Accordo segreto Bergoglio e dittatura cinese:un falso "successo diplomatico"

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Accordo segreto Bergoglio e dittatura cinese:un falso "successo diplomatico"

Cattolici veri (i cosiddetti "sotterranei") costretti ad accettare Vescovi per metà graditi al regime.
Fino ad ora la situazione era: vescovi compiacenti nominati dal regime o Vescovi sotterranei liberi , questo consentiva ai fedeli una scelta

Accordo Cina-Vaticano, le prime voci negative da Hong Kong
Accordo Cina-Vaticano, le prime voci negative da Hong Kong
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Lunedì 24 Settembre 2018 di Franca Giansoldati
Vilnius (Lituania) – Mentre sul mar Baltico, dove si trova Papa Francesco viene magnificata dal suo entourage la bontà dell'accordo siglato tra la Santa Sede e la Cina - un accordo che di fatto permetterà alla Chiesa di uscire da una sostanziale clandestinità - da Hong Kong si cominciano a levare le prime voci discordi e negative. L'accordo provvisorio è stato duramente criticato da Ying Fuk-tsang, direttore della Divinity School alla Università di Hong Kong. Una voce autorevole. «Non penso che l'intesa raggiunta porterà più libertà ai credenti in Cina – ha spiegato all'agenzia Cna – anche se il passaggio raggiunto segna per la prima volta un ruolo di leadership al Papa e alla Chiesa cattolica locale. La questione più grande ora è che non si può prevedere il controllo o le interferenze del partito comunista cinese sulla Chiesa cattolica locale. Per questo ritengo che l'intesa sia solo un piccolo passo in avanti».

I contenuti dell'accordo frutto di una trattativa ventennale, sofferta e complicatissima per la forte diffidenza che le autorità di Pechino hanno sempre nutrito verso l'autorità del Papa e la capacità penetrativa della religione cattolica, restano di fatto segreti. Si sa però che le nomine future dei vescovi, finora controllate dal partito (almeno per la struttura riconosciuta dal governo) verranno scelte di comune accordo con Roma. Con il nuovo percorso è come se fossero state sanate tutte le situazioni di illegalità ma per il professor Ying si è trattato di sacrificare cinicamente tanti vescovi clandestini che sono stati fedeli al Papa e hanno anche dovuto patire periodi di reclusione.
Ying riferisce, inoltre, che le locali autorità del partito che governa la regione di Hebei hanno appena pubblicato un avviso in cui chiedono ai cattolici della Chiesa sotterranea di ubbidire alle regole politiche in vigore. Un po' come mettere il bavaglio alla Chiesa clandestina.
 
Ma la cosa grave, non si sa se coinvolga l'Italia, è che non si sa cosa altro abbia dato il Bergoglio al regime cinese, di certo c'è altro nell'accordo e non a caso è segreto
 
articolo di febbraio
Cina-Vaticano, accordo vicino. La Santa Sede accettera sette vescovi nominati da Pechino
Cina-Vaticano, accordo vicino. La Santa Sede accetterà sette vescovi nominati da Pechino
Cina e Vaticano sarebbero vicine a un accordo quadro sulla nomina di 7 vescovi, il principale nodo da sciogliere nelle relazioni tra Pechino e la Santa Sede, e la firma potrebbe arrivare già tra pochi mesi


Raffaello Binelli - Ven, 02/02/2018 - 10:43
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Potrebbe essere vicino l'accordo tra la Cina e il Vaticano. Tutto ruota intorno alla nomina di sette vescovi, con la firma tra Pechino e Santa Sede tra pochi mesi.


Ma vediamo di cosa si tratta nello specifico. Come scrive il Wall Street Journal, che cita una fonte vicina al dossier, Papa Francesco avrebbe deciso di accettare la legittimità dei sette vescovi cattolici nominati dal governo cinese, per favorire il processo di riconoscimento del pontefice stesso come capo della Chiesa Cattolica in Cina.

Secondo l’agenzia Reuters, che cita una fonte di alto livello del Vaticano, cinque delle sette questioni più urgenti sulla nomina dei vescovi sarebbero vicine alla soluzione. L’intesa raggiunta finora non sarebbe "un grande accordo", "ma non sappiamo quale potrebbe essere la situazione nei prossimi dieci o venti anni", ha spiegato la fonte. Ma quanti sono i cattolici in Cina? Circa 12 milioni di persone, attualmente divisi in due: chi professa la propria religione quasi clandestinamente e riconosce il Papa come guida spirituale, e chi invece aderisce all'Associazione Patriottica Cattolica, controllata dal governo di Pechino. E' dal lontano 1951 che Cina e Vaticano hanno tagliato i legami diplomatici, due anni dopo la fondazione della Repubblica Popolare Cinese da parte di Mao Zedong.

La notizia dell'accordo quasi raggiunto arriva a pochi giorni dalla polemica scoppiata tra la Santa Sede il vescovo emerito di Hong Kong, il cardinale Joseph Zen Ze-kiun, che ha accusato la Chiesa di "svendersi" ai desiderata della Cina, aprendo alla sostituzione di due vescovi cinesi nominati dal Vaticano con altri due graditi a Pechino, dopo una visita in Cina di una delegazione della Santa Sede a dicembre scorso. Le parole del cardinale hanno suscitato la reazione sdegnata del Vaticano, sia attraverso il portavoce Greg Burke, che attraverso il segretario di Stato, Pietro Parolin.
 
