La Libia chiede aiuti....

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

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Libya asks EU for boats and helicopters to patrol coast

Libya asks Europe for boats to deter migrant outflow
World | Apr 26, 19:06


Libya is asking the European Union for motorboats and helicopters to help patrol the Mediterranean Sea for ships carrying migrants.
The German government says a "request list'' for Libya's coast guard also includes ambulances, communications equipment and night vision gear.
According to the German government's response to a parliamentary question from the opposition Left Party, obtained by The Associated Press, the EU executive is currently considering the request.
German public broadcaster ARD reported today that Libya wants some of the 130 motorboats to be armed.
The EU wants to clamp down on migrants crossing to Europe from the North African country, which has descended into chaos since the 2011 toppling of longtime dictator Moammar Gadhafi.
EU states are deploying submarines and aircraft to assist in reconnaissance efforts.


Libya asks Europe for boats to deter migrant outflow - The Standard
 
Ci deve dare un pezzetto di costa dove installare i CIE.
Elicotteri e navi, nostre però, in abbondanza.
 
L'enclave italiana sulla costa centrale libica sarà un obbligo nel medio-prossimo futuro. :o
 
4 hours ago

Gambia's new foreign minister has called for its illegal migrants in Europe to come back home, saying there is no need to flee anymore with Yahya Jammeh, former president, having left power.

The International Organisation for Migration has started repatriating Gambian migrants stuck in Libya back to their home country.

Al Jazeera's Nicolas Haque reports from the capital Banjul.

Gambian migrants return home from Libya | The Gambia News | Al Jazeera
 
L'enclave italiana in Libia sarà un obbligo nel medio-prossimo futuro.

cmq bisogna che la Ue aiuti la Libia a fermare le immigrazioni e a rimpatriare tutti i clandestini che ci sono in Libia.
E' vitale per noi.
Nelle prossime settimane, tuttavia, l'Italia è pronta a iniziare a spedire 10 navi marittime, nonché gli elicotteri, i veicoli a quattro ruote e le attrezzature di comunicazione per facilitare le nuove pattuglie libiche.
Due motovedette sono state gia' consegnate....

"Arrestiamo le imbarcazioni a decollare dalla costa. . . E impedire agli immigrati di attraversare il territorio libico ", ha dichiarato Ahmed Safar, ambasciatore libico in Italia. "I detenuti saranno accompagnati alla più vicina stazione di detenzione".

Secondo una relazione dell'UNICEF, 34 centri di detenzione migranti sono stati identificati in Libia. Il Dipartimento del governo libico per la lotta contro la migrazione illegale gestisce 24 di essi, mentre altri sono gestiti da entità incluse le amministrazioni locali. Inoltre, i gruppi armati detengono i migranti in un numero sconosciuto in campi di detenzione non ufficiali.

Gli osservatori internazionali hanno accesso a meno della metà dei centri di detenzione di governo governati dalla Libia.
 
Ultima modifica:
cmq bisogna che la Ue aiuti la Libia a fermare le immigrazioni e a rimpatriare tutti i clandestini che ci sono in Libia.
E' vitale per noi.

Certo, e una enclave Europea con i CIE sulla costa libica sarebbe lo spauracchio estremo per chi volesse attraversare clandestinamente il Canale di Sicilia e lo Ionio. Estremamente disincentivante.
 
Certo, e una enclave Europea con i CIE sulla costa libica sarebbe lo spauracchio estremo per chi volesse attraversare clandestinamente il Canale di Sicilia e lo Ionio. Estremamente disincentivante.

Sono d'accordo, ma poi alle ONG e ai frignòni progressisti-da-aperitivo che cosa dici? Lo chiedo a te, perché dovrebbero essere amici tuoi, non miei.
 
sequestriamo le ong e diamogli quelle per pattugliare
 
Sono d'accordo, ma poi alle ONG e ai frignòni progressisti-da-aperitivo che cosa dici? Lo chiedo a te, perché dovrebbero essere amici tuoi, non miei.

Sono amici fino a quando non sconfinano nella ingerenza irragionevole. Altrimenti si dice loro di tornare al tavolino a bere e stare quieti.
 
