Fiorentina officiale thread parte IV

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

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si ricomincia dal pari annacquato con sospensione al 28' di Marassi

Ferrara scrive: “Dal sole al temporale e anche il gioco viola annega nella pioggia”
Un solo tiro con Ilicic su punizione. Juric urla sotto il diluvio, Sousa no
di Redazione VN, 12/09/2016, 07:51 180 1 Commento

Vi proponiamo un estratto dell’articolo di Benedetto Ferrara su la Repubblica Firenze:
“Ivan Juric è in piedi, sotto la doccia violenta che arriva dal cielo improvvisamente scuro. Capelli zuppi, maglietta bianca appiccicata alla pelle, i piedi che fanno ciaf ciaf nelle sneakers fradice. L’allenatore del Genoa grida infoiato, la pioggia non gli fa paura. Quella mette in fuga gli abitanti della tribuna centrale, metà coperta e metà insomma. C’è anche un vento improvviso a complicare tutto. Intanto Sousa si ripara sotto la tettoia della sua panchina. Ha il K-way, i capelli a posto e poca voglia di bagnarsi. I suoi soffrono. Ma, soprattutto, non tirano mai nella porta di Perin. Lo fa Ilicic su punizione un attimo prima che Banti sospenda la doccia collettiva. Un sinistro floscio, un tiro malinconico che mette fine a un pomeriggio fantozziano. Perché poi il meteo di Genova diceva sole pieno. Ma le notizie meteo ormai sono come quelle del calcio mercato. Forse, pare che, si dice. Quindi t-shirt per tutti. Fa un caldo che nemmeno a Dakar. I tifosi arrivano in motorino direttamente dal mare. Se guardi bene laggiù c’è un nuvolone nero. Ma non è possibile immaginare che il paesaggio da domenica buona per un’abbronzatura da oscar si trasformi in un buio fitto che ti rimanda a casa dopo nemmeno mezz’ora. Beh, il fatto è che quando la bomba d’acqua cade su Marassi ti accorgi che qualcosa non funziona. Nel giro di tre minuti la parte del campo che corre davanti alla tribuna insieme a Maxi Olivera è già allagata. Sembra di stare al Gualandi, o alla Reman negli anni 80, quando nei torneini dell’Aics le partite si giocavano anche nel fango ad altezza ginocchia. Hai pagato. Mica puoi tornare un’altra volta? L’incubo del rinvio avanza insieme al Genoa, che colpisce una traversa con Laxalt, uno della nazionale degli ex obiettivi viola. La Fiorentina fa poco. E quando inizia a scendere la pioggia fa anche meno. Il Genoa ha la grinta del suo allenatore, la Fiorentina anche. E questo sembra il problema. Ce n’è anche uno tecnico-tattico, anzi un paio. Il primo vede protagonista il mitico Tata, che esce di testa per una respinta e la passa a Rigoni. Il suo tiro sembra facile: la porta è vuota, ma è Astori a salvare la pelle ai suoi e al suo portiere. Poi c’è Kalinic, solo, troppo solo. Il croato si sbatte ma non sa con chi discutere di calcio. Lo capisci quando prende la palla, supera l’avversario e punta la porta. Ci vorrebbe qualcuno per un uno-due. Ma non c’è. Ilicic è altrove, Borja chissà. Kalinic si arrende a tre difensori”.
 
Direi che la sospensione sia stata cosa saggia ma frettolosa.
Certo se avessimo continuato su quel binario avremo potuto puntare sui 3 punti.
Genoa quest'anno ostico per tutti.
Trovo scandaloso invece l'eventuale data di recupero,si parla di novembre/dicembre.
 
Direi che la sospensione sia stata cosa saggia ma frettolosa.
Certo se avessimo continuato su quel binario avremo potuto puntare sui 3 punti.
Genoa quest'anno ostico per tutti.
Trovo scandaloso invece l'eventuale data di recupero,si parla di novembre/dicembre.

Non è scandaloso, è normalissimo.
Ci sono turni infrasettimanali, europa league e nazionale. Quando la recuperi? Prova a guardare il calendario e trovare una data. Io vedo che sempre là vai a finire.
 
Direi che la sospensione sia stata cosa saggia ma frettolosa.
Certo se avessimo continuato su quel binario avremo potuto puntare sui 3 punti.
Genoa quest'anno ostico per tutti.
Trovo scandaloso invece l'eventuale data di recupero,si parla di novembre/dicembre.
non trovo invece così saggio il rinvio. le previsioni sono affidabili e non davano nessun fenomeno intenso, la bomba d'acqua di mezzora non crea pericoli, neanche a genova. Valeva la pena aspettare, soprattutto in questo periodo con temperature non rigide e un calendario pieno
 
Ecco l’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara, che trovate nella versione integrale su La Repubblica di questa mattina, con il commento del pareggio di ieri sera contro il Paok Salonicco:
“Niente gol ma qualche buona impressione. Intanto la Fiorentina esce dal Toumba senza mostrare un filo di paura. La partita la fa lei. Niente gol, ok. Ma la personalità sta tornando. Poi i nuovi: ottimo Salcedo, bene anche Maxi Olivera, il dopo Alonso. Insomma, un passo avanti c’è. Piccolo ma vistoso. Per questa sfida europea Sousa lavora di cesello sulla sua idea di equilibrio. Alla fine deve aver capito anche lui che il povero Kalinic stava per telefonare a un analista causa crisi di solitudine e così decide che è arrivata l’ora di mettergli accanto qualcuno. Babacar, come era facile prevedere, col quale il croato ha giocato un paio di volte nella scorsa stagione. Due prime punte insomma. L’idea serve ad allentare la pressione su Kalinic, che finalmente ha qualcuno con cui dialogare (…)”.
 
