exit strategy o, meglio, startegy

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

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exit strategy o, meglio, strategy

Leggo ora su un importante blog finanziario una interessante analisi su come vengano costruiti oggi i portafogli di investimento.
La conclusione, tutt'altro che rassicurante, è: La realtà è che nel momento in cui i mercati azionari dovessero attraversare una fase di discesa nell’ordine del 40-60% (magari in 18-24 mesi) e contemporaneamente i tassi dovessero salire dell’1- 2% tutti i portafogli finanziari gestiti secondo i modelli tradizionali sarebbero massacrati e tutti i progetti d’investimento andrebbero a farsi benedire, anche attendendo i teorici orizzonti temporali prefissati.

A questa conclusione segue nel blog la domanda: Come ci si può proteggere contro questa ipotesi?
La risposta, naturalmente, è fondata solo su concetti vaghi e scarsamente utili all'investitore che volesse mettere in atto una qualsivoglia strategia (o exit strategy, che dir si voglia) per uscire da questa situazione potenzialmente molto pericolosa.
Il blog non aiuta limitandosi a questa affermazioni: Le strategie possono essere varie e non ne esiste una certamente migliore delle altre. L’importante è avere una strategia in proposito. Le metodologie standard certamente non saranno sufficienti. Un investitore informato e consapevole, oggi dovrebbe domandare alle persone che si occupano dei propri investimenti: abbiamo un progetto per gestire l’eventuale crollo dei mercati azionari ed obbligazionari in contemporanea? Me lo può mettere per iscritto?

Nel caso, altamente probabile, che ci si renda conto che “navighiamo a vista”, converrà smettere di “preoccuparci” ed iniziare ad occuparci del problema concretamente.


Ecco, quest'ultima affermazione è quella che mi ha intrigato e mi ha indotto ad aprire questo post: per raccogliere le impressioni ed i suggerimenti degli investitori più esperti e sfamati e dei consulenti più cauti, che autocelebrano le loro attitudini a fornire le più efficaci ricette e le migliori soluzioni per i loro clienti.

Naturalmente tocca a me iniziare
 
Ultima modifica:
Ho sempre ritenuto, e più volte affermato in questo forum, che non vi sono soluzioni semplici per mettere in piedi un progetto di investimento efficace.
I portafogli più o meno lazy o basati sulle teorie di decorrelazione degli asset, a mio avviso, sono in questo periodo destinati a fornire risultati molto deludenti.
Non ho mai fatto molto affidamento sul concetto di orizzonte temporale e, men che meno, di propensione al rischio. Questi si basano sul fatto che dato un un investimento, per quanto rischioso, esiste un termine oltre il quale ci si deve attendere con certezza[/ il ritorno del capitale investito. Magari sarà anche vero ma se, come potrebbe accadere al prossimo significativo storno dei mercati, le perdite potrando essere anche del 50% tanto su azioni che obbligazioni, l'orizzonte temporale si avvicina a quello della vita umana attesa.
Ho sempre pensato, al contrario, che l'orizzonte temporale su cui tararsi debba essere annuale (o biennale, ma cambia poco) e che ogni anno anno il proprio portafoglio vada ricontrollato e riconvertito, in relazione agli scenari che si prospettano.
Io, a mo di esempio, quest'anno ho quasi azzerato l'investimento in azioni USA e quello in obbligazioni di qualsiasi tipologia (con l'eccezione dei subordinati finanziari, non italiani, e dei titoli dei mercati emergenti). Mantengo ancora Azioni Japan, Emergenti, Asiatiche ed Europee ed ho convertito tutto la residua parte del mio portafoglio in strategie alternative, scelte tra le più variegate e con un giusto mix tra strategie volatili e non volatili.
Questo è il mio modo di pensare con cui ho costruito il mio portafoglio e che non ritengo affatto sia utile che sia seguito da altri.
Sarò lieto, però, di sentire anche il vostro parere su questo quesito che ritengo fondamentale: come pensate di difendervi in un mercato che aspetta (prima o poi) un crollo azionario e, contemporaneamente la risalita dei rendimenti obbligazionari?
 
