Ma cosa pretendono dai ristoranti queste allergiche? Una testimonianza di un'altra

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Miki63

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ragazza, allergica ai pistacchi, in risposta alla morte per reazione allergica avvenuta dopo una cena in un agriturismo: "Troppo complicato ribadire il concetto della contaminazione, il cuoco si sarà lavato le mani dopo aver preso il tomino e inserito le altre cose nel piatto? Se usava i guanti, li avrà cambiati?"

Ma la cucina di un ristorante non è mica un laboratorio scientifico dove si manipolano virus per le guerre batteriologiche o per produrre un po' di sano Novichok:D

L'episodio precedente a cui fa riferimento questa ragazza, pure ingegnere:

Cena al ristorante e muore dopo reazione allergica: Chiara Ribechini aveva 24 anni - Corriere.it

E la sue riflessioni ed esperienze vissute:

Vita da allergica: vi racconto perché si rischia tutti i giorni di morire - Corriere.it

Ho conosciuto il mio migliore amico a soli tre anni, subito dopo aver incontrato il mio peggior nemico. Ero in un bar con tutta la famiglia e il nonno mi teneva in braccio. Io avevo il solito broncio che hanno le figlie minori quando si accorgono di non essere più una novità, mio nonno era ancora giovane, i capelli neri non ancora ingrigiti dal tempo: «Assaggia, a nonno» dice lui e mi mette nella manina un paio di pistacchi. Da buona ingorda, li mando subito giù. Mamma mi racconta sempre che, all’improvviso, divento gonfia come un pallone e rossa, rossissima. La versione nana e abbronzata di Shrek. Ridiamo ogni volta che la mette in questi termini, ma non sono sicura che ridesse ventisei anni fa. Per fortuna, eravamo a cento metri dall’ospedale ed è lì che ho incontrato per la prima volta il mio amico più sincero e fidato, ciò che più si avvicina al compagno di una vita: il Bentelan.

È così che ho scoperto della mia allergia alla frutta secca e non è stato un problema finché non ho cominciato a mangiare fuori con gli amici senza che mia madre minacciasse ogni ristoratore di denuncia in caso mi fosse successo qualcosa.:rolleyes:

Quando sono diventata grande le cene e gli aperitivi con gli amici sono aumentati, mia madre ovviamente non c’era. Non ho mai lasciato che l’allergia condizionasse la mia vita sociale, anche se molte volte ho avuto questo rimpianto. Il problema vero è che nessuno capisce che basta che i cuochi usino le stesse posate per due piatti diversi o che la superficie di lavoro in cucina sia stata contaminata, che la prospettata bella serata finisce con un’iniezione di cortisone al pronto soccorso più vicino. O con i paramedici nel soggiorno di un qualche conoscente. Questo se sono davvero fortunata e se ho il mio amico Bentelan in borsa che mi fa guadagnare tempo, altrimenti il pronto soccorso non riuscirei a raggiungerlo neanche in apnea. La gola si chiude e prude, la mente si annebbia, respirare è impossibile. È la consapevolezza della corsa contro il tempo e se non vinci, sai bene che quella potrebbe essere la tua ultima competizione.

Per questo quando ho letto di Chiara,la ragazza di Navacchio morta per una reazione allergica, sono rimasta scioccata. Continuiamo a dire ai ristoratori che siamo allergici alla farina raffinata solo perché ci fa mettere due grammi sui fianchi. Continuiamo a parlare di intolleranze e diete «gluten free», continuiamo a considerare gli allergici solo dei rompiscatole che fanno perder tempo ai camerieri quando passano a prendere le ordinazioni, fino a quando una ragazza di 24 anni muore. Ed è colpa di tutti noi, dei camerieri superficiali, dei ristoratori non attenti, di chi non capisce quali sono i rischi a cui siamo sottoposti tutti i giorni noi allergici. Ma questa leggerezza, se proprio devo accettarla dalla società (e nemmeno tanto di buon grado), non la si può accettare dal mondo della ristorazione. Posso dire con consapevolezza di rischiare tutti i giorni: se faccio colazione fuori, se mangio alla mensa aziendale, se viaggio in Italia e all’estero, se vado al ristorante o dal kebabbaro. In tutti questi anni me ne sono successe di tutti i colori.