Libya asks EU for boats and helicopters to patrol coast

Libya asks Europe for boats to deter migrant outflow
World | Apr 26, 19:06


Libya is asking the European Union for motorboats and helicopters to help patrol the Mediterranean Sea for ships carrying migrants.
The German government says a "request list'' for Libya's coast guard also includes ambulances, communications equipment and night vision gear.
According to the German government's response to a parliamentary question from the opposition Left Party, obtained by The Associated Press, the EU executive is currently considering the request.
German public broadcaster ARD reported today that Libya wants some of the 130 motorboats to be armed.
The EU wants to clamp down on migrants crossing to Europe from the North African country, which has descended into chaos since the 2011 toppling of longtime dictator Moammar Gadhafi.
EU states are deploying submarines and aircraft to assist in reconnaissance efforts.


Libya asks Europe for boats to deter migrant outflow - The Standard

Le pagheranno stavolta o sempre gratis et amore Dei?
 
guardia costiera libica
aprile 2017

Invece, come testimonia Erri De Luca, le vittime, e numerose, ci sono state, proprio in quegli stessi giorni di Pasqua che hanno destato scandalo, per l’eccezionale numero delle persone soccorse dalle ONG, a seguito del dirottamento di tre imbarcazioni, che sebbene fossero già in acque internazionali, sono state raggiunte da mezzi della Guardia Costiera libica e riportate indietro. Una di queste imbarcazioni, mentre era sotto il controllo dei libici si è ribaltata ed i morti sono stati decine. Se non ci fosse stata una nave delle ONG, e se non ne avesse scritto Erri De Luca, non lo avrebbe saputo nessuno. Per questo oggi si vogliono allontanare le navi umanitarie.

Le anticipazioni sull’inchiesta condotta dalla procura di Catania e le strumentalizzazioni politiche che ne sono seguite hanno creato un enorme danno di immagine alle ONG che fanno soccorso umanitario in mare, anche per l'assimilazione alle cooperative coinvolte nello scandalo Mafia capitale.

Per i prossimi mesi preoccupa che l’attacco mediatico alle Organizzazioni non governative possa sostanziarsi in iniziative giudiziarie portate avanti solo per dimostrare tesi precostituite, e quindi in un allontanamento delle ONG dalla zona di mare, in acque internazionali, nella quale più spesso avvengono i naufragi.

Le preoccupazioni più grandi per gli sviluppi futuri delle attività SAR ( Search and rescue) nelle acque del Mediterraneo centrale vengono anche dalla consegna, meglio restituzione, in corso in questi giorni di dieci motovedette che l’Italia sta fornendo di nuovo ai libici, meglio al governo di Tripoli, per estendere le attività di blocco e di riconduzione a terra dei migranti che, malgrado tutto, i trafficanti continuano a fare partire dalla Libia. Un obiettivo perseguito da anni, la riattivazione degli accordi di collaborazione tra la Libia, o quel che ne rimane, e l’Italia, con delega alle autorità libiche delle attività di riconduzione a terra che se fossero svolte da unità italiane, con altri respingimenti collettivi.

In base ad i nuovi accordi tra Italia e Libia è’ prevista anche una sala di comando che viene spacciata come un coordinamento operativo comune tra italiani e libici. È anche questo che si vuole nascondere dietro gli attacchi alle ONG che, nella stessa zona che verrà affidata ai libici, in acque internazionali, intendono continuare a salvare vite umane ed a portare i naufraghi in un place of safety, in un porto sicuro, non dunque quello più vicino, come impongono le convenzioni internazionali che troppi oggi dimenticano.

Non si puo' precedere quale sarà l’esito dei processi che si potranno intentare agli operatori umanitari ma si puo' essere certi degli effetti collaterali, che si conteranno sulla base delle vittime che si registreranno nelle acque del Mediterraneo centrale, dopo che si sarà ridimensionato l’impegno delle navi umanitarie, come potrebbe pure verificarsi dopo che le stesse navi, che fin qui hanno operato con il supporto della Guardia costiera italiana, saranno “isolate”, per il parziale ritiro più a nord-est delle navi della Marina italiana appartenenti alla missione “Mare sicuro”. Le navi della missione Frontex sempre meno numerose e collocate in un area operativa prossima all’isola di Malta.