GAZZETTA, I tre principali difetti di questa Viola
L'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport analizza quelli che sono ad oggi i principali problemi della Fiorentina, che se conferma una ritrovata solidità in difesa, manifesta grandi difficoltà non solo a macinare gioco ma anche a trovare la via del gol: secondo la rosea, a "stoppare" la Viola in questa fase di stagione sono una condizione fisica non ottimale, la scarsa ispirazione di Ilicic ed un centrocampo che fatica a proporsi in fase conclusiva: tre cause che rendono la Fiorentina poco incisiva negli ultimi metri.
 
Roma giù. Sul gol di Badelj c’era Kalinic sulla traiettoria, in fuorigioco. Ma questo non basta a spiegare del tutto la sconfitta. Mezza squadra sotto tono. Un palo di Nainggolan è troppo poco per una notte che serviva per sognare il primato nel giorno della sconfitta della Juve. Questa era l’occasione, ma la Fiorentina ha cuore e orgoglio. Così basta quel rasoterra a mezzo passo dalla fine per spostare la notte dalla parte del viola.
Già, proprio così: la Roma deve ancora metabolizzare la nottataccia con il Porto. E’ qui per approfittare del black out della Juventus e rivestirsi di nuova autostima. Più o meno stessa storia per Sousa e i suoi. Certo, in versione low cost, però pure la Fiorentina deve ritrovare l’anima buttata via in quel gennaio soporifero, quando dalla vetta della classifica lentamente calò al quinto posto quasi per scelta esistenziale. Da allora Sousa deve ritrovare gioco e gol. Per questo una partita che dovrebbe regalare emozioni per un bel po’ ti lascia addosso un senso di incompiuto.


(…)

Certo, il secondo tempo è altra storia. Intanto Szczesny inizia a lavorare un po’ (parata su Milic) e Manolas salva i suoi calciando altrove un pallone per cui Kalinic è disposto a tutto. La Roma trova un tiro di un grigio Perotti ma il gioco non è fluido. Kalinic sbaglia la deviazione di testa a un metro dalla porta. Poi Sousa butta dentro Bernardeschi, Spalletti El Shaarawy. Poi arrivano anche Babacar e Totti. E il gol partita di Badelj, un colpo da fuori che sbatte sul palo interno ed entra dentro. C’è Kalinic in fuorigioco attivo. E’ davanti a Szczesny. E’ il primo gol su azione della Fiorentina in questa stagione. La Roma è confusa. Tatarusanu salva su El Shaarawy. Niente da fare. Giallorossi a terra. Botta di autostima rimandata. Quella è tutta per Firenze e la sua squadra. Una gioia che mancava da un pezzo.

L’articolo completo di Benedetto Ferrara in edicola con La
 
Fortunata ma audace, e i tre punti sono della Fiorentina. Adesso serve continuare a crescere e migliorare
Pubblicato il: 19 Set 2016 02:00 Autore: Gianni Ceccarelli, Fiorentina.it

Fortunata e audace. La Fiorentina batte la Roma e per una volta la dea bendata è stata dalla parte dei viola. Perché se è vero che alla fine la vittoria della squadra di Sousa è meritata (lo stesso Spalletti ha sottolineato che alla fine la Fiorentina non ha rubato niente) è anche vero che probabilmente per la Roma c’è un calcio di rigore (fallo di Tomovic su Dzeko) e sul bel gol di Badelj c’è Kalinic in fuorigioco che partecipa all’azione.

Sono comunque tre punti che cambiano la classifica della Fiorentina (ricordiamo che ha una gara in meno delle altre che giocherà il 15 dicembre contro il Genoa), e che danno nuovo entusiasmo e motivazioni a tutto l’ambiente viola.

Sicuramente è una squadra in crescita di condizione fisica, di gioco, e nella consapevolezza delle proprie forze. Una Fiorentina che col passare delle partite scopre un Carlos Sanchez sempre più indispensabile per la mole di gioco, la quantità di ‘legna’ che fa a centrocampo e i chilometri percorsi in ogni partita.

C’è Kalinic che si sacrifica sempre molto per la squadra e per sé stesso, gli manca il gol ma è un altro giocatore fondamentale dello scacchiere di Sousa. C’è Borja Valero che nella versione di quest’anno addirittura durante le partite ricopre due ruoli, domandate a Florenzi quanti problemi gli ha creato (nel primo tempo non è mai praticamente sceso sulla fascia). C’è in sostanza una squadra che sta cercando di diventare sempre più un gruppo (al gol di Badelj tutta la panchina è schizzata in campo) unito, coeso, per sorprendere e centrare obiettivi prestigiosi.

