Chiarimenti regime forfettario 2019

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Ragazzi ciao e buon anno,
Ho dei dubbi sono ignorante in materia.

Se io lavoratore dipendente apro partita iva come libero professionista (gestione separata inps) il reddito da lib prof non va a sommarsi a quella da lavoratore dipendente nel calcolo del maledetto scaglione vero?
 
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Ragazzi ciao e buon anno,
Ho dei dubbi sono ignorante in materia.

Se io lavoratore dipendente apro partita iva come libero professionista (gestione separata inps) il reddito da lib prof non va a sommarsi a quella da lavoratore dipendente nel calcolo del maledetto scaglione vero?

Da quello che ho inteso occorre distinquere:

. il reddito di impresa

dal

. il reddito da libero professionista.

Nel primo caso se l'attività di dipendente è prevalente non paghi contributi aggiuntivi,nel secondo caso pagherai un'aliquota ridotta in proporzione al reddito prodotto.

Io ero pensionato,agente assicurativo e promotore finanziario,iscritto all'enasarco.L'inps disse che come promotore dovevo pagare i contributi relativi anche all'inps oltre che all'enasarco,mi appellai persi la causa,ma in compenso ebbi la supplementare.
 
Ragazzi ciao e buon anno,
Ho dei dubbi sono ignorante in materia.

Se io lavoratore dipendente apro partita iva come libero professionista (gestione separata inps) il reddito da lib prof non va a sommarsi a quella da lavoratore dipendente nel calcolo del maledetto scaglione vero?

i redditi si sommano in quanto la legge finanziaria parla di "ricavi conseguiti o compensi percepiti " non distinguendo tra imponibili IRPEF o a tassazione separata. quindi NON devi superare i 65.000 nella somma tra reddito dipendente e autonomo DELL' ANNO PRIMA
 
Riporto quanto scritto in un altro sito dedicato:

I ricavi che devi prendere in considerazione sono i tuoi ricavi di impresa, ovvero quelli conseguiti con la tua Partita Iva individuale, non concorrono alla formazione del limite dei 65.000 euro i redditi provenienti da lavoro dipendente, da pensioni, ecc.

Se non hai ancora Partita Iva ma vuoi aprirla e aderire al Regime forfettario, dato che non hai ricavi d’impresa che pertanto risulteranno nulli, rientri tranquillamente nel limite dei 65.000 euro.



Quello che invece non mi è ben chiaro e se sono solo i contributi obbligatori ad abbattere il reddito imponibile e non i contributi versati ai fondi pensione. Secondo voi?
 
La domanda, che forse non ho posto direttamente, era se il reddito percepito da libero professionista sarebbe andato poi a sommarsi a quello da dipendente per poi far salire lo scaglione irpef.

Nell’ultimo chiarimento dell’uff parlamentare sembra che la tassazione rimane comunque separata.

Purtroppo come al solito ci sono interpretazioni varie come dimostra quanto riportato dal collega utente sopra di me....
 
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La domanda, che forse non ho posto direttamente, era se il reddito percepito da libero professionista sarebbe andato poi a sommarsi a quello da dipendente per poi far salire lo scaglione irpef.

Nell’ultimo chiarimento dell’uff parlamentare sembra che la tassazione rimane comunque separata.

Purtroppo come al solito ci sono interpretazioni varie come dimostra quanto riportato dal collega utente sopra di me....

Infatti. Le disposizioni sono fumose e confuse e lasciano spazio a vari dubbi interpretativi.
Da quello che ho capito, viaggeranno su due binari separati.

Facendomi dei calcoli, nel mio caso, conviene aderire al regime forfettario.

È vero che non si possono dedurre i contributi volontari versati alla propria cassa né quelli versati in fondi pensione né le assicurazioni vita, ecc ecc?
 
Infatti. Le disposizioni sono fumose e confuse e lasciano spazio a vari dubbi interpretativi.
Da quello che ho capito, viaggeranno su due binari separati.

Facendomi dei calcoli, nel mio caso, conviene aderire al regime forfettario.

È vero che non si possono dedurre i contributi volontari versati alla propria cassa né quelli versati in fondi pensione né le assicurazioni vita, ecc ecc?

Esatto il forfettario non si porta nulla in dettazione.... io anche aderirò al forfettario visto che starei con la gestione separata dell’inps
 
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Infatti. Le disposizioni sono fumose e confuse e lasciano spazio a vari dubbi interpretativi.
Da quello che ho capito, viaggeranno su due binari separati.

Facendomi dei calcoli, nel mio caso, conviene aderire al regime forfettario.

È vero che non si possono dedurre i contributi volontari versati alla propria cassa né quelli versati in fondi pensione né le assicurazioni vita, ecc ecc?

I contributi previdenziali vengono tolti al reddito imponibile prima della tassazione anche nel forfettario.
 
La domanda, che forse non ho posto direttamente, era se il reddito percepito da libero professionista sarebbe andato poi a sommarsi a quello da dipendente per poi far salire lo scaglione irpef.

