ETF per affrontare con serenità (e profitto) il referendum sul Brexit.

Bubino451

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Tra qualche mese gli inglesi saranno chiamati a votare la permanenza o meno nell'Unione Europea.A prescindere dall'eventuale risultato,sarebbe interessante fin da ora discutere quali ETF includere e quali no in portafoglio nelle settimane precedenti l'evento.
 
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se uno crede che il regno unito rimane nell'unione europea bisognerebbe prendere etf msci europe o uk
 
leggendo questo articolo se uno crede che il regno unito rimane nell'unione potrebbe prendere anche etf monetari a breve in valuta GBP in previsione di un apprezzamento rispetto ai valori attuali



Sterlina, possibile svalutazione del 20% in caso di Brexit


Inviato da Alessandro Piu il Ven, 05/02/2016 - 14:09




Per la maggioranza degli analisti la Brexit, l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea, non è lo scenario centrale. Vale la pena, tuttavia, cercare di capire cosa potrebbe succedere alla sterlina in caso di addio. Se lo sono chiesti gli esperti di Goldman Sachs Economic Research


L'ultimo mese è stato difficile per la sterlina. Da novembre la valuta britannica si è indebolita di circa 8 punti percentuali su base ponderata. Più di una ragione è alla base di della svalutazione: la Bank of England è diventata più accomodante, la delusione della Bce a dicembre, il rialzo dei tassi della Fed, il rallentamento cinese e, ultimo ma non ultimo, la Brexit. Anche un addio della Gran Bretagna all'Unione europea non è, attualmente, lo scenario centrale per la maggior parte degli analisti, a Goldman Sachs hanno iniziato a chiedersi quali potrebbero essere le conseguenze per la sterlina.


"Un improvvisa e completa interruzione degli afflussi di capitale in riposta all'uscita della Gran Bretagna dall'Unione - spiega il report - potrebbe provocare una svalutazione della sterlina del 15-20%. Finora la discesa della valuta britannica è coerente con la discesa dei tassi di interesse nel Regno Unito e con il contesto di rischio globale, ma qualche segnale di un effetto Brexit sta emergendo. Ciò nonostante il nostro scenario base non prevede la separazione. In questo caso la forza del ciclo economico dovrebbe riportare il cambio euro/sterlina a 0,70 e a 0,68 nei dodici mesi. Per il cambio sterlina/dollaro prevediamo invece un approdo a 1,40.


Dove la Gran Bretagna non è così grande

È stato Mark Carney, il governatore della Bank of England, l'ultimo a puntare il dito contro il deficit britannico, attualmente al 3,7%. È migliorato, ma non abbastanza. "Un voto a favore dell'uscita dall'Unione europea aumenterebbe l'incertezza e peserebbe sullo scenario della Gran Bretagna, sollevando preoccupazioni negli investitori esteri che potrebbero, potenzialmente, interrompere i flussi di capitale verso il Regno Unito". Quel flusso che, utilizzando le parole dello stesso presidente della BoE, "gli investitori gentilmente forniscono al nostro paese. Se ipotizziamo - prosegue il documento - una riduzione a zero dell'attuale deficit attraverso il tasso di cambio (invece che ricorrendo alla domanda domestica), secondo le stime il ribasso della sterlina dovrebbe essere del 15-20%. Se tale svalutazione fosse uniforme su tutte le coppie valutarie, ciò porterebbe il cable (sterlina/dollaro Usa) a 1,15-1,20 e l'euro/sterlina intorno a 0,90-0,95. Il movimento potrebbe essere più limitato se ci fosse un ampio aggiustamento della domanda domestica. In ogni caso anche con un declino del 2% della domanda domestica la svalutazione della sterlina necessaria a chiudere il deficit sarebbe intorno al 15%".


Sterlina, possibile svalutazione del 20% in caso di Brexit | Finanzaonline.com
 
la partita si gioca sul filo del rasoio



Brexit: se si votasse oggi il 45% dei britannici direbbe addio all'Unione europea


Inviato da Alessandro Piu il Ven, 05/02/2016 - 14:55




Il testa a testa tra 'separatisti' e 'unionisti' non è più tale dopo l'ultimo sondaggio condotto da YouGov/Times. I favorevoli all'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea sono il 45% con un vantaggio di nove punti su chi vuole rimanere nell'Ue.