Ristorante nel centro di Torino, recensioni ottime, prezzi medio alti. Chiedo un antipasto misto da condividere con il mio ragazzo, sottolineo più volte di non mettere la salsa al pistacchio, spiego il problema: «Mi raccomando, fate attenzione alla contaminazione». Il mio ragazzo sorride e ripete con il labiale le mie parole, le conosce a memoria, si assicura che io spieghi bene tutto appena arrivata in qualsiasi ristorante. Quando il cameriere torna, ci porta l’antipasto e vedo il pesto di pistacchio adagiato su un tomino. Nello stesso piatto. «Questo non lo mangi, è allergica» mi dice pure. Troppo complicato ribadire il concetto della contaminazione, il cuoco si sarà lavato le mani dopo aver preso il tomino e inserito le altre cose nel piatto? Se usava i guanti, li avrà cambiati?

Ci rinuncio, non tocco cibo, resto paralizzata dalla paura, non voglio fare una scenata al cameriere (noi allergici spesso ci sentiamo in colpa del disagio che creiamo in cucina o ai commensali). Il conto però lo paghiamo tutto. Usciti dal ristorante, il mio ragazzo mi dice pure che nonostante tutto la cena gli è piaciuta, ci tornerà a mangiare con la sua famiglia. E allora penso tra me e me che se non sono riuscita a sensibilizzare appieno lui, figurarsi gli altri. Continuo a vivere così, spostando il mio amico Bentelan di borsa in borsa e sentendo come un mantra le idiozie della gente quando e se parlo della mia allergia: «Anche io sono intollerante». Oppure: «Sai che anche a me mi si gonfia la pancia se bevo il latte?» «Poverina! Non sai che ti perdi, i pistacchi hanno un sapore buonissimo».
Può essere, per me sanno di morte.
 
Sono sovrappeso, scarsa (sono molto comprensivo con me stesso:D) forma fisica, non sono più giovane.
Quasi quasi mi faccio la parete est del Monte Rosa.
Scarpette da ginnastica, ovviamente.

Che dite? Vado?
Oppure vado a farmi una passeggiata al Valentino?

N.b. I "Condorelli sinistrelli" possono astenersi dal rispondere:D
 
Sembra che la gente voglia complicarsi la vita apposta.:rolleyes:
 
Sembra che la gente voglia complicarsi la vita apposta.:rolleyes:

Ma appunto. Se hai questi gravissimi problemi allergici che basta un coltello "sporco" a mandarti in coma, io me ne starei alla larga dai ristoranti, invece di sfidare la morte e prendersela con del personale e delle strutture che non sono preparate ad accogliere clienti(?) "pazienti", di questo genere!!
Se fossi al posto di un ristoratore la inviterei cortesemente ad andarsene altrove, troppe responsabilità, l'agriturismo l'hanno chiuso e sono tutti indagati, auguri!
 
L'ufficio di igiene dovrebbe fare controlli a tappeto su tutti questi ristoranti etnici, quasi sempre gestiti da clandestini e senza autorizzazioni ma che riescono ad ingannare ai giovanissimi.

Quando scoppierà una grande epidemia in Italia, sapremo da dove viene e chi l'ha diffusa.
 
sono completamente impazziti,sono loro i malati e pretendono che in una cucina dove un tizio prende 1000 euro per 12 ore stia attento manco fosse una guerra batteriologica.
State a casaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
 
basterebbe aprire ristoranti per allergici dove garantiscano gli alimenti, ovviamente pagando un sovrapprezzo che permetta il rispetto ferreo delle procedure

d'altronde una sostanza venduta come farmaco costa molto di più della stessa sostanza venduta come materia prima per l'industria chimica e nessuno trova da obiettare

potrebbe essere una buona idea per un ristoratore
 
igiene OK è doverosa, ma qui siamo alla follia, dispiace ma se hanno questo tipo di allergia non possono pretendere nulla, semplicemente NON vadano al ristorante, contenti loro e contento il gestore che non rischia la chiusura
 
igiene OK è doverosa, ma qui siamo alla follia, dispiace ma se hanno questo tipo di allergia non possono pretendere nulla, semplicemente NON vadano al ristorante, contenti loro e contento il gestore che non rischia la chiusura

