L'uscita furtiva dall'euro!!

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Usciremo dall'euro in modo furtivo come nell'ipotesi dell'articolo??


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Brousseau – L’uscita furtiva dall’euro | Vocidallestero

Brousseau – L’uscita furtiva dall’euro

Di Henry Tougha - Ottobre 30, 2017

Vincent Brousseau, sul sito di UPR, propone uno scenario suggestivo e inquietante di fine dell’euro, gestito dalla Germania. Siamo abituati a pensare che la fine dell’euro debba essere un evento storico clamoroso, ma portando alle estreme conseguenze una proposta lanciata da Weidmann (probabilmente il futuro presidente della BCE) e recentemente ripresa dagli economisti dell’IFO, la fine dell’euro potrebbe essere un evento graduale e quasi impercettibile, mascherato da una serie di questioni tecniche. Nel frattempo, però, la scia di macerie e disperazione che l’euro ha prodotto sarà ben tangibile.


di Vincent Brousseau*, 25 ottobre 2017

Un recente articolo del grande giornale tedesco “Die Welt” ci riporta al tema a noi caro della probabile uscita “furtiva” dall’euro.

Riassunto degli episodi precedenti

Ho già affrontato questo argomento in due articoli pubblicati sul sito dell’UPR:

Perché l’euro è condannato” (qui in italiano), messo online 1 anno e 9 mesi fa, il 16 febbraio 2016

La disgregazione del pensiero“, messo online 10 mesi fa, il 26 dicembre 2016

Nel primo articolo, quello che qui più ci interessa è il paragrafo intitolato “La cautela del signor Weidmann”.

Weidmann, presidente di Bundesbank, aveva presentato – ormai quasi cinque anni fa – una proposta estremamente cauta, che avrebbe portato inevitabilmente alla fine dell’unione monetaria, ma sotto l’aspetto rassicurante e innocente di una riforma puramente tecnica.

In poche parole si trattava della questione di rendere obbligatoria una garanzia sui Target, in termini di oro, dollari, titoli di stato (questo poco importa).

Una banca centrale trasferisce dei fondi via Target aumentando il proprio disavanzo? Non c’è problema, risponde in pratica il Presidente della Bundesbank, purché depositi delle garanzie con le quali impegnarsi per questo aumento del debito. Cosa c’è di più normale, all’apparenza?

La trappola nascosta era che con un tale obbligo verrebbe necessariamente il momento in cui la banca centrale interessata, probabilmente una dei paesi del sud dell’Europa, non avrà più alcuna garanzia da depositare. A quel punto i suoi trasferimenti via Target verrebbero… negati.

A questo punto gli euro del paese coinvolto varrebbero meno degli euro degli altri paesi, perché con un euro di questo paese non si potrebbe più ottenere un euro di un altro paese. Il tasso di cambio fisso 1 a 1 terminerebbe immediatamente, e per l’euro sarebbe scacco matto in tre mosse.

Il presidente della BCE, Mario Draghi, che non è meno intelligente di Weidmann, aveva rifiutato questa proposta tedesca. Ma ormai una pietra miliare era stata posata, e lui non poteva fare altro che aspettare che questa proposta riemergesse.

E adesso è tornata.

Nel mio secondo articolo, quel che qui ci interessa è il paragrafo intitolato “La ‘piccola frase’ del presidente dell’IFO”.

Vediamo il presidente dell’IFO pretendere che il governo di Berlino intervenga per esortare la BCE ad adottare le misure per contrastare un “uso illegale ed eccessivo” dei saldi su Target. Si tratta nuovamente dell’idea di vietare o bloccare certi trasferimenti via Target. Non è difficile capire da dove venga questa proposta. Soprattutto perché l’unica misura concreta che avrebbe realmente questo effetto sarebbe proprio… quella proposta da Weidmann.

L’articolo su Die Welt del 23 ottobre 2017

Il 23 ottobre 2017 il giornale Die Welt ha pubblicato un articolo che può segnare un momento storico. Già col titolo “Gli economisti mettono in guardia contro un rischio di mille miliardi di euro per la Germania” (“Ökonomen warnen vor Billionenrisiko für Deutschland”) l’articolo mette le carte in tavola.

Die Welt, uno dei maggiori giornali tedeschi, di solito è piuttosto “benpensante”. Due degli economisti che si esprimono, Sinn e Gerken, sostengono l’idea di una riduzione dei debiti su Target tramite un piano di rimborso che segua un calendario preciso, da effettuarsi “per esempio in oro”, lasciando intendere che non si possano rimborsare dei debiti Target facendo altri debiti Target.

L’economista Sinn, inoltre, richiede… la garanzia sui debiti Target di nuova creazione: si tratta del piano Weidmann che ritorna in superficie.

Va da sé che la proposta di rimborsare i Target in oro è irrealistica.

Da una parte, i debitori non posseggono nemmeno abbastanza oro per farlo.

Il giornale tedesco lo dimostra pubblicamente mostrando una piccola tabella che confronta i debiti Target con le riserve auree:

TARGET-Nantissement-en-or-768x367.png


D’altra parte, la scelta è politicamente impraticabile, come ammette di fatto l’altro economista, Gerken.

Tuttavia, la semplice garanzia sui nuovi debiti Target è, questa sì, realizzabile…

Pertanto questa misura è presentata come l’unica che appare essere un compromesso ragionevole e moderato.

L’idea originale di Weidmann sta quindi guadagnando credibilità. Questo è ciò che intendevo, nel 2012, dicendo che era stata posta una pietra miliare.

Tutto il resto diventa più chiaro

L’articolo di Die Welt dimostra che i confini si stanno spostando, e che ora dobbiamo aspettarci che questa misura si presenti come logica, ragionevole, e che venga adottata senza grandi resistenze.

