Cottarelli: Va in scena il nuovo statalismo

rainbowdandy

Milanista Ragionier Commercialista...
Registrato
29/9/07
Messaggi
93.225
Punti reazioni
3.881
Va in scena il nuovo statalismo

49


0
Pubblicato il 21/05/2018
Ultima modifica il 21/05/2018 alle ore 07:48
CARLO COTTARELLI
I commenti apparsi sulla stampa dopo la pubblicazione della versione finale del «contratto per il governo del cambiamento» si sono focalizzati sulla genericità e talvolta contraddittorietà del documento, nato dalla fusione di due anime, quella dei 5 stelle e quella leghista. Insomma, il contratto non sarebbe caratterizzato da una sua identità, se non da un generico desiderio di cambiamento. Che il contratto rifletta un compromesso tra due anime è evidente. Ma esiste secondo me un chiaro elemento unificatore e riguarda il ruolo che lo Stato dovrebbe avere nella nuova Italia «pentalegata». Il contratto prevede un chiaro rafforzamento del ruolo dello Stato nell’economia, in aperta rottura con gli sviluppi degli ultimi due-tre decenni in cui nei principali Paesi avanzati lo stato era arretrato rispetto al mercato. Beh, non è che nel nostro Paese il mercato abbia poi fatto mai tanta strada. Se da un lato si privatizzavano molte imprese a livello nazionale, dall’altro il «capitalismo degli enti locali» cresceva a dismisura (con le sue oltre 10.000 società partecipate). Anche a livello nazionale, la Cassa Depositi e Prestiti ha pian piano ampliato il proprio ruolo come gestore di imprese. E la prescrizione, introdotta nel 2009, di approvare ogni anno una legge sulla concorrenza ha prodotto una singola legge, quella del 2017, legge peraltro annacquata dal Parlamento rispetto alla versione iniziale. Insomma, non proprio un trionfo del liberismo.



Ma la novità è che il contratto pentalegato si muove decisamente in senso opposto, verso un allargamento del ruolo dello Stato nell’economia e una deresponsabilizzazione dell’individuo. Facciamo qualche esempio. Quello più evidente è l’accettazione del principio del deficit pubblico come motore della crescita attraverso più «investimenti ad alto moltiplicatore e politiche di sostegno al potere d’acquisto delle famiglie». Il contratto comporta aumenti di spesa pubblica di oltre cinquanta miliardi. Poi però, visto che lo Stato, oltre ad essere presente, deve anche essere generoso viene pure previsto un taglio massiccio della tassazione attraverso la flat tax, la sterilizzazione dell’aumento dell’Iva e tagli alle accise, con un potenziale effetto complessivo sul deficit tra i 110 e i 125 miliardi di euro a regime. Il contratto non dice quasi nulla sulle coperture: si prevede una copertura attraverso tagli degli sprechi (quali?), una miglior gestione del debito pubblico (come?) e un aumento, e questo è il punto, del deficit, anche se «appropriato e limitato» (che significa?) come dice la versione finale del contratto.



Ma questo è solo l’inizio. Troviamo nel contratto tante altre cose che ampliano il ruolo dello Stato nell’economia. C’è la banca per gli investimenti, che dovrebbe fra l’altro effettuare finanziamenti all’innovazione «con il fine di perseguire le politiche di indirizzo del ministero dell’Economia e delle finanze». Sempre nel settore finanziario, c’e l’intenzione di mantenere il Monte dei Paschi di Siena nell’area pubblica («lo Stato azionista deve provvedere alla ridefinizione della mission… in un’ottica di servizio»). C’è lo Stato che interviene in soccorso di chi sembrerebbe penalizzato dalle logiche di mercato, compresi i piccoli azionisti delle banche (che verrebbero esclusi da un eventuale bail-in), e, naturalmente chi non ha un reddito superiore ai 780 euro e che quindi riceverebbe il reddito di cittadinanza (fra l’altro, al contrario di quanto scritto da alcuni giornali, il contratto non prevede che il diritto al reddito di cittadinanza duri solo due anni; la formulazione è poco chiara ma sembrerebbe che i due anni si riferiscano al periodo di tempo entro il quale tre offerte di lavoro possono essere rifiutate prima che il diritto al reddito venga meno; dopo due anni si riprenderebbe quindi a contare il numero dei rifiuti). Il contratto promette anche di ridurre al minimo la compartecipazione dei cittadini alla sanità, anche di quelli che magari potrebbero permettersi di pagare qualcosa.