Ti dico la mia anche se non sono esperto...tanto poi gli esperti ci beccano come i comuni mortali.io ora sono lazy (az mondo,oro e glob inf sov) e tutto sommato la baracca regge. Se qualcuno la vedesse molto grigia...dividi in due mele...una lazy e l altra conto deposito...e se ci sarà il famigerato crollo,lì si torna al lazy 100 per cento. Personalmente sono molto scettico su investimenti non classici ...perché rientrano più nella categoria scommesse che non investimenti. Ed infine starei attento ad europa più che ad usa. il dollaro è ad 1.25...i trentennali rendono il 3...per posizionamento lazy è un payout decente
 
Ho letto con interesse i vostri commenti e mi chiedo come si giustifica questo pessimismo, provo a spiegarmi: la storia dei mercati finanziari non comincia adesso ma è una storia lunga almeno 200 anni. Ci saranno stati momenti come questo nella storia passata, se pensiamo al 2008 tutti pensavamo alla fine dei mercati finanziarie solo dopo qualche anno abbiamo scoperto che si è trattato solo di una fase gravemente ribassista, l'indice azionario mondiale ha perso il 40% ma in pochi anni ha recuperato tutto. Allora mi chiedo perché questa volta i mercati dovrebbero perdere il 50-60% e oltre? Io voglio pensare che sicuramente ci sarà una fase ribassista anche piuttosto acuta ma perché dovrei pensare che sarà una catastrofe, quali motivazioni supportano queste tesi... Io non ho la preparazione per dare il mio contributo alla questione senz'altro interessante che hai posto e attendo incuriosito le risposte di investitori competenti. Personalmente io non ho alcuna strategia, mi sono solo preoccupato adinvestire in Fondi globali, ovvero non mi sono esposto ad un singolo paese o area geografica o ad un singolo settore, investendo in prodotti che si caratterizzano per la più ampia diversificazione geografica e settoriale. Di più non so dire, attendo i commenti di altri più autorevoli del sottoscritto... Io sono semplicemente collocato su un azionario globale, un bilanciato globale multiasset flessibile, un bilanciato prudente globale e un obbligazionario internazionale flessibile in euro...
 
Leggo ora su un importante blog finanziario una interessante analisi su come vengano costruiti oggi i portafogli di investimento.
La conclusione, tutt'altro che rassicurante, è: La realtà è che nel momento in cui i mercati azionari dovessero attraversare una fase di discesa nell’ordine del 40-60% (magari in 18-24 mesi) e contemporaneamente i tassi dovessero salire dell’1- 2% tutti i portafogli finanziari gestiti secondo i modelli tradizionali sarebbero massacrati e tutti i progetti d’investimento andrebbero a farsi benedire, anche attendendo i teorici orizzonti temporali prefissati.

A questa conclusione segue nel blog la domanda: Come ci si può proteggere contro questa ipotesi?
La risposta, naturalmente, è fondata solo su concetti vaghi e scarsamente utili all'investitore che volesse mettere in atto una qualsivoglia strategia (o exit strategy, che dir si voglia) per uscire da questa situazione potenzialmente molto pericolosa.
Il blog non aiuta limitandosi a questa affermazioni: Le strategie possono essere varie e non ne esiste una certamente migliore delle altre. L’importante è avere una strategia in proposito. Le metodologie standard certamente non saranno sufficienti. Un investitore informato e consapevole, oggi dovrebbe domandare alle persone che si occupano dei propri investimenti: abbiamo un progetto per gestire l’eventuale crollo dei mercati azionari ed obbligazionari in contemporanea? Me lo può mettere per iscritto?

Nel caso, altamente probabile, che ci si renda conto che “navighiamo a vista”, converrà smettere di “preoccuparci” ed iniziare ad occuparci del problema concretamente.


Ecco, quest'ultima affermazione è quella che mi ha intrigato e mi ha indotto ad aprire questo post: per raccogliere le impressioni ed i suggerimenti degli investitori più esperti e sfamati e dei consulenti più cauti, che autocelebrano le loro attitudini a fornire le più efficaci ricette e le migliori soluzioni per i loro clienti.

Naturalmente tocca a me iniziare

Credo che l’assunto da cui parta l’autore del blog sia ragionevolmente irrealistico: per quale motivo le banche centrali dovrebbero rialzare i tassi di 2 punti nel bel mezzo di una crisi dei mercati azionari? Sarebbe un suicidio preannunciato... un’apocalisse del sistema finanziario mondiale.
Abbiamo visto che in momenti di tensione i problemi principali sono due: le decorrelazioni tendono a saltare e si manifesta una pericolosa mancanza di liquidità su certi mercati. Che senso avrebbe drenarne ulteriormente?
D’altro canto era impensabile anche che lasciassero fallire una delle più importanti banche a livello sistemico, eppure lo hanno fatto.
Questo per dire semplicemente che non c’e una soluzione a tutto. Non si può sterilizzare totalmente il rischio. Chi decide di investire (perché è una scelta, non un obbligo) deve abituarsi a tollerare dei rischi: alcuni sono eliminabili, altri no.
Ed è proprio da chi vi dice che in caso di crollo dei mercati ci penserà lui a mettere al riparo i vostri soldi che dovete stare alla larga.
 
