accidenti c’entra?

Domani il mondo intero inizia a scambiarsi soldi con una nuova crypto: cosa c’entra Microsoft?

Non puoi applicare un portafoglio market cap weighted ad una tecnologia emergente, perché i più grossi saranno inevitabilmente quelli che hanno una stake minore della torta, essendo il loro business fondato su altro. Microsoft non fa soldi con la blockchain, se mai facesse anche solo l’1% del suo fatturato grazie alla blockchain mi stupirei non poco.

Serve un gestore attivo che sappia finanziare imprese di mining con buone aspettative, piccole startup che lanciano nuove coins con fondamenta tecnologiche solide e realizzabili in breve tempo (ho visto fiumi di denaro andare in coins il cui tecnical paper era qualcosa del tipo “lol moneyz for *** = more *** = more money, plz help us buy our ico”), payment processors che si avvalgono della blockchain per portare pagamenti nel terzo mondo, crypto exchanges con buoni standard di sicurezza.

Tutta roba che non è manco quotata, figuriamoci se la catturi con un etf che investe in Visa e Microsoft.

Sia chiaro, sono fermamente convinto che chi compra Visa e Microsoft andrà a sovraperformare chi compra tutto il fumo negli occhi di cui sopra, ma chi compra Visa e Microsoft *non* sta investendo in blockchain: questa è una *******ta a cui ci sta abituando questa moda di fare un etf anche per l’ossigeno che respiriamo.

Di questo passo anche mia suocera avrà il suo indice azionario ed etf che lo replica.

Stai comprando un incesto tra Msci world technology e S&P 500 Technology, la tua performance sarà quella con o senza blockchain. E probabilmente è anche molto meglio così.

Molto interessante, grazie OK!
 
Oh, che poi un portafoglio così negli ultimi 10 anni ha sovraperformato ogni altra cosa, eh... l'unica mia critica è che non va bene per interpretare il trend "blockchain". Per il resto, è uno strumento molto valido se vuoi investire in tech globale e semiconduttori: esattamente il tipo di portafoglio che mi farei se avessi una macchina del tempo e potessi comprarlo nel passato!

Un furgone pubblicizzato come una utilitaria fa cagare come utilitaria ma non è detto che sia un cattivo furgone.

Se vuoi l'esposizione alla blockchain devi andare sull'attivo e, spesso e volentieri, sul non quotato. Venture capital non si fa con gli ETF: qualsiasi ETF ti dica il contrario ti sta prendendo per il ****.

Oppure ti compri una marea di semiconduttori e, il giorno in cui si disaccoppia la tecnologia dall'hardware, magari abbandonando la proof of work a favore di proof of stake o qualcos'altro, i tuoi guadagni arrivano dappertutto meno che dalla blockchain. Ti compri Microsoft e fai i milioni vendendo licenze Office e potenza cloud ma ben 0 centesimi grazie alla blockchain.

A titolo non esaustivo, un buon fondo sulla blockchain dentro deve avere:

- miners
- produttori di hardware per miners (dai piccoli che fanno ASICS, ai grossi produttori di GPU come Nvidia e AMD)
- exchanges (che lucrano sulle fees)
- servizi di pagamento (wirex, bitwage, ...)
- coins serie con dietro un paper tecnicamente sensato ed un business plan realizzabile
- servizi commerciali che non potrebbero esistere senza blockchain (a memoria ed attualmente esistente non saprei dirtene nemmeno uno: rifletti a fondo su cosa significhi)

:bye:
 
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...del resto basta leggere: nel nome dell'ETF la parola "blockchain" proprio non appare ...
 
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