Buongiorno a tutti,
Il debito pubblico italiano ha ormai sfondato quota 130% e, malgrado i tassi bassissimi, non si vede all'orizzonte un'inversione di rotta. Le ultime elezioni ci hanno inoltre regalato una possibile maggioranza di partiti che, pur proponendosi come il nuovo, vogliono fare quello che si è fatto negli ultimi 40 anni e che ha causato tanti dei nostri problemi, ovvero distribuire soldi pubblici per creare consenso e non per modernizzare e ottimizzare la cosa pubblica e stimolare gli investimenti privati.
Se qualcosa non cambia radicalmente (e secondo me quello da cambiare è la testa dell'italiano medio, ma questo è un altro discorso), presto o tardi, con la prossima crisi economica o stretta finanziaria si arriverà ad un redde rationem. A quel punto quello che potrà succedere, almeno per quello che capisco io, è:
a) Usciremo dall'euro, ritornando alla lira e dichiarando contestualmente fallimento (perché non vedo come potremmo, tornati alla lira, pagare un debito che rimane in valuta forte che già prima non riuscivamo a pagare). I soldi sui conti correnti varrebbero (se va bene) la metà da un giorno all'altro e l'inflazione galoppante farebbe il resto.
b) Prelievo forzoso per rimpolpare le casse dello stato. In questo caso immagino si preleverebbe soltanto da una certa cifra in su, come ad esempio è successo a Cipro.
Le due cose non avverrebbero necessariamente in maniera esclusiva: si potrebbe avere a e b contemporaneamente, oppure prima b e poi, se insufficiente, a.
Dopo questa lunga premessa la domanda che vi pongo è: condividete questa analisi, e se si', come vi comportereste (o magari vi state comportando) sul medio/lungo periodo per mettere al riparo il vostro capitale da una simile eventualità? Conti all'estero? (ma comunque vanno dichiarati sul 730 e sono attaccatili da prelievo forzoso) Comprare immobili? (che è vero che "seguono" la svalutazione, ma in un contesto di crisi economica perderebbero comunque molto del loro valore) Altro?
Grazie a chi vorrà condividere il suo punto di vista.
Il debito pubblico italiano ha ormai sfondato quota 130% e, malgrado i tassi bassissimi, non si vede all'orizzonte un'inversione di rotta. Le ultime elezioni ci hanno inoltre regalato una possibile maggioranza di partiti che, pur proponendosi come il nuovo, vogliono fare quello che si è fatto negli ultimi 40 anni e che ha causato tanti dei nostri problemi, ovvero distribuire soldi pubblici per creare consenso e non per modernizzare e ottimizzare la cosa pubblica e stimolare gli investimenti privati.
Se qualcosa non cambia radicalmente (e secondo me quello da cambiare è la testa dell'italiano medio, ma questo è un altro discorso), presto o tardi, con la prossima crisi economica o stretta finanziaria si arriverà ad un redde rationem. A quel punto quello che potrà succedere, almeno per quello che capisco io, è:
a) Usciremo dall'euro, ritornando alla lira e dichiarando contestualmente fallimento (perché non vedo come potremmo, tornati alla lira, pagare un debito che rimane in valuta forte che già prima non riuscivamo a pagare). I soldi sui conti correnti varrebbero (se va bene) la metà da un giorno all'altro e l'inflazione galoppante farebbe il resto.
b) Prelievo forzoso per rimpolpare le casse dello stato. In questo caso immagino si preleverebbe soltanto da una certa cifra in su, come ad esempio è successo a Cipro.
Le due cose non avverrebbero necessariamente in maniera esclusiva: si potrebbe avere a e b contemporaneamente, oppure prima b e poi, se insufficiente, a.
Dopo questa lunga premessa la domanda che vi pongo è: condividete questa analisi, e se si', come vi comportereste (o magari vi state comportando) sul medio/lungo periodo per mettere al riparo il vostro capitale da una simile eventualità? Conti all'estero? (ma comunque vanno dichiarati sul 730 e sono attaccatili da prelievo forzoso) Comprare immobili? (che è vero che "seguono" la svalutazione, ma in un contesto di crisi economica perderebbero comunque molto del loro valore) Altro?
Grazie a chi vorrà condividere il suo punto di vista.