Le proposte avanzate dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk a David Cameron non sono piaciute ai cittadini britannici, stando all'ultimo sondaggio commissionato da Times a YouGov. I favorevoli alla separazione sono cresciuti al 45% del totale dopo la presentazione della bozza di accordo. Gli 'europeisti' si sono ridotti al 36% del campione con un distacco, di nove punti percentuali.

D'altronde l'accoglienza riservata dalla stampa locale alle proposte di Tusk, che ora verranno discusse a Bruxelles il 18 febbraio, è stata fredda. Dal Guardian, che ha fatto un bilancio tra ciò che il Primo ministro ha richiesto e ciò che ha ottenuto, al Telegraph che le ha definite senza mezzi termini uno "schiaffo" in faccia alla Gran Bretagna, le concessioni dell'Unione europea al Regno Unito sono state giudicate insufficienti. Nonostante i singoli contenuti della proposta abbiano trovato ampio supporto tra gli intervistati.



Il 72% del campione è infatti favorevole alla riduzione del peso della burocrazia europea, il 69% alle regole di protezione della Gran Bretagna e degli altri paesi non aderenti alla moneta unica dalle normative rivolte alle nazioni dell'euro.



Il 66% sostiene la riduzione dei benefici per i cittadini dei paesi più poveri dell'Unione che lavorino nel Regno Unito e abbiano i propri figli nel paese d'origine. Il "freno d'emergenza" sui diritti per i migranti trova l'approvazione del 62% dei britannici.



Il 58% vuole un meccanismo che permetta alla maggioranza dei Parlamenti nazionali di bloccare proposte regolamentari dell'Unione. Infine il 47% (contro un 14% di sfavorevoli) chiede di esentare la Gran Bretagna in termini formali dall'obiettivo di costruire un'Unione sempre più stretta.


Brexit: se si votasse oggi il 45% dei britannici direbbe addio all'Unione europea | Finanzaonline.com
 
Brexit: se si votasse oggi il 45% dei britannici direbbe addio all'Unione europea


Inviato da Alessandro Piu il Ven, 05/02/2016 - 14:55




Il testa a testa tra 'separatisti' e 'unionisti' non è più tale dopo l'ultimo sondaggio condotto da YouGov/Times. I favorevoli all'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea sono il 45% con un vantaggio di nove punti su chi vuole rimanere nell'Ue.

Le proposte avanzate dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk a David Cameron non sono piaciute ai cittadini britannici, stando all'ultimo sondaggio commissionato da Times a YouGov. I favorevoli alla separazione sono cresciuti al 45% del totale dopo la presentazione della bozza di accordo. Gli 'europeisti' si sono ridotti al 36% del campione con un distacco, di nove punti percentuali.

D'altronde l'accoglienza riservata dalla stampa locale alle proposte di Tusk, che ora verranno discusse a Bruxelles il 18 febbraio, è stata fredda. Dal Guardian, che ha fatto un bilancio tra ciò che il Primo ministro ha richiesto e ciò che ha ottenuto, al Telegraph che le ha definite senza mezzi termini uno "schiaffo" in faccia alla Gran Bretagna, le concessioni dell'Unione europea al Regno Unito sono state giudicate insufficienti. Nonostante i singoli contenuti della proposta abbiano trovato ampio supporto tra gli intervistati.



Il 72% del campione è infatti favorevole alla riduzione del peso della burocrazia europea, il 69% alle regole di protezione della Gran Bretagna e degli altri paesi non aderenti alla moneta unica dalle normative rivolte alle nazioni dell'euro.



Il 66% sostiene la riduzione dei benefici per i cittadini dei paesi più poveri dell'Unione che lavorino nel Regno Unito e abbiano i propri figli nel paese d'origine. Il "freno d'emergenza" sui diritti per i migranti trova l'approvazione del 62% dei britannici.



