Putin: ecco la nuova Dottrina della Politica Estera Russa

Ebenezer Scrooge

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Tanto vale postarla tutta per evitare dubbi e incertezze...

Ecco la nuova "dottrina Putin" - IlGiornale.it

Era l'anno 2005 quando Vladimir Putin, di fronte alla Duma riunita, affermò: «La dissoluzione dell'Unione Sovietica è stata la più grande catastrofe geopolitica del XX secolo».
In Occidente, la frase fu interpretata come una sorta di rigurgito nostalgico per il comunismo. In realtà quella di Putin non era una considerazione storica ma un'analisi puntuale sullo squilibrio globale determinato dalla fine della Guerra Fredda; non metteva in discussione la necessità di sviluppare «democrazia e libertà» nei Paesi liberati dal comunismo, ma poneva il problema di come l'ordine internazionale avrebbe potuto ridisegnarsi nel momento in cui gli Stati Uniti rimanevano unica potenza mondiale.
Lo scorso anno il Presidente russo ha posto nuovamente il problema chiedendosi se il Partito Comunista sovietico, avesse potuto «trasformare il blocco sovietico in democrazia piuttosto che farlo crollare». Putin non ha torto. Con la disgregazione dell'URSS è venuto meno l'equilibrio tra i due blocchi e il mondo ha conosciuto conflitti, guerre e disastri sociali:è evidente che gli Stati Uniti da soli non sono in grado di governare la complessità dei processi in atto, molti dei quali determinati proprio dalla volontà dell'Occidente di ridisegnare il mondo a propria immagine e somiglianza.
Ed è proprio su questo che oggi la Russia intende intervenire. La nuova Dottrina della Politica Estera Russa, approvata da Vladimir Putin nel Novembre scorso, rappresenta il più importante documento strategico di Mosca e determinerà le scelte russe per i prossimi anni. Pur rimanendo centrale la necessita di integrazione dello spazio post-sovietico con l'Unione Economica Eurasiatica) la nuova strategia di Putin punta a trasformare Mosca in «uno dei centri di influenza del mondo contemporaneo».
In che modo? Rafforzando le capacità militari, aumentando l'impegno diplomatico e bellico per la soluzione delle crisi regionali e ampliando le proprie relazioni politiche ed economiche ben oltre la sfera eurasiatica. Centrale è il rapporto economico e militare con la Cina anche in sede di organismi regionali (come lo Sco, l'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai) e con i Brics.
Ma «per la prima volta», scrivono gli strateghi di Putin, la Russia «intende costruire con la regione euro-atlantica una prospettiva a lungo termine orientata alla formazione di uno spazio comune di pace, sicurezza e stabilità». In questo, una risorsa importante per Mosca sarà «l'intensificarsi dei rapporti bilaterali con Germania, Francia, Italia e Spagna». Il nostro Paese è quindi visto dai russi come interlocutore importante. Fondamentale sarà la relazione con la nuova America di Trump soprattutto sui temi della sicurezza internazionale, del controllo globale degli armamenti e della lotta al terrorismo visto come la «principale minaccia per il mondo contemporaneo».
Ma Putin individua anche «nei problemi sistemici emersi nell'ambito dei processi di globalizzazione» e negli «interventi esterni che hanno demolito meccanismi tradizionali di gestione statale e di garanzia della sicurezza», l'emergere dell'integralismo in Medio Oriente e in Africa.
Nonostante gli strateghi russi reputino «basso il rischio di una guerra di grandi dimensioni, anche nucleare, tra paesi leader, il pericolo che questi vengano trascinati in conflitti regionali e nella escalation delle crisi è sempre più forte». L'avvertimento di Putin è chiaro: in Ucraina, come in Siria, come nel resto del Medio Oriente, le crisi regionali esigono soluzioni condivise. Per questo Mosca intende rafforzare il ruolo dell'Onu come garante del Diritto internazionale.

Per finire la foto che, per puro caso, ha il verde poi il bianco nel centro e poi per finire il rosso... :o

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famme capì, l'articolista, (oltre agli errori tecnici tipo definire "guerra fredda" l'intero periodo URSS/suo crollo), che ce vuole dì? che c'era bisogno di Putin per capire che l'URSS così come era messo non poteva reggere?
 
Mah... quella è la prima riga dell'articolo che riguarda il passato...

