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Mi vien da ridere a leggere certe news che fanno terrorismo solo per speculare o per interferire nel processo democratico della formazione di un governo.
Che pericolo ci sarebbe a superare quota 2.40 sui BTP a 10 anni visto che la maggior parte è stata emessa a tasso fisso intorno al 4% e considerando che il rialzo va a influire solo sui TDS a tasso variabile e sulle nuove emissioni a tasso fisso?
Da fol news:
Esiste una soglia pericolo per i tassi sui BTP italiani a 10 anni: ed è bene che questa soglia non venga superata, perchè altrimenti saranno guai sia per i bond italiani che per l’intera Eurozona. E’ quanto spera Marcus Ashworth, che per 30 anni ha lavorato nel settore bancario, ricoprendo più di recente la carica di responsabile strategist dei mercati per Haitong Securities, a Londra. In un articolo pubblicato su Bloomberg, Ashworth invita la Bce a darsi da fare, per evitare che la soglia pericolo per i BTP italiani venga sfondata al rialzo.
La soglia è pari al 2,4%, e in realtà è stata già superata nella giornata di ieri, quando l’incertezza politica italiana e i rischi che il paese corre sono stati messi in evidenza dall’agenzia di rating Fitch: durante una sessione convulsa, che ha visto lo spread BTP-Bund a 10 anni volare di oltre +11%, il sell off scatenato sui BTP ha portato i tassi decennali a superare la soglia del 2,4% per la prima volta dal marzo del 2017. E stamattina, a un certo punto, è andata anche peggio, visto che prima di virare in rosso, lo spread si è impennato a ridosso dei 200 punti base, con i tassi schizzati fino al 2,5050%.
Oggi, nel classico giorno della quiete dopo la tempesta, i tassi decennali scendono di oltre 2 punti base – dopo essere comunque saliti di quasi 5 punti base all’inizio della giornata di contrattazioni – e si attestano al 2,313% circa, un livello che rimane pericolosamente vicino alla soglia pericolo.
“The ECB Must Stop the Rot in Italian Bonds”: ovvero, la Bce deve fermare il massacro sui bond italiani”, scrive Marcus Ashworth. Anche perchè, se non lo farà, i mercati riterranno che sarà stata sancita la morte del “Draghi put”, ovvero la promessa della Bce di intervenire in casi di smobilizzi sostenuti contro i titoli di stato dell’Eurozona.
“I tassi decennali dei BTP sono tornati ai record della scorsa estate, ed è logico che la banca centrale intervenga per difendere (i bond). Nel caso in cui i tassi superassero il 2,4%, gli investitori sarebbero totalmente giustificati nel ritenere che la Draghi put sia ormai morta”.
E il BTP a 10 anni non è certo l’unico asset che desta preoccupazioni. “Il balzo di quasi 50 punti base riportato dai tassi a due anni, saliti al record in due anni e mezzo, frenerà in modo grave l’economia e il sistema bancario del paese, nessuno dei quali è riuscito a riprendersi tra l’altro del tutto dalla crisi finanziaria”.
Intanto, la carrellata di previsioni più o meno fosche sull’Italia continua, mentre all’indomani dei forti sell off che hanno messo di nuovo KO sia Piazza Affari che i BTP, sui mercati torna la calma. Il Ftse Mib è in rialzo, in ripresa dal minimo testato dalla fine di aprile nella sessione di ieri, quando a incidere è stato comunque anche lo stacco delle cedole a Piazza Affari.
Llo spread BTP-Bund vira con decisione verso il basso, scivolando sotto quota 180 punti base, dopo essere balzato nel massimo intraday a 196,20, a fronte di tassi sui BTP balzati, per l’appunto, oltre il 2,50%. Al momento il differenziale scende di 4 punti percentuali circa attorno a 176 punti base.
Segnali di ripresa anche per l’euro, che oscilla attorno a $1,1795, dopo essere scivolato ieri a $1,1715, al valore più basso dal novembre del 2017.