Il 58% vuole un meccanismo che permetta alla maggioranza dei Parlamenti nazionali di bloccare proposte regolamentari dell'Unione. Infine il 47% (contro un 14% di sfavorevoli) chiede di esentare la Gran Bretagna in termini formali dall'obiettivo di costruire un'Unione sempre più stretta.


Brexit: se si votasse oggi il 45% dei britannici direbbe addio all'Unione europea | Finanzaonline.com



In effetti penso che più ci si avvicini alla data del referendum più il mercato inizierà a prezzare quest'eventualità proporzionalmente alle percentuali dei sondaggi.
Va da se che se come tu dici gli antieuropeisti sono la metà del bacino elettorale la sterlina possa deprezzarsi da qui alla data del referendum in misura pari alla metà del deprezzamento totale.

Già nelle ultime settimane il deprezzamento del GBP è iniziato a concretizzarsi e non penso che la ragione sia solo dovuta al calo delle borse e interruzioni della politica di aumento dei tassi usa.
 
Brexit: summit cruciale a Bruxelles, al via oggi il Consiglio europeo per cercare un compromesso


Inviato da Valeria Panigada il Gio, 18/02/2016 - 11:57





Brexit o non Brexit? O come ha scritto in un tweet nei giorni scorsi il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, "Essere o non essere in Europa". E' questo il dilemma che dovranno affrontare in questi giorni i leader dei 28 Stati europei riuniti a Bruxelles. Oggi e domani è infatti in programma un Consiglio europeo per cercare di trovare un compromesso con Londra, al fine di evitare l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea, la cosiddetta Brexit, nel referendum che dovrebbe tenersi il prossimo 23 giugno (la data non è ancora stata ancora ufficializzata). Una volta raggiunto il compromesso, infatti, inizierà in maniera formale la campagna politica. Già la prossima settimana, quindi il premier britannico, David Cameron, potrebbe confermare la data esatta del voto. L'ipotesi generale è che dovranno esserci almeno dieci settimane di campagna e 28 giorni di silenzio prima del referendum.


Tuttavia, il rischio che non venga raggiunta una intesa sui nuovi rapporti tra Londra e Bruxelles c'è. "Dopo le mie consultazioni di queste ultime ore - ha detto ieri Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo - lo devo ammettere francamente: non c'è la garanzia di giungere a un accordo". Ci sarebbero infatti ancora divergenze su alcuni aspetti politici, in particolare sulla questione della gestione dei flussi migratori.


Se si dovesse avverare un Brexit, il mercato vede chiari rischi per il commercio e gli investimenti con implicazioni sulla crescita e l'occupazione. "La crescita del Pil (prodotto interno lordo) della Gran Bretagna potrebbe rallentare all'1,5%, circa 1,2% al di sotto di quello previsto, mentre il cambio euro/sterlina potrebbe muoversi verso il livello di 0,90 con la Bank of England che potrebbe allentare la politica monetaria - sostiene James Knightley, analista di Ing - Questo risultato potrebbe anche alimentare la campagna per l'indipendenza scozzese, che aggraverebbe gli effetti". Tuttavia, il danno potrebbe rivelarsi di breve durata. La Gran Bretagna infatti sarebbe costretta a trovare entro due anni un accordo commerciale e delle offerte bilaterali con i Paesi extra-Ue. "Una volta che la situazione si stabilizza, - prevede l'esperto di Ing - le prospettive di crescita dovrebbero migliorare (aiutate da una valuta più debole e tassi di interesse bassi), ma la BoE potrebbe essere costretta a stringere i cordoni della politica per combattere il rischio inflazione".



