Gli immobili rappresentano un costo in bilancio?

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ladyfinanza1

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Salve a tutti, premetto che non ne capisco nulla di bilanci e simili, ragion per cui chiedo lumi a qualcuno più esperto di me.

Ipotizziamo che una società acquista 2 immobili allo scopo di rivenderli e generare plusvalenza, e spende 200.000 euro. A fine anno non li ha rivenduti, dunque chiude in perdita (è corretto?). L'anno successivo li vende entrambi a 300.000 euro, quindi con una plusvalenza di 100.000 euro. Se la società decide di reinvestire nuovamente i 200.000 euro che sono rientrati, o addirittura tutti i 300.000, essa chiuderà in perdita di nuovo?

Grazie.
 
società immobiliare e gli immobili non vengono acquistati come beni strumentali, ma come se fossero materie prime?non so se si possa ma grossomodo
avrai il costo di acquisto del bene nei costi del conto economico
e il valore del bene invenduto nei ricavi del c/economico(determinato con criteri che non so)
L'anno successivo le rimanenze dell'anno prima verranno imputate a costo ed a fine esercizio calcolerai il nuovo valore delle rimanenze se la variazione è
positiva incrementerai l'eventuale utile, se negativa lo abbatterai.
Non so se sono riuscito a spiegarmi bene e se sia effettivamente così per le società immobiliari.

Tieni presente che oltre agli acquisti e vendite per determinare il risultato economico di un'azienda bisogna considerare anche altri costi e spese di funzionamento
ti conviene spendere qualche euro da un commercialista che ti aiuti a redigere un ipotetico business plan e valutare i vari scenari.
 
Intanto grazie per il contributo.. Voglio spiegarmi meglio. La domanda si riferisce a una società immobiliare che investe prevalentemente attraverso le compravendite di immobili. Quindi compro la tale casa, al prezzo che più mi conviene, e la rivendo.

Ho un bravo commercialista che però è in ferie, e poiché la curiosità mi sta uccidendo ho fatto una chiacchierata informale con un conoscente, il quale mi ha spiegato che:

Innanzitutto il primo anno ha una perdita pari all'importo dell'ammortamento (es 10%) poiché l'immobile è un bene pluriennale e si imputa come costo a bilancio solo una quota annua, ipotizziamo 20.000€.
L'anno successivo il ricavo sarà dato dalla differenza tra il ricavato dalla vendita degli immobili (300.000) e il valore residuo contabile, cioè la differenza tra il valore originale e l'ammortamento accumulato negli anni (200.000 - 20.000 = 180.000)… quindi 120.000€.
Se rinveste 100.000 per comprare un altro immobile, avrà per quello un ammortamento sempre ipotizzando 10% pari a 10.000.
Quindi 120 ricavi meno 10 costi. Guadagno 110

Il dubbio che mi rimane adesso è il seguente: gli immobili che questa società possiede ma NON rivende entro il 31 dicembre, vengono considerati rimanenze (e come tali non sono ammortizzabili), o come i beni pluriennali della spiegazione sopra (quindi ammortizzabili)?
 
Il tuo amico mi sa che sbaglia.
Se l'oggetto della società è il trading immobiliare e quindi gli immobili sono destinati alla rivendita questi non vanno ammortizzati ma inseriti a fine esercizio nelle rimanenze (di prodotti finiti). Quindi il primo anno la società chiude in pareggio (ammettendo che non vi siano altri costi / ricavi).

Saluti
 
Se l'attività è trading, l'immobile è considerato merce e quindi ti troverai a fine anno con delle rimanenze, ma non dovrai ammortizzare niente.
Le rimanenze saranno pari al costo di acquisizione + spese accessorie quindi a fine anno non chiuderai in perdita.
 
Grazie.

Però non capisco come mai si chiuderebbe in pareggio se abbiamo sostenuto anche delle spese "accessorie" relative agli immobili, ad esempio piccoli interventi, spese legali per liberarli. Questi non sono dei costi?
 
Salve a tutti, premetto che non ne capisco nulla di bilanci e simili, ragion per cui chiedo lumi a qualcuno più esperto di me.

