I miei investimenti

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

zakzakit

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E' da un po' di tempo che mi ronza in testa l'idea di semplificare il mio portafoglio, e di fare quattro chiacchiere in merito sul forum.
Vale a dire:
1) scegliere indicativamente 5/10 azioni selezionate tra 30/40.
2) investire nell'ovvio senza cercare improbabili occasioni nelle small cap, dal momento che anche le maggiori società presenti in tutti i portafogli hanno sbalzi di prezzo eventualmente sfruttabili.
3) investire in azioni di grande capitalizzazione con grande visibilità ed informazione.
4) investire in società che generino cassa in modo tendenzialmente costante o crescente e
4a) la distribuiscano sotto forma di dividendi e/o
4b) effettuino buyback e/o
4c) la reinvestano nel business generando incremento di fatturato e/o di margine fcf/fatturato.

Ho già iniziato ad operare in questo senso, però ho anche altre azioni che almeno per ora intendo tenere.

Allego l'elenco della watch list che ho arbitrariamente selezionato in base a questi criteri, che non è fissa, ma intendo aggiornarla non troppo frequentemente.
Di questi titoli cinque sono già in portafoglio: AMZN, GOOGL, CELG, GILD, ESRX.

Nel portfolio di Morningstar, che non è estremamente preciso, ma mi dà un'idea della situazione, evidenzio le cose che maggiormente mi interessano: il rendimento immediato (fcf yield ttm), il price/sales confrontato con la media degli ultimi 5 anni, il FCF/sales medio degli ultimi 5 anni, la crescita del fatturato, la variazione di prezzo ad un anno, il dividend yield e alcuni altri.
 

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A titolo di informazione: non ho intenzione di trasformare questo thread nell'ennesimo meta-thread sull'opportunità di fare stock picking rispetto all'index investing. Se vi interessa discutere di questo, potete sempre aprire un thread apposito.

P.S. del 9/8/16. Per dare un senso a questo post: era una risposta ad un altro messaggio che è poi stato cancellato per motivi a me ignoti.
 
Ultima modifica:
visto che sei così intelligente perchè non scrivi qualcosa di costruttivo invece di irridere costantemente il lavoro altrui?

Ma non è un lavoro, è solo per fare quattro chiacchiere tra amici. Solo non mi interessa discutere dell'argomento posto da aerodynamik. E' un argomento che ho già personalmente risolto anni fa, e preferisco fare lo stock picker.
Il fatto è che recentemente ho cambiato un po' prospettiva, comprando alcune azioni che prima non avrei pensato di comprare, e investendo, almeno per i miei standard, più massicciamente in meno azioni e non più necessariamente per il lungo termine.
Ad esempio, ho fortemente (per il mio solito) incrementato la mia quota su Amazon intorno ai 500$, portandola a circa il 12% del mio portafoglio, quota che adesso ho ridotto al 5% e probabilmente ulteriormente ridurrò ancora sopra i 700$. Celgene invece è in portafoglio da più di un anno, ESRX e GILD sono nuove posizioni "buy on dip".
 
In merito al price/sales, per aziende di queste dimensioni, mi aspetto un valore tendenzialmente discendente nel corso del tempo, a meno di avvenimenti particolari. Il fatto che la maggioranza abbia un valore superiore alla propria media quinquennale, e che molte siano vicine ai massimi indica scarsa probabilità di ottenere rendimenti in linea con i fondamentali nel medio-lungo termine.
Un valore inferiore alla media lo abbiamo adesso per AAPL BIDU BIIB CELG ESRX GILD IBM PCLN WMT, e un valore vicino alla media per CVS e BRK. Una o più di queste potrei acquistarla/incrementarla in caso di sgonfiamento del rally (Preferisco alleggerire sui fronti di salita e incrementare sui fronti di discesa. Raccolgo il "coltello che cade". Questo paragone col coltello che cade l'ho sempre trovato assurdo, non ho mai visto un coltello generare cash flow, eccetto che nelle rapine a mano armata).
Naturalmente il valore medio a 5 anni è arbitrario, ma essendo quello il valore che passa Morningstar e non avendo io voglia di fare spreadsheet complicati, in prima approssimazione prendo quello. Tanto più che se è "buono" è solamente uno dei fattori decisionali. Se voglio avere un'idea di che cosa è successo al prezzo in dipendenza dei vari P/S storici vado a vedere i grafici di gurufocus.
 