Brexit: summit cruciale a Bruxelles, al via oggi il Consiglio europeo per cercare un compromesso | Finanzaonline.com
 
Interessantissimo topic, credo che si possa guadagnare decentemente solo in caso di Brexit (che a mio parere è improbabile)

Sicuramente ETF su EUR\GBP o USD\GBP sono indicati
 
Brexit: accordo con Bruxelles potrebbe non bastare, sindaco di Londra si schiera per uscita da UE


Inviato da Titta Ferraro il Lun, 22/02/2016 - 10:13





L'accordo con Bruxelles anti-Brexit non placa le paure di una possibile uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea. A mantenere alta la tensione in vista del referendum del prossimo 23 giugno sulla permanenza o meno nell'UE è stata la perentoria presa di posizione del sindaco di Londra, Boris Johnson, che ha annunciato l'intenzione di sostenere la campagna referendaria per l'uscita dall'Ue. L'esito del voto di giugno rimane quindi incerto con la sterlina che questa mattina è tornata a cedere terreno contro le altre principali valute.


Boris Johnson, esponente politico di spicco in Gran Bretagna e possibile candidato futuro al posto di primo ministro, ha rimarcato che è stata una scelta difficile poiché non voleva andare in contrapposizione con Cameron e il governo. Ma "c'è troppo attivismo giudiziario, troppe leggi che arrivano dall'Ue", ha detto il sindaco di Londra. Johnson è esponente dei tories e quindi va a creare una profonda divisione interna al partito del primo ministro David Cameron. Anche Zac Goldsmith, candidato alla sua successione di Johnson alla guida della City, ha annunciato a sua volta che farà parte dello schieramento in favore dell'uscita dall'Ue.



Sterlina di nuovo al tappeto

Presa di posizione di Johnson che ha riacceso la volatilità sulla sterlina con la divisa britannica protagonista questa mattina del maggior calo giornaliero degli ultimi 11 mesi con cross sterlina/dollaro ridisceso di slancio sotto quota 1,42. Negli ultimi tre mesi la divisa britannica è scesadi oltre l'11% contro l'euro e di circa il 15% contro lo yen. Goldman Sachs vede rischio discesa fino a 1,15-1,20 della sterlina in caso di Brexit, mentre in caso di permanenza nell'Unione Europea gli esperti di Hsbc ritengono che ci sarà un forte rimbalzo a 1,6 entro fine 2016 .



Oggi Cameron esporrà al Parlamento Uk l'accordo con Bruxelles

Il primo ministro inglese David Cameron presenterà oggi al Parlamento britannico l'accordo ottenuto venerdì scorso a Bruxelles al termine di due giorni di Consiglio europeo. Cameron spera di convincere la maggioranza degli inglesi a votare sì al referendum, evitando così la cosiddetta Brexit, l'uscita di Londra dal blocco europeo. Cameron ha ottenuto venerdì scorso dagli altri 27 Stati membri europei una serie di condizioni che rafforzano lo status indipendente della Gran Bretagna dall'Ue.


Brexit: accordo con Bruxelles potrebbe non bastare, sindaco di Londra si schiera per uscita da UE | Finanzaonline.com
 
Sembra che finchè non ci sarà un verdetto definitivo sull'uscita o meno della Gran Bretagna dall'Europa, la sterlina si deprezzerà in misura proporzionale al danno commerciale subito da un'eventuale uscita.
 
Sembra che finchè non ci sarà un verdetto definitivo sull'uscita o meno della Gran Bretagna dall'Europa, la sterlina si deprezzerà in misura proporzionale al danno commerciale subito da un'eventuale uscita.
la sterlina si sta deprezzando e può essere una buona occasione per entrare
tu stai investendo in GBP ?






Brexit spinge il pound ai minimi da sette anni


Inviato da Luca Fiore il Lun, 22/02/2016 - 17:57





L'ipotesi Brexit continua a penalizzare la sterlina. Segno meno per la divisa britannica che nel cambio con il dollaro, il c.d. cable, è scesa fino a 1,4057 usd, il livello minore da sette anni. Da ieri del fronte anti-Ue fa ufficialmente parte anche il vulcanico e popolarissimo sindaco di Londra Boris Johnson. Al momento il cross gbp/usd segna un calo dell'1,9% a 1,4128 mentre l'eur/gbp avanza di un punto percentuale a 0,7799.