E’ anche interessante notare quello che c’è. Non si parla di concorrenza come elemento essenziale per migliorare l’efficienza economica. Anzi si considera necessario superare gli «effetti pregiudizievoli per gli interessi nazionali derivanti dalla direttiva Bolkenstein» (sulla liberalizzazione del mercato dei servizi). Il contratto non parla quasi mai di merito: dove è andata a finire la proposta dei Cinque stelle di creare un ministero della meritocrazia? Ora, non sarò certo io a sostenere la sacralità del mercato. Il mercato va regolato per evitarne gli eccessi. Ma qualche domanda me la pongo. Possibile che l’Italia non possa crescere più rapidamente se non facendo più deficit pubblico? Non è pericoloso riporre troppa fiducia nella capacità dello Stato di risolvere tutti i problemi? Non si finisce per proteggere posizioni di rendita se non si aumenta la concorrenza? E’ una buona idea tornare alle banche pubbliche? Cosa eviterà il loro uso come strumento di interessi politici particolari, come accaduto in passato? Perché quelli che fino a pochi mesi fa avevano ripetutamente criticato la mala gestione delle oltre 10.000 società partecipate dagli enti locali, ora intendono estendere la partecipazione pubblica a livello nazionale? Un reddito di cittadinanza a vita è appropriato? Non scarica sullo Stato l’onere che gli individui dovrebbero avere di cercarsi un lavoro? E, perché se una banca va bene i piccoli azionisti dovrebbero incassarne i profitti, ma se la banca va male deve essere lo Stato e quindi tutti i contribuenti a pagarne le conseguenze?
 
Invece con i monti e renzusconi? Lobby e banche:wall:
 
Non entro nel merito perchè non ne sono all'altezza e visto che la sua spending mi era piaciuta non lo sto qua a giudicare per quello che dice, ho solo una curiosità...ma è sempre stato così presente in tv e giornali o si è rifatto vivo da quanto è uscita la bozza?
No perchè io non lo sentivo più da quando renzi l'ha buttato fuori a calci e pensavo lavorasse nel privato all'estero....
 
Dopo i grandi suc-cessi del libberismo sarebbe anche ora! OK!
 
Non entro nel merito perchè non ne sono all'altezza e visto che la sua spending mi era piaciuta non lo sto qua a giudicare per quello che dice, ho solo una curiosità...ma è sempre stato così presente in tv e giornali o si è rifatto vivo da quanto è uscita la bozza?
No perchè io non lo sentivo più da quando renzi l'ha buttato fuori a calci e pensavo lavorasse nel privato all'estero....

non vedeva l'ora di prendersi una poltrona nel governo tecnico, ora invece ha preso altro nel culetto e si dimena come un capitone.
Ma finirà in padella anche lui....
 
Non entro nel merito perchè non ne sono all'altezza e visto che la sua spending mi era piaciuta non lo sto qua a giudicare per quello che dice, ho solo una curiosità...ma è sempre stato così presente in tv e giornali o si è rifatto vivo da quanto è uscita la bozza?
No perchè io non lo sentivo più da quando renzi l'ha buttato fuori a calci e pensavo lavorasse nel privato all'estero....

sarebbe meglio che smettessimo di fare il tifo e ciascuno iniziasse a ragionare con la sua testa che qua ne va del futuro del paese. Io sono convinto che nella lega e nei 5s ci siano tante cose positive e che la sintesi che hanno fatto del programma tutto basata sulla spesa e che presuppone l'uscita dall'euro non è condivisa da tutti gli elettori.
 