E' da un po' di tempo che mi ronza in testa l'idea di semplificare il mio portafoglio, e di fare quattro chiacchiere in merito sul forum.
Vale a dire:
1) scegliere indicativamente 5/10 azioni selezionate tra 30/40.
2) investire nell'ovvio senza cercare improbabili occasioni nelle small cap, dal momento che anche le maggiori società presenti in tutti i portafogli hanno sbalzi di prezzo eventualmente sfruttabili.
3) investire in azioni di grande capitalizzazione con grande visibilità ed informazione.
4) investire in società che generino cassa in modo tendenzialmente costante o crescente e
4a) la distribuiscano sotto forma di dividendi e/o
4b) effettuino buyback e/o
4c) la reinvestano nel business generando incremento di fatturato e/o di margine fcf/fatturato.

Ho già iniziato ad operare in questo senso, però ho anche altre azioni che almeno per ora intendo tenere.

Allego l'elenco della watch list che ho arbitrariamente selezionato in base a questi criteri, che non è fissa, ma intendo aggiornarla non troppo frequentemente.
Di questi titoli cinque sono già in portafoglio: AMZN, GOOGL, CELG, GILD, ESRX.

Nel portfolio di Morningstar, che non è estremamente preciso, ma mi dà un'idea della situazione, evidenzio le cose che maggiormente mi interessano: il rendimento immediato (fcf yield ttm), il price/sales confrontato con la media degli ultimi 5 anni, il FCF/sales medio degli ultimi 5 anni, la crescita del fatturato, la variazione di prezzo ad un anno, il dividend yield e alcuni altri.

E vorresti sapere i titoli che sceglieremmo?
 
E vorresti sapere i titoli che sceglieremmo?

In linea di massima, no, perchè per la scelta faccio di testa mia (non è una simulazione, parlo dei miei investimenti reali).
Voglio solamente concentrare la mia attenzione su queste società e discuterne con chi ne ha voglia.

Ordino le società in base al FCF yield:
Ticker "% Free Cash Flow/Market Cap"
GILD 15.39
ESRX 10.40
AAPL 10.23
IBM 10.08
CSCO 8.73
INTC 7.95
ORCL 7.49
AMGN 7.43
WMT 7.18
UNH 6.40
CVS 6.07
MSFT 5.69
PG 5.51
BIIB 5.21
PEP 5.16
BRK.B 5.01
HD 4.94
PCLN 4.79
JNJ 4.71
BLK 4.69
UNP 4.55
MCD 4.43
DIS 4.37
BABA 3.68
KO 3.61
V 3.61
NVO 3.59
MA 3.57
GOOGL 3.41
SBUX 3.20
BIDU 2.89
CELG 2.80
NKE 2.28
FB 1.98
AMZN 1.87
NFLX -2.16

se mi aspetto, grosso modo, un rendimento del 10% dai miei investimenti, le società che hanno un rendimento attuale superiore scontano una diminuzione e quelle che hanno un rendimento inferiore una crescita del prodotto fatturato per margine sul fatturato.
Questo è pur sempre un rendimento ttm di un valore abbastanza volatile, per alcune società, per es. NKE e CELG, è un po' basso se raffrontato al fcf/sales medio, per cui come tutti i fondamentali va un po' normalizzato, comunque la sostanza è che per valori inferiori a 5 queste società stanno scontando una crescita combinata di fatturato e margine elevata e prolungata, per molte delle quali non mi sembra un'aspettativa realistica.
 
Ultima modifica:
quello che tu desideri (senza una strategia "specifica") lo si puo far benissimo imitando la scimmia che lancia i dardi e prende a caso i titoli...