Nell’ultimo chiarimento dell’uff parlamentare sembra che la tassazione rimane comunque separata.

Purtroppo come al solito ci sono interpretazioni varie come dimostra quanto riportato dal collega utente sopra di me....


Assolutamente non si cumula il reddito. Il forfettario non va ad aumentare la base imponibile Irpef dato che appunto viene tassato forfettariamente al 15%. Altrimenti sarebbe tassato sia forfettariamente che in maniera ordinaria!
 
I contributi previdenziali vengono tolti al reddito imponibile prima della tassazione anche nel forfettario.

Solo quelli obbligatori. I contributi volontari no. Secondo voi, tra i volontari (e quindi non deducibili) rientrano solo i fondi pensione aperti o di categoria che siano o anche le quote aggiuntive versate volontariamente alla propria cassa?
 
Solo quelli obbligatori. I contributi volontari no. Secondo voi, tra i volontari (e quindi non deducibili) rientrano solo i fondi pensione aperti o di categoria che siano o anche le quote aggiuntive versate volontariamente alla propria cassa?

Più cerco di approfondire l'argomento, più ottengo risposte discordanti.

Nel mio caso, oltre ai contributi obbligatori per legge versati alla cassa di appartenenza, ho la possibilità di:

- effettuare versamenti aggiuntivi volontari (tra l'1 e il 5%) sul reddito prodotto in convenzione;
- optare per l'aliquota ridotta (50% dell'ordinaria) sui redditi prodotti sulla libera professione;
- versare contributi al fondo pensione di categoria "Fondo sanità".

Quali di questi è possibile dedurre nel regime forfettario?



Alcuni si rifanno al TUIR (Testo Unico Imposte sul Reddito), ossia il DPR 917/1986, all’articolo 10, comma 1, lettera e) che riporta "i contributi previdenziali ed assistenziali versati in ottemperanza a disposizioni di legge, nonché quelli versati facoltativamente alla gestione della forma pensionistica obbligatoria di appartenenza, ivi compresi quelli per la ricongiunzione di periodi assicurativi."

Altri si rifanno alla circolare n. 10/E/2016 “sono deducibili i contributi previdenziali dovuti per legge, compresi i contributi previdenziali versati per conto dei collaboratori dell’impresa familiare fiscalmente a carico, nonché quelli versati per conto dei collaboratori non fiscalmente a carico, a condizione che il titolare non abbia esercitato nei loro confronti il diritto di rivalsa” in cui vengono riportati solo i contributi dovuti per legge e non i versamenti su base volontaria.

In pratica, cosa si può dedurre?

Conviene lo stesso aderire al fondo integrativo? O scegliere solo la contribuzione volontaria?

Conviene optare per l'aliquota ridotta e investire la restante parte o scegliere l'aliquota ordinaria?
 
Salve a tutti,
Ho deciso di passare al Regime Forfettario dal 2019 per la mia attività marginale, dopo essere venuto a conoscenza delle nuove disposizioni, che permettono ai lavoratori dipendenti di accedervi anche superando i 30.000 € lordi, purché “il lavoro con partita IVA, NON sia fatto prevalentemente nei confronti di datori di lavoro con i quali sono in corso rapporti di lavoro dipendente”. In effetti io supero i 30.000 lordi di lavoro dipendente, e il lavoro con partita IVA non ha nulla a che vedere con quello di lavoro dipendente (in altre parole nessuna prestazione e fattura la faccio al mio datore di lavoro).
Premetto che ho inserito ancora a ottobre 2018 (non sapendo che avrei potuto optare per il Forfettario dal 2019) la mia PEC nel cassetto fiscale “Fatture e Corrispettivi” come codice destinatario per SDI, in previsione della fatturazione elettronica dal 2019.
Erroneamente ho anche emesso una fattura elettronica (che fino ad ora e’ anche l’unica) ad un privato (senza P.I.) Codice destinatario “0000000”, agli inizi di gennaio 2019, inserendomi come regime ORDINARIO e applicando l’Iva 22% sulla fattura.
Spero che il “COMPORTAMENTO CONCLUDENTE” di cui si parla sulle istruzioni, in merito al Regime Forfettario (che sarebbe quello di avere emesso una fattura con iva e indicato come regime “Ordinario”), non mi ostacoli nel procedere a cambiare regime fiscale da Semplificato a Forfettario dal 2019.
Quale comportamento mi consigliate di seguire a questo punto.
Secondo voi una Nota Credito a storno totale della fattura , e una riemissione della stessa fattura inserendola con il regime “Forfettario” e l’esenzione iva N2, potrebbe essere la soluzione giusta.
Resto in attesa di Vs. opinioni.
Luca
 
si hai fatto un po un pasticcio.
Emettere la nota di credito (elettronica) a storno mi sembra il minimo.
Ma perchè hai emesso una fattura elettronica in regime ordinario?
 
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