Di conseguenza abbiamo un’idea più precisa di quale sarà la fine dell’euro.

Non vedremo i capi di stato e di governo andare in televisione, con area funerea, ad annunciare la fine dell’euro. Non ci sarà alcuna ondata di titoli e di commenti indignati, terrorizzati e spettacolari a condanna di un avvenimento storico che ci ributterà indietro di 25 anni (o di 50 anni, o di 100 anni, o all’età della pietra). Non vedremo nessuna esplosione d’indignazione di Bernard-Henri Lévy o di altri Cohn-Bendit. Non ci sarà alcun discorso sobrio e solenne di Macron, dignitoso nel suo dolore. Nessuna grande notte.

No, la fine dell’euro sarà molto più insignificante.

Che forma prenderà?

Un giorno potrete leggere, a pagina 23 del vostro quotidiano, a caratteri piccoli, che i trasferimenti via Target sono stati rifiutati “per ragioni tecniche”.

La vostra banca allora vi informerà che dovrete pagare delle tasse aggiuntive se volete trasferire il vostro denaro verso alcuni paesi del Nord. Verrà data una spiegazione ma sarà incomprensibile.

Ma tanto chi riesce mai a capire le loro spiegazioni?

Sentirete dire che sono apparse delle quotazioni euro spagnolo/euro tedesco sul terminali di Bloomberg o Reuters, che EURESPGER = 0.9895/97. Ma dato che non avete davanti i terminali di Bloomberg o di Reuters questo non attirerà la vostra attenzione.

Dalla lingua di legno dei media europeisti o di governo non verrà dichiarato alcun cambiamento: ogni giorno le stesse frasi, gli stessi giri di parole, l’euro, l’Europa che è il nostro avvenire, e noi che progrediamo verso la sua edificazione.

Vi accorgerete che ci sono state delle nuove restrizioni sulla quantità di denaro contante che potrete importare quando attraversate una frontiera, ma vi diranno che è solo per combattere contro il riciclaggio del denaro sporco, la droga, il terrorismo o chissà che altro.

I governi “populisti” dell’Europa dell’Est ironizzeranno con gran piacere sul fallimento dell’euro, ma dato che sono “populisti”, i nostra media vi assicureranno che ciò che dicono non ha alcuna importanza.

E allora prenderete l’abitudine, ogni volta che comprerete qualcosa su Internet che viene da un altro paese euro, di applicare una soprattassa o uno sconto, a seconda dei casi, rispetto al prezzo che vedrete pubblicato nel sito. Diventerà un riflesso di cui neanche vi accorgerete.

Poco per volta, però, diventerà inevitabile accorgersi che l’unione monetaria avrà smesso di esistere.

Ma allora vi verrà detto che già si sapeva, che tutti l’avevano detto e pensato.

La presa di coscienza della fine dell’euro sarà un non-evento. Solo qualche storico dell’economia cercherà di ripercorrere la storia di questa uscita furtiva, ma l’opinione pubblica generale si starà già occupando di altro.

E nel momento in cui finalmente riappariranno le banconote nazionali, le lire, i franchi, i marchi, questo verrà percepito come qualcosa che sta nell’ordine delle cose. Non ci sarà nessun terremoto.

Nel frattempo, milioni di disoccupati saranno stati gettati per la strada da questo progetto fumoso, e interi settori delle economie europee, una volta prosperi, saranno distrutti per sempre.


*Vincent Brousseau è responsabile nazionale dell’UPR per l’euro e le questioni monetarie; ex allievo della Ecole Normale Supérieure di Saint-Cloud; Dottorato di ricerca in matematica presso l’Università di Parigi IX; Dottore in Economia presso l’École des hautes études en sciences sociales (EHESS); ha lavorato per 15 anni presso la Banca centrale europea (BCE), in particolare nel campo della politica monetaria che è al cuore del sistema
 
Dopo aver letto quest'articolo, mi sono detto... Perfetto, hanno trovato il miglior modo per tornare ognuno alle proprie valute senza che possa avvenire la corsa agli sportelli a ritirare i contanti per paura che vengano convertiti in lire svalutate, ma in un primo momento non succederebbe nulla dato che avremmo in mano gli stessi identici Euro, ma Euro Italiani, Euro Francesi etc. che fluttuano con i nuovi tassi di cambio ed in un secondo momento stamperebbero le nuove banconote, ma orma i risparmi sarebbero già svalutati..

Per questo probabilmente con la scusa del terrorismo prima che ciò si verifichi chiuderanno le frontiere per evitare che qualcuno porti i contanti in banche tedesche fisicamente...

E' un ipotesi che portebbe essere anche il miglior modo di prenderci tutti alla sprovvista e questo avverrebbe dal giorno alla notte!!
Ti svegli ed hai "Euro Italiani"!!


Pensateci bene, secondo voi a cosa doveva servire il QE?? A rimborsare alle banche tedesche e francesi i soldi che avevano investito nei paesi del sud europa, ed una volta che si saranno ripresi indietro tutti i loro soldi, sono liberi di tornare alle proprie rispettive valute...
 
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Dopo aver letto quest'articolo, mi sono detto... Perfetto, hanno trovato il miglior modo per tornare ognuno alle proprie valute senza che possa avvenire la corsa agli sportelli a ritirare i contanti per paura che vengano convertiti in lire svalutate, ma in un primo momento non succederebbe nulla dato che avremmo in mano gli stessi identici Euro, ma Euro Italiani, Euro Francesi etc. che fluttuano con i nuovi tassi di cambio ed in un secondo momento stamperebbero le nuove banconote, ma orma i risparmi sarebbero già svalutati..

