Sir Wildman
The White Knight
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Nel libro di Savona le idee del futuro Governo?
Ed è qui che Savona affronta la discussione più delicata nei confronti del futuro governo: "Non ho mai chiesto di uscire dall'euro, ma di essere preparati a farlo se, per una qualsiasi ragione, fossimo costretti volenti o nolenti (il piano B da me invocato). Ritengo che uscire dall'euro comporti difficoltà altrettanto gravi di quelle che abbiamo sperimentato e sperimenteremo per restare. Il problema consiste nel fatto che non abbiamo né piano A, né B. Il piano A dell'Italia è quello della Ue con le conseguenze indicate. Ho il timore che il piano B sia quello di consegnare la sovranità fiscale alla "triade" (Fmi-Bce-Commissione) se le cose peggiorano, infilandoci nella soluzione greca. Il Paese è in un vicolo cieco. Le autorità hanno il dovere di approntare e attuare due diversi piani, quello necessario per restare nell'Ue e nell'euro, e quello per uscire se gli accordi non cambiano e i danni crescono. Invece si insiste nella loro inutilità essendo l'euro irreversibile e si è disposti a pagare qualsiasi costo pur di stare nell'eurosistema. La prima dichiarazione viene fatta a voce alta, la seconda raramente, ma viene comunque pensata dagli ideologi dell'Ue e dell'euro, ben sapendo che questo costo non verrebbe pagato da loro, ma da una minoranza, sia pure di dimensione significativa".
Perfetto. E aggiungerei che e' fondamentale anche in sede di qualsiasi forma di trattativa.
L'opzione "nucleare" dev'essere messa in conto e preparata adeguatamente. Senza di essa siamo solo
dei mendicanti di fronte a degli aguzzini. Se vuoi la pace preparati alla guerra.
O si cambia o abbiamo tutto il diritto di uscire dall'euro.
E non trascuriamo le potenziali sponde anglo-americane.
Noi possiamo lavorare dall'interno per agevolare le trattative sulla Brexit e
la questione dei surplus tedeschi che stanno rompendo le palle a tutto il mondo.
Ed è qui che Savona affronta la discussione più delicata nei confronti del futuro governo: "Non ho mai chiesto di uscire dall'euro, ma di essere preparati a farlo se, per una qualsiasi ragione, fossimo costretti volenti o nolenti (il piano B da me invocato). Ritengo che uscire dall'euro comporti difficoltà altrettanto gravi di quelle che abbiamo sperimentato e sperimenteremo per restare. Il problema consiste nel fatto che non abbiamo né piano A, né B. Il piano A dell'Italia è quello della Ue con le conseguenze indicate. Ho il timore che il piano B sia quello di consegnare la sovranità fiscale alla "triade" (Fmi-Bce-Commissione) se le cose peggiorano, infilandoci nella soluzione greca. Il Paese è in un vicolo cieco. Le autorità hanno il dovere di approntare e attuare due diversi piani, quello necessario per restare nell'Ue e nell'euro, e quello per uscire se gli accordi non cambiano e i danni crescono. Invece si insiste nella loro inutilità essendo l'euro irreversibile e si è disposti a pagare qualsiasi costo pur di stare nell'eurosistema. La prima dichiarazione viene fatta a voce alta, la seconda raramente, ma viene comunque pensata dagli ideologi dell'Ue e dell'euro, ben sapendo che questo costo non verrebbe pagato da loro, ma da una minoranza, sia pure di dimensione significativa".
Perfetto. E aggiungerei che e' fondamentale anche in sede di qualsiasi forma di trattativa.
L'opzione "nucleare" dev'essere messa in conto e preparata adeguatamente. Senza di essa siamo solo
dei mendicanti di fronte a degli aguzzini. Se vuoi la pace preparati alla guerra.
O si cambia o abbiamo tutto il diritto di uscire dall'euro.
E non trascuriamo le potenziali sponde anglo-americane.
Noi possiamo lavorare dall'interno per agevolare le trattative sulla Brexit e
la questione dei surplus tedeschi che stanno rompendo le palle a tutto il mondo.