EbenezerScrooge
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Salve a tutti, questo è il mio primo intervento su questo forum quindi prima di arrivare al dunque spendo due righe per le presentazioni.
Intanto i miei complimenti alla comunità tutta, da quello che ho letto questo sembra un posto di persone interessanti e preparate.
Per quanto riguarda me invece, meglio chiarire subito che non so assolutamente nulla di economia e finanza.
Il mio massimo fino a un paio di settimane fa era ascoltare distrattamente le notizie economiche al tg mentre cenavo. In compenso però ho una bellissima laurea summa cum laude in matematica teorica, appesa in una bellissima cornice su un bellissimo muro in tinta con la cornice. Tanto bella quanto, ad oggi, assolutamente inutile.
Sì perché per quanto se ne possa dire, in Italia, come nel resto del mondo se si è un minimo capaci e/o si possiede una qualche qualifica le opportunità di lavoro o di ricerca non sono poche, e bisogna essere proprio determinati per riuscire a non coglierle... Personalmente ne ho avute molte sia in ambito di ricerca che privato sia in italia che all'estero, e le ho buttate tutte nel cxxso con puntualità e precisione. Proprio tutte.
Ora, senza entrare troppo in sventurati dettagli, mi limiterò a dire che ad oggi sono fuori dall'università e non ho un lavoro, ma ho molto tempo libero...il che mi porta al punto della questione.
Sono incappato per puro caso nella tesi di laurea di un mio conoscente e l'argomento trattato ha subito suscitato il mio interesse. Parliamo ovviamente di modelli previsionali in econometria. Ho passato i 10 giorni seguenti a studiare un po' di letteratura per vedere un po' qual è lo stato dell'arte in quest'area della matematica (il mio campo è tutt'altro) e ne sono rimasto affascinato.
Ora, tagliando corto, le mie domande sono le seguenti:
1. Qualcuno di qui ha testato sul campo questi algoritmi? Ho cercato un po' nel forum e qualcosa ho trovato relativamente ai sistemi di trading ma non molto, ho visto che si è provato a svilupparne uno, ma sono 2 thread enormi e non li ho letti tutti, da che ho capito l'idea di partenza era sfruttare l'anticipo dello S&P500 mentre quello che ho in mente io è un uso intensivo e sistematico di tutta la gamma di algoritmi noti applicati in modo selettivo a una vastità di strumenti e titoli.
2. Se sì, con che risultati?
3. Se qualcuno ne traesse profitto pensate che verrebbe a dirmelo?
Riflettendoci attentamente la prima obiezione che mi sono posto è che se questo genere di approccio basato unicamente sull'analisi di serie storiche fosse davvero efficace di certo sarebbe sfruttato da tutti e smetterebbe di essere efficace in breve tempo...però mi sono anche risposto che probabilmente il trader più o meno amatoriale non ha le competenze per un approccio sistematico di natura scientifica e probabilmente non ha voglia di stare dietro a 200 titoli al giorno e di monitorare gli algoritmi; mentre il prop trader di una grande banca estera probabilmente per le sue strategie ha a disposizione informazioni la cui rilevanza sulla previsione è di un ordine di grandezza superiore rispetto a quella dei puri modelli previsionali; se questa teoria è esatta resta scoperto il settore di mezzo...quello dei trader amatoriali ma preparati e con tanto tempo libero...ecco, credete che quest'ultima categoria possa riuscire a trarre un qualche guadagno per quanto esiguo da un approccio sistematico?
Le mie intenzioni in ogni caso sono le seguenti:
1. La quasi totalità del mio interesse sull'argomento è puramente intellettuale, anche volendo non avrei il capitale per fare investimenti in grado di stostentarmi. Si tratta al limite di mettere lì 200 euro e vedere se riesco a farli diventare 210 a fine mese con una certa costanza, in sostanza un gioco e nulla più. (Per ora almeno, questo stato di cose potrebbe modificarsi in futuro)
2. L'idea di base è che non potendo prevedere il futuro la massima aspirazione è quella ovviamente di avere un algoritmo che dia più segnali giusti che sbagliati; anche pochi in più, in questo modo il nostro valore atteso sarebbe positivo e grazie alla santissima legge dei grandi numeri per una volta sarebbe il banco a perdere sul lungo periodo...il prezzo da pagare è che diventerebbe una cosa molto impegnativa e richiederebbe un costante intervento umano.