Per questo probabilmente con la scusa del terrorismo prima che ciò si verifichi chiuderanno le frontiere per evitare che qualcuno porti i contanti in banche tedesche fisicamente...

E' un ipotesi che portebbe essere anche il miglior modo di prenderci tutti alla sprovvista e questo avverrebbe dal giorno alla notte!!
Ti svegli ed hai "Euro Italiani"!!


Pensateci bene, secondo voi a cosa doveva servire il QE?? A rimborsare alle banche tedesche e francesi i soldi che avevano investito nei paesi del sud europa, ed una volta che si saranno ripresi indietro tutti i loro soldi, sono liberi di tornare alle proprie rispettive valute...

E' da qualche anno che penso che qualcosa di brutto deve succedere. Sappiamo bene che in Europa non ci sono buoni samaritani anzi, tutt'altro! E un giorno dovranno renderne conto all'Altissimo. Posto il problema, occorre pensare alle soluzioni: lingotti d'oro? Ma anche azioni come Eni ad esempio che è un'azienda globalizzata, con sede legale in Italia e con l'eventuale ritorno alla Lira svalutata i bilanci dovrebbero crescere, dovendo convertire $ ecc. in Lire. E' noto che con una valuta svalutata le borse di riferimento crescono alla grande, come quella di Caracas ad esempio. Personalmente dal gennaio 2015 continuo ad accumulare Rubli e chi vivrà vedrà...!
 
E' da qualche anno che penso che qualcosa di brutto deve succedere. Sappiamo bene che in Europa non ci sono buoni samaritani anzi, tutt'altro! E un giorno dovranno renderne conto all'Altissimo. Posto il problema, occorre pensare alle soluzioni: lingotti d'oro? Ma anche azioni come Eni ad esempio che è un'azienda globalizzata, con sede legale in Italia e con l'eventuale ritorno alla Lira svalutata i bilanci dovrebbero crescere, dovendo convertire $ ecc. in Lire. E' noto che con una valuta svalutata le borse di riferimento crescono alla grande, come quella di Caracas ad esempio. Personalmente dal gennaio 2015 continuo ad accumulare Rubli e chi vivrà vedrà...!

Le azioni in generale tornerebbero a far gola anche ai piccoli risparmiatori dato che li preserverebbe dall'inflazione ed andrebbe a discapito del reddito fisso come i TDS..
Ormai bisogna mettere in conto che viviamo in un epoca in cui tutto può succedere ed essere pronti a fare il possibile per sopravvivere agli eventi che ci potrebbero travolgere...
Invito soltanto a non sottovalutare le modalità di uscita furtiva dall'euro, perchè tra le tante teorie che ho letto negli ultimi anni, questa mi sembra, qualora volessero procedere con lo smantellamento dell'area euro, la più convincente per il semplice fatto che opererebbero sul paziente mentre lo tengono a dormire e quando si risveglia non potrà fare più niente che non sia una semplice sensazione di fregatura, ma dato che sarebbe per tutti, mal comune mezzo gaudio..
 
Ultima modifica:
Sputnik Italia ha raggiunto per un'intervista il saggista Lorenzo Valloreja, autore del libro "Al di là del pregiudizio" che verrà presentato il 12 dicembre presso la Sala Stampa del Senato.

Italia strozzata da euro, Ue e NATO - Sputnik Italia

Certo è che con l'euro ci stiamo solo perdendo, mentre la Germania fa i suoi interessi...

Non ci starei mai in una unione monetaria dove il mio euro che ho in tasca non vale quanto l'euro che ha in tasca un tedesco o un greco... Tanto vale allora scriverci lire sulla facciata delle banconote, se ci deve essere un tasso di cambio, non voglio che c sia scritta la parola euro sulle mie banconote..

Vogliamo davvero decurtare i salari e le pensioni per poter stare nell'euro??
Davvero le gente preferirebbe la decurtazione nominale dello stipendio??
Penso che per la maggior parte delle persone sia ben più digeribile la svalutazione della moneta alla decurtazione nominale dell'importo in busta paga....

La decurtazione sta avvenendo ogni qual volta un'industria dice che non ce la fa; chiama i sindacati che aprono il famoso tavolo e decidono per i contratti di solidarietà così al posto di licenziare una percentuale del personale, si decide di tenerli tutti ma con uno stipendio più basso.. La prima volta tutti accettano perchè meglio questo stipendio decurtato che la probabilità che sia proprio tu a dover essere licenziato, ma se poi tra due anni ti dicessero che devono decurtarti ancora e poi ancora, si capisce la fregatura no??
Stiamo andando alla deriva .. Lo sanno tutti, ma nessuno che prenda la fatidica decisione di avviare le pratiche della disintegrazione dell'Euro...
 
le risposte al sondaggio sono piuttosto vaghe e carenti

per esempio c'è un -No, distruggerebbe i risparmi di milioni di italiani..

quando invece potrebbe esserci un
-Si, distruggere i risparmi di milioni di italiani è la Soluzione Finale (Endlösung) vagheggiata dai Tedeschi
 
Brousseau – L’uscita furtiva dall’euro | Vocidallestero

Brousseau – L’uscita furtiva dall’euro

[FONT=&]Di Henry Tougha - Ottobre 30, 2017[/FONT]

[FONT=&]Vincent Brousseau, sul sito di UPR, propone uno scenario suggestivo e inquietante di fine dell’euro, gestito dalla Germania. Siamo abituati a pensare che la fine dell’euro debba essere un evento storico clamoroso, ma portando alle estreme conseguenze una proposta lanciata da Weidmann (probabilmente il futuro presidente della BCE) e recentemente ripresa dagli economisti dell’IFO, la fine dell’euro potrebbe essere un evento graduale e quasi impercettibile, mascherato da una serie di questioni tecniche. Nel frattempo, però, la scia di macerie e disperazione che l’euro ha prodotto sarà ben tangibile.[/FONT]


