Chi fermerà lo spread

mander

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L'altra volta c'era Berlusconi che ha capito l'antifona ed ha lasciato ad un passo dal precipizio, questi invece fanno gli incompresi.

A rigor di logica fanno bene a non demordere, confortati dai sondaggi,quindi a fermare la musica dovrebbero pensarci i populisti di dx e di sx,o la troika

Subito dopo ferragosto inizierei dei corsi accelerati di buonsenso.a me la troika non piace
 
La continuità riflette i mutamenti già intervenuti nella realtà economica e sociale dell’Italia. Il rinnovamento nel far sentire la propria voce, in difesa di un interesse generale
Giuseppe Conte ha fatto bene a dire che il ruolo di Giovanni Tria è fuori discussione. “Non esiste che lasci”, come ha ribadito nella sua intervista al Corriere della sera. Precisazione necessaria dopo le polemiche emerse nei giorni passati in vista della madre di tutte le battaglie. Quella legge di bilancio che dovrà prendere forma, nel prossimo autunno. In questo aiutato dal nuovo monito del Presidente della Repubblica. Rinnovamento e continuità – come ha ricordato – sono stati i cardini della politica italiana dal dopoguerra ad oggi.

Il problema, tuttavia, è capire quale sia il punto di intersezione delle due curve. Dove finisce la continuità ed inizia il cambiamento e viceversa. Per tentare l’impresa, occorre riavvolgere il nastro. L’intesa di governo – “intesa” e non “alleanza” – aveva la forma, ma non la sostanza di un contratto. Era, invece, una dichiarazione di intenti o un gentlemen’s agreement, se si preferisce, i cui dettagli operativi erano rinviati ad un futuro prossimo venturo. Un contratto, inoltre, senza scadenza, ma da sviluppare, circostanze permettendo, durante l’intero arco della legislatura.

Dato questo contesto, il continuo salmodiare dell’opposizione sul costo eccessivo del programma non ha molto senso. Ammesso che valga 100 miliardi. In cinque anni fanno 20 miliardi l’anno. Matteo Renzi, in un momento molto più critico per la finanza pubblica italiane, ne spese 10 solo per il bonus di 80 euro. Il pericolo é altrove: nell’architettura del Fiscal Compact e nel suo progressivo allontanamento dall’andamento dei processi reali.

I lavori in corso per la sua realizzazione erano iniziati nel 2010, su sollecitazione di Angela Merkel. La grande crisi bancaria era stata risolta grazie all’intervento dello Stato. Miliardi profusi da Francia, Germania, Inghilterra e Spagna per salvare i rispettivi istituti di credito malati di moral hazard. L’Italia era rimasta fuori, per le caratteristiche più domestiche del suo sistema bancario. Istituti che “non parlano inglese”: come si disse. Ma questo non le impedì di partecipare alle spese, conferendo svariati miliardi all’Efsf, (il fondo salva stati) poi sostituto dal Mes. Somme destinate a pesare sul suo ingente debito pubblico.

Il pericolo di allora era rappresentato dal rischio all’assuefazione. Superati i vincoli posti dal “Patto di stabilità”, si temeva una via senza ritorno, in termini di deficit e debito. Da qui la necessità di stringere i bulloni, prevedendo norme ancora più rigide. Ci volle una lunga trattativa che si concluse con una decisione intergovernativa nel dicembre del 2011. Decisione intergovernativa e non direttiva, la quale richiede una procedura rafforzata. Nel gennaio successivo si giunse alla stipula del relativo Trattato, con il diniego della Gran Bretagna e della Repubblica Cieca, con decorrenza 2013.

In quel periodo la maggior parte dei Paesi, con la sola esclusione della Germania, dell’Olanda e del Lussemburgo, avevano un doppio problema: l’eccesso di deficit pubblico ed uno squilibrio nei conti con l’estero. Nel 2012, ad esempio, l’Italia era ancora reduce da un deficit delle partite correnti della bilancia dei pagamenti superiore al 3 per cento del Pil. Una stretta finanziaria era quindi doppiamente giustificata. Doveva ridurre l’eccesso di indebitamento e, al tempo stesso, deflazionare l’economia. Essendo saltato l’equilibrio tra domanda ed offerta complessiva.