Va in scena il nuovo statalismo

49


0
Pubblicato il 21/05/2018
Ultima modifica il 21/05/2018 alle ore 07:48
CARLO COTTARELLI
I commenti apparsi sulla stampa dopo la pubblicazione della versione finale del «contratto per il governo del cambiamento» si sono focalizzati sulla genericità e talvolta contraddittorietà del documento, nato dalla fusione di due anime, quella dei 5 stelle e quella leghista. Insomma, il contratto non sarebbe caratterizzato da una sua identità, se non da un generico desiderio di cambiamento. Che il contratto rifletta un compromesso tra due anime è evidente. Ma esiste secondo me un chiaro elemento unificatore e riguarda il ruolo che lo Stato dovrebbe avere nella nuova Italia «pentalegata». Il contratto prevede un chiaro rafforzamento del ruolo dello Stato nell’economia, in aperta rottura con gli sviluppi degli ultimi due-tre decenni in cui nei principali Paesi avanzati lo stato era arretrato rispetto al mercato. Beh, non è che nel nostro Paese il mercato abbia poi fatto mai tanta strada. Se da un lato si privatizzavano molte imprese a livello nazionale, dall’altro il «capitalismo degli enti locali» cresceva a dismisura (con le sue oltre 10.000 società partecipate). Anche a livello nazionale, la Cassa Depositi e Prestiti ha pian piano ampliato il proprio ruolo come gestore di imprese. E la prescrizione, introdotta nel 2009, di approvare ogni anno una legge sulla concorrenza ha prodotto una singola legge, quella del 2017, legge peraltro annacquata dal Parlamento rispetto alla versione iniziale. Insomma, non proprio un trionfo del liberismo.



Ma la novità è che il contratto pentalegato si muove decisamente in senso opposto, verso un allargamento del ruolo dello Stato nell’economia e una deresponsabilizzazione dell’individuo. Facciamo qualche esempio. Quello più evidente è l’accettazione del principio del deficit pubblico come motore della crescita attraverso più «investimenti ad alto moltiplicatore e politiche di sostegno al potere d’acquisto delle famiglie». Il contratto comporta aumenti di spesa pubblica di oltre cinquanta miliardi. Poi però, visto che lo Stato, oltre ad essere presente, deve anche essere generoso viene pure previsto un taglio massiccio della tassazione attraverso la flat tax, la sterilizzazione dell’aumento dell’Iva e tagli alle accise, con un potenziale effetto complessivo sul deficit tra i 110 e i 125 miliardi di euro a regime. Il contratto non dice quasi nulla sulle coperture: si prevede una copertura attraverso tagli degli sprechi (quali?), una miglior gestione del debito pubblico (come?) e un aumento, e questo è il punto, del deficit, anche se «appropriato e limitato» (che significa?) come dice la versione finale del contratto.



Ma questo è solo l’inizio. Troviamo nel contratto tante altre cose che ampliano il ruolo dello Stato nell’economia. C’è la banca per gli investimenti, che dovrebbe fra l’altro effettuare finanziamenti all’innovazione «con il fine di perseguire le politiche di indirizzo del ministero dell’Economia e delle finanze». Sempre nel settore finanziario, c’e l’intenzione di mantenere il Monte dei Paschi di Siena nell’area pubblica («lo Stato azionista deve provvedere alla ridefinizione della mission… in un’ottica di servizio»). C’è lo Stato che interviene in soccorso di chi sembrerebbe penalizzato dalle logiche di mercato, compresi i piccoli azionisti delle banche (che verrebbero esclusi da un eventuale bail-in), e, naturalmente chi non ha un reddito superiore ai 780 euro e che quindi riceverebbe il reddito di cittadinanza (fra l’altro, al contrario di quanto scritto da alcuni giornali, il contratto non prevede che il diritto al reddito di cittadinanza duri solo due anni; la formulazione è poco chiara ma sembrerebbe che i due anni si riferiscano al periodo di tempo entro il quale tre offerte di lavoro possono essere rifiutate prima che il diritto al reddito venga meno; dopo due anni si riprenderebbe quindi a contare il numero dei rifiuti). Il contratto promette anche di ridurre al minimo la compartecipazione dei cittadini alla sanità, anche di quelli che magari potrebbero permettersi di pagare qualcosa.