Che pericolo ci sarebbe a superare quota 2.40 sui BTP a 10 anni visto che la maggior parte è stata emessa a tasso fisso intorno al 4% e considerando che il rialzo va a influire solo sui TDS a tasso variabile e sulle nuove emissioni a tasso fisso?
Da fol news:
Esiste una soglia pericolo per i tassi sui BTP italiani a 10 anni: ed è bene che questa soglia non venga superata, perchè altrimenti saranno guai sia per i bond italiani che per l’intera Eurozona. E’ quanto spera Marcus Ashworth, che per 30 anni ha lavorato nel settore bancario, ricoprendo più di recente la carica di responsabile strategist dei mercati per Haitong Securities, a Londra. In un articolo pubblicato su Bloomberg, Ashworth invita la Bce a darsi da fare, per evitare che la soglia pericolo per i BTP italiani venga sfondata al rialzo.
La soglia è pari al 2,4%, e in realtà è stata già superata nella giornata di ieri, quando l’incertezza politica italiana e i rischi che il paese corre sono stati messi in evidenza dall’agenzia di rating Fitch: durante una sessione convulsa, che ha visto lo spread BTP-Bund a 10 anni volare di oltre +11%, il sell off scatenato sui BTP ha portato i tassi decennali a superare la soglia del 2,4% per la prima volta dal marzo del 2017. E stamattina, a un certo punto, è andata anche peggio, visto che prima di virare in rosso, lo spread si è impennato a ridosso dei 200 punti base, con i tassi schizzati fino al 2,5050%.
Oggi, nel classico giorno della quiete dopo la tempesta, i tassi decennali scendono di oltre 2 punti base – dopo essere comunque saliti di quasi 5 punti base all’inizio della giornata di contrattazioni – e si attestano al 2,313% circa, un livello che rimane pericolosamente vicino alla soglia pericolo.
“The ECB Must Stop the Rot in Italian Bonds”: ovvero, la Bce deve fermare il massacro sui bond italiani”, scrive Marcus Ashworth. Anche perchè, se non lo farà, i mercati riterranno che sarà stata sancita la morte del “Draghi put”, ovvero la promessa della Bce di intervenire in casi di smobilizzi sostenuti contro i titoli di stato dell’Eurozona.
“I tassi decennali dei BTP sono tornati ai record della scorsa estate, ed è logico che la banca centrale intervenga per difendere (i bond). Nel caso in cui i tassi superassero il 2,4%, gli investitori sarebbero totalmente giustificati nel ritenere che la Draghi put sia ormai morta”.
E il BTP a 10 anni non è certo l’unico asset che desta preoccupazioni. “Il balzo di quasi 50 punti base riportato dai tassi a due anni, saliti al record in due anni e mezzo, frenerà in modo grave l’economia e il sistema bancario del paese, nessuno dei quali è riuscito a riprendersi tra l’altro del tutto dalla crisi finanziaria”.
Intanto, la carrellata di previsioni più o meno fosche sull’Italia continua, mentre all’indomani dei forti sell off che hanno messo di nuovo KO sia Piazza Affari che i BTP, sui mercati torna la calma. Il Ftse Mib è in rialzo, in ripresa dal minimo testato dalla fine di aprile nella sessione di ieri, quando a incidere è stato comunque anche lo stacco delle cedole a Piazza Affari.
Llo spread BTP-Bund vira con decisione verso il basso, scivolando sotto quota 180 punti base, dopo essere balzato nel massimo intraday a 196,20, a fronte di tassi sui BTP balzati, per l’appunto, oltre il 2,50%. Al momento il differenziale scende di 4 punti percentuali circa attorno a 176 punti base.
Segnali di ripresa anche per l’euro, che oscilla attorno a $1,1795, dopo essere scivolato ieri a $1,1715, al valore più basso dal novembre del 2017.