L'endorsement di Johnson, da molti additato come successore di David Cameron alla guida del partito conservatore, arriva a conclusione del vertice europeo in cui sono state accolte tutte (o quasi) le richieste del premier britannico spingendolo a dichiarare che nel referedum del prossimo 23 giugno voterà per la permanenza all'interno della Ue. Una mossa caldeggiata anche dagli operatori che considerano la Brexit, l'uscita dall'Ue, "un salto nel buio".



"Non c'è dubbio che il referendum sulla Brexit stia rapidamente diventando uno degli eventi a maggior tasso di rischio del 2016 per i mercati finanziari", ha commentato Joshua Mahony, analista di mercato di IG. "La decisione di Boris Johnson di schierarsi a favore del 'no' non solo mina alle fondamenta i risultati ottenuti da David Cameron a Bruxelles, ma danneggia anche la fiducia nell'economia britannica". Anche perché, con la crisi dei migranti che a giugno dovrebbe tornare sotto i riflettori, "l'ansia e la paura spingeranno certamente alcuni votanti a preferire una scelta maggiormente improntata all'isolazionismo".



La sterlina continuerà a scendere. Questa la stima di John Higgins, analista di Capital Economics. "Confermiamo di attenderci un ulteriore calo rispetto al dollaro dagli attuali 1,41 a 1,30$". Ma, continua Higgins, l'esperienza del referendum scozzese ci ha insegnato "che il cambio potrebbe rimbalzare se dovesse diventare chiaro agli investitori che l'elettorato britannico voterà per restare nell'Ue".



Per Brian Hilliard e Michel Martinez di Societe Generale "c'è un 45% di probabilità di Brexit". L'uscita di Londra "potrebbe ridurre la crescita britannica e quella europea fino a 1 punto e a un quarto di punto percentuale per i prossimi 10 anni".


Brexit spinge il pound ai minimi da sette anni | Finanzaonline.com
 
la sterlina si sta deprezzando e può essere una buona occasione per entrare
tu stai investendo in GBP ?

Ora come ora no,
ma qualche settimana fa avevo posizioni short su sterline.Penso ad ogni modo che fino a quando ci sarà il referendum ci sarà un deprezzamento.
 
DNCA Investments: Brexit, volatilita' fino al 23 giugno - PAROLA AL MERCATO


del Team di Gestione DNCA Investments




(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 01 mar - "Signori inglesi, tirate voi per primi!". Questa formula, presumibilmente pronunciata dal conte di Anterroches durante la battaglia di Fontenoy nel 1745, assume un carattere del tutto contemporaneo. Infatti, la scorsa settimana e' stata segnata dalla formalizzazione della campagna per il referendum sul Brexit. Cameron difendera' l'appartenenza del Regno Unito all'Europa dopo un accordo le cui modalita' appaiono molto sconnesse dai veri problemi della zona. Fino al 23 giugno, i mercati finanziari vivranno a ritmo di sondaggi e di incantesimi demagogici dei vari leader britannici. Nessun dubbio che questo evento creera' volatilita'. La sterlina ne e' stata la prima vittima perdendo rispettivamente l'1% e il 2% nei confronti del dollaro e dell'euro. I titoli britannici a connotazione troppo nazionale rischiano di soffrire dell'anatema degli investitori. Nessun pronostico sul voto puo' essere fatto in questa fase. Gli altri europei, prudenti, cercano di incoraggiare l'Europa per cercare di mantenere i vicini inglesi nel loro giro. Essi cercano anche di gestire abilmente, di fronte alle loro opinioni pubbliche, il tema dell'adesione all'Unione europea.