La strada imboccata sembra essere quella giusta. Le gare contro Udinese, mercoledì, e Milan, domenica, daranno anche questo repo
 
Ma Toledo, quello della canzonetta su whatsapp, che fine ha fatto ?
 
La Fiorentina si salva grazie alla nuova B2. Kalinic-Ilicic con il Milan
Pubblicato il: 22 Set 2016 09:01 Autore: Redazione Fiorentina.it

La Fiorentina si salva grazie alla sua nuova B2, scrive La Gazzetta dello Sport. Una magia di Babacar, a segno con un fantastico colpo di tacco e un rigore trasformato da Bernardeschi consentono alla squadra di Sousa di portare a casa un punto prezioso contro un’ottima Udinese. Due volte in vantaggio ma incapace di piazzare il colpo del kappaò. Finisce 2-2 ed è un risultato che, in fondo, non scontenta nessuno. La Fiorentina, con una partita in meno, resta vicina alla zona Europa e la formazione di Iachini si rimette in moto dopo la brusca sconfitta casalinga contro il Chievo. Un pareggio con protagonisti i giovani. Babacar e Bernardeschi sono due «nuovi» titolari per la Fiorentina mentre l’Udinese si gode le invenzioni di De Paul (un vero numero dieci) e la furia agonistica di uno scatenato Zapata. Il Napoli, che è ancora proprietario del cartellino del centravanti, farà bene a non perderlo di vista. Questo Zapata è già decisivo e ha ancora grandi margini di crescita.

DUE MODULI La Fiorentina riparte dai gioielli del suo vivaio. Sousa ripropone Bernardeschi nel ruolo a lui caro di trequartista e promuove Babacar al centro dell’attacco. Con Kalinic e Ilicic risparmiati probabilmente per la prossima sfida di campionato contro il Milan al Franchi
 
di Enzo Bucchioni Twitter: @enzobucchioni articolo letto 13381 volte
© foto di Federico De Luca
BABACAR E IL PAREGGIO LE UNICHE COSE BUONE. QUELLO CONFUSO NON È BERNARDESCHI MA SOUSA. UN GIOCO INVOLUTO. ANCORA TELLO TITOLARE, MA PERCHÈ? BORJA, ALTRA SERATA GRIGIA. DIFESA DISASTROSA
Ci sono due cose da portare a casa, il pareggio (naturalmente) e la prestazione di Babacar impreziosita da un gol che va dritto nella cineteca di Coverciano. Un tacco regalato in precedenza da campioni come Bettega o Mancini, un buon auspicio per il giovane senegalese apparso più dentro la squadra e l’unico dentro la partita.

E la Fiorentina? Di sicuro un passo indietro rispetto alla gara con la Roma e non soltanto per il risultato. Teniamo presente che l’Udinese, con tutto il rispetto, è una delle squadre più scarse della serie A (Kone titolare, a Firenze non giocava mai), non mi meraviglierei se rimanesse invischiata nella zona bassa della classifica. Partendo da questa considerazione, la squadra viola non ha mostrato la compattezza accettabile vista con i giallorossi, ma è calata anche un minimo di intensità ritrovata con la Roma, mentre il carattere si è visto solo per recuperare lo svantaggio. Poco, troppo poco.

Ha subito troppo la Fiorentina. Tutte le volte che questa Udinese modesta ha alzato il ritmo, i viola sono andati in difficoltà, mostrando i limiti nella fase difensiva evidenziati nella seconda parte della stagione scorsa con grande frequenza. Per fortuna Tatarusanu è stato qualche spanna sopra i suoi compagni come lucidità e concentrazione. Ma anche la fase offensiva è apparsa farraginosa, mai fluida, difficile vedere tre passaggi a fila e quel palleggio che era una delle qualità di questa squadra.

Vedo tanta confusione, quella confusione che Sousa ha attribuito a Bernardeschi, è anche la sua. Forse solo la sua. Dopo un paio di gare più italianiste, si è tornati a provare un maggior possesso palla con difesa più alta. Tentativo fallito, non c’è la forma fisica ottimale (non ancora) e soprattutto non c’è la qualità per imporre il gioco.

A proposito di Bernardeschi, dopo le polemiche sul ruolo e sui comportamenti, è tornato titolare e guarda caso dietro Babacar, quasi a voler ricomporre una vecchia intesa. L’esperimento è fallito perché (e qui vengo alla confusione) Sousa ha ruotato i giocatori in continuazione, quasi si fosse pentito della scelta. Tello sulla destra, Berna in mezzo, salvo poi scambiarsi spessissimo la posizione. Ma anche Borja l’ho visto trequartista, in mezzo quando Sanchez avanzava, ma anche ala sinistra. Lo stesso Tello si è visto spesso all’estrema sinistra. Un tourbillon continuo teso a confondere gli avversari che alla fine ha confuso la Fiorentina.

Ma non è possibile giocare un calcio più semplice, facendo giocare i più in forma e basta?

Tello è un pallino e l’abbiamo capito, ha regalato l’assist a Baba, ma poi?

Berna è davvero confuso, ma tatticamente. Forse lo capisco.