direi che il punto più importante del discorso è:

Le strategie possono essere varie e non ne esiste una certamente migliore delle altre. L’importante è avere una strategia in proposito.

che poi la strategia può essere anche simile a quella proposta da piccolowarren, cioè considerando la propria situazione finanziaria e l'ottica di lungo periodo si può anche accettare una perdita temporanea del 20-30% del proprio patrimonio fiduciosi che i mercati finanziari ritorneranno sui livelli attuali ... però la strategia va decisa prima che i mercati vadano nel panico perchè allora si rischia di prendere decisioni poco lucide che rischiano di peggiorare la situazione.
 
Bisogna adottare un metodo e attuarlo, particolarmente proprio nelle fasi di calo dei mercati. Se un semplice storno provoca tutti questi dubbi significa che il metodo non è quello giusto.
Personalmente resto con il classico metodo scelta del profilo di rischio/rendimento atteso. Cercare di prevedere i mercati muovendosi di conseguenza è pericolosissimo e controproducente.
 
Ho sempre ritenuto, e più volte affermato in questo forum, che non vi sono soluzioni semplici per mettere in piedi un progetto di investimento efficace.
I portafogli più o meno lazy o basati sulle teorie di decorrelazione degli asset, a mio avviso, sono in questo periodo destinati a fornire risultati molto deludenti.
Non ho mai fatto molto affidamento sul concetto di orizzonte temporale e, men che meno, di propensione al rischio. Questi si basano sul fatto che dato un un investimento, per quanto rischioso, esiste un termine oltre il quale ci si deve attendere con certezza[/ il ritorno del capitale investito. Magari sarà anche vero ma se, come potrebbe accadere al prossimo significativo storno dei mercati, le perdite potrando essere anche del 50% tanto su azioni che obbligazioni, l'orizzonte temporale si avvicina a quello della vita umana attesa.
Ho sempre pensato, al contrario, che l'orizzonte temporale su cui tararsi debba essere annuale (o biennale, ma cambia poco) e che ogni anno anno il proprio portafoglio vada ricontrollato e riconvertito, in relazione agli scenari che si prospettano.
Io, a mo di esempio, quest'anno ho quasi azzerato l'investimento in azioni USA e quello in obbligazioni di qualsiasi tipologia (con l'eccezione dei subordinati finanziari, non italiani, e dei titoli dei mercati emergenti). Mantengo ancora Azioni Japan, Emergenti, Asiatiche ed Europee ed ho convertito tutto la residua parte del mio portafoglio in strategie alternative, scelte tra le più variegate e con un giusto mix tra strategie volatili e non volatili.
Questo è il mio modo di pensare con cui ho costruito il mio portafoglio e che non ritengo affatto sia utile che sia seguito da altri.
Sarò lieto, però, di sentire anche il vostro parere su questo quesito che ritengo fondamentale: come pensate di difendervi in un mercato che aspetta (prima o poi) un crollo azionario e, contemporaneamente la risalita dei rendimenti obbligazionari?


faccio fatica a comprendere perché i lazy dovrebbero dare risultati deludenti...se costruiti sull'esigenze dell'investitore e ben gestiti faranno il loro sporco lavoro.
le correlazioni possono essere meno forti del passato ma chi afferma che ora azionario e obb si muovo nello stesso modo è perché ha in pancia junk o hy. quindi in questo caso il problema non è la correlazione ma l'impostazione di base : le obb servono a stabilizzare la volatilità del portafoglio, se vengono usate in modo distorto per cacciare rendimenti è quindi molto probabile che non assolvano alla funzione principale, e non ci si dovrebbe stupire.

se vuoi utilizzare un orizzonte temporale di un anno niente vieta di avere il grosso in obbligazioni stabili ed una parte invece dedicata a trading giornaliero o breve...ecco che hai ridotto al minimo la tua volatilità e non hai bisogno di ampliare l'orizzonte.