Pazzia pura..con tutta,la comprensione possibile
 
solite cretinate, se hai delle patologie gravi stai a casa a sorbirti il semolino o quello che non ti crea rischi, non vai a cercarti grane, se proprio vuoi mangi alle 18 la tua sbobba e poi vai con gli amici in agriturismo alle 20 e non tocchi niente.
 
basterebbe aprire ristoranti per allergici dove garantiscano gli alimenti, ovviamente pagando un sovrapprezzo che permetta il rispetto ferreo delle procedure

d'altronde una sostanza venduta come farmaco costa molto di più della stessa sostanza venduta come materia prima per l'industria chimica e nessuno trova da obiettare

potrebbe essere una buona idea per un ristoratore

Qui vicino da me, hanno una sala ad hoc

Cuisine | Hotel Palladio
 
Non è obbligatorio mangiare al ristorante; chi ha problemi di allergie dovrebbe mangiare a casa propria e non far entrare in casa nessuno di quei prodotti.
 
igiene OK è doverosa, ma qui siamo alla follia, dispiace ma se hanno questo tipo di allergia non possono pretendere nulla, semplicemente NON vadano al ristorante, contenti loro e contento il gestore che non rischia la chiusura

Senti questa cosa pretende perchè ha la figlia allergica all'uovo:rolleyes:

Allergia.jpg
 
Non capisco perché uno di sinistra debba difendere delle cause perse.

La ragazza ha fatto un errore che le è costata la vita.

Semmai è sempre meglio un indagine approfondita a 360 gradi.

Una faccenda un po' strana.OK!
 
Se pensate di essere immuni dallo shock anafilattico perché ritenete di non essere allergici non avete capito nulla. Potete andare all'altro mondo per un panino tonno e pomodori, se non lo sapete. Googlate "sindrome sgombroide" . Se beccate il tonno giusto proverete sulla vostra pelle cosa significhi essere allergici.
 
che poi il risultato è che ai bimbi allergici alla frutta secca, ma non così gravemente da rimanerci secchi per una minima contaminazione, alla mensa scolastica gli danno solo pane e acqua praticamente, perché non puoi portarti nulla da casa e in qualsiasi alimento ormai mettono "potrebbe contenere tracce di frutta a guscio"
 
il problema e' anche di natura PSICOLOGICA...che porta spesso le persone INTOLLERANTI AL GLUTINE....oppure INTOLLERANTI AL LATTOSIO, ALLE UOVA, ALLE ARACHIDI....

A RISCHIARE SPESSO LA PELLE...per


NON FINIRE EMARGINATI DALLA SOCIETA'....


PURTROPPO L'ESSERE UMANO E' un animale sociale.....e le persone soprattutto giovani che hanno queste patologie...se non escono e mangiano in compagnia si sentono ESCLUSI dal ''gruppo''.....qui sta il problema.

E' un qualcosa nei meccanismi mentali degli esseri umani che risale alla preistoria.
 
Se pensate di essere immuni dallo shock anafilattico perché ritenete di non essere allergici non avete capito nulla. Potete andare all'altro mondo per un panino tonno e pomodori, se non lo sapete. Googlate "sindrome sgombroide" . Se beccate il tonno giusto proverete sulla vostra pelle cosa significhi essere allergici.

La sindrome sgombroide è una intossicazione risultante dall'ingestione di pesce alterato

parliamo di due cose diverse, chiaro che se mangio pesce avariato sto male, allergia é altra cosa.
 
l'allergia è una malattia grave in rapporto a quanto sei allergica ad un determinato tipo di alimento o di agenti chimici e di conseguenza ai loro vapori
e come tale deve essere considerata
soprattutto da chi è malato che non può assolutamente affidarsi a mani estranee che non siano più che sicure
una cucina di un ristorante per chi ha allergie gravi è il posto meno adatto
per quanto si stia attenti , puliti, ordinati , scrupolosi ecc ecc
si cucina anche per altre persone non allergiche, per cui la contaminazione è sempre possibile, per quanto si faccia di tutto perchè non accada
invece in casa propria quel prodotto è sicuro che non c'è, in quella casa non entra e quindi non ci sono possibilità di contaminazioni
mi dispiace molto per questa ragazza che è stata doppiamente sfortunata visto che il rimedio non ha funzionato
 
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