Da completo ignorante la mia idea sarebbe reperire più serie storiche possibili relative a più titoli possibili e analizzarle una ad una cercando di ottimizzare la previsione, con un occhio fisso alla performance e l'altro fisso al coefficiente di Akaike o qualche altro analogo che tenga sotto controllo i gradi di libertà ed eviti l'overfitting. Ovviamente l'idea è che l'algoritmo che funziona per un titolo probabilmente non funzionerà per un altro e che entrambi probabilmente non funzioneranno più dopo un dato tempo, quindi si tratterebbe di modificarli con una certa frequenza tenendo aggiornate le serie. I modelli possibili sono, di fatto, infiniti e nessuno vieta di improvvisare creandone ad hoc. Tanto per chiarire, mi riferisco a tutta la gamma di approcci possibili a partire dalle semplici regressioni lineari o superlineari, passando per i vari modelli autoregressivi tipo AR MA ARMA ARIMA SARIMA ARCH GARCH TGARCH IGARCH APARCH, le combinazioni ovviamente ARMA-GARCH, ARIMA-GARCH e così via con un'altra cinquantina di sigle simili, poi ancora modificando le distribuzioni via via fino a giungere agli algoritmi adattivi, i modelli markoviani, le reti neurali e chi più ne ha più ne metta, insomma gli strumenti a disposizione dell'analista sono infiniti (letteralmente), si tratta di scegliere il migliore caso per caso in base ai soliti parametri di massima versosimiglianza e minimo fitting e poi monitorare questi parametri nel tempo. Bisognerebbe scegliere titolo per titolo anche la lunghezza della serie storica e la cadenza delle previsioni e tra tutte queste cose risulterebbe un lavoro impegnativo. Ad esempio però in internet si legge di performance notevoli degli ARIMA-GARCH-T su S&P500 e ci sono molti altri esempi di successi ottenuti con altri modelli su altre serie. In ogni caso così siamo ancora solo a metà dell'opera, perché una volta identificati i segnali serve un algoritmo che mi dica anche (sempre su base probabilistica) partendo dall'"intensità" di questi segnali, dalle varianze, dalle correlazioni e dagli intervalli di confidenza, quanto devo investire e a che quota fissare stop loss e stop limit in modo che in caso di errore siano abbastanza stretti da contenere le perdite ma abbastanza larghi per massimizzare il gain e "lasciare il tempo al destino di compiersi" realizzando il valore atteso che avevamo previsto, evitando quindi di uscire magari per una fluttuazione negativa. Su questo ovviamente bisogna improvvisare e crearli di sana pianta gli algoritmi. Purtroppo ripeto, il prezzo da pagare per renderla il più possibile una cosa sistematica e il meno possibile un azzardo è investire poco e su più titoli possibili così anche se il sistema riesce a darci solo 51 previsioni corrette su 100 alla fine della giornata avremo qualcosa in mano. Mi rendo conto che forse sono ingenuo a pensare una cosa così, e probabilmene sono solo l'ultimo di una lunga serie di scientisti che pensano di cavarsela con la matematica; o forse no, ditemelo voi. Questo è più o meno quello che ho in mente; da queste parti è mai stato tentato?
Intanto i miei complimenti alla comunità tutta, da quello che ho letto questo sembra un posto di persone interessanti e preparate.
Per quanto riguarda me invece, meglio chiarire subito che non so assolutamente nulla di economia e finanza.
Il mio massimo fino a un paio di settimane fa era ascoltare distrattamente le notizie economiche al tg mentre cenavo. In compenso però ho una bellissima laurea summa cum laude in matematica teorica, appesa in una bellissima cornice su un bellissimo muro in tinta con la cornice. Tanto bella quanto, ad oggi, assolutamente inutile.
Sì perché per quanto se ne possa dire, in Italia, come nel resto del mondo se si è un minimo capaci e/o si possiede una qualche qualifica le opportunità di lavoro o di ricerca non sono poche, e bisogna essere proprio determinati per riuscire a non coglierle... Personalmente ne ho avute molte sia in ambito di ricerca che privato sia in italia che all'estero, e le ho buttate tutte nel cxxso con puntualità e precisione. Proprio tutte.
Ora, senza entrare troppo in sventurati dettagli, mi limiterò a dire che ad oggi sono fuori dall'università e non ho un lavoro, ma ho molto tempo libero...il che mi porta al punto della questione.
Sono incappato per puro caso nella tesi di laurea di un mio conoscente e l'argomento trattato ha subito suscitato il mio interesse. Parliamo ovviamente di modelli previsionali in econometria. Ho passato i 10 giorni seguenti a studiare un po' di letteratura per vedere un po' qual è lo stato dell'arte in quest'area della matematica (il mio campo è tutt'altro) e ne sono rimasto affascinato.
Ora, tagliando corto, le mie domande sono le seguenti:
1. Qualcuno di qui ha testato sul campo questi algoritmi? Ho cercato un po' nel forum e qualcosa ho trovato relativamente ai sistemi di trading ma non molto, ho visto che si è provato a svilupparne uno, ma sono 2 thread enormi e non li ho letti tutti, da che ho capito l'idea di partenza era sfruttare l'anticipo dello S&P500 mentre quello che ho in mente io è un uso intensivo e sistematico di tutta la gamma di algoritmi noti applicati in modo selettivo a una vastità di strumenti e titoli.