Una cura che ha indubbiamente funzionato, seppure a caro prezzo da un punto di vista sociale e collettivo. L’Italia, infatti, non solo si è rimessa in carreggiata. Ma già dall’anno successivo il rosso profondo delle partite correnti della sua bilancia dei pagamenti si è trasformato in un surplus consistente (oltre 2 punti di Pil) destinato a durare, almeno secondo le previsioni, fino al 2021. Si deve quindi insistere, con la vecchia ricetta o chiedere una nuova cura, considerato il diverso stato di salute del paziente?

Questa è la richiesta che le autorità italiane dovrebbero rivolgere a quelle europee. Non per richiedere deroghe o maggiore flessibilità una tantum, ma per disegnare una nuova architettura del Fiscal Compact che tenga anche conto delle altre variabili del quadro macroeconomico. A partire dal livello della disoccupazione, che rappresenta la spia più evidente dell’insufficiente utilizzo dei fattori produttivi. Ed ecco allora il vero punto di caduta del binomio continuità – rinnovamento. La continuità riflette i mutamenti già intervenuti nella realtà economica e sociale dell’Italia. Il rinnovamento nel far sentire la propria voce, in difesa di un interesse generale. Senza voler derogare da quei canoni di razionalità che da sempre presidiano lo statuto dell’economia come scienza sociale.
 
L'altra volta c'era Berlusconi che ha capito l'antifona ed ha lasciato ad un passo dal precipizio, questi invece fanno gli incompresi.

A rigor di logica fanno bene a non demordere, confortati dai sondaggi,quindi a fermare la musica dovrebbero pensarci i populisti di dx e di sx,o la troika

Subito dopo ferragosto inizierei dei corsi accelerati di buonsenso.a me la troika non piace


dicono che il debito non esiste,
che è in’invenzione !!!:mad::mad:

Contemporaneamente chiedono
altri soldi agli investitori:o
 
La troika non s'azzarda a passà da ste parti. Stanno prendendo accordi x saldare i conti con tedeschi e francesi. (quanto mi stanno sui ********). Li mettiamo con le spalle al muro. :eek:


Da quando i debitori fanno i prepotenti con i creditori!!
Abbassa la cresta che è meglio,
la tua casa è ipotecata
 
L'altra volta c'era Berlusconi che ha capito l'antifona ed ha lasciato ad un passo dal precipizio, questi invece fanno gli incompresi.

A rigor di logica fanno bene a non demordere, confortati dai sondaggi,quindi a fermare la musica dovrebbero pensarci i populisti di dx e di sx,o la troika

Subito dopo ferragosto inizierei dei corsi accelerati di buonsenso.a me la troika non piace


Deutsche Bank
 
silvio lasciò con spread a 700 o giù di lì, mica a 250 come ora
 
spread.jpg


:yes:

:clap::clap::clap: :bye:
 
Qualche giorno fa in articoli apparsi su La Stampa e poi un altro quotidiano ( forse corriere della sera) Cottarelli osservava che pare che questo governo voglia abbandonare l' impegno di governi precedenti di portare il deficit/PIL sotto il o allo 0,9%. Potrebbe limitarsi a restare sotto il 3% o circa al 2,2%. Ls commissione UE potrebbe accettare la cosa limitandisi a qualche pacata critica. Se il quadro economico internazionale restasse tranquillo per i TdS italiani non ci sarebbero problemi seri. Ma se si sviluppassero recessioni in economie importanti e in Italia, potrebbe esserci una crisi del debito pubblico italiano. A grandi linee.
 
silvio lasciò con spread a 700 o giù di lì, mica a 250 come ora


575 per l'esattezza

quando lo spread raggiungerà quei livelli o anche sopra...

i 2 prodi eroi non potranno fare altro che andarsene e lasciare spazio a un governo tecnico guidato dal buon cottarelli...
 
L'altra volta c'era Berlusconi che ha capito l'antifona ed ha lasciato ad un passo dal precipizio, questi invece fanno gli incompresi.

A rigor di logica fanno bene a non demordere, confortati dai sondaggi,quindi a fermare la musica dovrebbero pensarci i populisti di dx e di sx,o la troika

Subito dopo ferragosto inizierei dei corsi accelerati di buonsenso.a me la troika non piace

Giggino e felpa fermeranno lo spread.
Ne sono certo.
 