[FONT=&]di Vincent Brousseau*, 25 ottobre 2017[/FONT]

[FONT=&]Un recente articolo del grande giornale tedesco “Die Welt” ci riporta al tema a noi caro della probabile uscita “furtiva” dall’euro.[/FONT]

[FONT=&]Riassunto degli episodi precedenti[/FONT]

[FONT=&]Ho già affrontato questo argomento in due articoli pubblicati sul sito dell’UPR:[/FONT]

[FONT=&]“Perché l’euro è condannato” (qui in italiano), messo online 1 anno e 9 mesi fa, il 16 febbraio 2016[/FONT]

[FONT=&]“La disgregazione del pensiero“, messo online 10 mesi fa, il 26 dicembre 2016[/FONT]

[FONT=&]Nel primo articolo, quello che qui più ci interessa è il paragrafo intitolato “La cautela del signor Weidmann”.[/FONT]

[FONT=&]Weidmann, presidente di Bundesbank, aveva presentato – ormai quasi cinque anni fa – una proposta estremamente cauta, che avrebbe portato inevitabilmente alla fine dell’unione monetaria, ma sotto l’aspetto rassicurante e innocente di una riforma puramente tecnica.[/FONT]

[FONT=&]In poche parole si trattava della questione di rendere obbligatoria una garanzia sui Target, in termini di oro, dollari, titoli di stato (questo poco importa).[/FONT]

[FONT=&]Una banca centrale trasferisce dei fondi via Target aumentando il proprio disavanzo? Non c’è problema, risponde in pratica il Presidente della Bundesbank, purché depositi delle garanzie con le quali impegnarsi per questo aumento del debito. Cosa c’è di più normale, all’apparenza?[/FONT]

[FONT=&]La trappola nascosta era che con un tale obbligo verrebbe necessariamente il momento in cui la banca centrale interessata, probabilmente una dei paesi del sud dell’Europa, non avrà più alcuna garanzia da depositare. A quel punto i suoi trasferimenti via Target verrebbero… negati.[/FONT]

[FONT=&]A questo punto gli euro del paese coinvolto varrebbero meno degli euro degli altri paesi, perché con un euro di questo paese non si potrebbe più ottenere un euro di un altro paese. Il tasso di cambio fisso 1 a 1 terminerebbe immediatamente, e per l’euro sarebbe scacco matto in tre mosse.[/FONT]

[FONT=&]Il presidente della BCE, Mario Draghi, che non è meno intelligente di Weidmann, aveva rifiutato questa proposta tedesca. Ma ormai una pietra miliare era stata posata, e lui non poteva fare altro che aspettare che questa proposta riemergesse.[/FONT]

[FONT=&]E adesso è tornata.[/FONT]

[FONT=&]Nel mio secondo articolo, quel che qui ci interessa è il paragrafo intitolato “La ‘piccola frase’ del presidente dell’IFO”.[/FONT]

[FONT=&]Vediamo il presidente dell’IFO pretendere che il governo di Berlino intervenga per esortare la BCE ad adottare le misure per contrastare un “uso illegale ed eccessivo” dei saldi su Target. Si tratta nuovamente dell’idea di vietare o bloccare certi trasferimenti via Target. Non è difficile capire da dove venga questa proposta. Soprattutto perché l’unica misura concreta che avrebbe realmente questo effetto sarebbe proprio… quella proposta da Weidmann.[/FONT]

[FONT=&]L’articolo su Die Welt del 23 ottobre 2017[/FONT]

[FONT=&]Il 23 ottobre 2017 il giornale Die Welt ha pubblicato un articolo che può segnare un momento storico. Già col titolo “Gli economisti mettono in guardia contro un rischio di mille miliardi di euro per la Germania” (“Ökonomen warnen vor Billionenrisiko für Deutschland”) l’articolo mette le carte in tavola.[/FONT]

[FONT=&]Die Welt, uno dei maggiori giornali tedeschi, di solito è piuttosto “benpensante”. Due degli economisti che si esprimono, Sinn e Gerken, sostengono l’idea di una riduzione dei debiti su Target tramite un piano di rimborso che segua un calendario preciso, da effettuarsi “per esempio in oro”, lasciando intendere che non si possano rimborsare dei debiti Target facendo altri debiti Target.[/FONT]

[FONT=&]L’economista Sinn, inoltre, richiede… la garanzia sui debiti Target di nuova creazione: si tratta del piano Weidmann che ritorna in superficie.[/FONT]

[FONT=&]Va da sé che la proposta di rimborsare i Target in oro è irrealistica.[/FONT]

[FONT=&]Da una parte, i debitori non posseggono nemmeno abbastanza oro per farlo.[/FONT]

[FONT=&]Il giornale tedesco lo dimostra pubblicamente mostrando una piccola tabella che confronta i debiti Target con le riserve auree:[/FONT]

[FONT=&]
TARGET-Nantissement-en-or-768x367.png
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[FONT=&]D’altra parte, la scelta è politicamente impraticabile, come ammette di fatto l’altro economista, Gerken.[/FONT]

[FONT=&]Tuttavia, la semplice garanzia sui nuovi debiti Target è, questa sì, realizzabile…[/FONT]

[FONT=&]Pertanto questa misura è presentata come l’unica che appare essere un compromesso ragionevole e moderato.[/FONT]

[FONT=&]L’idea originale di Weidmann sta quindi guadagnando credibilità. Questo è ciò che intendevo, nel 2012, dicendo che era stata posta una pietra miliare.[/FONT]

[FONT=&]Tutto il resto diventa più chiaro[/FONT]