Anche Sanchez mi sembra si muova troppo, questo modulo ha bisogno di due centrocampisti davanti alla difesa come erano Badelj e Vecino l’anno scorso, per proteggere meglio l’area.

Difesa che ha mostrato grandi limiti sui cross e sulle palle inattive, limiti acuiti dall’assenza di Astori. Vecchia storia

L’unico che dovrebbe muoversi senza dare punti di riferimento agli avversari è Borja Valero. Ma il regista mobile viola fatica a entrare in forma, stasera ha fatto in una partita tanti errori tecnici come non si era visto negli ultimi quattro anni.

Ma è tutta una squadra poco reattiva, ha avuto orgoglio solo quando ha dovuto inseguire il risultato, come se il pareggio fosse l’obiettivo massimo.

I timori che avevo in estate, purtroppo aumentano. Il problema è la campagna acquisti fatta senza budget da Corvino (un miracolo), ma soprattutto la tenuta della squadra storica. Dei confermati. Comincio a temere che siamo davanti alla fine di un ciclo, ma spero di sbagliare.

Dovrebbe aiutarmi a mandar via i miei timori anche Sousa che ho definito confuso, ma che comunque, ha una squadra e un organico che potrebbe provare a mettere in campo in maniera più semplice e razionale. Forse chiede troppo a questi giocatori, provi a fare un calcio più semplice, più utilitaristico quando serve. Mai pensato alla difesa a quattro? Il 4-3-1-2 potrebbe essere una soluzione anche per sfruttare in avanti la ritrovata vena e la fisicità di Babacar e la capacità di attaccare gli spazi e di muoversi di Kalinic.

L’ultima impressione: mi sembra che questa squadra non abbia certezze. Forse è il momento di dargliele.
 
No Ilicic, no gol, Fiorentina al palo
Pubblicato il: 26 Set 2016 08:13 Autore: Rassegna Stampa - Angelo Giorgetti, La Nazione
Tatarusanu Paletta Fiorentina-MilanMolti muscolie poca mira, Fiorentina-Milan non si schioda dalla quiete dello zero a zero nonostante le squadre provino a insistere sul concetto della turbolenza. Ilicic sbaglia un rigore, Bacca spolvera il palo in rovesciata. Intorno a questi due episodi c’è una prevalenza viola in fase di costruzione, ma il Milan risponde in velocità ed è furibondo per l’intervento al 95’ di Tomovic su Luiz Adriano in versione turbo: le immagini certificano che il fallo è fuori area, ma Orsato neanche considera l’ipotesi dell’intervento scorretto e la panchina rossonera ha uno sbocco di bile.

Resta lo 0-0. Soliti insulti stereo a Montolivo preso di mira con un concerto di ugole dalla curva mentre la Fiorentina si mescola molto in attacco, Ilicic non dà riferimenti cambiando fascia e anche Bernardeschi – che parte a destra e controlla la fascia – spesso si accentra. Milan più classico con il suo 4-3-3, Bonaventura fra tutti è quello che ha maggiore libertà di movimento (un po’ come Borja dall’altra parte). La partita non decolla, anzi spesso resta rasoterra cercando di essere qualcosa di meglio, ma il ritmo è alto e la fantasia raramente va al potere. Perciò molti tentativi restano incompiuti, fra loro e la gloria c’è sempre un difensore o un break. Gonzalo e Bacca si agganciano quasi subito, volano tacchettate e parole si suppone grosse: clima tosto in campo, spesso i contrasti fanno la radiografia alle tibie. Fiorentina più intraprendente (sinistro alto di Bernardeschi, palo quassi sbucciato da Ilicic al 5’, sospetto rigore di Paletta su Kalinic al 16).

Il Milan si fa vivo con Niang al 18’ (sinistro alto), tutti tentativi estratti dall’intensità di una partita non bella, ma sempre viva. Ilicic comunque molto attivo fra le linee, Kalinic si divora un gol al 21’, la Fiorentina però continua a svolazzare dalle parti di Donnarumma e un minuto più tardi Calabria trattiene Borja vicino all’area piccola: è rigore e Cecchino-Ilicic per la prima volta dopo un anno inclina troppo il piede e sbaglia. Lo 0-0 ondeggia poco nel primo tempo, le squadre restano coperte e i portieri guardano i pericoli abbastanza da lontano. Ripresa fitta di calcio a centrocampo, dove nessuno però emerge con autorità. La Fiorentina alza la linea del pressing, il blocco del Milan resta chiuso e al 5’ un contropiede di Bonaventura fa lampeggiare la spia del pericolo. Risponde Kalinic innescato da Ilicic (destro centrale). Partita aperta. Il Milan risponde e Salcedo stoppa Bacca. Sousa prova ad aggiungere Vecino (fuori Gonzalo, Sanchez scala in difesa). Milan più chiuso, la Fiorentina cerca di passare scambiando la palla al limite dell’area. Donnarumma disinnesca un buon sinistro di Borja. Entra baby Locatelli per Njang (pochissime tracce) e Sousa dà spazio a Tello per Badelj.