Ripeto sempre che nel 2011/12 lo spread cominciò a chiudersi quando la bomba Greca deflagro'.

La politica italiana c'entro' in modo del tutto marginale.


Oggi la situazione è completamente diversa.
L'Italia è in prima fila, ha uno spread di oltre 100 punti su Portogallo, Spagna, Irlanda, oltre che sugli altri paesi meno problematici.
Solo la Grecia è ancora messa peggio.

La crisi del 2011 era dell'Eurozona.
Quella di oggi è Italiana.
 
Ripeto sempre che nel 2011/12 lo spread cominciò a chiudersi quando la bomba Greca deflagro'.

La politica italiana c'entro' in modo del tutto marginale.


Oggi la situazione è completamente diversa.
L'Italia è in prima fila, ha uno spread di oltre 100 punti su Portogallo, Spagna, Irlanda, oltre che sugli altri paesi meno problematici.
Solo la Grecia è ancora messa peggio.

La crisi del 2011 era dell'Eurozona.
Quella di oggi è Italiana.

Vero.
E non pensavo di dover rimpiangere il ( sigh ) senso di responsabilità di Berlusconi; questi vorranno colare a picco con tutto il paese. Ahinoi.
 
Vero.
E non pensavo di dover rimpiangere il ( sigh ) senso di responsabilità di Berlusconi; questi vorranno colare a picco con tutto il paese. Ahinoi.

Rimpiangere il senso di responsabilitā del berlusconi del 2011 dice giā tutto su come siamo messi.
 
Vero.
E non pensavo di dover rimpiangere il ( sigh ) senso di responsabilità di Berlusconi; questi vorranno colare a picco con tutto il paese. Ahinoi.

Senso di responsabilità di Berlusconi?!?!?!! :rotfl:

Ma se ne andò soltanto dopo che fece un incontro con i vertici aziendali, delle sue aziende!

Cmq la politica italiana c'entrava poco, con Monti nei 3 mesi successivi al default greco il decennale (tutti i decennali di tutti i paesi) stava tornando allo stesso livello, fino all'ormai celeberrimo "uateve it teics".
 
Senso di responsabilità di Berlusconi?!?!?!! :rotfl:

Ma se ne andò soltanto dopo che fece un incontro con i vertici aziendali, delle sue aziende!

Cmq la politica italiana c'entrava poco, con Monti nei 3 mesi successivi al default greco il decennale (tutti i decennali di tutti i paesi) stava tornando allo stesso livello, fino all'ormai celeberrimo "uateve it teics".

adesso vediamo quanto e a che punto ci metteranno a schiodarsi i nostri fenomenali grillofelpati. POI faremo un paragone col Berlusca ( che disprezzo profondamente eh ).
 
L'altra volta c'era Berlusconi che ha capito l'antifona ed ha lasciato ad un passo dal precipizio, questi invece fanno gli incompresi.

A rigor di logica fanno bene a non demordere, confortati dai sondaggi,quindi a fermare la musica dovrebbero pensarci i populisti di dx e di sx,o la troika

Subito dopo ferragosto inizierei dei corsi accelerati di buonsenso.a me la troika non piace

sì dai continua :D la tua musica copre il rumore delle mandibole :clap:
pagliaccio.gif
 
sì dai continua :D la tua musica copre il rumore delle mandibole :clap:
Vedi l'allegato 2526245

Ma se ho scritto che l'altra volta Berlusconi NON aveva grosse colpe sullo spread...

Tu piuttosto, quando ti toccano il tuo capo intervieni SEMPRE...

O sei patologicamente innamorato di Berlusconi (una forma di masochismo) o sei proprio un gruppo di troll, con software di scansione dei thread...
 
Ma se ho scritto che l'altra volta Berlusconi NON aveva grosse colpe sullo spread...

Tu piuttosto, quando ti toccano il tuo capo intervieni SEMPRE...

O sei patologicamente innamorato di Berlusconi (una forma di masochismo) o sei proprio un gruppo di troll, con software di scansione dei thread...

ma tu sei mander? poi lo psicopatico sono io...
 
Chi è mander? :mmmm:

Cmq la tua capacità di trovare SEMPRE thread in cui si parla del tuo sommo è strana...

io ho risposto a mander, tu a chi parlavi? a me o a uno che sta nei tuoi deliri?
 
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