Ma poi che vuol dire che ora i vescovi verranno "scelti di comune accordo"?
 
Ma poi che vuol dire che ora i vescovi verranno "scelti di comune accordo"?

Praticamente a Bergoglio andranno bene i collaborazionisti con il regime


CINA-VATICANO Cattolici cinesi: speranza e tristezza per l’accordo fra Cina e Santa Sede
24/09/2018, 14.55CINA-VATICANO Invia ad un amico
Cattolici cinesi: speranza e tristezza per l’accordo fra Cina e Santa Sede

Fedeli cinesi, delle comunità ufficiali e sotterranee, esprimono i loro sentimenti sul presente e sul futuro dell’accordo provvisorio Sino-vaticano. Molti chiedono la pubblicazione del documento dell’accordo; altri che siano liberati i vescovi in prigione e che siano riconosciuti dal governo i vescovi non ufficiali. Il timore che la Cina si prenda gioco del Vaticano. Fedeltà al papa e all’unità della Chiesa, ma preoccupazione sulla crescita di vescovi “collaborazionisti”.


Roma (AsiaNews) – C’è speranza e preoccupazione, tristezza e afflizione fra i cattolici cinesi alla notizia dell’accordo provvisorio sulle nomine dei vescovi firmato fra la Cina e la Santa Sede. Vi sono critiche ai vescovi illeciti a cui è stata cancellata la scomunica, perché “hanno amanti e figli” e sono “fedeli collaboratori del regime contro il Signore”, insieme a richieste di poter vedere e conoscere il testo dell’accordo. Vi è pure chi presenta tutta una serie di richieste a cui l’accordo dovrebbe rispondere, magari nel prossimo futuro; chi ricorda i vescovi imprigionati e ne chiede la liberazione. Mons. Guo Xijin, vescovo di Mindong, che dovrebbe diventare un ausiliare di mons. Vincenzo Zhan Silu, appena riammesso nella comunione cattolica (era uno dei vescovi scomunicati), preferisce tacere. Un altro, che dovrebbe essere sostituito - o condividere la responsabilità della diocesi- con uno dei vescovi ex scomunicati – dice di non sapere nulla del suo futuro destino. Qualcuno afferma che l’accordo provvisorio porterà ancora più confusione nella Chiesa e in Cina. I nomi delle persone sono stati cambiati o omessi per esigenze di sicurezza.



Non sappiamo niente sull'accordo, e perciò non possiamo dire niente. Vedo i commenti positivi del card. Parolin, e quelli negativi del card. Zen. Non c’è fiducia nel Partito, e ci preoccupa la poca conoscenza del Vaticano per quanto riguarda il Partito comunista cinese. Gli Stati Uniti l’hanno capito dopo 40 anni di esperienza commerciale.

Tanti fedeli sono delusi, ma io come pastore devo incoraggiare il popolo di Dio nel mantenere la fede autentica cattolica e la comunione con il Santo Padre. Non c’è che aspettare e affrontare ciò che succederà in conseguenza di questo accordo. Non so se nemmeno se domani la Santa Sede chiederà le mie dimissioni. Sono molto d'accordo con l'articolo del p. Sergio Ticozzi. Grazie per il vostro lavoro profetico.

Un vescovo



Il vescovo Guo Xijin non vuole dire niente.

Un fedele di Mindong



Da parte mia, sento un po’ di gioia e un po’ di preoccupazione. Gioia perché qualcosa comincia; preoccupazione perché non sappiamo quanto il governo rispetterà davvero l’accordo. Poi, spero anche che questi vescovi non più scomunicati avranno a cuore di riguadagnare il rispetto della loro gente. E spero anche che il governo libererà presto i vescovi imprigionati e riconoscerà quelli non ufficiali. Un’altra speranza è che la Santa Sede nomini presto vescovi per tutte le diocesi vacanti.

Mario, Shaanxi



Fra i fedeli dell’Henan ci sono ottimisti e pessimisti. Gli ottimisti sono contenti perché finalmente c’è un accordo; i pessimisti lo sono perché non vedono alcun beneficio per la Chiesa cinese, dato che la libertà religiosa è sempre più deteriorata. A noi tocca obbedire con fede.

Giuseppe, Henan



La maggior parte dei miei amici cattolici sono tristi e afflitti. Non so davvero come confortarli. Dopo questo accordo essi non vedono nessuna speranza o futuro. Per loro è così triste perché si sentono traditi.