Poi si passa alle prospettive future :yes:
 
E' enorme

Se non è un omonimo (ma non credo) Massimo Bordin cura la rassegna stampa su Radio Radicale (Stampa e Regime):

Putin, Kissinger e l’Arte della Guerra

Se c’è una cosa che entusiasma, e talvolta preoccupa, un autore di saggi, è vedere le proprie analisi concretizzarsi in poco tempo e con precisione millimetrica :rolleyes:. Meno di sei mesi fa ho dato alle stampe un testo che prendeva in esame i rapporti tra Putin e il Pensiero filosofico. Nella prima parte, dopo aver analizzato il fenomeno Putin sotto un profilo politico e biografico, mi sono concentrato sui rapporti che intercorrono tra le letture di Putin e i grandi pensatori del recente passato, come Hegel e Nietzsche, pur filtrati da alcuni filosofi russi da noi meno conosciuti. Nella seconda parte, invece, mi sono interessato alla strategia utilizzata da Putin in Crimea, in Siria ed in altre circostanze critiche sottolineando le profonde influenze orientali che stanno alla base di molte decisioni tattiche del leader del Cremlino. L’ultimo capitolo, in particolare, offre un parallelo tra le scelte e l’influenza del diplomatico americano Henry Kissinger e quelle di Putin, individuando una serie non banale di punti in comune tra i due strateghi.

Ebbene, poche ore fa, come ha riferito il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, “Il presidente Putin ha incontrato a Mosca Henry Kissinger, sapete che hanno un dialogo confidenziale di lunga data. Kissinger è a Mosca in occasione della sua partecipazione alle prime letture di Primakov che sono iniziate oggi”.
Notate quel “sapete che hanno un dialogo confidenziale di lunga data” rivelato da Peskov e in parte trascurato dai commentatori. Cosa significa? Significa che i governi americani, sia quello di Clinton/Obama che – a maggior ragione – quello di Trump, stanno usando Kissinger come consulente per i rapporti con la Russia. Detto diversamente, stiamo assistendo ad un lungo e delicato braccio di ferro tra i due, e la cosa incredibile è che entrambi usano strategie molto simili, vicine all’Arte della Guerra di Sun Tzu e quindi davvero sarà una lotta condotta a lungo ed in punta di fioretto.
Il vantaggio sembra per ora essere di Putin, se è vero che il Presidente non si scomoda per andare lui da Kissinger, ma avviene esattamente l’opposto. Tuttavia, secondo i giornalisti di Sputniknews e per ammissione dello stesso portavoce russo Peskov, Kissinger non farà ufficialmente da ponte per un incontro di vertice tra Putin e Trump come si era auspicato alla vigilia dell’incontro.
In cosa consiste “il grosso” della strategia di Kissinger, e anche di Putin? Si chiama Cina, ed è il vero ago della bilancia per la geopolica futura, il controllo delle risorse e la sopravvivenza alimentare del pianeta! Altro che Crimea, Siria e i nazisti dell’Illinois che imperversano nel nostro demenziale dibattito europeo. La differenza tra i due volponi, ed a tutto vantaggio di Putin, come ho avuto modo di sottolienare nel mio libro :o, consiste nel fatto che mentre Kissinger ha una cultura storica elevatissima, il suo popolo (gli americani) ed il resto dello staff di Donald Trump, no. Sotto questo profilo, il vantaggio per Vladimir Putin e per i cittadini russi in generale, è enorme.

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Dobbiamo fare uno spazio di comune commercio euroasiatico e finalmente trovare pace in tutta la regione sedando i conflitti DIPLOMATICAMENTE e mettendo al fresco i provocatori
in primis quello il sui nome è un palindromo
 
Dobbiamo fare uno spazio di comune commercio euroasiatico e finalmente trovare pace in tutta la regione sedando i conflitti DIPLOMATICAMENTE e mettendo al fresco i provocatori
in primis quello il sui nome è un palindromo

Mah... anche se c'è modo di aggirare le sanzioni, al momento la situazione è questa:

Ue estende di 6 mesi sanzioni a Russia - Europa - ANSA.it

BRUXELLES, 28 GIU - Il Consiglio europeo ha esteso le sanzioni economiche alla Russia di altri sei mesi, fino al 31 gennaio 2018. Il Consiglio ha formalizzato la decisione all'unanimità, con una procedura scritta. Le misure riguardano settori finanziari, dell'energia e della difesa, e quello delle tecnologie dual use. Il vice ministro per gli Affari Esteri russo Alexei Meshkov ha espresso "rammarico" per il rinnovo delle sanzioni europee ai danni della Russia. "A tutti è chiaro già da tempo che le sanzioni sono controproducenti, non possono aiutare a raggiungere nessuno degli obiettivi che si prefigge l'Ue nei rapporti con la Russia", ha detto. Lo riporta Interfax.

a cui è seguito:

Russia, contro-sanzioni Ue fino al 2018 - Europa - ANSA.it

MOSCA, 30 GIU - Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato il decreto con il quale la Russia prolunga le contro-sanzioni ai danni dell'Unione Europea sino alla fine del 2018. Lo riportano le agenzie russe.

:( :mad:
 
Mah... anche se c'è modo di aggirare le sanzioni, al momento la situazione è questa:

Ue estende di 6 mesi sanzioni a Russia - Europa - ANSA.it

BRUXELLES, 28 GIU - Il Consiglio europeo ha esteso le sanzioni economiche alla Russia di altri sei mesi, fino al 31 gennaio 2018. Il Consiglio ha formalizzato la decisione all'unanimità, con una procedura scritta. Le misure riguardano settori finanziari, dell'energia e della difesa, e quello delle tecnologie dual use. Il vice ministro per gli Affari Esteri russo Alexei Meshkov ha espresso "rammarico" per il rinnovo delle sanzioni europee ai danni della Russia. "A tutti è chiaro già da tempo che le sanzioni sono controproducenti, non possono aiutare a raggiungere nessuno degli obiettivi che si prefigge l'Ue nei rapporti con la Russia", ha detto. Lo riporta Interfax.

a cui è seguito:

Russia, contro-sanzioni Ue fino al 2018 - Europa - ANSA.it

MOSCA, 30 GIU - Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato il decreto con il quale la Russia prolunga le contro-sanzioni ai danni dell'Unione Europea sino alla fine del 2018. Lo riportano le agenzie russe.

:( :mad:
bravi coioni cosi non fanno altro che rinforzare loro rendendoli indipendenti dai nostri servizi nel mentre invece le nostre imprese perdono grandi quote di mercato
il piddinismo europeo se lo sono attaccati con gli starnuti al parlamento europeo
dovrebbero farlo per quello i vaccini obbligatori
 
Un plauso all'Italia che da un anno ha detto chiaro che le sanzioni non si prolungano automaticamente :eek:

:asd:
 
Putin e la Cina...

Usa-Cina, Xi avverte Trump. E vola in Russia da Putin - Corriere.it

Di fronte a quello che non è certo un vero nemico comune ma che gli assomiglia parecchio, Russia e Cina provano sempre più seriamente a dimenticare i vecchi rancori e a unirsi in una nuova grande alleanza. Nella cena informale che ieri sera ha aperto la visita del leader cinese a Mosca, Vladimir Putin e Xi Jinping hanno ribadito che i rapporti tra i due paesi «non sono mai stati così buoni». Negli incontri ufficiali di oggi, poi, i due firmeranno accordi economici (almeno una quarantina). Su chi sia oggi il «grande facilitatore» del riavvicinamento tra Mosca e Pechino, nessuno ha dubbi, almeno a giudizio di russi e cinesi: Donald Trump che dopo aver incontrato il presidente Xi e averlo trattato da grande amico, ha ora deciso di fare la voce grossa, di fronte alle iniziative del governo cinese. Così in una telefonata tra i due, Xi ha avvisato Trump che «le relazioni bilaterali sono affette oggi da alcuni fattori negativi». E ha detto ai suoi di dare il massimo risalto possibile a questa visita a Mosca alla vigilia del G20. Ieri Trump ha chiamato anche il premier italiano Gentiloni, assicurando che occorre ripartire dal G7 di Taormina.