Detto per inciso, perchè confermo che non voglio discutere di indexing, i titoli li puoi scegliere anche non a caso, per esempio, se tu prendi 30 titoli dello S&P500 tra quelli a più alta capitalizzazione, e li pesi a capocchia, per esempio non per capitalizzazione ma per valore di mercato della singola azione (che assurdità), e chiami questo indice DJI invece che S&P500, otterrai grosso modo lo stesso risultato. Probabilmente se tu prendi i 36 titoli che ho selezionato io e li metti tutti insieme nel portafoglio otterrai un risultato molto simile.
il problema delle strategie è che se sono rigide, ci sono momenti in cui è estremamente probabile che non funzionino.
Per esempio che senso ha oggi la strategia classica di Graham per cui dovresti avere in portafoglio 25% azioni e 75% obbligazioni, quando le obbligazioni governative di medio termine hanno un rendimento negativo? C'è gente che le pratica, si prende il fondo obbligazionario XYZ perchè, che bello, ha reso il 10% negli ultimi anni non rendendosi conto che nei prossimi renderà il -10%.
Per tornare più on-topic, perchè Disney nell'arco di 5 anni è passata da un price/sales minimo di 1.5 ad uno massimo di 4? Disney ha un fcf margin del 12% circa, è difficile pensare che arrivi a margini molto più elevati, per cui a saturazione di mercato deve arrivare ad un p/s di 1.5 circa per avere un 10/% di fcfy.
Quindi a p/s 1.5 scontava una crescita pressochè nulla, inferiore a quella che poi c'è stata realmente, a p/s 4 (una valutazione quasi tripla in poco più di 3 anni!) ne scontava un bel po' di più (adesso è a 3). Un analogo andamento c'è stato, per dirne due, anche per Nike e Starbucks.
Quindi, che strategia devo utilizzare? Dipende.
Disney e Starbucks le avevo e le ho vendute. Su Amazon ho fortemente (relativamente alle mie capacità) investito intorno ai 500$ e disinvestito ma non tutto intorno ai 700$. Diciamo che quando hai forti guadagni hai un po' di margine di elasticità, e puoi metterti in "fase tecnica". Anche se Amazon può fare facilmente -10% su un mancato eps trimestrale, il mercato la valuta continuamente sul parametro sbagliato.

Correggo l'ultima affermazione, ho scritto troppo di getto. Non è il mercato a valutarla sul parametro sbagliato, il mercato la valuta con le solite ampie oscillazioni ma tutto sommato meno insensatamente di altre azioni in base a price/sales, price/cfo e ev/ebitda. Ultimamente si è un po' troppo entusiasmato su una sorpresa positiva di eps.
 
Ultima modifica:
Ieri Oracle -4% su una accusa di frode contabile di una ex dipendente.
Oracle risponde che la dipendente è stata licenziata dopo un anno e non lavorava nel settore contabile e che la citerà per "malicious prosecution".
Mi tornano in mente i casi Ackmann-Herbalife e Zatarra-Wirecard, finiti nel nulla dal punto di vista legale e che in definitiva sono diventati un'occasione di acquisto, ma non senza lasciare qualche dubbio e una macchia sull'immagine delle aziende.
 
Scopro solo ora il thread !
Grande Zak...sempre sul pezzo.
Ti seguo volentieri anche se ultimamente non ho molto tempo per fare nulla.
Anche a me è venuta di voglia di semplificare un po' il mio portafoglio composto da ben 50 azioni.
 
