Rischio totale = Rischio sistematico + Rischio specifico (idiosincratico)

Lord_Mib

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Salve,
vorrei proporre un ragionamento sul comune senso di intendere il rischio.

Come esempio prendiamo un titolo azionario. In questo caso il rischio totale al quale si è esposti è dato dalla somma dei seguenti due rischi:

Rischio sistematico corrisponde al rischio legato alla "normale oscillazione del mercato" nel quale si sta investendo.

MISURA:deviazione standard rendimenti annualizzata
COPERTURA:hedging con futeres

Rischio specifico o idiosincratico corrisponde al rischio specifico dello strumento fianziario.

MISURA: ?
COPERTURA: difersificazione

Con un ottica quantitativa il secondo tipo di rischio lo percepisco come l'insieme di elementi caratterizzanti la serie storica che intendo traddare. Tra questi elementi vi è la deviazione standard che però come esposto sopra misura il rischio sistematico.

I conti non tornano!

Che ne pensate? Mi sfugge qualche concetto?

Lord_Mib
 
IMHO (e ripeto IMHO :) )

io considererei di più questa suddivisione:

1 - Rischio da volatitilità:
approssimabile con una distribuzione normale standard dei rendimenti
specifico del mercato/titolo su cui si opera
misurazione: volatilità (devst e/o average true range)
copertura: stop loss, diversificazione tra titoli, hedging dinamico con derivati

2 - Rischio catastrofico:
non prevedibile e quantificabile, difficilmente gestibile, non approssimabile assumendo distribuzioni normali standard, molto pericoloso sebbene raro (il "cigno nero" di taleb).
Misurazione: NON misurabile.
Copertura: money menagement, copertura statica con opzioni OTM, diversificazione di comparto, deleveraging, stop loss (poco efficace, anzi praticamente inutile, a causa dei gap e dei blocchi di contrattazione).

Il n. 1 sostanzialmente comprende i due che hai detto

Ciao
 
Con un ottica quantitativa il secondo tipo di rischio lo percepisco come l'insieme di elementi caratterizzanti la serie storica che intendo traddare. Tra questi elementi vi è la deviazione standard che però come esposto sopra misura il rischio sistematico.
I conti non tornano!
Che ne pensate? Mi sfugge qualche concetto?


La suddivisione da te esposta (rischio sistematico e specifico) deriva dal CAPM, dove il rendimento di un titolo è espresso come:

RT = a + b*RM + e

RT: rendimento del titolo nel periodo
RM: rendimento del mercato di riferimento nel periodo
a: (alfa) rendimento del titolo in assenza di movimenti di mercato
b: (beta) sensibilità del titolo alle variazioni del mercato di riferimento
e: termine di errore, con media zero e varianza > 0
Dal punto di vista dimensionale, alfa è un rendimento, mentre beta è un numero puro.

Se sterelizzi l'impatto del mercato sul rendimento del titolo, ad esempio vendendo scoperto 'beta' unità di capitale del mercato, per ogni unità di capitale acquistata del titolo, ciò che ti resta sarà il rendimento 'alfa' : se questo termine è positivo il titolo mostrerà una capacità di generare profitto anche in assenza di movimenti di mercato (e questa operazione sarà profittevole).

Il rendimento 'alfa' non è privo di rischio: 'alfa' rappresenta il valore medio, a cui è associata una sua volatilità, che definisce il rischio specifico (o idiosincratico, come spesso viene definito in letteratura). Questa volatilità, in genere è molto alta, ovvero buona parte della volatilità del titolo è fornita appunto dalla deviazione standard di 'alfa'. Tieni conto che essendo le due volatilità (specifica e sistematica) scorrelate fra loro, la volatilità del titolo sarà inferiore alla somma delle due, ma nello stesso modo la 'sterelizzazione' (o hedging perfetto) come descritta prima, su periodi brevi ti farà guadagnare ben poco in termini di riduzione del rischio complessivo.

Come da te già detto, l'unico modo per diminuire (o annullare) il rischio specifico rimane la diversificazione.
Happy trading
 
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