Ebenezer Scrooge
Famo domani
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Non ho letto tutti i post di tutti i threads (ovviamente).
Comunque sono state fatte delle stime che riporto:
Genova, crollo del ponte: il governo pensa alla revoca della concessione, ma dovrebbe risarcire Autostrade
Il giorno dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova, il governo studia la possibilità di revocare la concessione ad Autostrade per l’Italia, controllata dalla famiglia Benetton, che gestisce anche l’A10. A parlare di revoca della concessione sono sia il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, sia i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, sia il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. La revoca è tecnicamente possibile, anche se complessa e costosa. Forse per questo fonti del governo fanno sapere che la strada più probabile è quella di una sanzione a carico di Autostrade per l’Italia. Sempre che siano dimostrate responsabilità della società nel crollo di martedì scorso (Il ponte e i 23 anni di rattoppi).
La revoca della concessione, con scadenza nel 2042, è regolata dalla convenzione firmata nel 2007 tra Anas e Autostrade per l’Italia, in parte resa pubblica a febbraio di quest’anno. Il rapporto si interrompe se c’è una «grave inadempienza» del concessionario rispetto a un serie di obblighi. Tra questi c’è anche il «mantenimento della funzionalità delle infrastrutture concesse attraverso la manutenzione e la riparazione tempestiva delle stesse». Se la «grave inadempienza» venisse dimostrata, quindi, Anas subentrerebbe nella concessione ad Autostrade per l’Italia. Ma ci sarebbe un costo (Il video del crollo).
Anas dovrebbe pagare ad Autostrade per l’Italia un «importo corrispondente al valore attuale netto dei ricavi della gestione, prevedibile dalla data del provvedimento di decadenza sino alla scadenza della concessione, al netto dei relativi oneri, investimenti e imposte nel medesimo periodo». La formula, in realtà, è ancora più complessa ma la sostanza è che ci sarebbe un indennizzo parametrato agli utili previsti fino alla fine della concessione. Considerato che nell’ultimo anno gli utili di Autostrade per l’Italia sono stati pari quasi a un miliardo di euro, 968 milioni, e che la concessione scade nel 2042, l’indennizzo sarebbe intorno ai 20 miliardi di euro. Anche perché dal volume degli utili andrebbe scalata una somma pari al 10%, «a titolo di penale», che in realtà potrebbe anche salire in caso di «maggior danno» (le storie dei sopravvissuti).
Per questo nel governo la revoca della concessione viene considerata una extrema ratio. Mentre si sta lavorando all’ipotesi di una sanzione pesante, nel caso in cui venissero dimostrate le responsabilità di Autostrade per l’Italia. Anche oltre i 150 milioni di euro dei quail ha parlato il vicepremier Di Maio.
Comunque sono state fatte delle stime che riporto:
Genova, crollo del ponte: il governo pensa alla revoca della concessione, ma dovrebbe risarcire Autostrade
Il giorno dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova, il governo studia la possibilità di revocare la concessione ad Autostrade per l’Italia, controllata dalla famiglia Benetton, che gestisce anche l’A10. A parlare di revoca della concessione sono sia il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, sia i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, sia il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. La revoca è tecnicamente possibile, anche se complessa e costosa. Forse per questo fonti del governo fanno sapere che la strada più probabile è quella di una sanzione a carico di Autostrade per l’Italia. Sempre che siano dimostrate responsabilità della società nel crollo di martedì scorso (Il ponte e i 23 anni di rattoppi).
La revoca della concessione, con scadenza nel 2042, è regolata dalla convenzione firmata nel 2007 tra Anas e Autostrade per l’Italia, in parte resa pubblica a febbraio di quest’anno. Il rapporto si interrompe se c’è una «grave inadempienza» del concessionario rispetto a un serie di obblighi. Tra questi c’è anche il «mantenimento della funzionalità delle infrastrutture concesse attraverso la manutenzione e la riparazione tempestiva delle stesse». Se la «grave inadempienza» venisse dimostrata, quindi, Anas subentrerebbe nella concessione ad Autostrade per l’Italia. Ma ci sarebbe un costo (Il video del crollo).
Anas dovrebbe pagare ad Autostrade per l’Italia un «importo corrispondente al valore attuale netto dei ricavi della gestione, prevedibile dalla data del provvedimento di decadenza sino alla scadenza della concessione, al netto dei relativi oneri, investimenti e imposte nel medesimo periodo». La formula, in realtà, è ancora più complessa ma la sostanza è che ci sarebbe un indennizzo parametrato agli utili previsti fino alla fine della concessione. Considerato che nell’ultimo anno gli utili di Autostrade per l’Italia sono stati pari quasi a un miliardo di euro, 968 milioni, e che la concessione scade nel 2042, l’indennizzo sarebbe intorno ai 20 miliardi di euro. Anche perché dal volume degli utili andrebbe scalata una somma pari al 10%, «a titolo di penale», che in realtà potrebbe anche salire in caso di «maggior danno» (le storie dei sopravvissuti).
Per questo nel governo la revoca della concessione viene considerata una extrema ratio. Mentre si sta lavorando all’ipotesi di una sanzione pesante, nel caso in cui venissero dimostrate le responsabilità di Autostrade per l’Italia. Anche oltre i 150 milioni di euro dei quail ha parlato il vicepremier Di Maio.