Ciao Nemo. Sì, sono sempre sul pezzo da quando, a giugno 2013, ho deciso in tarda età di mettermi a fare lo stock picker. Decisione della quale non mi pento, anche se in questi tre anni di errori ne ho commessi parecchi. Considero questi tre anni come periodo di apprendistato e tiro avanti.
Rispetto a tre anni fa ho cambiato radicalmente il mio punto di vista, tanto per cominciare, investendo allora in modo prevalente in indici, consideravo il mercato americano caro ed ero del tutto investito in mercati europei, adesso invece, passando dalla visuale dello "stock market" a quella del "market of stocks", sono investito prevalentemente in azioni americane. Inoltre, di circa il 45% dei miei risparmi attualmente in azioni, quasi la metà è investito in due soli titoli (Alphabet e Celgene).
L'ultimo articolo pubblicato su questo blog dà un'idea delle azioni che mi interessano: http://basehitinvesting.com/reinvestment-moat-follow-up-capital-light-compounders/ , e questo altro articolo pubblicato precedentemente dà un'idea del mio mutato atteggiamento nei confronti di come e quando comprare, tenere o vendere un'azione: Portfolio Turnover--A Vastly Misunderstood Concept | Base Hit Investing .
Per esempio, fino a qualche settimana fa avevo il 12% del mio capitale in Amazon (non ho mai avuto così tanto su una singola azione) presa intorno a 500$, la ho venduta tutta sopra i 700$. Mi ricordo di quando presi Adidas e la vendetti in perdita, nell'ultimo anno ha fatto +100%! L'errore di vendere Adidas ad un price/sales inferiore a quello di acquisto non lo rifarei (e probabilmente nemmeno quello di comprarla al prezzo a cui la comprai). Anzi, una eps surprise negativa di una società che comunque incrementa il fatturato per me adesso è, valutando l'entità del calo, generalmente un'occasione di acquisto.
Per finire aggiungo due citazioni di Fisher e di Lynch, che mi avrebbero evitato la prima di fare qualche acquisto e la seconda di fare qualche vendita se le avessi tenute in maggiore considerazione, e che non fa mai male tenere a mente:

Il punto n.1 dei 15 di Phil Fisher, le domande da farsi prima di comprare un'azione:
Does the company have products or services with sufficient market potential to make possible a sizable increase in sales for at least several years?
(Per chi volesse ripassarseli tutti e 15: http://news.morningstar.com/classroom2/course.asp?docId=145662&page=3&CN=)
Una società che non cresce più ha anche probabilmente massimizzato i suoi margini, e il rendimento dipende unicamente da buyback e dividendi, per cui deve avere un prezzo veramente basso per essere acquistata e deve essere venduta al fair value (vedi per es. Graham e Lynch).

A price drop in a good stock is only a tragedy if you sell at that price and never buy more. To me, a price drop is an opportunity to load up on bargains from among your worst performers and your laggards that show promise. If you can't convince yourself 'When I'm down 25 percent, I'm a buyer' and banish forever the fatal thought 'When I'm down 25 percent, I'm a seller,' then you'll never make a decent profit in stocks."
Questa devo ricordarmi di recitarla come un rosario dieci volte al giorno. Ovviamente non vale per le ciofeche, ma noi non compriamo MPS, vero?
 
Composizione del portafoglio ad oggi:
Alphabet 9.89%
Celgene 9.77%
Jazz Pharmaceuticals 4.14%
Gilead 3.74%
Express Scripts 2.71%
Novozymes 2.47%
Sanofi 2.33%
Terna 2.07%
Baidu 2.05%
CVS Health 2.01%
Next 1.45%
Burberry 1.44%
Buffalo Wild Wings 1.22%
Nanogate 0.96%
Totale azioni 46.26%

Ultima trimestrale di Alphabet: revenues per share ttm 117.50$ contro 112.30, +4.6% trimestrale annualizzato +19.8%, CFO margin in leggero miglioramento intorno al 35%, price/sales intorno a 7 ragionevole dato il tasso di crescita. Shares outstanding EOP in diminuzione rispetto al trimestre precedente , i buyback coprono le SBC. Potrei alleggerire un po' se non fossi già molto liquido.

Ultima trimestrale di Celgene: revenues per share ttm 12.60$ contro 11.93, +5.6% q/q, tendenziale annualizzato +24.4%, FCF margin 29%. Price/sales intorno a 9 anche questo ragionevole considerando l'attuale FCF margin al di sotto delle potenzialità. Negli ultimi 5 anni Celgene ha ridotto le azioni in circolazione da 941m a 775m, la qual cosa equivale ad un miglioramento annuo dei fondamentali per azione rispetto ai fondamentali complessivi del 3.76% annuo.

Gilead migliora leggermente il fatturato per azione da 21.98$ a 22.37, +1.7% trimestrale dovuto al fatto che i riacquisti controbilanciano la diminuzione del fatturato. E' prevedibile una diminuzione sia del fatturato sia dei margini nei prossimi anni. Il price/sales a 3.6 sconta questa situazione, se sale un po' potrei alleggerire.

Express Scripts è come Gilead un'azione attraente per la bassa valutazione, con fatturato e margini abbastanza stabili. In tre anni ha ridotto le azioni in circolazione da 814m a 630m.

