Non ho una badante.
Condivido quello che hai detto sui guadagni e sulla vita lavorativa "dolce".
E considerati questi due aspetti posso anche essere d'accordo in line adi massima con quanto scrivi:
come datore di lavoro concedere il meno possibile, ogni concessione che gli darete, diventerà un diritto acquisito che se non verrà concesso nuovamente, sarà fonte di attriti.
Così passo dopo passo un giorno vi alzerete e vi chiederete, ma il mio datore di lavoro, mi ha mai concesso niente?
La mia domanda è: questo ragionamento viene fatto da un libero professionista/imprenditore che dà lavoro in generale o da un un dipendente che magari fa le stesse richieste della badante al suo datore di lavoro?
Faccio la domanda in modo impersonale, non prederla direttamente.
Lo chiedo perchè mio zio (ex operaio) ha avuto bisogno della badante che gli faceva storcere il naso per la richiesta dei giorni di riposo settimanale.
Lei gli diceva: ma scusa, tu quando lavoravi, come facevi? Non facevi come me?
Ritengo l'appunto della badante molto pertinente, perchè mi pare veramente una cosa spiacevole che siamo sempre pronti a chiedere, protestare...quando ci fa comodo e poi quando siamo dall'altra parte della barricata ci comportiamo esattamente come quelli di cui criticavamo i comportamenti, i coseddetti padroni.
Sono un dipendente, se fossi un imprenditore non starei a contare i spicci.
Anche non essendo capitalista per mio padre sarei disposto a fare debiti.
E' su questo semplice concetti che la badante farà leva.
Sa bene, vedendo come mi comporto che per la serenità di mio padre sarei disposto a buttre giù il rospo più di una volta.
Per il classico datore di lavoro invece la logica che lo induce a fare le scelte e quella del miglior profirro.
Non mi sembra il caso di parlare di diritti del dipendente, in questi termini. La quasi totalita dei ragazzi oggi deve seguire questo iter:
1) Contratto a progetto, dove le ferie, la malattia e i permessi non sono contemplati. Per i pochi contributi che maturi invece, quasi sempre vengono persi perche non saranno cumulabili con quelli che avrai con un contratto Normale.
2) Contratto di formazione di 3 anni dove il datore di lavoro non paga contributi e il dipendente sa di essere con un contratto a termine e che se non trotta, a scadenz visto che le agevolazioni finiranno il datore di lavoro potrebbe decidere di darti il bel servito per ripetere il la pratica con il prossimo sfortunato.
Parlo non per sentito dire ma per aver verificato di persona lo stato delle cose.
All' ultima cena con i miei ex collegi di università ho potuto verificare che la situazione non è limitata al contesto locale ma sicuramente si estende su tutto il teritorio nazionale. Ovviamente c'è chi sta peggio e và a spasso.
Secondo me il governo dovrebbe organizzarsi per premiare quei giovani che hanno dimostrato dando 30 esami di Ing. Automatica e Informatica, di voler perndere parte attiva nella soceta e non a tutelare con le unghie e con i denti gli stranieri che con molta probabilità trasferiranno i loro guadagni, ( i nostri ) nel loro paese.
P.S. Nessuno parla di non dare il riposo settimanale.
Parlando con gli amici, di quando eravamo dei fanciulli ci siamo fatti delle grasse risate amare.
Quando eravamo dei bambini e volevamo giocare nel campetto, anche se eravamo arrivati per primi, quando arrivavano i grandi, era ora di farsi da parte senza tante storie altrimenti rischiavi qualche sberla.
Poi quando siamo diventati grandi, andavi al campetto e trovavi i ragazzini che ti dicevano, ci siamo prima noi e se mi tocchi chiamo con il telefonino il vigile e ti faccio passare i guai!
Badate bene, non eravano e non siamo tonti, sono i tempi ad essere cambiati.
La stessa logica vale per i nostri emigranti e per i comunitari che si affacciano nel nostro Bel Paese.