Bisognerebbe tuttavia astenersi dall'evocare la probabilita' di un Frexit o di qualsiasi altro "exit". L'esempio del precedente scozzese mostra che il pragmatismo puo' prevalere, soprattutto quando si tratta di denaro contante, e che il peggio non e' sempre certo. Alcune statistiche miste (indice dei servizi negli Stati Uniti o situazione commerciale in Francia) sono venute nuovamente ad offuscare un quadro macroeconomico ancora disturbato dai cambiamenti del prezzo del petrolio e dal deterioramento del rating del Brasile da parte di Moody's. Sembra sempre meno probabile che delle sorprese positive provengano dalla sfera macroeconomica, in particolare a causa della situazione nei paesi emergenti, del settore oil & gas e del settore bancario sempre soggetto ai rischi delle (dis)misure regolamentarie. Tuttavia, alcuni settori in Europa(costruzione e media) hanno avuto buone pubblicazioni annuali (soprattutto i seguenti titoli: Eiffage, Prosieben e Mediaset). Dobbiamo quindi rimanere molto selettivi quando si tratta di investire nei mercati azionari, per cogliere le buone opportunita' utilizzando il denaro con saggezza



(RADIOCOR) 01-03-16 15:44:44 (0546) 5 NNNN

Notizie Radiocor - Finanza - Borsa Italiana
 
Ubp: Regno Unito, cosa succederebbe se lasciasse l'Ue? - PAROLA AL MERCATO


di Victoria Legget gestore azionario europeo, Union Bancaire Prive'e - UBP




(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 02 mar - Non e' ancora stato stabilito un accordo sulla relazione tra Uk e Unione Europea in caso di Brexit. Di tutti gli scenari potenziali, nessuno prevede l'opzione dei 'benefici senza oneri' suggerita dai maggiori sostenitori dell'uscita. Come accade per i membri dell'EEA o dell'EFTA, difficilmente la Gran Bretagna potrebbe avere politiche migratorie indipendenti senza perdere la liberta' di scambio di beni e servizi. Uno degli argomenti a favore dell'uscita sia dall'UE che dal mercato unico e' quello del controllo assoluto delle frontiere, delle politiche commerciali e della regolamentazione. Le perdite derivanti dalle tariffe doganali extra imposte dall'UE sarebbero compensate dalla piena liberta' di stabilire rapporti commerciali a livello globale. E' pero' importante notare che le tariffe imposte sul settore dei servizi finanziari britannici in caso di Brexit potrebbero dimostrarsi notevolmente dannose, in quanto questo comparto costituisce la parte preponderante del commercio e degli investimenti diretti esteri (IDE) con l'Unione. Sono circolate molte previsioni sull'impatto della Brexit, le piu' pessimistiche delle quali stimano un calo del prodotto interno lordo tra il 6,3 e il 9,5%, analogamente a quanto registrato in corrispondenza della crisi del 2008, nel caso in cui Londra non riuscisse a concludere accordi commerciali favorevoli. Nello scenario piu' ottimistico, dove buone condizioni commerciali sono accompagnate della de-regulation, la Gran Bretagna potrebbe guadagnare circa l'1,5% del Pil l'anno nel lungo periodo. Nessuno sa con precisione quale sara' l'impatto.

I mercati hanno gia' chiarito la loro posizione, visto che la sterlina si e' indebolita e i prezzi azionari hanno perso terreno. La prossima fase implichera' un deterioramento per il rating sovrano britannico e un conseguente aumento del costo dell'indebitamento? Se il Regno Unito dovesse subire un calo nell'ammontare degli IDE, la Bank of England potrebbe essere costretta a inasprire la politica monetaria, alla luce dell'indebolimento dell'economia. Tuttavia, in questo contesto, il deprezzamento della sterlina potrebbe produrre alcuni vantaggi. Anche se venissero imposte delle tariffe sui servizi, sarebbe drastico da parte dell'UE includere anche i beni. Il Regno Unito ha sempre contato molto sul comparto dei servizi (soprattutto finanziari) e cio' potrebbe ribilanciare l'economia e fornire la spinta necessaria alle regioni britanniche diverse da Londra. Inoltre, una moneta debole potrebbe incoraggiare il turismo, che attualmente pesa per il 9% del Pil britannico e che sta crescendo molto, creando anche nuovi posti di lavoro.

