"Roma vanta un altro triste primato: è la città europea in cui si muore di più per strada. Come ci ricorda il recente incidente mortale in scooter dello chef stellato Alessandro Narducci, che segue di pochi giorni la morte, sempre per una caduta dalla moto, di Noemi Carrozza, campionessa di nuoto sincronizzato. Oggi i romani hanno iniziato a denunciare e a ribellarsi all' incuria inevitabile, che spesso è causa di incidenti quotidiani, a volte irreparabili."
"7 maggio 2018
Roma, strade killer: Elena Aubry, centaura 26enne muore sullʼOstiense, "colpa di buche e radici"
La madre della vittima si è recata sul posto e accusa: "Non può essere stato che per le radici e quello schifo di asfalto, altrimenti non si spiega, mia figlia guidava con prudenza"
"18 giugno 2018
Manutenzione dell'asfalto al palo e le vittime sulle strade aumentano. Noemi Carrozza, 20 anni, campionessa di nuoto sincronizzato, ha perso la vita venerdì, a bordo della sua moto mentre percorreva la Cristoforo Colombo, l'arteria che resta in cima alla lista delle strade più pericolose di Roma. Lo dicono i dati Aci-Istat, lo dicono i rapporti dei vigili, eppure la via che collega Ostia con l'Eur è ancora devastata da buche, asfalto sollevato da radici"
"Lo stesso asfalto sconnesso e dissestato che ha mietuto tre vittime nel giro di poche settimane: Elena Aubry, Noemi Carrozza e Daniele Chiocchini, l’ultimo ad essere sbalzato dal suo scooter a via del Lido di Castelporziano, una delle strade con l’obbligo di percorrenza a 30 km orari. Secondo i dati del Codacons, nell’ultimo semestre, i decessi per incidenti stradali sono aumentati del +18,5% rispetto al 2017. Colpa anche delle 60mila buche censite sulle strade capitoline, spuntate come funghi dopo la nevicata dello scorso febbraio. Anche Patrizia Quaresima, dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, ha perso suo figlio Andrea nel 1998 per colpa dell’asfalto logoro. “Il Comune ha respinto le proprie responsabilità e, anzi, la colpa è stata data al cento per cento a mio figlio perché non indossava il casco”, ci spiega dopo averci accolto in casa sua. La sede dell’associazione si trova nella cameretta di Andrea, in cui tutto è rimasto come vent’anni fa. “Tanti ragazzi hanno perso la vita a Roma e il Comune non ha mai pagato”, denuncia.
“Dall’inizio dell’anno sono stati 83 i morti sulla strada, e in tre casi è stato già accertato che a provocare gli incidenti mortali sono state proprio le buche. Occorre fare chiarezza sul mancato intervento dell’amministrazione grillina nei tratti di strada dove Elena, Noemi e Daniele hanno perso la vita. Tragedie che potevano essere evitate secondo mamma Graziella. “Quando perdi un figlio, perdi anche il suo futuro, la vita che avrebbe avuto, i sogni che avrebbe realizzato”, sussurra con gli occhi lucidi. Per questo oggi combatte affinché nessuno debba più rischiare la vita per colpa di una buca."