Giangiacomo Feltrinelli Editore. Troppo tempo, purtroppo, è passato

....spiega la rovina di una società....attraverso l'avidità....
 
Sicuramente per la demagogica sinistra italiana meglio un terrorista che attacca i tralicci, che un capitalista che crea lavoro :rolleyes:
 
veramente giangiacomo il mondo lo voleva cambiare con le bombe...
 
Read Eat Dream:

L'happening di Red mi fa dubitare che oltre il cibo ci sia il baratro

Grande successo per l’inaugurazione di RED (Read Eat Dream), il megastore nella romana via del Corso che nelle intenzioni de La Feltrinelli sarà il perfetto trait d’union tra due mondi in cui sognare è lecito: lettura ed enogastronomia. Le cifre bisbigliate ieri, parlavano di più di 1500 romani e non accorsi a “gustare” frittini (ottime le panelle), salumi e calici di prosecco offerti per l’happening mondano.

:o :yes: :bye:
 
Per ammirare Mirella, la bella cassiera ciociara

Finisce la magia del Babuino: chiude la libreria Feltrinelli - Corriere Roma

Chiudere una libreria «folle» e magica, per continuare a inseguire lo stesso sogno. A fine anno calerà il sipario sulla Feltrinelli di via del Babuino, a pochi metri da piazza del Popolo, la prima aperta a Roma, il 10 dicembre 1964, la quarta in Italia di una catena che oggi ne conta oltre centoventi. Definirla sofferta non rende l'idea del travaglio che ha accompagnato la decisione. Perché Babuino è molto più di un «punto vendita», è stata la «casa» per generazioni di scrittori, «avamposto romano» per Inge e i «milanesi», terreno di una sperimentazione che in questi 49 anni non si è mai fermata.

E la libreria di Babuino divenne il centro di Roma: «Era un posto in continuo movimento - continua Inge Feltrinelli - un work in progress , un palcoscenico teatrale dove si mescolavano il Gruppo 63, le cravatte di Carnaby Street, che Giangiacomo comprava personalmente, e gli intellettuali della capitale, e si giocava con un originale jukebox». Tra le prime a presentare i libri con la copertina «a vista», ad abolire l'orrenda domanda «desidera?» e consentire ai clienti di giocare a flipper, ad accogliere Federico Fellini alle otto del mattino («per ammirare Mirella, la bella cassiera ciociara») e poi da Marcello Mas*****nni a Monica Vitti a Elsa Morante, che in quegli anni viveva con Alberto Moravia nella vicina via dell'Oca, per chiudere la giornata con i poeti come Nanni Balestrini e i pittori di via Margutta.

Quel «centro di Roma» oggi non c'è più. Nella decisione di chiudere ha pesato molto la trasformazione di una zona che oggi è tra le più care di Roma, votata ad un turismo di alta fascia, quasi tutto straniero, e dove è impossibile incontrare giovani artisti.


:( :bye: :bye:
 
L'unica bomba che non hanno potuto addebitare ai fascisti.
 
Una bomba fa soffrire enormemente le vittime e i loro familiari.
Una società ingiusta fa soffrire i popoli, o buona parte di essi. Ma chi decide se la società è ingiusta? Questo è il vero problema.
 
questa storia mi sembra una grande str.. ta
i libri cartacei stanno sparendo e di conseguenza gli editori cartacei
oggi ci sono gli ebook ed un libro lo puoi comprare a 2 euro
invece che i 15 o 30 per averlo di carta
se un imprenditore non si sa riciclare per allinearsi ai tempi moderni
è meglio che chiuda
 
Fuori un'altra...

Un supermercato al posto della libreria Rinascita: Pam Local alla conquista del centro di Roma

Il nuovo supermercato va ad occupare i locali storici che furono della libreria "Rinascita", luogo simbolo della cultura di sinistra, legata al PCI e che per cinquant'anni ha avuto la sua sede al piano terra del "Bottegone". Per mezzo secolo "Rinascita" è stata un punto di riferimento per i romani, con librari competenti e appassionati (Carmen Llera Moravia vi lavorava come commessa volontaria: veniva retribuita non in denaro ma in libri e video per un importo pari al minimo contrattuale), un programma di eventi, dibatti e presentazioni quasi quotidiano e seguitissimo. Un tempo fra quegli scaffali si incontravano Togliatti, Pajetta, Berlinguer, personaggi della cultura, del pensiero, della cultura. Strozzata dal caro affitti (15mila euro al mese), la libreria aveva dovuto tirare giù le saracinesche. Al suo posto, nel 2009, era arrivata la redazione del quotidiano "Il riformista", rimasta lì fino alla chiusura del giornale nel 2012. Da allora le vetrine di "Rinascita" (perché molti romani continuano ancora ad indicare così quelle tre vetrine all'angolo tra via delle Botteghe Oscure e via d'Aracoeli) sono rimaste vuote. Fino ad oggi.“

:bye: :bye:

La-libreria-Rinascita.jpg
 
Finisce la magia del Babuino: chiude la libreria Feltrinelli - Corriere Roma

Chiudere una libreria «folle» e magica, per continuare a inseguire lo stesso sogno. A fine anno calerà il sipario sulla Feltrinelli di via del Babuino, a pochi metri da piazza del Popolo, la prima aperta a Roma, il 10 dicembre 1964, la quarta in Italia di una catena che oggi ne conta oltre centoventi. Definirla sofferta non rende l'idea del travaglio che ha accompagnato la decisione. Perché Babuino è molto più di un «punto vendita», è stata la «casa» per generazioni di scrittori, «avamposto romano» per Inge e i «milanesi», terreno di una sperimentazione che in questi 49 anni non si è mai fermata.

E la libreria di Babuino divenne il centro di Roma: «Era un posto in continuo movimento - continua Inge Feltrinelli - un work in progress , un palcoscenico teatrale dove si mescolavano il Gruppo 63, le cravatte di Carnaby Street, che Giangiacomo comprava personalmente, e gli intellettuali della capitale, e si giocava con un originale jukebox». Tra le prime a presentare i libri con la copertina «a vista», ad abolire l'orrenda domanda «desidera?» e consentire ai clienti di giocare a flipper, ad accogliere Federico Fellini alle otto del mattino («per ammirare Mirella, la bella cassiera ciociara») e poi da Marcello Mas*****nni a Monica Vitti a Elsa Morante, che in quegli anni viveva con Alberto Moravia nella vicina via dell'Oca, per chiudere la giornata con i poeti come Nanni Balestrini e i pittori di via Margutta.

Quel «centro di Roma» oggi non c'è più. Nella decisione di chiudere ha pesato molto la trasformazione di una zona che oggi è tra le più care di Roma, votata ad un turismo di alta fascia, quasi tutto straniero, e dove è impossibile incontrare giovani artisti.


:( :bye: :bye:

La chiusura di questa storica libreria mi mise a suo tempo una tristezza infinita. Ogni libreria che chiude è un piccolo fallimento del nostro paese. Non c'entra la destra o la sinistra. C'entra solo la cultura.
 
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