Teresa, Zhejiang



Voglio dire subito che a mio parere, il Vaticano dovrebbe rendere pubblico l’accordo per evitare manipolazioni e fraintendimenti. In ogni caso, dopo questo accordo rimangono in sospeso tante questioni: i sette vescovi riconciliati saranno vescovi ordinari delle loro diocesi o saranno degli ausiliari, sottomessi ad altri vescovi rimasti fedeli? E che destino avranno i vescovi non ufficiali, che sono riconosciuti dal Vaticano, ma non dal governo cinese? Come farà il papa ad essere il capo della Chiesa cattolica, se molti vescovi ancora di dichiarano per una Chiesa “indipendente” sotto la leadership del Partito comunista? E quando si saprà qualcosa dei vescovi imprigionati o scomparsi nelle mani della polizia? Senza dimenticare la sorte del vescovo di Shanghai, mons. Taddeo Ma Daqin. Senza un lavoro e una risposta a queste questioni, la credibilità del Vaticano fra i fedeli in Cina rischia di consumarsi.

Gloria, Shanghai



Per me la cosa più brutta di questo accordo è il riconoscimento dei sette vescovi scomunicati. Essi sono stati scelti dal regime ateo contro la volontà del successore di Pietro; alcuni di essi hanno amanti e figli; alcuni di essi sono fedeli collaboratori del regime contro il Signore. Siccome nella Chiesa ci sono tanti informatori segreti del Partito, noi temiamo che alcuni di questi vescovi siano informatori. Io temo che questa situazione così reale, concreta e triste sia un preludio al modo in cui i vescovi verranno scelti nel futuro, anche con il benestare del papa.

Paolo, Taiyuan



Non so molto su questo accordo, ma mi sembra che esso sia l’inizio di una valanga di divisioni, contrapposizioni e problemi. Ad ogni modo io sono favorevole perché è un primo passo. Se ci muoviamo solo quando tutto è perfetto, non succederà mai nulla. Io ho fiducia in papa Francesco e nei suoi collaboratori: lo Spirito Santo li guiderà.

Giuseppe, Guangzhou
 
Il sospetto è che nell'accordo, segreto, ci sia anche un impegno di Bergoglio a intervenire per favorire/difendere interessi cinesi in occidente e Italia
 
Ma poi che vuol dire che ora i vescovi verranno "scelti di comune accordo"?

magari che il governo cinese controllerà che il vescovo nominando non sia pedofilo

viste le news che arrivano da tutto il mondo.... :D
 
La Cina continua ad arrestare vescovi e sacerdoti | Tempi


Venerdì 9 novembre è stato sequestrato per l’ennesima volta il vescovo di Wenzhou (Zhejiang), monsignor Pietro Shao Zhumin. Secondo AsiaNews verrà tenuto lontano dalla diocesi per «10 o 15 giorni», ma i fedeli temono che il «periodo di vacanza», così viene chiamato dalle autorità comuniste, duri molto di più.

CINQUE VOLTE IN DUE ANNI

Il vescovo di 55 anni appartenente alla comunità non ufficiale, riconosciuto dalla Santa Sede ma non dal governo, continua a entrare e uscire dalla custodia dei funzionari di partito. Negli ultimi due anni è stato sequestrato almeno cinque volte. L’ultima nel maggio 2017: in quell’occasione venne liberato solo dopo sette mesi.

COSTRUIRE UNA CHIESA «INDIPENDENTE»

L’obiettivo di questi continui sequestri è l’indottrinamento: le autorità comuniste vogliono convincere monsignor Shao a iscriversi all’Associazione patriottica (Ap). Questo gesto non è solamente formale, ma sostanziale: l’Ap, infatti, sostiene una Chiesa cattolica «indipendente» dal Vaticano e dal Papa ed è stata di conseguenza definita da Benedetto XVI «inconciliabile con la dottrina cattolica».

I NUOVI REGOLAMENTI

Il recente accordo firmato da Cina e Santa Sede non ha migliorato i rapporti tra la Chiesa sotterranea e il governo, proprio come previsto dal vescovo di Hong Kong, monsignor Michael Yeung, che a Reuters ha dichiarato a ottobre: «Questo accordo provvisorio non fermerà la soppressione, non diminuirà la distruzione di chiese e non farà sì che i giovani minori di 18 anni possano tornare a*entrare in chiesa». Tutte queste misure sono previste dai nuovi regolamenti approvati a febbraio che tutte le religioni in Cina sono costrette ad applicare (il tema è stato approfondito sul*numero di giugno di*Tempi).

QUATTRO SACERDOTI SCOMPARSI

Da quando è stato firmato l’accordo, la situazione dei fedeli in Cina sembra essere peggiorata. L’Ap infatti ha intensificato la sua campagna arrogante, perseguitando i sacerdoti che non vogliono piegarsi a un regime ateo e specificando nero su bianco che «la Chiesa cinese resterà indipendente» da Roma nonostante l’accordo.
A inizio mese, quattro sacerdoti della comunità sotterranea della diocesi di Zhangjiakou (Hebei) sono stati sequestrati dalla polizia, dopo essersi rifiutati di iscriversi all’Ap. La repressione viene portata avanti anche in altri modi: il primo novembre la croce dal campanile della chiesa di Shangcai (Henan) è stata distrutta, insieme alle guglie dell’edificio. La chiesa è stata sigillata e nessuno può utilizzarla come luogo di culto. Secondo AsiaNews, molti cattolici si sentono «abbandonati, dimenticati, traditi».
 
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