Fiorentina curiosamente senza la prima coppia di centrocamposti titolari. Milan pericolosissimo con Bacca (38’) per un’ingenuità di Sanchez. Ultimi minuti con Baba al posto di Ilicic, ma il pareggio non si schioda. Nonostante il fallo fuori area di Tomovic su Luiz Adriano, entrato al posto di Bacca.
 
torna Maurito.....:bow:

Manita viola al Qarabag. Sousa con la doppia punta, e gli attaccanti tornano a segnare
Pubblicato il: 30 Set 2016 09:40
Le lacrime di Maurito Zarate toccano il cuore dei quindicimila tifosi presenti al Franchi, scrive La Gazzetta dello Sport. L’attaccante argentino è appena entrato al posto di Kalinic. Con la Fiorentina padrona della partita. Il numero 7 viola controlla la palla appena fuori area, un passo poi la conclusione vincente. Una magia. Zarate corre, impazzito di gioia. Si toglie la maglia per mostrare al mondo la scritta: «Gracias Dios. Nat Te Amo». Un messaggio d’amore alla moglie, Natalie che sta lottando con un tumore al ****. Maurito è stato al suo fianco. Ha viaggiato avanti indietro sull’asse Italia-Argentina per non far mancare il suo sostegno alla donna della sua vita. La sfida con la malattia è a buon punto. E questo splendido gol, con tanto di lacrime, è un ringraziamento a Dio.

È la notte degli attaccanti viola. Una sera controcorrente in questo inizio di stagione della Fiorentina. La squadra di Sousa vince per 5 a 1 contro il Qarabag. Se si escludono le goleade del ritiro estivo, Kalinic e compagni non avevano mai segnato tante reti lamentando, invece, in questo inizio di stagione grandi difficoltà in fase conclusiva. La chiave di questa inversione di rotta è la scelta delle due punte. Sousa ci aveva pensato durante il ritiro di Moena. Il modulo con il doppio centravanti poteva essere la strada giusta per ricucire uno spazio dignitoso a Rossi. Poi, Pepito se ne è andato e, invece, è rimasto Babacar, che era il primo sulla lista dei partenti. E allora il tecnico portoghese ci ha riprovato: 4-4-2, con due punte di ruolo. Un esperimento che esce promosso a pieni voti dalla sfida di Europa League contro gli azeri del Qarabag.

A parte l’uno-due finale di Zarate nel tabellino dei marcatori finiscono Babacar con due centri e Kalinic. I nuovi gemelli del gol viola.
 
Un sorriso dopo la paura, la notte di Maurito: "La fine di un incubo. Tifosi straordinari"
Pubblicato il: 30 Set 2016 09:02 Autore: Riccardo Galli - La Nazione
Zarate QarabagMAURO ZARATE si è commosso mentre i compagni lo abbracciavano e i tifosi esultavo per il suo gol. Il primo. Poi l’emozione è raddoppiata e si è fatta più forte quando quel pallone accarezzato su calcio di punizione è finito ancora in porta. Doppietta, emozioni, sensazioni forti, fortissime e, finalmente, una pietra sopra qualcosa di terribile, come la malattia della moglie. «Aspettavo questo giorno, questo momento _ racconta la sua commozione Zarate _ da tanto tempo. Sono arrivato alla fine di un periodo molto difficile. Ho sofferto, tutti in casa mia, abbiamo sofferto e allora...». Ecco le dediche che partono dal cuore. Da quel cuore che ieri sera è tornato a battere forte grazie a un pallone e a una doppietta preziosissima. «Dedico questa serata, questi due gol a mia moglie e ai miei figli _ continua l’attaccante _. E’ con loro con devo e voglio vivere questo momento così bello...». E subito ecco la fotografia simbolo della serata di Europa League. Quella del ritorno in campo con l’obiettivo di cancellare il dolore dei mesi scorsi. Zarate sotto la maglia viola, aveva indossato un’altra maglietta. Anche questa viola, ma con stampato su la dedica a sua moglie («Gracias Dio Nat Te Amo»). L’aveva voluta e indossata perché se lo sentiva di essere fra i protagonisti della notte contro il Qarabag. Era sicuro di segnare, Zarate... «Sono felice di essere tornato al gol, di essere tornato quello che sono sempre stato _ aggiunge _. Il pubblico, poi, è stato straordinario e mi ha aiutato tantissimo. Mi ha aiutato a vivere un periodo tutto in salita, mi ha fatto sentire il suo affetto e credo che quello che ho fatto, che la Fiorentina ha fatto, in questa serata, sia stato il modo migliore per contraccambiare tanto affetto».

SERATA assolutamente speciale anche per Babacar. Anche per lui il turno di Europa League ha conciso con una doppietta. Doppietta preziosa per far crescere l’autostima e soprattutto continuare a godere (e meritare) la fiducia di Sousa. L’attaccante di colore si è fatto trovare lì, nel posto giusto, al momento giusto, quando ce n’è stato il bisogno: ed è semplicemente questo ciò che gli chiede dall’inizio di questa stagione il tecnico portoghese. «I miei due gol? _ domanda Baba _. Certo che mi fanno piacere, ma ancora non ho fatto niente. Devo migliorarmi e fare altre buone cose prima di poter dire altro. Di bello c’è che la squadra sta muovendosi bene, facevamo girare la palla nel modo giusto. Sousa? Mi chiama da bordo campo per farmi arrivare nella posizione migliore».
Modestia e altruismo, ecco come Babacar vive la serata di una doppietta comunque speciale. La sua, come quella, appunto di Mauro Zarate. «Mauro se la merita _ conclude Baba _. Si merita questa bella doppietta. Noi nello spogliatoio gli siamo sempre stati vicini. Gli auguro il meglio e di essere sempre forte come lo è stato in queste settimane».
 
