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exit strategy o, meglio, strategy
Leggo ora su un importante blog finanziario una interessante analisi su come vengano costruiti oggi i portafogli di investimento.
La conclusione, tutt'altro che rassicurante, è: La realtà è che nel momento in cui i mercati azionari dovessero attraversare una fase di discesa nell’ordine del 40-60% (magari in 18-24 mesi) e contemporaneamente i tassi dovessero salire dell’1- 2% tutti i portafogli finanziari gestiti secondo i modelli tradizionali sarebbero massacrati e tutti i progetti d’investimento andrebbero a farsi benedire, anche attendendo i teorici orizzonti temporali prefissati.
A questa conclusione segue nel blog la domanda: Come ci si può proteggere contro questa ipotesi?
La risposta, naturalmente, è fondata solo su concetti vaghi e scarsamente utili all'investitore che volesse mettere in atto una qualsivoglia strategia (o exit strategy, che dir si voglia) per uscire da questa situazione potenzialmente molto pericolosa.
Il blog non aiuta limitandosi a questa affermazioni: Le strategie possono essere varie e non ne esiste una certamente migliore delle altre. L’importante è avere una strategia in proposito. Le metodologie standard certamente non saranno sufficienti. Un investitore informato e consapevole, oggi dovrebbe domandare alle persone che si occupano dei propri investimenti: abbiamo un progetto per gestire l’eventuale crollo dei mercati azionari ed obbligazionari in contemporanea? Me lo può mettere per iscritto?
Nel caso, altamente probabile, che ci si renda conto che “navighiamo a vista”, converrà smettere di “preoccuparci” ed iniziare ad occuparci del problema concretamente.
Ecco, quest'ultima affermazione è quella che mi ha intrigato e mi ha indotto ad aprire questo post: per raccogliere le impressioni ed i suggerimenti degli investitori più esperti e sfamati e dei consulenti più cauti, che autocelebrano le loro attitudini a fornire le più efficaci ricette e le migliori soluzioni per i loro clienti.
Naturalmente tocca a me iniziare
Leggo ora su un importante blog finanziario una interessante analisi su come vengano costruiti oggi i portafogli di investimento.
La conclusione, tutt'altro che rassicurante, è: La realtà è che nel momento in cui i mercati azionari dovessero attraversare una fase di discesa nell’ordine del 40-60% (magari in 18-24 mesi) e contemporaneamente i tassi dovessero salire dell’1- 2% tutti i portafogli finanziari gestiti secondo i modelli tradizionali sarebbero massacrati e tutti i progetti d’investimento andrebbero a farsi benedire, anche attendendo i teorici orizzonti temporali prefissati.
A questa conclusione segue nel blog la domanda: Come ci si può proteggere contro questa ipotesi?
La risposta, naturalmente, è fondata solo su concetti vaghi e scarsamente utili all'investitore che volesse mettere in atto una qualsivoglia strategia (o exit strategy, che dir si voglia) per uscire da questa situazione potenzialmente molto pericolosa.
Il blog non aiuta limitandosi a questa affermazioni: Le strategie possono essere varie e non ne esiste una certamente migliore delle altre. L’importante è avere una strategia in proposito. Le metodologie standard certamente non saranno sufficienti. Un investitore informato e consapevole, oggi dovrebbe domandare alle persone che si occupano dei propri investimenti: abbiamo un progetto per gestire l’eventuale crollo dei mercati azionari ed obbligazionari in contemporanea? Me lo può mettere per iscritto?
Nel caso, altamente probabile, che ci si renda conto che “navighiamo a vista”, converrà smettere di “preoccuparci” ed iniziare ad occuparci del problema concretamente.
Ecco, quest'ultima affermazione è quella che mi ha intrigato e mi ha indotto ad aprire questo post: per raccogliere le impressioni ed i suggerimenti degli investitori più esperti e sfamati e dei consulenti più cauti, che autocelebrano le loro attitudini a fornire le più efficaci ricette e le migliori soluzioni per i loro clienti.
Naturalmente tocca a me iniziare
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