Stadium 1911, una follia torinese
Il più grande stadio d'Italia, e forse del mondo, fu costruito a Torino nell'area dell'ex piazza d'Armi, dove oggi sorge il Politecnico: l'ingresso principale era posto su corso Vinzaglio, oggi corso Duca degli Abruzzi. Lo si volle più grande addirittura di quello di Atene e di Londra. Fu progettato da Carlo Ceppi e dai suoi collaboratori architetti Vittorio Ballatore di Rosana e Ludovico Gonella. Si chiamava Stadium, occupava un'area di 100.000 metri quadrati, con 40.000 posti a sedere e 30.000 in piedi, venne inaugurato il 30 aprile del 1911 davanti ai Sovrani e a 70.000 spettatori. In stile greco-romano fu costruito in cemento armato dalla ditta Porcheddu. L'ovale misurava 361 metri di lunghezza per 204 di larghezza , circa il doppio dello "Stadio Comunale". Intorno al campo c'erano tre piste: una grande esterna da 730 metri per le gare ciclistiche, una per le corse dei cavalli e una terza di 500 metri per i podisti. Sotto le gradinate c'erano locali per buffet, spogliatoi, dormitori, sale destinate alla scherma, alla ginnastica femminile. L'opera fu totalmente finanziata da fondi privati e fu costruita in meno di un anno. Lo Stadium fu una delle follie dei torinesi durante la "Belle Epoque". Era troppo grande per le partite di calcio,infatti se ne disputarono poche, due di campionato e tre volte ospitò la nazionale.