causa: che prospettive con quali tempistiche?

giovanni v

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Buongiorno,
Vanto dei crediti di diverse migliaia di euro per attività di libera professione verso una ditta individuale che non ha intenzione di pagarmi.
Nessun tipo di contestazione da parte del debitore.
Solleciti di ogni tipo: mail, raccomandata, sms... risposte sempre meno... e i soldi non arrivano. Piccoli acconti, poca cosa, quasi niente.

Le indagini bancarie che ho fatto non lasciano ben sperare... pare che non abbia soldi ed aggiungiamo anche dei debiti. Ho scritto "pare" perchè le informazioni ricevute dalle banche non sono mai chiare e sempre avvolte in un alone di mistero.

Attraverso una indagine catastale sono riuscito a scoprire che ha una piccola percentuale di comproprietà di un immobile (presumo sia una abitazione di campagna di poco valore) ed un usufrutto su un altro fabbricato (piccolo appartamento nella periferia di una cittadina del nord).
A questo aggiungiamo (forse) la proprietà di un auto, un furgone o camioncino e poco altro.

Assodato che se è senza soldi difficilmente potrà pagarmi, vale la pena procedere con una causa? Se decidessi di procedere quali tempi si prospettano? Verosimilmente quanto potrebbe costarmi una causa del genere? E gli altri creditori che ruolo giocherebbero o potrebbero giocare se procedessi legalmente verso questa persona?

Tante domande... la confusione nella mia testa regna sovrana.
Lavorare e non essere pagati, soldi a parte, ci si sente traditi
 
Se la libera professione di cui parli ha delle tariffe legalmente approvate e quindi hai la possibilità di richiedere il parere di congruità al tuo Consiglio dell'Ordine, puoi chiedere ed ottenere un decreto ingiuntivo.
A questo punto dovrà essere il tuo debitore a decidere se opporsi o meno. Se non si oppone dopo quaranta giorni dalla notifica il decreto diventa esecutivo e puoi tentare l'esecuzione (o/e anche iscrivere ipoteca sui suoi beni immobili).
Il costo dipende da tanti fattori (l'importo del tuo credito, fin dove è disposto a spingersi la controparte per resistere alle tue pretese..)
Se inizi una procedura esecutiva tutti gli altri creditori possono intervenire e partecipare alla ripartizione del ricavato.
 
Non faccio parte di nessun ordine professionale.

Se inizi una procedura esecutiva tutti gli altri creditori possono intervenire e partecipare alla ripartizione del ricavato.

Quindi appena dovessi mettere in moto la macchina della giustizia diventa automatico (o quasi) che chi vanta crediti di una certa entità con questo soggetto, si muoverà per recuperare il recuperabile ... E' così?
 
Se lo vengono a sapere..e non per forza nessuno li obbliga.
 
Se la libera professione di cui parli ha delle tariffe legalmente approvate e quindi hai la possibilità di richiedere il parere di congruità al tuo Consiglio dell'Ordine, puoi chiedere ed ottenere un decreto ingiuntivo.

L'importo è maturato negli anni, con una serie di prestazioni che si sono sommate le une alle altre
Partiamo da un debito che superava abbondantemente i 10.000 che con piccoli acconti e vari lavori che gli ho chiesto di svolgere si è ridotto del 30-40%.
Circa 6 mesi fa, su suggerimento del mio commercialista, ho inviato una raccomandata per "rinfrescare" i miei crediti ed evitare la prescrizione degli stessi.

Come ho già segnalato non faccio parte di nessun ordine professionale.

Ci sono le condizioni per chiedere un decreto ingiuntivo?
 
Le condizioni per poter utilizzare il procedimento monitorio (ricorso per ingiunzione con il Giudice che decide inaudita altera parte) è che del diritto si dia prova scritta oppure che si tratti di credito per spese giudiziarie oppure ancora che il credito riguardi onorari rimborsi e compensi di professionisti per i quali esiste una tariffa legalmente approvata.
Nel tuo caso, esclusa la seconda e terza ipotesi, rimane la prima: puoi quindi procedere con un ricorso per ingiunzione se dai la prova scritta del tuo credito.
Nel tuo caso dovresti avere in mano un riconoscimento scritto (per esempio una sua lettera di risposta alle tue sollecitazioni nella quale il debitore riconosce il proprio debito nei tuoi confronti); se sei un imprenditore che somministra merci, denari o servizi è considerata prova scritta idonea anche l'estratto autentiche delle scritture contabili.
 
Il debitore in questione è un nullatenente con altri debiti, per me andare dall'avvocato significa buttare soldi e venire a capo di nulla.

Proverei come ultima ratio una società di ricupero crediti, almeno gli romperanno le pelotas per un po', l'avvocato invece scrive solo e poi passa la palla al tribunale. Ci sono quelle che quando si accorgono che non si cava sangue dalle rape rilasciano una lettera dove sconsigliano di proseguire per evitare costi inutili. Può servire per mettere al passivo i crediti inesigibili.
 