Problemi nei rapporti tra Mosca e Pechino esistono e sono grossi, ma i leader oggi vogliono mostrare invece i passi avanti compiuti, proprio perché Washington capisca con chi ha a che fare. Ecco allora nuove intese nel campo del gas e il rilancio delle rispettive iniziative per creare spazi economici alternativi: la nuova Via della seta per i cinesi e l’Unione economica euroasiatica per i russi. Ed ecco manovre militari congiunte in scacchieri che prima non avevano visto militari russi e cinesi assieme. Come nel Baltico, dove sono arrivati un lanciamissili, una fregata, elicotteri e marines cinesi. O quelle che si terranno a settembre nel mar del Giappone e in quello di Okhotsk, in pratica tutt’attorno all’arcipelago giapponese (e il premier Shinzo Abe non sarà certo contento). Vladimir Vladimirovich e Jinping sono perfettamente d’accordo nel temere le iniziative americane. Putin pensa proprio al Baltico, dove la Nato ha rafforzato la sua presenza. Xi ce l’ha con le manovre militari americane in tutto il Sud-Est asiatico.

Mosca e Pechino hanno anche forti timori sulla possibilità che gli Stati Uniti possano influenzare le rispettive opinioni pubbliche. Nei giorni scorsi si è tenuto un forum russo-cinese sulla «sovranità di Internet». E in un articolo un importante collaboratore di Putin ha esplicitato il pensiero russo sull’argomento: bisogna seguire l’esempio della Cina dove i russi ritengono ci sia il completo controllo nazionale sui media elettronici e l’eliminazione di qualsiasi influenza straniera dallo spazio informativo nazionale.

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Come sopra...

Russia. Putin conferisce Ordine di S. Andrea Apostolo a presidente della Cina Xi Jinping | Agenparl

Mosca, 05 lug 2017 – Vladimir Putin ha presentato l’Ordine di S. Andrea Apostolo a presidente della Cina Xi Jinping. La cerimonia si è svolta nella Sant’Andrea Sala del Gran Palazzo del Cremlino. L’Ordine di Sant’Andrea Apostolo è assegnato a statisti di primo piano e personaggi pubblici e rappresentanti della scienza, della cultura, delle arti e varie industrie per i loro servizi eccezionali nel promuovere la prosperità, la grandezza e la gloria della Russia. L’ordine può anche essere assegnato ai capi di stato stranieri per i servizi eccezionali alla Russia.

Il presidente della Cina è venuto in Russia in visita ufficiale su invito di Vladimir Putin.

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Anche accordi economici ovviamente...

Accordi da 100 miliardi, Putin e Xi mai cosi vicini - IlGiornale.it

La crisi ucraina e le sanzioni occidentali hanno generato un impulso di cooperazione tra Russia e Cina senza precedenti. Tutto questo mentre Pechino, dopo aver vissuto la globalizzazione in modo passivo, da fabbrica del mondo, si sta aprendo all'esterno come mai accaduto prima. Il vertice di Mosca tra Vladimir Putin e Xi Jinping, informale lunedì, ufficiale ieri, è stato quindi fondamentale per mettere nero su bianco su una serie di accordi abbozzati dai due Paesi nel corso del forum «One Belt One Road» del 14 e 15 maggio a Pechino. Gli scambi bilaterali si elevano attorno all'equivalente di 100 miliardi di dollari (10 miliardi da qui a fine anno), una cifra destinata a raddoppiare entro il 2020.

«Gli aspetti economici sono sempre al centro della nostra attenzione - ha spiegato Putin a margine del summit - ma ci occupiamo di molte altre questioni. È importante l'unione dei nostri sforzi sull'arena internazionale, nella sfera della sicurezza, nella lotta contro le minacce e nelle sfide moderne». Il presidente cinese rivolgendosi a Putin ha ricordato che «tra tutti i leader stranieri con lei ho il rapporto più stretto. In questi anni ci siamo incontrati 22 volte, a dimostrazione del carattere speciale della nostra cooperazione». La decisione russa di aderire alla Banca asiatica d'investimento per le infrastrutture, creata dalla Cina, rivela come il governo russo abbia decisamente puntato il timone verso est, minacciando il predominio statunitense nell'area. Non a caso nei rapporti bilaterali Cina-Russia, Cina-Corea del Sud e Giappone-India, quelle che si stanno sviluppando meglio sono le relazioni fra Mosca e Pechino. Il 20 dicembre del 2019 diventerà operativo il gasdotto «Power of Siberia» per l'esportazione di gas russo alla Cina. I due Paesi inoltre hanno anche firmato un accordo di cooperazione in ambito spaziale che prevede un programma congiunto di esplorazione della Luna. Un altro aspetto tutt'altro che trascurabile è quello militare. Putin e Xi Jinping hanno discusso anche dell'ennesimo atto di forza (missile intercontinentale verso il Giappone) perpetrato dal dittatore nordcoreano Kim Jong-un, concordando di premere in modo congiunto per un vera soluzione della questione nella penisola coreana tramite il dialogo e il negoziato.