[FONT=&]L’articolo di Die Welt dimostra che i confini si stanno spostando, e che ora dobbiamo aspettarci che questa misura si presenti come logica, ragionevole, e che venga adottata senza grandi resistenze.[/FONT]

[FONT=&]Di conseguenza abbiamo un’idea più precisa di quale sarà la fine dell’euro.[/FONT]

[FONT=&]Non vedremo i capi di stato e di governo andare in televisione, con area funerea, ad annunciare la fine dell’euro. Non ci sarà alcuna ondata di titoli e di commenti indignati, terrorizzati e spettacolari a condanna di un avvenimento storico che ci ributterà indietro di 25 anni (o di 50 anni, o di 100 anni, o all’età della pietra). Non vedremo nessuna esplosione d’indignazione di Bernard-Henri Lévy o di altri Cohn-Bendit. Non ci sarà alcun discorso sobrio e solenne di Macron, dignitoso nel suo dolore. Nessuna grande notte.[/FONT]

[FONT=&]No, la fine dell’euro sarà molto più insignificante.[/FONT]

[FONT=&]Che forma prenderà?[/FONT]

[FONT=&]Un giorno potrete leggere, a pagina 23 del vostro quotidiano, a caratteri piccoli, che i trasferimenti via Target sono stati rifiutati “per ragioni tecniche”.[/FONT]

[FONT=&]La vostra banca allora vi informerà che dovrete pagare delle tasse aggiuntive se volete trasferire il vostro denaro verso alcuni paesi del Nord. Verrà data una spiegazione ma sarà incomprensibile.[/FONT]

[FONT=&]Ma tanto chi riesce mai a capire le loro spiegazioni?[/FONT]

[FONT=&]Sentirete dire che sono apparse delle quotazioni euro spagnolo/euro tedesco sul terminali di Bloomberg o Reuters, che EURESPGER = 0.9895/97. Ma dato che non avete davanti i terminali di Bloomberg o di Reuters questo non attirerà la vostra attenzione.[/FONT]

[FONT=&]Dalla lingua di legno dei media europeisti o di governo non verrà dichiarato alcun cambiamento: ogni giorno le stesse frasi, gli stessi giri di parole, l’euro, l’Europa che è il nostro avvenire, e noi che progrediamo verso la sua edificazione.[/FONT]

[FONT=&]Vi accorgerete che ci sono state delle nuove restrizioni sulla quantità di denaro contante che potrete importare quando attraversate una frontiera, ma vi diranno che è solo per combattere contro il riciclaggio del denaro sporco, la droga, il terrorismo o chissà che altro.[/FONT]

[FONT=&]I governi “populisti” dell’Europa dell’Est ironizzeranno con gran piacere sul fallimento dell’euro, ma dato che sono “populisti”, i nostra media vi assicureranno che ciò che dicono non ha alcuna importanza.[/FONT]

[FONT=&]E allora prenderete l’abitudine, ogni volta che comprerete qualcosa su Internet che viene da un altro paese euro, di applicare una soprattassa o uno sconto, a seconda dei casi, rispetto al prezzo che vedrete pubblicato nel sito. Diventerà un riflesso di cui neanche vi accorgerete.[/FONT]

[FONT=&]Poco per volta, però, diventerà inevitabile accorgersi che l’unione monetaria avrà smesso di esistere.[/FONT]

[FONT=&]Ma allora vi verrà detto che già si sapeva, che tutti l’avevano detto e pensato.[/FONT]

[FONT=&]La presa di coscienza della fine dell’euro sarà un non-evento. Solo qualche storico dell’economia cercherà di ripercorrere la storia di questa uscita furtiva, ma l’opinione pubblica generale si starà già occupando di altro.[/FONT]

[FONT=&]E nel momento in cui finalmente riappariranno le banconote nazionali, le lire, i franchi, i marchi, questo verrà percepito come qualcosa che sta nell’ordine delle cose. Non ci sarà nessun terremoto.[/FONT]

[FONT=&]Nel frattempo, milioni di disoccupati saranno stati gettati per la strada da questo progetto fumoso, e interi settori delle economie europee, una volta prosperi, saranno distrutti per sempre.[/FONT]


[FONT=&]*Vincent Brousseau è responsabile nazionale dell’UPR per l’euro e le questioni monetarie; ex allievo della Ecole Normale Supérieure di Saint-Cloud; Dottorato di ricerca in matematica presso l’Università di Parigi IX; Dottore in Economia presso l’École des hautes études en sciences sociales (EHESS); ha lavorato per 15 anni presso la Banca centrale europea (BCE), in particolare nel campo della politica monetaria che è al cuore del sistema[/FONT]

analisi più che corretta
 
Quindi quando il mandato di Draghi finirà conviene aprire un cc in Germania?
 
Quindi quando il mandato di Draghi finirà conviene aprire un cc in Germania?

Diciamo che qualora un individuo credesse veramente a questo ipotetico scenario e volesse prendere precauzioni, se avesse la possibilità di portare i propri risparmi in Germania e depositandoli in un conto di un parente tedesco(conoscente) sarebbe meglio, dato che potrebbero tener conto dei conti correnti intestati ai non residenti in Germania.. Ma chiaramente se di piccole somme sarebbe più facile, dato che comunque alla dogana attualmente più di 10.000 euro a testa non si può portare in contanti... Queste cose sono per i grandi evasori fiscali che hanno gente che li aiuta a farle come vediamo dai vari report in tv o letto nei libri tipo Panama Papers... Per noi comuni mortali c'è solo da incassare la mazzata dell'impatto della svalutazione o prelievo forzoso che potrebbero fare proprio per evitare un'eccessiva svalutazione come accadde ne 1992 col governo Amato.. Il mattone sarebbe un ottimo investimento contro la svalutazione ma anche le azioni che salirebbero mentre i bond a tasso fisso crollerebbero inizialmente... Insomma forse non accadrà, forse stiamo soltanto cercando di contrattare una migliore riscrittura dei trattati, ma se la Germania non accettasse di modificarli nel modo che possa andare bene ai paesi del sud Europa allora non ci resta che ritornare alle proprie rispettive valute e riprenderci il comando della Moneta...