Lasciare isolate le navi delle ONG, che prestano soccorso in acque internazionali ai limiti delle acque libiche, esposte agli attacchi dei pescherecci dei trafficanti e delle motovedette italo-libiche, che da maggio saranno operative con personale addestrato in Italia, è un chiaro disegno delle autorità italiane e del ministro Minniti.
 
Ultima modifica:
Marco Minniti.
"Entro la metà di maggio" la consegna alla Libia delle prime motovedette libiche che l'Italia ha in custodia dal 2011, poi l'allestimento di campi di accoglienza nei paese africano con l'obiettivo del "pieno rispetto dei diritti umani" e il coinvolgimento anche per questo di Ong organizzazioni internazionali come l'Oim e l'Unhcr: queste le tappe principali del "percorso deciso insieme" a Roma in occasione della riunione del gruppo di contatto per la rotta migratoria del Mediterraneo centrale tra i Paesi europei e nordafricani, alla quale hanno preso parte il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, i ministri dell'Interno di sette Paesi Ue, il ministro dell'Interno della Tunisia Hedi Majdoub, il primo ministro del Governo di accordo nazionale della Libia, Fayez Mustafa al-Sarraj, i ministri dell'Interno e degli Esteri libici, Elaref Elkhuja e Mohamed Taha Siyala e il Commissario europeo per le migrazioni Dimitris Avramopoulos.

Al termine dei lavori Minniti ha annunciato che "entro la metà di maggio" avverrà la consegna alla Libia delle prime motovedette libiche che l'Italia ha in custodia dal 2011. Successivamente saranno allestiti dei campi di accoglienza nel Paese africano con l'obiettivo del "pieno rispetto dei diritti umani" e il coinvolgimento anche per questo di ONG organizzazioni internazionali come l'Oim e l'Unhcr.


Migranti, Minniti: "Prime motovedette libiche e campi di accoglienza insieme a Ong"


In realta' due motovedette sono state gia' consegnate a meta' aprile a Gaeta da Minniti alla guardia Costiera libica.
 
guardia costiera libica
aprile 2017

Invece, come testimonia Erri De Luca, le vittime, e numerose, ci sono state, proprio in quegli stessi giorni di Pasqua che hanno destato scandalo, per l’eccezionale numero delle persone soccorse dalle ONG, a seguito del dirottamento di tre imbarcazioni, che sebbene fossero già in acque internazionali, sono state raggiunte da mezzi della Guardia Costiera libica e riportate indietro. Una di queste imbarcazioni, mentre era sotto il controllo dei libici si è ribaltata ed i morti sono stati decine. Se non ci fosse stata una nave delle ONG, e se non ne avesse scritto Erri De Luca, non lo avrebbe saputo nessuno. Per questo oggi si vogliono allontanare le navi umanitarie.

Le anticipazioni sull’inchiesta condotta dalla procura di Catania e le strumentalizzazioni politiche che ne sono seguite hanno creato un enorme danno di immagine alle ONG che fanno soccorso umanitario in mare, anche per l'assimilazione alle cooperative coinvolte nello scandalo Mafia capitale.

Per i prossimi mesi preoccupa che l’attacco mediatico alle Organizzazioni non governative possa sostanziarsi in iniziative giudiziarie portate avanti solo per dimostrare tesi precostituite, e quindi in un allontanamento delle ONG dalla zona di mare, in acque internazionali, nella quale più spesso avvengono i naufragi.

Le preoccupazioni più grandi per gli sviluppi futuri delle attività SAR ( Search and rescue) nelle acque del Mediterraneo centrale vengono anche dalla consegna, meglio restituzione, in corso in questi giorni di dieci motovedette che l’Italia sta fornendo di nuovo ai libici, meglio al governo di Tripoli, per estendere le attività di blocco e di riconduzione a terra dei migranti che, malgrado tutto, i trafficanti continuano a fare partire dalla Libia. Un obiettivo perseguito da anni, la riattivazione degli accordi di collaborazione tra la Libia, o quel che ne rimane, e l’Italia, con delega alle autorità libiche delle attività di riconduzione a terra che se fossero svolte da unità italiane, con altri respingimenti collettivi.

In base ad i nuovi accordi tra Italia e Libia è’ prevista anche una sala di comando che viene spacciata come un coordinamento operativo comune tra italiani e libici. È anche questo che si vuole nascondere dietro gli attacchi alle ONG che, nella stessa zona che verrà affidata ai libici, in acque internazionali, intendono continuare a salvare vite umane ed a portare i naufraghi in un place of safety, in un porto sicuro, non dunque quello più vicino, come impongono le convenzioni internazionali che troppi oggi dimenticano.