:o
 
Posto solamente la parte finale...

Trump Putin, il faccia a faccia decisivo - Lookout News

Prima del vertice di Amburgo, il presidente russo ha ospitato a Mosca il suo omologo cinese, Xi Jinping, con il quale ha stretto un’alleanza «speciale» che adesso li vede «insieme per le sfide del mondo». Dunque, Russia e Cina sono ora allineati nell’impostazione di una strategia geopolitica che ha già visto i suoi effetti al Consiglio di Sicurezza ONU, convocato questa settimana proprio per la crisi coreana.
In quell’occasione l’ambasciatore di Mosca, Vladimir Safronkov, ha detto che «le sanzioni non risolveranno la crisi nordcoreana e non possono essere la soluzione». Così pure ha fatto sapere il rappresentante cinese, su cui gli americani avevano inizialmente sperato, sostenendo che «anche la Cina è contraria a ogni ipotesi di sanzioni». Questo isola definitivamente gli Stati Uniti, che ora si trovano a dover tracciare una nuova linea rossa, superata la quale le possibilità restano soltanto due: entrare in guerra o ritirarsi come fece Barack Obama dopo aver tracciato la “red line” sulle armi chimiche in Siria.

L’ora delle decisioni (*)

Ed è qui che Vladimir Putin può fare la differenza e “salvare la faccia” alla presidenza Trump: egli ha la forza negoziale e la capacità diplomatica per convincere Pechino a far fare marcia indietro alla Corea del Nord e a cessare ogni ulteriore provocazione. Come? Attraverso aiuti economici o con la rimozione dello stesso Kim Jong Un. Ma questo avrà un prezzo politico altissimo per l’America. E chi passerà all’incasso? La Russia di Putin, che otterrà mano libera in Medio Oriente, il consenso all’annessione della Crimea e la fine progressiva delle sanzioni economiche a suo carico.
Donald Trump al G20 dovrà decidere se vale la pena pagare quel prezzo, e poi dovrà comunicarlo a Vladimir Putin. Altrimenti, come ha riferito all’ONU ambasciatrice USA, Nikki Haley, gli Stati Uniti «andranno per la loro strada». Il che per l’America, specialmente in Asia, non si è mai dimostrata una buona scelta.

:o

(*) Questa mi ricorda qualcuno... :censored: :fiufiu:
 
tic tac, tic tac

europpa tocca a te :o
 
Dilettanti allo sbaraglio...

Si punta al pareggio...

Trump-Tillerson dilettanti allo sbaraglio? - Estremo Occidente - Blog - Repubblica.it

Il match del giorno, inizio previsto alle 15.45, durata 30 minuti, oppone Trump e il suo segretario di Stato Rex Tillerson alla coppia formata da Vladimir Putin e dal suo ministro degli Esteri Sergei Lavrov. Cioè, visto dalla stampa americana: due neofiti, due dilettanti allo sbaraglio, contro due vecchie volpi che li surclassano per esperienza, astuzia, competenza. Putin si è formato da giovane nel servizio segreto Kgb, e fa il presidente da molti anni; Lavrov ha fatto le sue prove in una diplomazia sovietica che è sempre stata una palestra strategica di alto livello. I due americani vengono da professioni diverse, uno ha fatto il palazzinaro e lo showman, l'altro il top manager della multinazionale petrolifera Exxon. La maggiore debolezza di Trump forse non è neppure l'inesperienza ma la sconfinata presunzione: lui stesso si vanta d'improvvisare, di non studiare i dossier, di arrivare agli incontri senza un'agenda precisa. Il primo rischio, il più banale, è che Putin rubi il tempo all'interlocutore, che abbia già pronto un lungo discorso infarcito di lamentele e di accuse per le presunte scorrettezze dell'America nei suoi confronti (dall'Ucraina alla Siria). Molti osserveranno con curiosità maniacale anche il "body-Language" tra i due leader, che hanno investito su una immagine "macho" e curano molto le apparenze. Ricordo a questo proposito che durante la campagna elettorale nei duelli tv sia contro i candidati repubblicani alla nomination, sia contro Hillary, alcuni esperti suggerivano di seguire i dibattiti spegnendo il volume, per concentrarsi sull'impressione di "dominio fisico dell'avversario" che Trump riusciva a trasmettere. In conclusione, molti americani questo pomeriggio si accontenterebbero di uno striminzito pareggio...