un crollo del 50 % lo vedo abbastanza improbabile ma tutto può starci...nel mio caso (80 % azionario) l'azionario dovrebbe calare del 65 % per portare ad un calo del 50 % dell'intero portafoglio, mentre un calo del 50 % azionario si traduce in un -40 % complessivo che , sempre nel mio caso, mi porterebbe ad un -16% considerata l'attuale situazione di gain potenziale...non mi sembra tragico :)

secondo me ti difendi se non cerchi di fare previsioni e se ti prepari (di testa e con gli strumenti) per stare sempre sul mercato, almeno con la maggior parte del portafoglio.
 
faccio fatica a comprendere perché i lazy dovrebbero dare risultati deludenti...se costruiti sull'esigenze dell'investitore e ben gestiti faranno il loro sporco lavoro.
le correlazioni possono essere meno forti del passato ma chi afferma che ora azionario e obb si muovo nello stesso modo è perché ha in pancia junk o hy. quindi in questo caso il problema non è la correlazione ma l'impostazione di base : le obb servono a stabilizzare la volatilità del portafoglio, se vengono usate in modo distorto per cacciare rendimenti è quindi molto probabile che non assolvano alla funzione principale, e non ci si dovrebbe stupire.

se vuoi utilizzare un orizzonte temporale di un anno niente vieta di avere il grosso in obbligazioni stabili ed una parte invece dedicata a trading giornaliero o breve...ecco che hai ridotto al minimo la tua volatilità e non hai bisogno di ampliare l'orizzonte.

un crollo del 50 % lo vedo abbastanza improbabile ma tutto può starci...nel mio caso (80 % azionario) l'azionario dovrebbe calare del 65 % per portare ad un calo del 50 % dell'intero portafoglio, mentre un calo del 50 % azionario si traduce in un -40 % complessivo che , sempre nel mio caso, mi porterebbe ad un -16% considerata l'attuale situazione di gain potenziale...non mi sembra tragico :)

secondo me ti difendi se non cerchi di fare previsioni e se ti prepari (di testa e con gli strumenti) per stare sempre sul mercato, almeno con la maggior parte del portafoglio.

Seboz hai pubblicato il tuo portafoglio in qualche discussione ?:)
 
Ho sempre ritenuto, e più volte affermato in questo forum, che non vi sono soluzioni semplici per mettere in piedi un progetto di investimento efficace.
I portafogli più o meno lazy o basati sulle teorie di decorrelazione degli asset, a mio avviso, sono in questo periodo destinati a fornire risultati molto deludenti.
Non ho mai fatto molto affidamento sul concetto di orizzonte temporale e, men che meno, di propensione al rischio. Questi si basano sul fatto che dato un un investimento, per quanto rischioso, esiste un termine oltre il quale ci si deve attendere con certezza[/ il ritorno del capitale investito. Magari sarà anche vero ma se, come potrebbe accadere al prossimo significativo storno dei mercati, le perdite potrando essere anche del 50% tanto su azioni che obbligazioni, l'orizzonte temporale si avvicina a quello della vita umana attesa.
Ho sempre pensato, al contrario, che l'orizzonte temporale su cui tararsi debba essere annuale (o biennale, ma cambia poco) e che ogni anno anno il proprio portafoglio vada ricontrollato e riconvertito, in relazione agli scenari che si prospettano.
Io, a mo di esempio, quest'anno ho quasi azzerato l'investimento in azioni USA e quello in obbligazioni di qualsiasi tipologia (con l'eccezione dei subordinati finanziari, non italiani, e dei titoli dei mercati emergenti). Mantengo ancora Azioni Japan, Emergenti, Asiatiche ed Europee ed ho convertito tutto la residua parte del mio portafoglio in strategie alternative, scelte tra le più variegate e con un giusto mix tra strategie volatili e non volatili.
Questo è il mio modo di pensare con cui ho costruito il mio portafoglio e che non ritengo affatto sia utile che sia seguito da altri.
Sarò lieto, però, di sentire anche il vostro parere su questo quesito che ritengo fondamentale: come pensate di difendervi in un mercato che aspetta (prima o poi) un crollo azionario e, contemporaneamente la risalita dei rendimenti obbligazionari?


Personalmente sono uscito dai fondi az, e da buona parte di quelli obbligazionari, mantengo le posizioni su Bilanciati quali M&G dynamic all. e M&G optical inc. Acquisto di obbligazioni bancarie a brevissimo termine e di certificati, sempre a brevissimo tempo, a capitatale garantito. aperta qualche posizione su fondi alternativi.
 
secondo me ti difendi se non cerchi di fare previsioni e se ti prepari (di testa e con gli strumenti) per stare sempre sul mercato, almeno con la maggior parte del portafoglio.