Guardando alle implicazioni dal punto di vista politico, il Regno Unito e' la quinta economia mondiale e la sua uscita rappresenterebbe una minaccia potenziale per l'Unione europea, gia' sotto pressione in due dei suoi pilastri fondanti: Schengen e l'euro. Brexit rischia di innescare trattative simili in altri Stati membri. Per quanto riguarda la questione immigrazione, bisogna fare due osservazioni. Primo, se la Londra emulasse i modelli norvegese o svizzero, sarebbe comunque soggetta alle politiche europee sulla liberta' di movimento del lavoro. Secondo, del totale dell'immigrazione netta registrata lo scorso anno, il 53% deriva da Paesi extra-europei. Probabilmente questa tendenza proseguira' e quindi l'immigrazione non dovrebbe essere un fattore decisivo per gli elettori.

In caso di Brexit, le conseguenze per l'Europa potrebbero essere notevoli, persino sismiche. Il Regno Unito e' sede di un hub finanziario globale, e' la quinta economia mondiale e ha un programma di armamento nucleare. Tuttavia, nessuno di questi fattori e' cruciale quanto uno: la tempistica. L'Unione europea attualmente e' messa alla prova in molti modi. La crisi migratoria, le difficolta' dell'euro, le diverse agende nazionali e la delusione in diversi Stati membri sono motivi sufficientemente gravi perche' l'UE manifesti preoccupazioni di fronte all'eventualita' dell'uscita della Gran Bretagna. E' pero' possibile che l'UE sopravviva a questi shock, cosi' come e' sopravvissuta molte altre volte per proseguire verso 'un'unione sempre piu' stretta'. Con un partner commerciale forte al di la' della Manica, e' possibile che l'economia britannica non venga danneggiata troppo e che sia Bruxelles che Londra abbiano successo nel tempo, anche se su strade indipendenti. Nel caso contrario, esiste un rischio, limitato ma significativo, che la separazione inneschi qualcosa di peggiore. Molti dei nuovi membri dell'UE sono democrazie vacillanti. Uno shock in questa fase del loro sviluppo potrebbe renderli ancora piu' vulnerabili. La Russia di Putin ha gia' manifestato mire espansionistiche.

Puo' l'uscita della Gran Bretagna mettere a rischio la pace di cui gode l'Europe dalla fine della Seconda Guerra mondiale? L'incognita maggiore e' come voteranno i cittadini britannici il prossimo 23 giugno. I risultati elettorali piu' recenti in Europa hanno evidenziato che l'elettorato ha in alcuni caso votato di testa e in altri di cuore. Una cosa e' certa: Brexit e' un tema molto emozionale. Gli elettori voteranno come individui, come cittadini britannici o come cittadini europei?



(RADIOCOR) 02-03-16 11:47:19 (0240) 5 NNNN

Notizie Radiocor - Finanza - Borsa Italiana
 
E' possibile che fino alla conferenza della BCE la sterlina rialzi la testa,tuttavia come già indicato il trend di fondo è ribassista per la sterlina.
 
referendum londra uscita euro

buongiorno a tutti ,

sono nuovo di qui e neofita in tutto e per tutto . domanda :

siccome non penso che nessuno abbia la sfera di cristallo chiedo , come vi preparate al referendum ? ma soprattutto come modificate il vs portafoglio in attesa del risultato del referendum ?

in questo momento io sono abbastanza esposto . qualche consiglio su come prepararmi in vista del referendum ?

grz
 
buongiorno a tutti , una domanda da neofita : vista la situazione di incertezza e siccome nessuno ha la sfera di cristallo , qualcuno di voi sta modificando il proprio prtf e , se si , come vi state posizionando in attesa dell evento ? per esempio , vi state mettendo liquidi ? o spostate il mercato di riferimento da europa a usa ?

grz !!!
 
Sostenitori Brexit in vantaggio e più motivati a votare, la sterlina accusa il colpo


Inviato da Titta Ferraro il Mar, 15/03/2016 - 12:09




I britannici favorevoli alla Brexit sono quelli più "motivati" a votare al prossimo referendum in programma il prossimo 23 giugno sulla permanenza o meno del Regno Unito nell'Unione Europea (UE). Il nuovo sondaggio di ORB commissionato dal Telegraph vede il fronte favorevole all'uscita dall'Unione Europea in leggero vantaggio, al 49% di coloro che hanno risposto, mentre il 47% propende per la permanenza nell'UE.

