Toronto, furgone sulla folla, altri morti ....

terrorismo o no?
 
vabbè il solito depresso.
 
Questa estate mi hanno colpito a Stoccolma dei grossi blocchi di elegante granito strategicamente disposti per impedire robe di questo genere .
Bisogna attrezzarsi...
 
Ed ecco un altro campionario di risorse al servizio dell'occidente.
 
Apprendiamo che non si tratta di terrorismo, ma di gesto sconsiderato.
 
Questa estate mi hanno colpito a Stoccolma dei grossi blocchi di elegante granito strategicamente disposti per impedire robe di questo genere .
Bisogna attrezzarsi...

dalle mie parti li stanno mettendo ad ogni festa di paese o evento
 
oramai non fanno più nemmeno notizia, ci siamo abituati anche ai morti...
Dalla maratona di Boston in poi ci sono stati così tanti attentati che davvero ci si è assuefatti...purtroppo...
 
povera gente, esce di casa e non sa se ci ritorna....
 
come dice il titolo e quasi tutti i titoli dei giornali , un furgone si è abbattuto sulla folla per fare una strage .

quindi il furgone è stato arrestato ?

perchè sembra che ormai i furgoni , i camion , le auto si gettino di loro iniziativa sui pedoni , gli fa davvero fatica ammettere che sono guidati dai soliti musulmani immigrati o non.
 
arrestatooooooooooooooooooooooooo. cosa rischia? in carcere a mangiare a ufo x tot anni poi liberoooooooooooooooooo
 
come dice il titolo e quasi tutti i titoli dei giornali , un furgone si è abbattuto sulla folla per fare una strage .

quindi il furgone è stato arrestato ?

perchè sembra che ormai i furgoni , i camion , le auto si gettino di loro iniziativa sui pedoni , gli fa davvero fatica ammettere che sono guidati dai soliti musulmani immigrati o non.

Non c'è da preoccuparsi anche ieri quei c****** dei MSF hanno sbarcato 500 nuovi clandestini che con la modica spesa di mezzo milione al mese ci procureranno nuova speranza di attentati e disordini.
 
Trudeau, ritratto di un premier simbolo dell'accoglienza - Repubblica.it

Trudeau, ritratto di un premier simbolo dell'accoglienza
"La diversità è la nostra forza. Apriremo noi le porte alle persone respinte dagli Usa". Così il giovane liberale è diventato l'idolo "anti Trump". Ascesa (e inciampi) di un leader "pop"

"Io e mia moglie Sophie siamo addolorati", scrive Justin Trudeau nei minuti che seguono l'assalto al Centro culturale islamico del Québec. Il premier del Canada condanna l'attentato e al contempo rinnova con forza il suo "inno alla tolleranza". "I musulmani canadesi - sottolinea - rappresentano un elemento importante del nostro tessuto nazionale. La tolleranza religiosa è un valore a noi caro. La diversità è la nostra forza".

"La diversità è la nostra forza". Proprio con questo stesso slogan, il premier canadese si era opposto poche ore prima ai respingimenti statunitensi. "A tutti coloro che fuggono dalla persecuzione, dal terrore e dalla guerra - aveva twittato lui mentre all'aeroporto JFK di New York scoppiava il caos - voglio dire che il Canada offrirà sempre il suo benvenuto. Non importa quale sia la vostra religione, il vostro credo. La diversità è la nostra forza". E in nome di quel suo #WelcomeToCanada è diventato per molti "il presidente anti Trump", il volto del multiculturalismo e dei diritti da opporre alla logica delle barriere.
 