Condivido, questa è la mia posizione rispetto agli investimenti attuali a capitale variabile, ovvero i Fondi...
 
Leggo ora su un importante blog finanziario una interessante analisi su come vengano costruiti oggi i portafogli di investimento.
La conclusione, tutt'altro che rassicurante, è: La realtà è che nel momento in cui i mercati azionari dovessero attraversare una fase di discesa nell’ordine del 40-60% (magari in 18-24 mesi) e contemporaneamente i tassi dovessero salire dell’1- 2% tutti i portafogli finanziari gestiti secondo i modelli tradizionali sarebbero massacrati e tutti i progetti d’investimento andrebbero a farsi benedire, anche attendendo i teorici orizzonti temporali prefissati.

A questa conclusione segue nel blog la domanda: Come ci si può proteggere contro questa ipotesi?
La risposta, naturalmente, è fondata solo su concetti vaghi e scarsamente utili all'investitore che volesse mettere in atto una qualsivoglia strategia (o exit strategy, che dir si voglia) per uscire da questa situazione potenzialmente molto pericolosa.
Il blog non aiuta limitandosi a questa affermazioni: Le strategie possono essere varie e non ne esiste una certamente migliore delle altre. L’importante è avere una strategia in proposito. Le metodologie standard certamente non saranno sufficienti. Un investitore informato e consapevole, oggi dovrebbe domandare alle persone che si occupano dei propri investimenti: abbiamo un progetto per gestire l’eventuale crollo dei mercati azionari ed obbligazionari in contemporanea? Me lo può mettere per iscritto?

Nel caso, altamente probabile, che ci si renda conto che “navighiamo a vista”, converrà smettere di “preoccuparci” ed iniziare ad occuparci del problema concretamente.


Ecco, quest'ultima affermazione è quella che mi ha intrigato e mi ha indotto ad aprire questo post: per raccogliere le impressioni ed i suggerimenti degli investitori più esperti e sfamati e dei consulenti più cauti, che autocelebrano le loro attitudini a fornire le più efficaci ricette e le migliori soluzioni per i loro clienti.

Naturalmente tocca a me iniziare

Penso sia importante riportare anche il perchè l'autore del blog citato (mi sembra Pedone di Aduc) esorti a preoccuparsi. Secondo lui, il problema è che le tecniche tradizionali (teoria di portafoglio di Markowitz ecc.) non sarebbero più sufficienti a difendere il capitale. Perchè? Perchè questa volta, rispetto ai passati crolli di borsa, sarebbe molto diverso: i mercati sono molto cambiati (un esempio su tutti: massiccia presenza di algoritmi) mentre le strategie tradizionali di portafoglio e addirittura gli organismi di controllo sarebbero rimasti ancorati ai vecchi schemi.
Pedone non offre, però, neanche un esempio di possibili strategie (lo capisco, è il suo lavoro, è il prodotto che vende e che gli dà da vivere).
Questo bisognerebbe cercare di indovinare in questo thread: quali potrebbero essere le possibili strategie di sopravvivenza al futuro crash di borsa che non si ripeterà alla solita maniera...
 
Proprio perchè non si può sapere prima quale può essere la strategia più efficace bisogna fare delle scelte non pregiudiziali, ma preventive e mantenerle ( es. Mac Piccolowarren e Seboz hanno ben spiegato le loro).
 
Ultima modifica:
Penso sia importante riportare anche il perchè l'autore del blog citato (mi sembra Pedone di Aduc) esorti a preoccuparsi. Secondo lui, il problema è che le tecniche tradizionali (teoria di portafoglio di Markowitz ecc.) non sarebbero più sufficienti a difendere il capitale. Perchè? Perchè questa volta, rispetto ai passati crolli di borsa, sarebbe molto diverso: i mercati sono molto cambiati (un esempio su tutti: massiccia presenza di algoritmi) mentre le strategie tradizionali di portafoglio e addirittura gli organismi di controllo sarebbero rimasti ancorati ai vecchi schemi.
Pedone non offre, però, neanche un esempio di possibili strategie (lo capisco, è il suo lavoro, è il prodotto che vende e che gli dà da vivere).
Questo bisognerebbe cercare di indovinare in questo thread: quali potrebbero essere le possibili strategie di sopravvivenza al futuro crash di borsa che non si ripeterà alla solita maniera...

