Veneto, la fabbrica degli scudetti

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

spatrango

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Ci sarebbe da chiedersi il perchè, e lo dico da Veneto. :mmmm:

Veneto, la fabbrica degli scudetti - La Stampa

Mancava solo Venezia, il capoluogo. E adesso che la Reyer del basket è tornata tricolore dopo 74 anni, la festa è davvero completa.

Per la 14a volta negli ultimi 15 anni, e senza attendere la fine dei tornei di baseball e softball, il Veneto è la regione con più successi (cinque) nei principali sport di squadra. Prima dei cestisti, avevano vinto la Luparense del calcio a cinque e, tra le donne, Padova nella pallanuoto, Valsugana nel rugby e Breganze nell’hockey pista. La fabbrica degli scudetti produce in ogni provincia, a ritmi inaccessibili per la concorrenza. Un dato per tutti: dal 2000 il Veneto ha festeggiato ben 97 campioni d’Italia, mentre la Lombardia, seconda in classifica, è ferma a 38.

Tradizione e sponsor
Lo sport veneto vince nella «capitale» e in periferia, dal 2001 ogni anno sia con gli uomini che con le donne. Il bello è che lo fa dappertutto, mica solo nel rugby che è la sua riserva di caccia preferita. È l’unico ad aver già completato l’album tricolore del XXI secolo: almeno uno scudetto in ciascuno degli undici sport considerati. Ha assorbito alla grande anche la batosta dell’addio dei Benetton al volley e al basket, che tra il 1992 e il 2007 portarono ben 14 scudetti. Ha cultura sportiva, piccole e medie imprese che funzionano e riescono ancora a garantire sponsorizzazioni vitali. Dispone di una base di reclutamento ampia e per tradizione fisicamente molto dotata. Un circolo virtuoso che consente alla quinta regione per popolazione di essere di gran lunga la prima per rendimento polisportivo nei campionati di élite nazionali.

Al Nord un’altra marcia
Emerge altro, studiando l’Italia che vince. Si continua a viaggiare a due velocità, intanto. Sempre più competitivi al Nord (14 titoli su 20), sempre meno attrezzati al Sud (a segno solo Salerno nella pallamano femminile). Il gap è ben più marcato a livello maschile: tra Campania e Sicilia, giganti meridionali, appena tre titoli (col Posillipo della pallanuoto, l’ultimo nel 2004...) contro i 27 femminili, dove l’attività costa meno e il richiamo delle big nordiste è inferiore. C’è poi il Lazio in via d’estinzione, con la crisi globale di Roma che pesa: il Giubileo regalò un effimero primato dal 2000 al 2002, negli ultimi sei anni sono maturati solo due scudetti molto di nicchia, nel calcio a 5 femminile. Al Centro, in compenso, risale la Toscana. Non vinceva con le donne dal 2008, quest’anno ha fatto tris. Per Fiorentina del calcio, Cus Pisa dell’hockey prato e Lucca del basket sono state prime volte assolute. E Lucca in finale ha battuto Schio, una delle rare venete deluse del 2017.
 
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