Democratici (americani) e nazisti......... trova le differenze

poirino

Nuovo Utente
Registrato
14/11/03
Messaggi
16.991
Punti reazioni
689
Potremmo sostituire "Democratici (americani)" con qualche nostro partito politico a mio avviso.

Mi sembrano i nipotini di Goebbels.:o
Possiamo ora comprendere meglio l'uscita della Botteri in occasione dell'elezione di Trump.

Un saluto da Poirino il fantasmino

"Hai votato Trump? Sei pazzo". La tesi choc del professore Usa
“Hai votato Trump? Sei pazzo”
La tesi choc del professore Usa
NOV 14, 2018 4 COMMENTI PUNTI DI VISTA ROBERTO VIVALDELLI
Non voti per la sinistra chic? Non sei solo “razzista”, “bigotto” e “sessista: sei sicuramente un disturbato mentale. Stavolta a dirlo non è un liberal livoroso per le ripetute sconfitte degli ultimi anni ma Allen Frances, professore emerito di psichiatria alla Duke University, che nel suo ultimo libro Twilight of American Sanity, appena uscito in Italia con il titolo Il crepuscolo di una nazione (Editore Bollati Boringhieri), tenta di dare una lettura tutta sua della vittoria di Donald Trump del 2016. Non è il presidente Usa ad essere “pazzo”, come hanno sostenuto gli intellettuali della sinistra progressista in questi anni, ma quelli in un certo modo lo hanno sostenuto e votato.

In un’intervista rilasciata a The Verge, il professore spiega: “Davvero, Trump non è la causa dei problemi del mondo, è più un sintomo. Trump non è la malattia sociale di base, è il segnale di quanto quanto sarà pericoloso il nostro futuro”. La tesi del professore ha fatto ampiamente discutere negli Stati Uniti: per gli intellettuali di orientamento democratico è davvero così difficile comprendere che è lo scollamento tra loro e il popolo ad essere il motivo delle loro batoste? Pare di sì.

Quello di disprezzare l’avversario e ritenerlo inferiore culturalmente è un sentimento comune tra i progressisti: secondo un recente sondaggio commissionato da Axios la maggioranza dei democratici americani – 61 percento – descrive i repubblicani come “razzisti”, “bigotti” e “sessisti”.

“Trump? Un narcisista. Ma il problema è il delirio collettivo”
“Il narcisismo è molto comune nei leader politici, celebrità, medici, avvocati e professori, ma non è un criterio di squalifica per governare” spiega Frances a The Verge. “Anche se le persone hanno disturbi mentali, ciò non significa che non possano essere grandi leader. Non sono di quest’idea. Sia Abraham Lincoln che Winston Churchill hanno avuto disturbi mentali molto gravi ma sono stati tra i migliori leader del mondo”.

Secondo Frances, “Trump dovrebbe essere messo sotto accusa per il suo comportamento e perché è un presidente terribile, non perché presumibilmente soffre di una malattia mentale”. Il delirio è collettivo. Certo, prosegue, “Trump è stato un teorico della cospirazione sin dai suoi primi contatti con Roy Cohn, che era la mente dietro la caccia alle streghe comuniste. Ma ha avuto successo con teorie cospirative! È entrato nell’arena presidenziale con Crooked Hillary, la frase più potente utilizzata nella campagna elettorale, o con Fake News, come fa ora. Usa le teorie della cospirazione, sì. Ma non soffri di disturbo delirante se una parte consistente della popolazione degli Stati Uniti ti crede!”. Non mi sono occupato di politica negli ultimi 50 anni, prosegue, “ma penso che tutti noi dobbiamo proteggere la nostra democrazia e il Paese che consegneremo ai nostri figli e nipoti”.

strip_articolo_occhi

Insomma, Trump non è stato votato da una classe media delusa dalla globalizzazione, da guerre inconcludenti come in Afghanistan e in Iraq o dai lavoratori della Rust Belt abbandonati a se stessi dai democratici. Non c’è nulla di questo nell’analisi del professore: “Credo che Trump sia uno specchio dell’anima americana, un sintomo superficiale della nostra più profonda malattia sociale” scrive sempre Allen Frances. “Potrebbe non essere pazzo, ma certamente lo abbiamo eletto. Dobbiamo imparare da questa scura era trumpiana. Se non impariamo da essa, continueremo a fare gli stessi errori”.

Voti a destra o per i populisti? “Hai paura”
Come spiega Francesco Borgonovo su La Verità, tesi in qualche modo simili a quelle del professore americano sono state recentemente espresse anche in Italia dal sociologo Aldo Bonomi e dall’assessore milanese del Partito democratico Pierfrancesco Majorino in un libretto intitolato Nel labirinto delle paure. Politica, precarietà, immigrazione, pubblicato sempre per la Bollati Boringhieri.

“In questa terra di mezzo – si legge nelle note di copertina – si fa strada la paura, ed è quindi vitale analizzare con attenzione il reale per poter proporre soluzioni possibili. La soluzione più facile è sfruttare questa paura diffusa, soprattutto degli ultimi, dei sommersi, alimentarla di rancore e rovesciarla su chi sta ancora più in basso. È la via scelta dai populismi e dai neonazionalismi, che puntano il dito accusatorio verso una popolazione disperata e lacera di migranti, ai quali viene addossata la colpa del malessere diffuso”.

Insomma, l’Italia (12% della popolazione europea) ha ricevuto il 70% dei migranti via mare verso l’Europa tra il 2014 e il 2017 ma gli italiani non devono avere “paura” di nulla. La paura è per gli ignoranti. Ci pensano i custodi del politicamente corretto e l’esercito dei “competenti” a gestire il fenomeno.
 
No, scusa, i vostri idoli teneteveli per voi, non cercate di appiopparceli.
 
Quando sento uno che usa la parola "democratico" (parola nobile un tempo) per qualificarsi, lo associo a qualcosa di spregevole e disonesto, che può sconfinare nel turpe ed infame.

Il mio giudizio su di loro è definitivo.
 
Indietro