Assegnazione carte di credito e giochi aleatori

SilvioVernillo

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Dalle infinite discussioni che si susseguono nel forum, emerge abbastana chiaramente che è abbastanza scarsa la correlazione tra condizioni economiche del richiedente e assegnazione delle carte di credito da parte delle banche; a volte la carta viene asseganta in presenza di requisiti minimi, a volte viene rifiutata anche in presenza di condizioni molto solide (stipendio regolare, saldi elevati).
Ad occhio, da quello che emerge dalle discussioni, le condizioni del richiedente incidono per circa il 30%-40% sulla decisione della banca di assegnare o non assegnare la carta.

A rifletterci, la cosa è abbastanza comprensibile.
Le carte di credito sono solo uno degli elementi di assunzione di rischio da parte delle banche, insieme a fidi, mutui, etc.; quando gli indicatori interni del rischio globale raggiungono un valore elevato, è comprensibile che la carta non venga assegnata anche a un richiedente molto affidabile.
Saluti
 
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Merito creditizio, una nozione arcaica e obsoleta usata in modo strumentale

La nozione di "merito creditizio" affonda le radici nella notte dei tempi, quando quasi nessuno aveva più di un conto bancario, e il banchiere (o il direttore della sede locale) aveva del cliente una conoscenza complessiva e dettagliata di tutti gli aspetti rilevanti (patrimoni, nuclei familiari, prospettive ereditarie, ...); un po' come il sacerdote o il maresciallo dei carabinieri.
In questo contesto, la nozione di "merito creditizio" implica un giudizio complessivo sulle caratteristiche del cliente che richiede una qualche forma di fido.

All'epoca di Internet e di banking online, molti utenti bancari hanno più di un conto, e la banca online non conosce praticamente niente del cliente; in queste condizioni parlare di "merito creditizio" non ha alcun senso, la banca può solo valutare quel poco che conosce del cliente, e ragionare in termini probabilistici, sui grandi numeri.

La locuzione di "merito creditizio" viene però ancora usata diffusamente, anche su questo forum.
Un po' questo avviene per la forza d'inerzia delle espressioni linguistiche, che tendono a sopravvivere anche quando non corrispondono più alle condizioni reali.
L'uso della locuzione ha però un ulteriore effetto perverso, quello di sottolineare una condizione di sudditanza del cliente rispetto alla banca; condizione che era reale e forse giustificata quando le banche erano sostanzialmente enti pubblici; ma oggi le banche sono S.p.A. a scopo di lucro, cioè un imprenditore che opera sul mercato; teorizzare ancora una qualche sudditanza dei clienti non ha alcuna giustificazione, e ha come unico effetto quello di proteggere e perpetuare l'inefficienza del sistema bancario italiano e l'infinita serie di scandali e fallimenti che lo caratterizza da tempo.
Saluti
 
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