Quando Draghi non immetterà più droga monetaria, noi come faremo??
 
Der Spiegel: analisti del Bundeswehr mettono in guardia da eventuale disgregazione UE © AFP 2017/ Philippe Huguen
MONDO

09:12 06.11.2017(aggiornato 09:27 06.11.2017)

Gli analisti dell'esercito tedesco hanno valutato i possibili scenari di sviluppo sociale e politico fino al 2040. Inoltre non escludono il crollo dell'ordine mondiale esistente: tra le opzioni del futuro descritte nel documento compare il crollo della UE con conseguenze imprevedibili per la sicurezza della Germania, riporta il tabloid tedesco.

Il risultato dell'analisi compiuta dagli esperti sono 6 possibili scenari relativi alla sicurezza politica dello Stato. Il peggiore contempla "scontri multilaterali". In questa proiezione del futuro, l'ordine internazionale nel mondo viene distrutto da un'instabilità prolungata, i sistemi di valori in tutto il mondo si allontanano l'uno dall'altro e la globalizzazione volge al termine.

"L'allargamento della UE è di fatto fermo, nuovi Stati lasciano la comunità. L'Europa ha perso la sua competitività internazionale in molti settori, — gli autori del rapporto descrivono una delle versioni del futuro europeo. — Il mondo sempre più disordinato, in parte caotico e soggetto a conflitti ha radicalmente cambiato l'ambiente che circonda la Germania e l'Europa nel campo della politica di sicurezza".

Secondo questo scenario, la UE è sulla strada del collasso e gli Stati Uniti, la vecchia potenza leader, si muovono verso il declino economico e cercano inutilmente di opporsi alla distruzione dell'attuale ordine mondiale.

In un altro scenario, leggermente meno pessimista, alcuni Paesi dell'Europa orientale congelano l'integrazione europea, mentre altri "aderiscono al blocco orientale", formato da Russia e Cina.

Der Spiegel: analisti del Bundeswehr mettono in guardia da eventuale disgregazione UE - Sputnik Italia

Scenari di cui discutono e che prendono seriamente in considerazione le conseguenze su cosa potrebbe accadere con la disgregazione dell'Euro... Che è già in atto tra l'altro...
 
Ultima modifica:
Dalla Svizzera: “Euro è condannato a sparire”
7 dicembre 2017
“L’euro è destinato a sparire”, secondo Pierre Kunz. Il presidente svizzero dell’Istituto nazionale di Ginevra ed ex deputato del partito Liberale Radicale (PLR) ha lanciato un appello per una rifondazione totale del progetto europeo e per l’abbandono della moneta unica, le cui condizioni di sopravvivenza non sono mai state completamente soddisfatte.

“Questo nuovo mondo è quello delle nuove tecnologie, dell’informazone istantanea e universale, ma anche quello della ‘fine della mondializzazione‘ come ha sintetizzato François Lenglet, quello del ritorno dei popoli, dell’interesse e identità nazionale, del protezionismo regionale, della concorrenza amministrata tra i grandi blocchi economici del mondo”, osserva il politico sul quotidiano Le Temps.

“È il primo stadio, quello essenziale. Nel mirino dei riformatori deve essere la priorità. Non si tratta di prepararsi alla decrescita, fonte di disuguaglianze di reddito e di problemi sociali molto più gravi di quelli che si additano al capitalismo, bensì della capacità da parte dell’Europa di competere con le potenze emergenti. Per farlo serve un nuovo progetto di società“.

Quanto all’euro, “è condannato a sparire perché le condizioni della sua sopravvivenza, ossia il rigore di bilancio degli Stati membri dell’Unione, non sono state mai veramente rispettate”. Sparirà così anche la Bce, a meno che non trovi un ruolo meno ambizioso. Le misure di espansione monetaria straordinarie di Mario Draghi “non hanno permesso di raggiungere gli obiettivi promessi”, secondo Kunz.

Dalla Svizzera: "Euro e condannato a sparire" | Wall Street Italia
 
Ultima modifica:
Dalla Svizzera: “Euro è condannato a sparire”
7 dicembre 2017
“L’euro è destinato a sparire”, secondo Pierre Kunz. Il presidente svizzero dell’Istituto nazionale di Ginevra ed ex deputato del partito Liberale Radicale (PLR) ha lanciato un appello per una rifondazione totale del progetto europeo e per l’abbandono della moneta unica, le cui condizioni di sopravvivenza non sono mai state completamente soddisfatte.

“Questo nuovo mondo è quello delle nuove tecnologie, dell’informazone istantanea e universale, ma anche quello della ‘fine della mondializzazione‘ come ha sintetizzato François Lenglet, quello del ritorno dei popoli, dell’interesse e identità nazionale, del protezionismo regionale, della concorrenza amministrata tra i grandi blocchi economici del mondo”, osserva il politico sul quotidiano Le Temps.

“È il primo stadio, quello essenziale. Nel mirino dei riformatori deve essere la priorità. Non si tratta di prepararsi alla decrescita, fonte di disuguaglianze di reddito e di problemi sociali molto più gravi di quelli che si additano al capitalismo, bensì della capacità da parte dell’Europa di competere con le potenze emergenti. Per farlo serve un nuovo progetto di società“.