Viola senza ritmo e imprecisi. C'è il Var, ma inutilizzabile sul rigore di Rossettini
Pubblicato il: 03 Ott 2016 09:12 Autore: Redazione Fiorentina.it
kalinic torinoLa Fiorentina, che si complica la vita e offre tappeti di rose agli avversari, può protestare contro l’arbitro Calvarese nella domenica in cui ha esordito (seppure virtualmente) la videoassistenza arbitrale (Var). Perfido il destino: gli arbitri Doveri e Di Bello, piazzati su un van all’esterno dello stadio, avranno visto benissimo il fallo di Rossettini su Kalinic all’alba del match. Era rigore e non c’era bisogno della moviola in campo per accorgersene. Sousa s’è infuriato anche per un tocco di braccio (sinistro) di Iago Falque nell’azione dell’1-0 (doppia palla persa da Borja Valero e Salcedo), ma il movimento dello spagnolo risulta congruo. Così scrive Il Corriere dello Sport - Stadio.
Episodi a parte, è vero allarme per i viola. Non mordono, non ringhiano, faticano a segnare, hanno perso il ritmo, non sono lucidi e brillanti, nel primo tempo hanno perso palloni su palloni. Si sono fatti schiacciare a centrocampo e negli ultimi 30 metri c’è frustrazione. Per di più, i viola, hanno beccato due gol in 90 minuti dopo averne presi solo quattro nelle precedenti sei partite. E dei sei gol incassati finora, quattro sono arrivati nel primo tempo. Mihajlovic, ex di turno, s’è preso sei punti contro Roma e Fiorentina, il segnale è forte e chiaro, può sognare l’Europa. L’Europa League, per Sousa, rischia di diventare una zavorra. Il rispetto delle gerarchie a volte fa a pugni con il rendimento. Babacar avrebbe meritato di giocare dal primo minuto, Kalinic ha tirato a salve o addosso a Hart, quando è entrato il senegalese i viola hanno bucato l’inglese. Tre degli ultimi cinque gol di Babacar in A sono arrivati da subentrato, è ora di sganciarlo titolare o forse sarebbe bene proporre le due punte. Borja Valero e Ilicic nel 3-4-2-1, alle spalle di Kalinic, sono macchinosi nella creazione delle trame, si dimenticano dell’ultimo passaggio. La trequarti è una fabbrica dell’ovvio.
 
A Torino non si passa. Il triangolo Borja-Ilicic-Kalinic non funziona. Baba va sfruttato
Pubblicato il: 03 Ott 2016 09:50

Grande Torino: nomen omen. Uno stadio che oggi si chiama così, una squadra che a casa sua sta costruendo un sogno e chissà se – è molto presto per dirlo – avrà il profumino d’Europa che si sente oggi: intanto in quattro partite 10 punti e 10 gol segnati. Era dal 1976-77 che il Toro non segnava 13 gol nelle prime sette giornate di campionato: per inciso, era la stagione del grande duello con la Juve e dei 37 gol in due di Graziani e Pulici. Così scrive La Gazzetta dello Sport.

E la Fiorentina? Sembrava in salute di gioco come il Torino, come il Torino cercava continuità, ma nella sfida fra attacco della profondità e possesso palla, fra il vangelo verticale e quello orizzontale, si è arresa: e dopo sei risultati utili fra campionato e Europa è tornata a scivolare come non le succedeva da agosto (prima di campionato contro la Juve). Ha perso due delle ultime tre trasferte, ma il punto non è (solo) quello, perché i suoi problemi prescindono da dove gioca: anche ieri ha dato l’impressione di essere una squadra psichedelica, e non sarebbe un problema perché certe luci intermittenti possono anche abbagliare; il problema è che si allunga se e quando non si accende, ovvero quando inizia a specchiarsi troppo nei suoi ricami. Fino a ieri almeno aveva la migliore difesa del campionato, e stavolta invece ha zoppicato pure lì. Anche ieri ha stentato a portare giocatori in area, perché il triangolo con Kalinic (vertice alto) e Ilicic e Borja alle sue spalle, che dovrebbero alzarsi e avvicinarsi a turno al centravanti, non ha mai trovato un lato forte. La Viola crea ma raccoglie poco, e se quaglia magari sbaglia: a volte per imprecisione (Kalinic), altre perché si scopre poco «pesante», senza due punte vere. La partita con il Toro ha detto che con Babacar – non solo perché il senegalese libera il croato da certe morse – può diventare più pericolosa. Tanto più se Ilicic (e poi Zarate) è questo, così anarchico da finire per pestarsi i piedi con il Bernardeschi dirottante verso il centro; se Borja Valero paga la fatica di giocare sempre, ogni tre giorni; se Berna non trova un pizzico di concretezza in più nei suoi strappi.
 