Ipotizziamo che una società acquista 2 immobili allo scopo di rivenderli e generare plusvalenza, e spende 200.000 euro. A fine anno non li ha rivenduti, dunque chiude in perdita (è corretto?). L'anno successivo li vende entrambi a 300.000 euro, quindi con una plusvalenza di 100.000 euro. Se la società decide di reinvestire nuovamente i 200.000 euro che sono rientrati, o addirittura tutti i 300.000, essa chiuderà in perdita di nuovo?

Grazie.

Ci sono essenzialmente due casi: un primo caso in cui la compravendita di immobili rientri nell'oggetto sociale della società e un secondo caso in cui non rientri.
Nel primo caso è come l'acquisto di merce: quando la compri è un costo e quando a fine anno rilevi le rimanenze è un ricavo. A seconda del modo in cui vengono valutate le rimanenze (che deve essere indicato in nota integrativa) la differenza fra valutazione della rimanenza e costo di acquisto può essere positiva, negativa o nulla. Solo questa differenza inciderà sul conto economico per il primo anno.
A inizio del secondo anno vengono rilevate le rimanenze iniziali (che è un costo) e la differenza fra prezzo di vendita e rimanenza iniziale incide sul conto economico dell'anno.
Esempio: copro un immobile a 100000 €. A fine anno lo valuto per esempio al doppio del valore catastale dell'immobile (devo dare un valido motivo per cui lo faccio. Valutare una rimanenza al costo iniziale spesso salva le ******* da eventuale rilievi degli amici della gdf) per esempio di 120000. quell'anno ho un ricavo netto di 20000 €. Poi l'anno successivo rilevo le rimanenze iniziali per 120000€ (abbiamo detto che è un costo...) e lo vendo per 150000. Mi inciderà sul conto economico del secondo anno per 150-120 =30000 €.
Ovviamente nel valutare le rimanenze devi rispettare i principi contabili e la normativa varia e eventuale.
Nel secondo caso invece è come se sto' comprando una attrezzatura. Quando lo compro va all'attivo dello stato patrimoniale (quindi dal punto di vista economico non ho alcuna movimentazione) e a fine anno devo fare l'ammortamento. Quando lo rivendo realizzo una plusvalenza.
Esempio: ompro a 100000€, e a fine anno ammortizzo 10000 €. Dal punto di vista dell'utile di bilancio contano solo i 10000 € di perdita.
Lo rivendo all'anno prossimo a 150000. Ottengo una plusvalenza pari a 150 - (100-10) = 60000 € che mi incide direttamente sull'utile dell'anno.
Ovviamente in linea generale e salvo casi particolari e normative specifiche vari.
Quanto alle spese accessorie sono vere e proprie spese di manutenzione che incidono negativamente nel conto economico a prescindere, sia in un caso che nell'altro. Allo stesso modo di come è un costo l'olio della macchina o la carta del fotocopiatore
 
Ultima modifica:
Grazie per la spiegazione. La società ha per oggetto la compravendita di immobili.
Sono stata dal commercialista, "en passant", parlando del bilancio che dobbiamo fare, ha nominato l'ammortamento, ma leggendo il tuo messaggio non dovrebbe essere questo il caso (dato l'oggetto della società). Può essere che voglia adottare un escamotage? ossia farli passare come attrezzature? quale sarebbe il vantaggio di fare ciò, rispetto al contabilizzarli come merci?
 
IMHO nessuno, però devi chiedere a lui perché vuole fare così.