Quanto all’euro, “è condannato a sparire perché le condizioni della sua sopravvivenza, ossia il rigore di bilancio degli Stati membri dell’Unione, non sono state mai veramente rispettate”. Sparirà così anche la Bce, a meno che non trovi un ruolo meno ambizioso. Le misure di espansione monetaria straordinarie di Mario Draghi “non hanno permesso di raggiungere gli obiettivi promessi”, secondo Kunz.



Dalla Svizzera: "Euro e condannato a sparire" | Wall Street Italia

quali? Io non ho visto lo stipendio della mia compagna da 920 euro (netti al mese) passare a 4000!
avesse fatto questo la BCE
l'economia si sarebbe risollevata all'impazzata.

chi se ne ore ga dell'inflazione al 20% meglio, basta rentrodurre la scala mobile
 
Riforma autoritaria Ue, Di Maio: “Italexit sul tavolo”

7 dicembre 2017
MILANO (WSI) – Una camicia di forza europea da far indossare al più presto ai popoli europei che segna l’inizio di una crisi economica e sociale drammatica stravolgendo forse per sempre ciò che rimane della democrazia in Europa.

Così l’economista Giulio Sapelli ha commentato il piano di riforma dell’Eurozona presentato dal presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker.

“La Commissione Ue propone di integrare la sostanza del Fiscal Compact nel quadro legale Ue, tenendo conto dell’appropriata flessibilità del Patto di Stabilità. E chiede a Parlamento e Consiglio di approvare la proposta entro il 2019″.

In sostanza il piano prevede la trasformazione del fondo salva-Stati Esm nel Fondo monetario Ue, la creazione di un budget della zona euro all’interno del bilancio Ue da usare per coprire il fondo salva-banche per intervenire in caso di choc economici e aiutare le riforme e i Paesi che vogliono aderire all’euro, fino alla creazione del superministro del Tesoro e l’integrazione del Fiscal Compact nelle leggi Ue.

“Non si può non rimanere sconcertati dinanzi alla mancanza di consapevolezza dei problemi europei reso manifesto dal presidente Juncker e dai suoi colleghi commissari”.

Riforma autoritaria Ue, Di Maio: "Italexit sul tavolo" | Wall Street Italia
 
Le Pen invita a “distruggere l’UE dall’interno”
09:46 17.12.2017

La leader del partito di destra francese “Front National”, Marine Le Pen, sabato ad una conferenza anti immigrazionista del partito a Praga ha dichiarato che l’UE “sta perdendo il respiro” e che è il momento “di distruggerla dall’interno”.

Oltre a Le Pen all'evento hanno preso parte il leader del Partito della libertà olandese Gert Wilders, il deputato europeo della Lega Nord, Lorenzo Fontana, il rappresentante del Partito della libertà austriaco, George Mayer, nonché membri del partito di destra di recente formazione "Europa delle Nazioni e libertà "(ENF) nel Parlamento Europeo che rappresenta Polonia, Belgio, Gran Bretagna e Germania.

"L'UE sta perdendo il respiro, spero che riusciremo a distruggerla dall'interno. Dobbiamo agire come guerrieri" ha detto Le Pen aggiungendo che l'UE è un istituto catastrofico, a causa del quale il continente europeo avanza verso la propria sconfitta. "I popoli europei devono liberarsi dal giogo dell'UE" ha sottolineato Le Pen all'incontro con i giornalisti dopo l'evento.

Secondo l'organizzatore della conferenza di Praga, il leader del movimento populista ceco "Libertà e Democrazia diretta", Tomio Okamura, un futuro prospero in Europa sarà possibile con il decentramento politico ed economico, mentre ora l'UE sta cercando di trasformare il continente in uno "stato totalitario unico".

"Siamo interessati ad una fitta cooperazione con i paesi europei sulla base del guadagno reciproco e respingiamo il diktat dell'attuale struttura sovranazionale la quale è una parassita dell'Unione dei paesi europei" ha detto Okamura.

Le Pen ha definito su Twitter che alla conferenza di Praga c'era un'atmosfera elettrizzata.

Gli oratori sono stati accolti dal pubblico con grida entusiastiche e applausi scroscianti. La manifestazione di protesta, come loro stessi hanno detto, è stata trattenuta dalla polizia contro "l'incontro delle forze di destra" ad una considerevole distanza dall'hotel dove si teneva la riunione. Per proteggere l'ordine sono stati schierati poliziotti a cavallo e un elicottero della polizia ha sorvolato l'hotel. Di conseguenza, tutto si è svolto senza incidenti.

Le Pen invita a “distruggere l’UE dall’interno” - Sputnik Italia
 
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Reuters – La Lega Nord promette di risolvere il ”problema euro”
Di Malachia Paperoga - Gennaio 4, 2018

Un articolo della Reuters si occupa della posizione della Lega sull’euro. Nonostante i tentativi dei potenziali alleati politici di sterilizzare la spinta anti-euro, il leader Salvini e il responsabile economico Borghi ribadiscono che il loro primo obiettivo è di uscire dall’euro, e contano di convincere i loro alleati a perseguire questa strada, puntando sui diktat che arrivano puntualmente da Bruxelles e sulla preparazione preventiva degli strumenti necessari ad attuare un’eventuale uscita improvvisa.


Di Isla Binnie, 3 gennaio 2018


ROMA (Reuters) – Il partito conservatore Lega Nord mercoledì ha spazzato via le voci secondo cui avrebbe rinunciato alla sua opposizione all’euro e ha rinnovato la sua promessa di risolvere il “problema” della moneta unica.

La crescente ostilità verso l’euro in Italia è un tema dominante della campagna elettorale per le elezioni politiche di marzo, e la prospettiva che i partiti anti-sistema possano far uscire il Paese dalla moneta unica ha spaventato i mercati finanziari.