Baba fa il Toro, ma la Fiorentina non c'è. Squadra immatura
Pubblicato il: 03 Ott 2016 08:18 Autore: Angelo Giorgetti - La Nazione
INVECE di una prova di maturità arriva una risposta immatura, la Fiorentina resta incompiuta e nel primo tempo è irritante per come si concede al Toro. Sconfitta grave dopo sei partite utili, anche Sousa esce ridimensionato per l’inclinazione tiepida della squadra dopo le invocazioni grintose della vigilia. E invece molta orizzontalità, rimbalzi nelle zone calde, alcuni giocatori trattenuti troppo in campo nonostante la seratuccia (Ilicic, Badelj), una variabilità continua dell’assetto con Borja alto e inutile, nella terra di nessuno. Certo non della Fiorentina. E poi solo sul 2-0 per il Toro entra Babacar, che interrompe la desolazione sulle palle aeree segnando all’84’ il gol che accorcia le distanze e aumenta i rimpianti.
Poca Fiorentina già nel primo tempo, squadra irrisolta e monotona senza ritmo né fantasia. Basta il minimo sindacale al Toro per costruire una partita onesta: chiudersi, aggredire e ripartire. L’elementarità di Mihajlovic contro il polpettone insipido con troppi ingredienti di Sousa. Il gol di Iago Falque fa infuriare l’allenatore viola per un rimpallo sul braccio che favorisce la fuga dello spagnolo _ Calvarese non tiene in considerazione i segnali dei collaboratori _ ma la Fiorentina era sprofondata da molti minuti nella mancanza di idee originali (e Sousa avrebbe dovuto rammaricarsi più per quel motivo).

E DAL GOL preso probabilmente in modo viziato la squadra non si rialza, viaggiando a scatti e costruendo due soli pericoli estemporanei (lancio di Bernardeschi per Kalinic, sinistro di Sanchez in area). E’ proprio l’idea di gruppo calcistico che non emerge, un gruppo che abbia un’identità e possibilmente un’idea di gioco per proporsi in modo organico. E invece Borja e Ilicic dispersi fra le linee, Badelj disperso in se stesso, tanta confusione, altrettanta morbidezza nei contrasti, solo Sanchez capace di interpretare il ruolo mettendoci l’aggressività che serve per giocare con il centrocampo a due. Un’altra certezza di Sousa che pochissimi vantaggi ha portato fin qui all’evoluzione della squadra, soprattutto se uno dei due interpreti _ ieri Badelj _ è in versione depotenziata, a tratti impresentabile. Poco da salvare, anche le scelte di un allenatore che solo sul 2-0 (raddoppio di Benassi, fuorigioco sbagliato dalla difesa viola e Tata battuto sul proprio palo) e con la squadra afflosciata decide di rinunciare a Badelj e Bernardeschi (disperso nelle fasi più calde) per innescare due punte spostando Borja in una posizione che possa consentirgli l’uso accettabile di neuroni. Un brutto spettacolo vederlo alto fra le linee, braccato e ingobbito, con le spalle alla porta, scalciato da dietro: quanta intelligenza calcistica sprecata.
Il 3-4-2-1 vago, mutabile e irrisoltissimo troverà forse un giorno la forza di trasformarsi in un 4-3-3 che abbia meno velleità di esplorazione nei terreni della contaminazione calcistica, ma forse più certezze e giocatori utilizzati nel proprio ruolo. Esterni alti, un centrocampo più completo e attrezzato per gli inserimenti a turno. Quello che manca ora, insieme a molte altre cose.
 
Lenta e prevedibile, Fiorentina che barba, che noia
Neanche la tradizione favorevole ha portato la squadra viola alla vittoria contro l’Atalanta
di Saverio Pestuggia
La fame di calcio giocato ci aveva indotto a sperare che oggi la Fiorentina potesse rivitalizzare la propria classifica contro l’Atalanta che negli ultimi anni aveva sempre segnato il passo sia al Franchi che a Bergamo. Così non è stato e siamo stato spettatori, decisamente annoiati, di una gara bruttina con pochi tiri in porta e rare occasioni da gol. Va bene a Gasperini che porta a casa il terzo risultato utile con il rammarico di non aver saputo concludere al meglio le giocare del Papu Gomez nella prima frazione di gara. Va un po’ peggio alla Fiorentina che ha creato un paio di azioni importanti e poi basta.
Di chi la colpa? Molti tifosi e nostri lettori se la prendono con Sousa che non riesce più a riproporre neanche la lontana parente della Fiorentina di un anno fa, altri incolpano la società di non aver voluto spendere per rinforzare una squadra che lo scorso anno aveva fatto miracoli. Dove sta la verità? Come sempre nel mezzo: Sousa non trova più il bandolo della matassa e la società ha guardato solo al bilancio tagliando i fondi al rientrante Pantaleo.
Se dobbiamo giudicare la Fiorentina vista oggi per la prima volta con il centrocampo a tre e la doppia punta (non è una novità) diciamo che lo scolastico rinvio a settembre è doveroso. Sanchez ha perso lucidità, Badelj poco propositivo e Borja molto dispersivo. I duelli sulle fasce sono stati persi nettamente da Milic e con più equilibrio da Bernardeschi che però non ha quasi mai provato la giocata vincente: sempre gli stessi movimenti, la stessa finta che ormai gli avversari conoscono a memoria. E in difesa? A parte Salcedo che ha sofferto come gli altri la grande vena del Papu Gomez, gli altri non sono andati male e senza dubbio resta la nota meno dolente di questa Fiorentina.