Avrà un motivo valido...
 
salve a tutti

ho una domanda, non credo di essere molto in tema ma mi sembra di vedere abbastanza esaurito l'argomento precedente e non vale la pena aprire un thread apposito


I grandi Viaggi è proprietaria di villaggi, il debito è costituito dal mutuo
quello che ho notato è che rimborsa poco più di 4 milioni anno e allo stesso tempo gli ammortamenti sono all'incirca di queta entità. Non credo che ci sia legame tra le cose, probabilmente una casualità
il punto da azionista è questo, perchè tutti gli anni procede ad ammortamenti sugli immobili così importanti che poi si riverberano inevitabilmente anche sul risultato netto e sul patrimonio?

tra l'altro ammortamento ( svalutazione? ) assolutamente dissociata dal valore reale che questi hanno sul mercato, già per altro a bilancio infinitamente minore rispetto a questo.....
 
salve a tutti

ho una domanda, non credo di essere molto in tema ma mi sembra di vedere abbastanza esaurito l'argomento precedente e non vale la pena aprire un thread apposito


I grandi Viaggi è proprietaria di villaggi, il debito è costituito dal mutuo
quello che ho notato è che rimborsa poco più di 4 milioni anno e allo stesso tempo gli ammortamenti sono all'incirca di queta entità. Non credo che ci sia legame tra le cose, probabilmente una casualità
il punto da azionista è questo, perchè tutti gli anni procede ad ammortamenti sugli immobili così importanti che poi si riverberano inevitabilmente anche sul risultato netto e sul patrimonio?

tra l'altro ammortamento ( svalutazione? ) assolutamente dissociata dal valore reale che questi hanno sul mercato, già per altro a bilancio infinitamente minore rispetto a questo.....

l'ammortamento di immobili strumentali di solito ha durata ventennale
perchè li fa?
perchè così prevedono i principi contabili
l'ammortamento riduce il valore netto (costo storico - ammortamenti). in caso di vendita l'eventuale plusvalenza (e quindi le imposte da pagare) sarà data da importo di vendita - valore netto

mi pare di capire che tu vedi l'ammortamento come un qualcosa di negativo perchè riduce l'utile.
invece è proprio quello il vantaggio
essendo un costo riduce la base imponibile e quindi le tasse da pagare (tutte le aziende e liberi professionisti sognano aliquote di ammortamento più alte, vedi max ammortamento al 140%)
 
l'ammortamento di immobili strumentali di solito ha durata ventennale
perchè li fa?
perchè così prevedono i principi contabili
l'ammortamento riduce il valore netto (costo storico - ammortamenti). in caso di vendita l'eventuale plusvalenza (e quindi le imposte da pagare) sarà data da importo di vendita - valore netto

mi pare di capire che tu vedi l'ammortamento come un qualcosa di negativo perchè riduce l'utile.
invece è proprio quello il vantaggio
essendo un costo riduce la base imponibile e quindi le tasse da pagare (tutte le aziende e liberi professionisti sognano aliquote di ammortamento più alte, vedi max ammortamento al 140%)

grazie per la risposta


si lo vedo da azionista come una cosa negativa perchè presumo che senza questo si avrebbe un incremento del pn e dell'utile appunto con conseguente possibile distribuzione del dividendo
oltre che valutazione ( t p ) che dovrebbe essere molto più alta

ma tant'è.....mi pare di capire che non si scappa
 
grazie per la risposta


si lo vedo da azionista come una cosa negativa perchè presumo che senza questo si avrebbe un incremento del pn e dell'utile appunto con conseguente possibile distribuzione del dividendo
oltre che valutazione ( t p ) che dovrebbe essere molto più alta

ma tant'è.....mi pare di capire che non si scappa

non so se hai letto il messaggio sul thread IGV

in pratica vi ho suggerito di chiedere alla prossima assemblea al Cda di valutare le strutture date in affitto (e quindi non più strumentali) come investimenti immobiliari

gli investimenti immobiliari non sono soggetti ad ammortamento e vanno valutati a "fair value"
 
non so se hai letto il messaggio sul thread IGV

in pratica vi ho suggerito di chiedere alla prossima assemblea al Cda di valutare le strutture date in affitto (e quindi non più strumentali) come investimenti immobiliari

gli investimenti immobiliari non sono soggetti ad ammortamento e vanno valutati a "fair value"

sono 2 se non sbaglio, l'hotel in Val D'Aosta ed il villaggio in Calabria, rispetto al patrimonio immobiliare complessivo forse non molto ma sarebbe sicuramente meglio di niente....anche perchè potrebbe servire a far uscire in parte il valore
 
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