:o :bye::bye:
 
Analisi del dopo gara...

Il nuovo ordine mondiale di Putin e Trump

La portata politica dell’incontro – dal punto di vista degli interessi dei due presidenti – è dunque soprattutto nel suo valore simbolico, una valenza che i due hanno voluto rafforzare con un paio di decisioni riguardanti le principali questioni conflittuali – in senso proprio ma anche metaforico – quelle più cogenti e più cariche di problemi politici, geopolitici, umanitari: la Siria e l’Ucraina.
Se, su questo terreno, i due tiusciranno a cogliere un risultato apprezzabile, nei rispettivi paesi e di fronte al mondo, è logico che anche il tema cruciale delle attività russe sul suolo americano perderà grandemente di peso. Altrimenti, sarà vero il contrario. In entrambi i casi con conseguenze importanti. Non ci vorrà molto per capirlo.
Trump, come sempre, è andato impreparato al colloquio, fidandosi del suo istinto e credendo nelle virtù taumaturgiche delle sue capacità persuasive e seduttive nel contatto vis-a-vis. Accompagnato dal fidato Rex Tillerson, segretario di stato, ex capo di Exxon, ottimo conoscitore della Russia e dei suoi capi. Putin era assistito da Sergei Lavrov, e da buon ex-Kgb è arrivato preparato all’appuntamento. Avevano fissato in una mezzora, una quarantina di minuti, il colloquio: è durato più del triplo. Il messaggio della lunga durata della conversazione è che tra i due è scattata una buona chemistry personale, c’è chimica tra i due, come hanno poi tenuto a far sapere i due ministri. Già, perché Putin e Trump, per dare ancora più il senso di un incontro cruciale, hanno incaricato Lavrov e Tillerson di resocontare alla stampa, e ognuno dei due ha ovviamente elogiato la propria parte, entrambi sintonici però nel trattare l’evento come un fatto epocale, se non altro rispetto alle aspettative della vigilia.
Mai sapremo se la lunga durata del colloquio era programmata o se sia stato semplicemente il risultato della nota inclinazione di Trump allo sproloquio narcisistico. Ma che importa? L’incontro ha avuto l’effetto di mettere in ombra l’intero vertice del Venti e tutti gli altri diciotto protagonisti, con il chiaro segnale che, anche nel mondo d’oggi, del G7 e del G20, dell’emergere di nuove superpotenze e di nuovi leader, e nell’era della globalizzazione, a dare le carte sono ancora Washington e Mosca, la Casa bianca e il Cremlino.
Proprio come ai tempi della guerra fredda.

Putin e Trump hanno lo stesso interesse a ripristinare il vecchio asse intorno a cui ruotava il pianeta nel Novecento. Un rapporto allora altamente conflittuale che oggi potrebbe perfino configurarsi come una relazione amichevole e produttiva. Era questa infatti l’ipotesi principale su cui poggiava la scommessa presidenziale di Trump in politica estera, uno scenario che gli avrebbe consentito di abbozzare un nuovo ordine mondiale e, soprattutto, permesso di dedicarsi al suo programma domestico, che è quello che gli sta più a cuore e sul quale si gioca tutto.
Questo percorso ha trovato fin dall’inizio enormi ostacoli in un potente establishment cresciuto e consolidatosi intorno alla dottrina del Grande Nemico, non importa che l’Urss sia crollata da quasi un trentennio. Poi naturalmente l’improvvisazione e l’impreparazione di Trump hanno fatto il resto.
Dopo Amburgo si vedrà se quell’ipotesi può essere recuperata o meno. Lo si vedrà innanzitutto sui terreni concreti dell’Ucraina e della Siria, dove, se l’intesa produrrà qualche risultato reale e credibile, si potrà parlare di una chimica tra due leader che effettivamente può aprire la strada a un equilibrio internazionale da loro modellato. Che avrà molto del vecchio ordine a cui tutti siamo abituati, non solo quelli delle generazioni che l’hanno vissuto, ma perfino le giovani generazioni. Oggi spaesate in un mondo disordinato e confuso. Un nuovo ordine mondiale nel quale sapremo nuovamente con chi prendercela.

:o
 
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