Il Canada di Trudeau aumenta i respingimenti degli immigrati - Il Foglio

Ora anche per Trudeau i migranti non sono più così "benvenuti"
Migliaia di disperati si sono fidati degli slogan sull'accoglienza sbandierati dal primo ministro del Canada. E così crescono gli sconfinamenti illegali. "Anche noi abbiamo delle regole", dice ora il governo

Gli effetti di una politica di accoglienza dei migranti, urlata a forza di slogan ma non sostenuta da piani organici di accoglienza, arriva dal Canada di Justin Trudeau. Mercoledì un membro dell'opposizione, la conservatrice Michelle Rempel, che è il ministro ombra alle politiche per l'immigrazione, ha accusato il primo ministro di "dare false speranze alle persone che attraversano il confine" tra Stati Uniti e Canada. "A tutti coloro che fuggono dalle persecuzioni, dal terrore e dalla guerra, i canadesi daranno il benvenuto", è la formula ripetuta da mesi da Trudeau. L'invito del premier è stato rivolto la prima volta a gennaio, all'indomani dell'elezione del presidente americano Donald Trump, che da tempo insiste sulla necessità di approvare una legge più rigida sull'immigrazione. Ma i timori dei migranti che vivevano degli Stati Uniti e le promesse che arrivavano dal Canada su una presunta "porta aperta" garantita ai perseguitati hanno creato un disastro.



Quest'anno, dice la Bbc, oltre 11.300 persone hanno attraversato illegalmente il confine tra America e Canada, più di 3.600 solo ad agosto. Il risultato è che il sistema di accoglienza al confine è imploso. Guardando ai numeri, il Canada di fatto non è in grado di offrire quel rifugio sbandierato da Trudeau. Le fasi di riconoscimento dei migranti e quella successiva dell'individuazione di campi di accoglienza per i nuovi arrivati mettono da tempo a dura prova il sistema logistico e burocratico canadese. L'iter per l'approvazione dello status di rifugiato, ha sottolineato Rempel, ha sempre impiegato mediamente 11 anni, un tempo infinito che nemmeno la politica degli annunci di Trudeau è riuscito ad accorciare. Oggi lo stadio della città olimpica di Montreal, in Quebec, ospita centinaia di migranti, accampati alla buona. Un caso critico come quello del vicino Ontario. E i prossimi mesi potrebbero essere ancora più difficili. La situazione più grave è quella che riguarda i cittadini originari di Haiti: quelli arrivati negli Stati Uniti dopo il terremoto del 2010 sono oggi 60 mila e il loro status di protezione temporanea scadrà a gennaio del prossimo anno. Il Canada targato "benvenuti" nel 2016 ha rifiutato il 50 per cento delle richieste d'asilo presentate dagli haitiani. Se Trump non dovesse rinnovargli lo status protetto, il Canada potrebbe essere interessato da un'ondata insostenibile.




Trudeau se ne è accorto, e ieri ha avuto una riunione su come affrontare il flusso degli immigrati clandestini Questa settimana, il primo ministro ha cambiato rotta per ricordare a chi vuole entrare in Canada che, in realtà, le cose non sono così semplici. "La nostra è una società aperta e accogliente perché i canadesi hanno fiducia nel nostro sistema di immigrazione e nelle nostre leggi – ha premesso Trudeau, per poi aggiungere – Non avrete alcun vantaggio nell'entrare in Canada in modo irregolare. Dovete seguire le regole, e ce ne sono molte".



La pressione al confine però cresce e il numero di cittadini originari del Salvador, del Nicaragua e dell'Honduras – anche per loro lo status di rifugiato riconosciuto dagli Stati Uniti è prossimo alla scadenza – si riversano sempre più numerosi alla ricerca di quella porta che Trudeau aveva promesso di tenere aperta. E che adesso, senza fare troppo rumore, sta gentilmente richiudendo.
 
Un fenomeno completamente irresponsabile che non si rende conto neanche delle conseguenze
di quello che dice. Per la serie ... i grandi leader dell'occidente.
Qualsiasi statista degno con un minimo di pensiero critico non avrebbe mai sbandierato
quegli slogan ai quattro venti. Ne accogli 50k .... poi? Lo sai che i parenti e gli amici di quei 50k,
avendo visto che il loro conoscente ce l'ha fatta, stanno gia' montando sui barconi anche loro?
Li accogli? Bene, ora anche tutti i loro amici si stanno imbarcando. E' un fenomeno chiaramente
esponenziale (almeno in prima approssimazione, visto che in africa ai miliardi di persone).

Questa e' gente che non dovrebbe gestire manco una latteria, altro che fare il primo ministro.
 
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