Sondaggio che contribuisce a riattivare le vendite sulla sterlina che scende oggi di quasi l'1% contro il dollaro a quota 1,416.



Fronte del no più motivato, gli indecisi guardano a rischio immigrazione
Il sondaggio pubblicato oggi dal quotidiano britannico rimarca come l'opzione Brexit sale al 52% dei voti totali se si tiene conto della probabilità di esprimere effettivamente il voto, mentre la percentuale degli europeisti scende al 45%. Infatti i britannici sostenitori dell'uscita dall'Unione risultano più motivati ad andare al voto il prossimo 23 giugno, con ben il 79% di loro sicuro di andare alle urne, mentre scende al 72% tale percentuale tra i favorevoli alla permanenza nell'UE.



Il sondaggio ORB evidenzia inoltre come quasi un terzo degli elettori indecisi sono frenati dal votare "sì" (rimanere nell'UE) a causa della possibilità di un'immigrazione incontrollata o in aumento in tutta l'UE. Analizzando i responsi di questo sondaggio, Lynton Crosby (stratega elettorale che ha contribuito alla vittoria a sorpresa di David Cameron alle scorse elezioni) conferma come l'esito sia in bilico e gli elettori dovranno valutare se i rischi economici sono più grandi o più piccoli delle implicazioni di un'immigrazione incontrollata.


Sostenitori Brexit in vantaggio e più motivati a votare, la sterlina accusa il colpo | Finanzaonline.com
 
mmmmm….effetto domino dietro l'angolo…
 
buongiorno a tutti ,

sono nuovo di qui e neofita in tutto e per tutto . domanda :

siccome non penso che nessuno abbia la sfera di cristallo chiedo , come vi preparate al referendum ? ma soprattutto come modificate il vs portafoglio in attesa del risultato del referendum ?

in questo momento io sono abbastanza esposto . qualche consiglio su come prepararmi in vista del referendum ?

grz


buongiorno a tutti , una domanda da neofita : vista la situazione di incertezza e siccome nessuno ha la sfera di cristallo , qualcuno di voi sta modificando il proprio prtf e , se si , come vi state posizionando in attesa dell evento ? per esempio , vi state mettendo liquidi ? o spostate il mercato di riferimento da europa a usa ?

grz !!!

Non c'è bisogno di essere liquidi.C'è bisogno di fare le scelte giuste,una tra queste sicuramente è comprare euro contro sterline, oppure scegliere asset con poco rischio o comunque che cavalchino l'eventuale discesa dei corsi azionari che malgrado i rialzi delle ultime settimane,hanno un trend ancora palesemente negativo.

Attualmente ho una piccola posizione short sulla sterlina,e molto long sull'oro che però purtroppo sta calanado un po' negli ultimi giorni,penso più per il piccolo rialzo dei tassi che altro.:(

Per il resto ho l'80% del capitale in titoli di Stato a rating medio-basso su tasso fisso a breve e medio-lunga scadenza.
 
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Non c'è bisogno di essere liquidi.C'è bisogno di fare le scelte giuste,una tra queste sicuramente è comprare euro contro sterline, oppure scegliere asset con poco rischio o comunque che cavalchino l'eventuale discesa dei corsi azionari che malgrado i rialzi delle ultime settimane,hanno un trend ancora palesemente negativo.

Attualmente ho una piccola posizione short sulla sterlina,e molto long sull'oro che però purtroppo sta calanado un po' negli ultimi giorni,penso più per il piccolo rialzo dei tassi che altro.:(

Per il resto ho l'80% del capitale in titoli di Stato a rating medio-basso su tasso fisso a breve e medio-lunga scadenza.
grazie bubino x la risposta . insisto : perché euro/sterlina e non franco (o dollaro )/ sterlina ?
inoltre , se tu avessi un fondo azionario in dollari , indipendentemente dai chiaroscuri di wall street , in attesa del referendum opteresti per rimanere fermo o slittare su un fondo in altra valuta ? grz !
 
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