Non si puo' precedere quale sarà l’esito dei processi che si potranno intentare agli operatori umanitari ma si puo' essere certi degli effetti collaterali, che si conteranno sulla base delle vittime che si registreranno nelle acque del Mediterraneo centrale, dopo che si sarà ridimensionato l’impegno delle navi umanitarie, come potrebbe pure verificarsi dopo che le stesse navi, che fin qui hanno operato con il supporto della Guardia costiera italiana, saranno “isolate”, per il parziale ritiro più a nord-est delle navi della Marina italiana appartenenti alla missione “Mare sicuro”. Le navi della missione Frontex sempre meno numerose e collocate in un area operativa prossima all’isola di Malta.

Lasciare isolate le navi delle ONG, che prestano soccorso in acque internazionali ai limiti delle acque libiche, esposte agli attacchi dei pescherecci dei trafficanti e delle motovedette italo-libiche, che da maggio saranno operative con personale addestrato in Italia, è un chiaro disegno delle autorità italiane e del ministro Minniti.
Alla fine le ong sono brave e noi i cattivi ma per favore su
ma dove sono i pirati somali quando servono :asd:
 
Il sogno è che in Libia si riesca davvero ad allestire una centrale operativa in grado di coordinare le chiamate di soccorso e gli interventi di polizia per arginare i flussi. Oggi gli scafisti sono organizzati in modo da telefonare o far telefonare da un “passeggero” a numeri già memorizzati per chiedere aiuto alla Guardia costiera italiana. In teoria, la segnalazione dovrebbe essere girata allo Stato più vicino ma, trattandosi di uno Stato nelle condizioni della Libia, la “legge del mare” e trattati internazionali obbligano a intervenire chi ha ricevuto la richiesta di aiuto pur se in acque internazionali perché, com’è noto, la missione Eunavfor Med (Operazione Sophia) non è mai passata alla fase 2-B non avendo la Libia mai autorizzato l’ingresso nelle proprie acque.
Ecco perché, una volta a regime gli aiuti italiani e dunque una volta allestita una propria sala operativa, i libici sarebbero costretti a intervenire e a fermare i barconi: sarebbe la svolta tanto attesa.

Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha confermato che al massimo entro la metà di maggio saranno consegnate alla Libia le prime motovedette sulle dieci in totale previste dall’accordo, contestualmente alla fine dell’addestramento di una novantina di marinai della Guardia costiera libica. Ciò dovrà andare di pari passo con la soluzione a uno dei problemi storici dell’immigrazione in Libia e cioè i campi di accoglienza che, ha detto Minniti, dovranno essere gestiti con le organizzazioni umanitarie “nel pieno rispetto dei diritti umani”. I dettagli operativi erano stati spiegati il 13 marzo in un’intervista al Qn dall’ammiraglio Enrico Credendino, comandante di Eunavfor Med: 93 militari libici hanno completato 14 settimane di addestramento a bordo di una nave olandese e di nave San Giorgio; a tre equipaggi manca solo un ultimo mese di formazione sulle motovedette che l’Italia donerà, mentre altri cinque equipaggi stanno ultimando il corso nelle basi della Marina militare di Taranto e della Maddalena dove, disse Credendino, gli allievi libici sono complessivamente 255 comprendendo anche altre funzioni. Su ogni motovedetta ci sarà un equipaggio di 13 marinai.

Obiettivi e incognite dell'intesa Europa-Africa sulla Libia - Formiche.net
 
Alla fine le ong sono brave e noi i cattivi ma per favore su
ma dove sono i pirati somali quando servono :asd:

Le Ong sono sempre dove ci sono i soldi....in mare o nei campi profughi.
Quando le Ong diminueranno nel Mar Mediterraneo si butteranno a pesce nei campi profughi....
 
Ma visto che partono tutti dallo stesso porto non si fa prima ad organizzare qualche pattuglia di terra che sequestra tutti i gommoni giganti che trovano ? fare retate degli immigrati ammassati lì nei pressi e cose del genere ?
 
Ma quale sarebbe il governo di riferimento ?
 
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