2. Se sì, con che risultati?
3. Se qualcuno ne traesse profitto pensate che verrebbe a dirmelo?
Riflettendoci attentamente la prima obiezione che mi sono posto è che se questo genere di approccio basato unicamente sull'analisi di serie storiche fosse davvero efficace di certo sarebbe sfruttato da tutti e smetterebbe di essere efficace in breve tempo...però mi sono anche risposto che probabilmente il trader più o meno amatoriale non ha le competenze per un approccio sistematico di natura scientifica e probabilmente non ha voglia di stare dietro a 200 titoli al giorno e di monitorare gli algoritmi; mentre il prop trader di una grande banca estera probabilmente per le sue strategie ha a disposizione informazioni la cui rilevanza sulla previsione è di un ordine di grandezza superiore rispetto a quella dei puri modelli previsionali; se questa teoria è esatta resta scoperto il settore di mezzo...quello dei trader amatoriali ma preparati e con tanto tempo libero...ecco, credete che quest'ultima categoria possa riuscire a trarre un qualche guadagno per quanto esiguo da un approccio sistematico?
Le mie intenzioni in ogni caso sono le seguenti:
1. La quasi totalità del mio interesse sull'argomento è puramente intellettuale, anche volendo non avrei il capitale per fare investimenti in grado di stostentarmi. Si tratta al limite di mettere lì 200 euro e vedere se riesco a farli diventare 210 a fine mese con una certa costanza, in sostanza un gioco e nulla più. (Per ora almeno, questo stato di cose potrebbe modificarsi in futuro)
2. L'idea di base è che non potendo prevedere il futuro la massima aspirazione è quella ovviamente di avere un algoritmo che dia più segnali giusti che sbagliati; anche pochi in più, in questo modo il nostro valore atteso sarebbe positivo e grazie alla santissima legge dei grandi numeri per una volta sarebbe il banco a perdere sul lungo periodo...il prezzo da pagare è che diventerebbe una cosa molto impegnativa e richiederebbe un costante intervento umano.
Da completo ignorante la mia idea sarebbe reperire più serie storiche possibili relative a più titoli possibili e analizzarle una ad una cercando di ottimizzare la previsione, con un occhio fisso alla performance e l'altro fisso al coefficiente di Akaike o qualche altro analogo che tenga sotto controllo i gradi di libertà ed eviti l'overfitting. Ovviamente l'idea è che l'algoritmo che funziona per un titolo probabilmente non funzionerà per un altro e che entrambi probabilmente non funzioneranno più dopo un dato tempo, quindi si tratterebbe di modificarli con una certa frequenza tenendo aggiornate le serie. I modelli possibili sono, di fatto, infiniti e nessuno vieta di improvvisare creandone ad hoc. Tanto per chiarire, mi riferisco a tutta la gamma di approcci possibili a partire dalle semplici regressioni lineari o superlineari, passando per i vari modelli autoregressivi tipo AR MA ARMA ARIMA SARIMA ARCH GARCH TGARCH IGARCH APARCH, le combinazioni ovviamente ARMA-GARCH, ARIMA-GARCH e così via con un'altra cinquantina di sigle simili, poi ancora modificando le distribuzioni via via fino a giungere agli algoritmi adattivi, i modelli markoviani, le reti neurali e chi più ne ha più ne metta, insomma gli strumenti a disposizione dell'analista sono infiniti (letteralmente), si tratta di scegliere il migliore caso per caso in base ai soliti parametri di massima versosimiglianza e minimo fitting e poi monitorare questi parametri nel tempo. Bisognerebbe scegliere titolo per titolo anche la lunghezza della serie storica e la cadenza delle previsioni e tra tutte queste cose risulterebbe un lavoro impegnativo. Ad esempio però in internet si legge di performance notevoli degli ARIMA-GARCH-T su S&P500 e ci sono molti altri esempi di successi ottenuti con altri modelli su altre serie. In ogni caso così siamo ancora solo a metà dell'opera, perché una volta identificati i segnali serve un algoritmo che mi dica anche (sempre su base probabilistica) partendo dall'"intensità" di questi segnali, dalle varianze, dalle correlazioni e dagli intervalli di confidenza, quanto devo investire e a che quota fissare stop loss e stop limit in modo che in caso di errore siano abbastanza stretti da contenere le perdite ma abbastanza larghi per massimizzare il gain e "lasciare il tempo al destino di compiersi" realizzando il valore atteso che avevamo previsto, evitando quindi di uscire magari per una fluttuazione negativa. Su questo ovviamente bisogna improvvisare e crearli di sana pianta gli algoritmi. Purtroppo ripeto, il prezzo da pagare per renderla il più possibile una cosa sistematica e il meno possibile un azzardo è investire poco e su più titoli possibili così anche se il sistema riesce a darci solo 51 previsioni corrette su 100 alla fine della giornata avremo qualcosa in mano. Mi rendo conto che forse sono ingenuo a pensare una cosa così, e probabilmene sono solo l'ultimo di una lunga serie di scientisti che pensano di cavarsela con la matematica; o forse no, ditemelo voi. Questo è più o meno quello che ho in mente; da queste parti è mai stato tentato?
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