Nel tuo caso, esclusa la seconda e terza ipotesi, rimane la prima: puoi quindi procedere con un ricorso per ingiunzione se dai la prova scritta del tuo credito.
Nel tuo caso dovresti avere in mano un riconoscimento scritto (per esempio una sua lettera di risposta alle tue sollecitazioni nella quale il debitore riconosce il proprio debito nei tuoi confronti); se sei un imprenditore che somministra merci, denari o servizi è considerata prova scritta idonea anche l'estratto autentiche delle scritture contabili.

Ho solo in mano le fatture proforma emesse negli anni.
Sono un libero professionista prestatore di servizi di progettazione meccanica e disegni tecnici non iscritto a nessun ordine professionale
Lui non ha mai contestato i miei crediti ma non li ha nemmeno mai formalmente riconosciuti se non telefonicamente o a voce
 
Ho trovato altri 3 creditori che sarebbero disposti ad unirsi a me per una causa legale comune. Complessivamente vantiamo un credito di 16-17.000 euro.
Conviene procedere con una azione comune?
Le spese legali andrebbero divise proporzionalmente al credito vantato?
 
Ho solo in mano le fatture proforma emesse negli anni.
Sono un libero professionista prestatore di servizi di progettazione meccanica e disegni tecnici non iscritto a nessun ordine professionale
Lui non ha mai contestato i miei crediti ma non li ha nemmeno mai formalmente riconosciuti se non telefonicamente o a voce

Non ci sono le premesse per poter utilizzare il procedimento sommario (procedimento d'ingiunzione art. 633 e segg. cpc).
 
Ho trovato altri 3 creditori che sarebbero disposti ad unirsi a me per una causa legale comune. Complessivamente vantiamo un credito di 16-17.000 euro.
Conviene procedere con una azione comune?
Le spese legali andrebbero divise proporzionalmente al credito vantato?

Non credo ci siano elementi per un azione comune (stesso oggetto o stesso titolo). Ognuno deve procedere in proprio.
 
In settimana mi sento con un avvocato che ho a grandi linee già messo al corrente della situazione.
Mi proporrà una linea di azione ed un preventivo di spesa.

Non so voi, ma qui ogni giorno ci si sveglia con una nuova guerra da combattere nella quale spesso si parte già sconfitti... Che tristezza
 
No.
Conosco questa persona dal 1987.
E' diventato mio cliente nei primi anni 2000 e fino al 2013 ho svolto per lui oltre 70 progettazioni. Per 10 anni non c'è stato bisogno di contratti perchè tutto funzionava a meraviglia senza nessun ritardo o problema. Poi dal 2012 il meccanismo si è inceppato e la situazione è andata via via peggiorando.
 
Ho svolto ricerche sulla sua proprietà immobiliare.
E' comproprietario di un'abitazione con un discreto valore commerciale e le visure in conservatoria non hanno evidenziato ipoteche gravanti sull'immobile.

Chiedo questo:
Potrebbe avere venduto/donato la sua parte di proprietà ed in conservatoria non risultare ancora nulla dell'atto?
 
Potrebbe avere venduto/donato la sua parte di proprietà ed in conservatoria non risultare ancora nulla dell'atto?

L'atto di disposizione ti sarebbe opponibile solo dopo la trascrizione (ed anche in quel caso avresti la tutela dell'azione revocatoria alle condizioni di cui all'art. 2901 c.c.).
Se non vuoi correre rischi potresti chiedere al Giudice il sequestro conservativo dell'immobile ed in quel caso, se il Giudice te lo concede, saresti al riparo sino alla definizione della tua pretesa.
 
L'atto di disposizione ti sarebbe opponibile solo dopo la trascrizione (ed anche in quel caso avresti la tutela dell'azione revocatoria alle condizioni di cui all'art. 2901 c.c.).
Se non vuoi correre rischi potresti chiedere al Giudice il sequestro conservativo dell'immobile ed in quel caso, se il Giudice te lo concede, saresti al riparo sino alla definizione della tua pretesa.

Ok

Non ci sono le premesse per poter utilizzare il procedimento sommario (procedimento d'ingiunzione art. 633 e segg. cpc).

Ma se la fattura proforma fosse accompagnata dalla documentazione tecnica tale da giustificare il lavoro svolto, potrebbero esserci le premesse per il decreto ingiuntivo?
Per intenderci, svolgo disegni tecnici, e potrei accompagnare la proforma con tutti gli elaborati prodotti... sì insomma, un mare di carta...

In questo caso sarebbe possibile il procedimento d'ingiunzione?
 
Ok



Ma se la fattura proforma fosse accompagnata dalla documentazione tecnica tale da giustificare il lavoro svolto, potrebbero esserci le premesse per il decreto ingiuntivo?
Per intenderci, svolgo disegni tecnici, e potrei accompagnare la proforma con tutti gli elaborati prodotti... sì insomma, un mare di carta...

In questo caso sarebbe possibile il procedimento d'ingiunzione?

La prova scritta richiesta dalla norma non deve provenire da te ma dal debitore.

Almeno una mail..per provare (qualche giudice la ritiene sufficiente).

Perché non provi a farti mandare una mail di risposta ad una tua in cui solleciti il pagamento..studiala in modo da 'spingerlo' a doverti rispondere (per esempio..soprassiedo dal procedere legalmente se, quantomeno riconosci, riscontrando la presente, dovermi ancora la somma di € )..se non ha un amico avvocato forse potrebbe abboccare.
 
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