Ne è uscita una partita bruttina con una Fiorentina lenta, prevedibile e poco presente in area avversaria nonostante le due punte e ascoltando le reazioni del pubblico non crediamo che ci sia un solo spettatore che a fine gara non abbia ricordato il “che barba, che noia” di Sandra Mondaini negli sketch con Raimondo Vianello.

Neanche il tempo di ripensare e giovedì torna l’Europa League contro lo Slovan Liberec per poi andare a Cagliari a giocarsi nuovamente una posizione decente di campionato. Sarà che adesso il calendario è più favorevole, ma la Fiorentina deve ancora ritrovarsi altrimenti rischierà di affogare, nella migliore delle ipotesi, nella mediocrità del centro classifica
Saverio Pestuggia
 
Fiorentina-Atalanta 0-0: io l’ho vista così (Né vittoria, né gioco, né gol)
Pubblicato da Francesco Matteini in Evidenza, Fiorentina 16/10 15:20


Niente gol, nonostante tentativi ripetuti di arrembaggio all’arma bianca. Lo zero a zero con l’Atalante certifica in modo inequivocabile lo stato di crisi dell’attacco viola (come singoli e come schemi di gioco). Il problema non è tanto aver pareggiato in casa con l’Atalanta, quanto aver “rischiato” in pochissime occasioni di vincere. Sousa ha provato tutta la gamma di attaccanti e mezzi attaccanti a disposizione: Babacar, Kalinic, Bernardeschi, Tello, Zarate senza riuscire a scardinare la difesa avversaria. Né ci si può aspettare, ma questo lo si sa ormai da tempo, contributi offensivi significativi da parte dei centrocampisti o dai difensori. Così la fase offensiva della Fiorentina si manifesta in tutta la sua anemia. L’astinenza da gol è ormai soffocante. E non basta la carica agonistica emersa soprattutto nella fase finale della gara, a salvare squadra e tecnico da una sonoro bocciatura, sancita anche dai fischi del Franchi. I primi, corali, convinti e insistiti, della gestione Sousa.
Tatarusanu 6 – Attento nelle poche occasioni in cui l’Atalanta ha suonato il campanello della sua porta.
Gonzalo 6 – Non fa errori, ma sembra aver perso la capacità di far ripartire l’azione in verticale. C’era una volta un regista arretrato…
Salcedo 5,5 – In difficoltà contro il Papu Gomez per tutto il primo tempo, recupera tempismo e lucidità nella ripresa.
Astori 8 – Salva due gol praticamente fatti con interventi arditi ed efficaci. E’ sempre al posto giusto nel momento giusto.
Bernardeschi 6 – Ci mette un po’ ad entrare in azione. Sfonda solo in orizzontale. Ma i palloni più invitanti partono dal suo piede.
Badelj 5 – Mobilità limitata, a secco di intuizioni.
Sanchez 5 – Sul recupero palloni niente da dire, ma non si possono sbagliare tutti i passaggi propositivi.
Milic 4 – Mamma mia! Non azzecca un cross neanche per sbaglio. Impacciato e inconsistente sul fronte difensivo.
Boja Valero 5,5 – Un passettino avanti rispetto alle ultime, pessime, prestazioni. Sempre pronto per l’appoggio del compagno, ma ancora senza idee.
babaBabacar 5 – Palloni giocabili zero ma fa poco per procurarseli. Un paio di controlli macchinosi in area atalantina.
Kalinic 4 – L’impegno è indubbio ma la sua fedina penale riporta due reati gravi: il mancato gol su colpo di testa a centimetri dalla porta e il mancato appoggio a Babacar solo davanti alla porta per incaponirsi in un’azione solitaria.
Vecino 6 – Con lui in campo sale il brio della squadra e si vede qualche passaggio filtrante.
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Kalinic si dispera dopo il gol mancato
Tello 6 – Scatenato per un quarto d’ora, poi, incomprensibilmente, esce dal gioco e non vi rientra più.
Zarate 5 – Lanciato in campo come guastatore negli ultimi minuti, colleziona solo una serie di inconcludenti azioni in solitario.
Sousa 4,5 – Due settimane per preparare qualcosa di nuovo, che la squadra non mostra. Finale di partita con un disperato quanto pasticciato 3-3-4. Il gioco non arriva, la vittoria neanche, i gol nemmeno.
Arbitro Damato & C. 5 – Una miriade di valutazioni sballate.
Commento Sky Trevisani-Marchegiani 6 – Buon supporto di lettura alla partita. Spalla tecnica che talvolta si avvita nell’esposizione ai limiti del balbettio.
 
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