La coalizione che comprende la Lega e il partito Forza Italia dell’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi sembra avviata ad ottenere la maggioranza dei voti a Marzo, ma probabilmente nessuna coalizione avrà una chiara maggioranza parlamentare.

Questa settimana il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani, membro di Forza Italia, ha dichiarato che la Lega “sembra aver abbandonato l’idea di un’ipotetica e infattibile uscita dall’euro”. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha replicato mercoledì.


“Le libere interpretazioni del mio pensiero mi fanno ridere” ha detto al quotidiano Repubblica . “Rimango convinto… che l’euro in queste condizioni sia stato un errore. Che noi risolveremo”.

La Lega, alleata con il Front National al Parlamento Europeo, accusa l’euro di aver aumentato la povertà nell’area, e di favorire soltanto la ricca economia tedesca.

L’Italia, in passato una delle nazioni più favorevoli all’UE d’Europa, negli ultimi anni è diventata più ostile nei confronti di Bruxelles. Un recente sondaggio della Bertelsmann Foundation dello scorso ottobre ha rivelato che l’83% degli italiani non è soddisfatto della direzione presa dall’UE, contro una media del 66% nell’intera unione di 28 nazioni.

Anche il Movimento antisistema 5 Stelle ha cavalcato questa disaffezione, promettendo un referendum sull’adesione all’euro se Bruxelles non dovesse accettare un cambiamento delle regole fiscali europee.

Ma la scorsa primavera, in Francia, le posizioni anti-euro del Front National hanno contribuito alla sua dura sconfitta per mano del centrista pro-UE Emmanul Macron. Il partito di Marine Le Pen ha da quel momento ammorbidito la sua posizione, lasciando la Lega Nord più isolata in Europa nella sua spinta per un’uscita dall’euro.

“In precedenza, avevamo una speranza concreta di creare un gruppo di Nazioni che avrebbero potuto demolire immediatamente l’euro… purtroppo non è più possibile, quindi abbiamo bisogno di un approccio unilaterale” ha dichiarato alla Reuters Claudio Borghi Aquilini, il responsabile economico della Lega.

“Il nostro piano è ancora quello di provare a uscire dall’euro il prima possibile, ma ‘il prima possibile’ significa essere pronti a farlo”, ha detto, senza dare indicazioni su quanto tempo ci vorrebbe.

Una delle proposte principali della Lega è l’introduzione di una valuta parallela ad uso interno, con l’emissione di obbligazioni di piccolo taglio per le imprese e le persone fisiche che vantano crediti nei confronti dello Stato.

Secondo Borghi tale strumento potrebbe diventare una valuta sovrana in caso di emergenza.

Anche Berlusconi, che non può candidarsi di persona alle elezioni a causa di una condanna per frode fiscale, propone una doppia valuta, ma non appoggia l’idea di abbandonare l’euro.

Creare consenso all’interno di una coalizione di centrodestra per un’uscita radicale dall’euro sarà difficile, ha detto Borghi, in parte perché al momento l’economia italiana sta debolmente crescendo. Ma ha aggiunto che una qualsiasi intransigenza futura da parte delle autorità europee aiuterebbe la causa:

“Se partiamo dall’idea che dobbiamo sempre dire ‘sì’ a qualsiasi cosa ci chiedano perché dobbiamo rimanere nell’euro a tutti i costi, allora è finita, è peggio di una sconfitta in guerra”.

Reuters – La Lega Nord promette di risolvere il ”problema euro” | Vocidallestero

Ci traghetteranno all'improvviso fuori dall'euro con l'introduzione di una moneta parallela da affiancare in un primo momento e poi successivamente far sparire gli euro??
Diciamo che come siamo entrati così usciremo se solo lo volessimo, cioè siamo entrati con la doppia moneta che all'epoca avevamo la lira e l'euro in circolazione e poi la lira è stata gradualmente ritirata e ci siamo trovati con solo euro e così possiamo fare il procedimento inverso con la doppia moneta in circolazione...
Chi propone una moneta parallela allora sta programmando l'uscita dall'euro..
 
ELEZIONI 2018 - Euro, dall'uscita al "piano B", il dietrofront del M5s

ROMA (Reuters) - Ieri il capo politico e candidato premier del M5s Luigi Di Maio ha detto che "non è più tempo per l'Italia di uscire dall'euro", pur lasciando aperta la porta a un referendum consultivo sulla moneta unica europea nel caso in cui la Ue non accettasse alcune modifiche dei trattati chieste dai grillini.

Beppe Grillo, oggi garante del M5s, nel novembre 2016 diceva: "Un referendum sull'uscita dall'euro è uno dei punti del nostro programma europeo".

Nel marzo del 2017 Di Maio insisteva: "Noi siamo per votare per non restare nell'euro", affidando la decisione a un referendum tra gli elettori.

Nel giugno 2017, parlando con Reuters, la deputata Carla Ruocco, membro della commissione Finanze di Montecitorio, aveva però spiegato che l'idea del referendum era un "Piano B", o "uno strumento di negoziato" con la Ue, per ottenere le modifiche richieste ai trattati.

Ieri la retromarcia.

ELEZIONI 2018 - Euro, dall'uscita al "piano B", il dietrofront del M5s Da Reuters

Insomma sono per il referendum..
 
I paesi del Med-7 intendono far valere il loro peso specifico, puntando anche a organizzare consultazioni popolari in tutta Europa per suscitare un dibattito democratico su quello che dovrà essere il futuro dell'Unione secondo i cittadini.

Med-7: il Paesi del Sud chiedono riforme e piu solidarieta all'UE | Euronews

Ma come prima se lo proponeva qualcuno era populista e adesso lo propongono loro??

Ci dispiace ma in Italia non si può fare perché la costituzione lo vieta!!
Oppure siccome lo propongono loro allora la costituzione non conta??
 
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