Esatto! Hai individuato perfettamente la fonte.
Sono, infatti, queste le motivazioni principali che mi hanno indotto a scrivere questo 3D.
Se pensassi che i mercati si muovessero come hanno fatto nel passato avrei pochi dubbi: aspetta che passa è la soluzione più semplice.

Non va dimenticato, però, specie da chi ci è passato, che per riprendersi dagli effetti del crollo dei tecnologici del 2000 abbiamo dovuto attendere il 2016. Il Nasdaq 100 passò dai massimi di 4350 degli inizi del 2000 ai minimi di circa 800 di 2 anni dopo (altro che 40%-50%) ed è ritornato intorno a questi valori solo all'inizio del 2015. Ha oscillato poi per un altro anno intorno a questo valore fino a riprendere, dagli inizi del 2016, la corsa che lo ha portato da 4350 ai 6850 (circa i massimi attuali).
E' ovvio che ho fatto un caso estremo e queste oscillazioni le avrebbe subite solo chi fosse stato investito al 100% su quei titoli, ma chiedetevi (specie chi in quell'epoca era già sui mercati), quanta percentuale del portafoglio era allora investita sui titoli tecnologici.

Anche un investimento fatto sul meno volatile S&P500 con il classicissimo ed imitatissimo SPY sarebbe tornato ai valori di inizio 2000 solo a metà 2007, per poi rifare nuovi minimi e ritornare sul valore iniziale a fine 2012 e, finalmente salire dai 140 ai 280 di oggi negli ultimi 5 anni. Insomma un investitore "lazy" entrato ad inizio 2000 sul comune S&P500 (che è stato l'indice meglio performante del recente passato), senza preoccuparsi di nulla e fidando solo sull'efficienza dell'economia e dei mercati, avrebbe rivisto il valore del suo investimento 12 anni dopo, prima di vederselo raddoppiare negli ultimi 5 anni.

Ma il punto è: cosa avverrà nei prossimi 5? E' ipotizzabile un ritorno ai valori del 2013 o è un assurdo finanziario?

Queste sono le domande che mi vado facendo.
 
Ultima modifica:
... starei attento ad europa più che ad usa. il dollaro è ad 1.25...i trentennali rendono il 3...per posizionamento lazy è un payout decente

Appunto: il $ debole fa comodo all'economia USA, per cui non credo ad una veloce inversione del trend. Analogamente, quando il 3% sarà il rendimento dei decennali, quanta massa di denaro si ricollocherà dagli investimenti azionari su quelli obbligazionari?
Io sarò uno di quelli.
 
...
se pensiamo al 2008 tutti pensavamo alla fine dei mercati finanziarie solo dopo qualche anno abbiamo scoperto che si è trattato solo di una fase gravemente ribassista, l'indice azionario mondiale ha perso il 40% ma in pochi anni ha recuperato tutto. Allora mi chiedo perché questa volta i mercati dovrebbero perdere il 50-60% e oltre?
...

In vero nel 2008 lo SPY è sceso da circa 155 a meno di 75: non mi sembra che sia il 40%
 
Credo che l’assunto da cui parta l’autore del blog sia ragionevolmente irrealistico: per quale motivo le banche centrali dovrebbero rialzare i tassi di 2 punti nel bel mezzo di una crisi dei mercati azionari? Sarebbe un suicidio preannunciato... un’apocalisse del sistema finanziario mondiale.
...

Appunto.

Le banche saranno costrette, volenti o nolenti, ad alzare i tassi semplicemente per fermare la spirale inflazionistica, conseguente anche ad una crescita economica, e per prepararsi al prossimo periodo di recessione (che prima o poi ci sarà).
 
Personalmente sono uscito dai fondi az, e da buona parte di quelli obbligazionari, mantengo le posizioni su Bilanciati quali M&G dynamic all. e M&G optical inc. Acquisto di obbligazioni bancarie a brevissimo termine e di certificati, sempre a brevissimo tempo, a capitatale garantito. aperta qualche posizione su fondi alternativi.

A mio avviso un portafoglio con scelte sagge. Esposto ai mercati ma con delega a gestori molto flessibili, nel senso che movimentano il sottostante senza particolari vincoli (specie il secondo) e poco esposto alle possibili variazioni di tassi.
Ovviamente mi aspetto che, con questa asset, riuscirai a stento a contenere la pur bassa inflazione.
 
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