E’ anche interessante notare quello che c’è. Non si parla di concorrenza come elemento essenziale per migliorare l’efficienza economica. Anzi si considera necessario superare gli «effetti pregiudizievoli per gli interessi nazionali derivanti dalla direttiva Bolkenstein» (sulla liberalizzazione del mercato dei servizi). Il contratto non parla quasi mai di merito: dove è andata a finire la proposta dei Cinque stelle di creare un ministero della meritocrazia? Ora, non sarò certo io a sostenere la sacralità del mercato. Il mercato va regolato per evitarne gli eccessi. Ma qualche domanda me la pongo. Possibile che l’Italia non possa crescere più rapidamente se non facendo più deficit pubblico? Non è pericoloso riporre troppa fiducia nella capacità dello Stato di risolvere tutti i problemi? Non si finisce per proteggere posizioni di rendita se non si aumenta la concorrenza? E’ una buona idea tornare alle banche pubbliche? Cosa eviterà il loro uso come strumento di interessi politici particolari, come accaduto in passato? Perché quelli che fino a pochi mesi fa avevano ripetutamente criticato la mala gestione delle oltre 10.000 società partecipate dagli enti locali, ora intendono estendere la partecipazione pubblica a livello nazionale? Un reddito di cittadinanza a vita è appropriato? Non scarica sullo Stato l’onere che gli individui dovrebbero avere di cercarsi un lavoro? E, perché se una banca va bene i piccoli azionisti dovrebbero incassarne i profitti, ma se la banca va male deve essere lo Stato e quindi tutti i contribuenti a pagarne le conseguenze?

scommetto nessuno risponderà nel merito. Diranno "rosicono", "e allora il piddì". Uguali, se non peggio, a Renzi che parlava di "gufi".
 
liberismo non si è mai visto in Italia. Lo avessimo visto non staremmo messi in questa situazione debitoria.

incredibile che parlino di liberismo con spesa pubblica al 55% del PIL. Per loro sarebbe liberista pure la Nord Corea
 
scommetto nessuno risponderà nel merito. Diranno "rosicono", "e allora il piddì". Uguali, se non peggio, a Renzi che parlava di "gufi".

quale merito? questo è impazzito come un capitone ma dove stava fino a una settimana fa? perchè non devolve il suo conto corrente per diminuire il debito pubblico visto che ci tiene tanto :D
 
scommetto nessuno risponderà nel merito. Diranno "rosicono", "e allora il piddì". Uguali, se non peggio, a Renzi che parlava di "gufi".

ovvio.
Cmq non sono tutti così. C'e' anche gente che pensa. Ne sono sicuro.
Ha parlato Cottarelli. Ha parlato Carlo Perotti. Ha parlato Rizzo. Tutta gente che è libera e dice quello che pensa.
Un conto è cambiare il paese altro è portarlo a diventare il Venezuela d'Europa.
 
ovvio.
Cmq non sono tutti così. C'e' anche gente che pensa. Ne sono sicuro.
Ha parlato Cottarelli. Ha parlato Carlo Perotti. Ha parlato Rizzo. Tutta gente che è libera e dice quello che pensa.
Un conto è cambiare il paese altro è portarlo a diventare il Venezuela d'Europa.

Cottarelli libero? :asd:
 
se diventa savona min. delle finanze consiglio agli anti italiani di lasciare il paese......si troverebbero male...
C0ser81XcAA1_Kn.jpg:large.jpg
 
I pupazzi non so mai contati nella storia.

ricordiamo che Cottarelli è andato in pensione a 60 anni :D
mentre nei suoi deliranti tagli voleva equiparare le donne agli uomini :D
So tutti bravi col culetto degli altri....
 
Sentivo su I Conti della belva su Radio 24...la spesa non è mai stata tagliata quindi liberismo effettivamente...poco...

però sono stati tagliati gli INVESTIMENTI!!! E se vengono rilanciati ciò può portare a crescita economica, insieme al taglio delle tasse. Crescita che manca da lustri!!

