QUESTA PERLA EUROPEA E' DIVENTATO UN DIAMANTE SEMPLICEMENTE APPILICANDO UNA TASSAZIONE PARI ALL' 1,5 % SUI REDDITI .
Lussemburgo, il buco nero delle tasse
Per la prima volta svelati gli accordi riservati tra aziende e governo del Granducato per ottenere risparmi fiscali. Documenti su oltre 300 società, anche italiane, che trasferiscono lì risorse colossali. Un sistema che toglie denaro alla nostra economia. Proliferato nel Granducato sotto la guida di Juncker, ora presidente della Commissione Ue
di Paolo Biondani, Vittorio Malagutti e Leo Sisti
06 novembre 2014
Lussemburgo, il buco nero delle tasse
C'è un buco nero nel cuore dell’Europa, un piccolo Stato grande come la provincia di Bergamo, ma con la metà degli abitanti, appena 550 mila. È il Lussemburgo, membro fondatore dell’Unione europea, stretto tra Francia, Germania e Belgio. È un Paese ricco, ricchissimo. La sua fortuna sono le tasse. Quelle degli altri. Nel senso che da almeno mezzo secolo è diventato la meta preferita delle aziende alla ricerca di un trattamento fiscale di favore.
Dalle multinazionali alle banche, dalle imprese famigliari ai grandi marchi della moda, migliaia di società hanno trovato rifugio all’ombra del fisco leggero dell’unico Granducato superstite sulla carta geografica del mondo. Un sistema cresciuto anche grazie al lungo governo di Jean-Claude Juncker, premier per diciotto anni e ora alla guida della Commissione europea.
I documenti che “l’Espresso” pubblica in esclusiva per l’Italia raccontano nei particolari il funzionamento di una macchina che ha consentito al più piccolo Stato dell’Ue di accumulare una ricchezza straordinaria, con reddito pro capite di oltre 100 mila dollari, il più alto del mondo, quasi il triplo di quello italiano.
LEGGI SU ESPRESSO + Gli italiani con il fisco su misura
Sono 28 mila pagine di dossier confidenziali che descrivono gli accordi siglati da oltre 300 società di tutto il mondo, tra cui molte italiane, con le autorità lussemburghesi. Grazie a queste intese, il peso delle tasse è stato ridotto in misura sostanziale, se non azzerato. Il materiale presentato nell’inchiesta de “l’Espresso” è stato raccolto da un network giornalistico americano, The International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), e viene pubblicato in contemporanea da 26 testate di diversi Paesi. I contratti sono tutti siglati Pricewaterhouse (Pwc), la multinazionale della revisione di bilancio e della consulenza che ha assistito le aziende nel negoziato con il governo del Lussemburgo.
Impresentabile Juncker, ecco perche non puo guidare l'Europa - l'Espresso
OGGI questo fenomeno ci chiede quello che lui NON ha mai fatto e qualcuno nel nostro paese gli da anche ragione
Il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ha annunciato che chiederà al governo italiano di rispettare "la parola" sugli obiettivi di bilancio nel 2019. "L'Europa funziona secondo regole prestabilite prima dell'arrivo dei governi. Come nel diritto amministrativo francese, c'e' una continuità di servizio pubblico. I nuovi governi devono rispettare la parola nel contesto internazionale e in Europa. Soprattutto quando loro stessi hanno adottato le raccomandazioni della Commissione per il 2018 e 2019", ha detto Juncker in un'intervista a diversi media audiovisivi italiani. - See more at: Manovra, Juncker boccia l'Italia: "Se l'accettassimo ci sarebbero reazioni virulente in altri Paesi" - Rai News
Lussemburgo, il buco nero delle tasse
Per la prima volta svelati gli accordi riservati tra aziende e governo del Granducato per ottenere risparmi fiscali. Documenti su oltre 300 società, anche italiane, che trasferiscono lì risorse colossali. Un sistema che toglie denaro alla nostra economia. Proliferato nel Granducato sotto la guida di Juncker, ora presidente della Commissione Ue
di Paolo Biondani, Vittorio Malagutti e Leo Sisti
06 novembre 2014
Lussemburgo, il buco nero delle tasse
C'è un buco nero nel cuore dell’Europa, un piccolo Stato grande come la provincia di Bergamo, ma con la metà degli abitanti, appena 550 mila. È il Lussemburgo, membro fondatore dell’Unione europea, stretto tra Francia, Germania e Belgio. È un Paese ricco, ricchissimo. La sua fortuna sono le tasse. Quelle degli altri. Nel senso che da almeno mezzo secolo è diventato la meta preferita delle aziende alla ricerca di un trattamento fiscale di favore.
Dalle multinazionali alle banche, dalle imprese famigliari ai grandi marchi della moda, migliaia di società hanno trovato rifugio all’ombra del fisco leggero dell’unico Granducato superstite sulla carta geografica del mondo. Un sistema cresciuto anche grazie al lungo governo di Jean-Claude Juncker, premier per diciotto anni e ora alla guida della Commissione europea.
I documenti che “l’Espresso” pubblica in esclusiva per l’Italia raccontano nei particolari il funzionamento di una macchina che ha consentito al più piccolo Stato dell’Ue di accumulare una ricchezza straordinaria, con reddito pro capite di oltre 100 mila dollari, il più alto del mondo, quasi il triplo di quello italiano.
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Sono 28 mila pagine di dossier confidenziali che descrivono gli accordi siglati da oltre 300 società di tutto il mondo, tra cui molte italiane, con le autorità lussemburghesi. Grazie a queste intese, il peso delle tasse è stato ridotto in misura sostanziale, se non azzerato. Il materiale presentato nell’inchiesta de “l’Espresso” è stato raccolto da un network giornalistico americano, The International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), e viene pubblicato in contemporanea da 26 testate di diversi Paesi. I contratti sono tutti siglati Pricewaterhouse (Pwc), la multinazionale della revisione di bilancio e della consulenza che ha assistito le aziende nel negoziato con il governo del Lussemburgo.
Impresentabile Juncker, ecco perche non puo guidare l'Europa - l'Espresso
OGGI questo fenomeno ci chiede quello che lui NON ha mai fatto e qualcuno nel nostro paese gli da anche ragione
Il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ha annunciato che chiederà al governo italiano di rispettare "la parola" sugli obiettivi di bilancio nel 2019. "L'Europa funziona secondo regole prestabilite prima dell'arrivo dei governi. Come nel diritto amministrativo francese, c'e' una continuità di servizio pubblico. I nuovi governi devono rispettare la parola nel contesto internazionale e in Europa. Soprattutto quando loro stessi hanno adottato le raccomandazioni della Commissione per il 2018 e 2019", ha detto Juncker in un'intervista a diversi media audiovisivi italiani. - See more at: Manovra, Juncker boccia l'Italia: "Se l'accettassimo ci sarebbero reazioni virulente in altri Paesi" - Rai News