La poi gente ha votato per partiti che promettevano di cambiare rispetto a quelli di prima. Quindi è chiaro che si cambia rispetto a quelli di prima
 
quale merito? questo è impazzito come un capitone ma dove stava fino a una settimana fa? perchè non devolve il suo conto corrente per diminuire il debito pubblico visto che ci tiene tanto :D

dai su, come ha detto rainbow, fare il tifo serve a nulla. Io posso pure essere contento governino Lega e M5S. Salvini certo mi piace di più di Boschi & C., ma alcune idee sono deliranti e ottengono effetti opposti a quelli auspicati. Tra l'altro uscire unilateralmente da euro o scontrarsi frontalmente con UE senza essere minimamente preparati e in condizione è una follia. Fermare TAV e TAP idem. Distribuire soldi a pioggia e ricreare Banca del mezzogiorno idem. Nazionalizzare Alitalia e chiudere ILVA anche. Come era una follia che PD importasse centinaia di migliaia di afro o gestisse in modo opaco e disastroso crisi bancaria, ora non si può più dire ciò che non va? Non è questione di essere liberisti o antisovranisti, ma di ragionare con la propria testa. Il blocco immigrazione mi va benissimo, l'avere nuovi rapporti con Europa e resto del mondo anche, il programma economico non mi piace sulla base di motivazioni serie. Penso che non solo ci porti a miglioramenti, ma ottenga l'effetto opposto. Se tra 3-4-5- anni, invece, avrete avuto ragione voi, mi scuserò e sarò contento di essermi sbagliato. Nessun rosicamento.
 
Sentivo su I Conti della belva su Radio 24...la spesa non è mai stata tagliata quindi liberismo effettivamente...poco...

però sono stati tagliati gli INVESTIMENTI!!! E se vengono rilanciati ciò può portare a crescita economica, insieme al taglio delle tasse. Crescita che manca da lustri!!

La poi gente ha votato per partiti che promettevano di cambiare rispetto a quelli di prima. Quindi è chiaro che si cambia rispetto a quelli di prima

condivido quel che dici. Giusto spendere per ottenere più crescita, sbagliato spendere per premiare furbi, fancazzisti o avere più clientele. Penso che su questo siamo d'accordo tutti o quasi. Se si ragiona senza fare il tifo come fossimo davanti a una partita, si vedrebbe che forse non abbiamo idee così sideralmente distanti.
 
Gli insulti di calenda non sono ancora arrivati ? :mmmm:
 
dai su, come ha detto rainbow, fare il tifo serve a nulla. Io posso pure essere contento governino Lega e M5S. Salvini certo mi piace di più di Boschi & C., ma alcune idee sono deliranti e ottengono effetti opposti a quelli auspicati. Tra l'altro uscire unilateralmente da euro o scontrarsi frontalmente con UE senza essere minimamente preparati e in condizione è una follia. Fermare TAV e TAP idem. Distribuire soldi a pioggia e ricreare Banca del mezzogiorno idem. Nazionalizzare Alitalia e chiudere ILVA anche. Come era una follia che PD importasse centinaia di migliaia di afro o gestisse in modo opaco e disastroso crisi bancaria, ora non si può più dire ciò che non va? Non è questione di essere liberisti o antisovranisti, ma di ragionare con la propria testa. Il blocco immigrazione mi va benissimo, l'avere nuovi rapporti con Europa e resto del mondo anche, il programma economico non mi piace sulla base di motivazioni serie. Penso che non solo ci porti a miglioramenti, ma ottenga l'effetto opposto. Se tra 3-4-5- anni, invece, avrete avuto ragione voi, mi scuserò e sarò contento di essermi sbagliato. Nessun rosicamento.

al momento la controprova esiste in senso contrario, i governi hanno fatto quello di cui blatera Cottarelli e questa è la situazione.
Ti ricordo che il tizio in questione dal 30 ottobre 2017 è il Direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica di Milano, eppure fino a 5 giorni fa da osservatore non si era accorto dei conti pubblici italiani e chissà quanto prendeva per l'ennesimo incarico di cartapesta...
Quindi, il signor Cretinelli si vada spendere i soldi indebitamente guadagnati all FMi e non rompa più.
Voi cercatevi un nome migliore per portare avanti le vostre tesi perchè se continuate a citare questo tizio non fate bella figura.
 
Indietro