Recente attività: incrementato Baidu, entrato in CVS, Buffalo e Nanogate. L'entrata in Buffalo è stata apparentemente fortunata, in quanto sono a +26.4% lordo rispetto al prezzo di acquisto in pochi giorni. Però il 26% sull'1% del portafoglio è solo uno 0.26% complessivo, avrei dovuto investire di più anche considerando il fatto che dopo il rialzo la valutazione mi sembra ancora ragionevole. Comunque meglio che niente.
 
Qualsiasi rapporto fondamentale, dal P/E allo EV/EBITDA, è una scorciatoia per evitare di calcolare i famigerati flussi di cassa futuri. Il vantaggio della scorciatoia, oltre al fatto stesso di essere una scorciatoia, è quello di avere dei riferimenti passati, per cui si può analizzare la storia delle valutazioni.
Condizione necessaria perchè un rapporto fondamentale sia significativo è la sua regolarità, altrimenti si deve ricorrere a normalizzazioni e/o a medie su più anni, che di solito finiscono per complicare le cose piuttosto che razionalizzarle.
In base alla regolarità, ha senso per esempio valutare Amazon in base al price/sales, allo ev/ebitda, al price/cfo, non ha senso valutarla con il price/free cash flow e ancor meno senso ha valutarla con il price/earnings.
Per quanto mi riguarda, trovo comodo usare il price/sales, che comporta il doversi fare un'idea della redditività del fatturato, ma dal punto di vista della regolarità e dell'efficacia, a mio modo di vedere, è il più affidabile.

Gli errori che ho commesso negli ultimi tre anni, più o meno in ordine di importanza, sono stati:
1) Avere investito troppo poco in azioni. Ho avuto mediamente dal 30% al 60% investito in azioni, semplicemente ho sfruttato troppo poco la potenzialità dei miei risparmi, sono stato troppo prudente.
2) Non avere comprato per non avere valutato adeguatamente le potenzialità di crescita del fatturato di un acquisto (vedi il fondamentale punto n.1 di Phil Fisher).
3) Non avere venduto quando la valutazione di alcune azioni è salita a valori elevati sia relativamente alla storia dell'azione stessa sia a valori di redditività che implicavano aspettative estremamente ottimistiche. Non ho venduto, per esempio, Biogen a 480$.
4) Avere comprato senza tenere in adeguato conto la valutazione, per esempio all'inizio, tre anni fa, quando ho convertito i miei ETF principalmente in "stalwarts" europee (alcune delle quali poi si sono rivelate delle "sluggards"), anche se in taluni casi l'andamento del mercato nei primi due anni mi ha in qualche modo graziato.
5) Avere venduto a ratio inferiori a quelli di acquisto (vedi Adidas in un post precedente), quest'ultimo normalmente aggravato dal fatto dall'avere acquistato nelle condizioni del punto 4).
6) Avere diversificato eccessivamente. Le azioni veramente buone non sono molte.
Ovviamente ho fatto anche qualcosa di giusto, tanto che bene o male mi ritrovo pur sempre con un bilancio positivo, ma analizzare i propri errori è senz'altro più utile di compiacersi dei propri successi.
In linea di massima ritengo il non aver agito peggior errore che l'avere agito sbagliando.

Eventi nella watchlist:
Novo Nordisk è scesa in breve da 380DKK intorno ai 320, circa -15%, su una trimestrale che ha pur sempre confermato una crescita del fatturato. Da un price /sales che ha toccato 10 siamo tornati in area 7-7.5. Ancora elevato, però, sia in rapporto ai valori storici, sia alla redditività del fatturato intorno al 30%, sia alla prospettive di crescita del fatturato.
La cosa che meno mi piace delle azioni che ho nella watchlist è quando la valutazione sale continuamente per qualche anno fino ad arrivare a valori elevati e poi si mantiene costantemente su questi valori, pregiudicandone tra le altre cose l'efficacia di eventuali buyback, vedi per esempio Visa e Starbucks. L'ideale sono azioni come Amazon, la cui valutazione oscilla tra minimi e massimi, sperando che la sua attuale redditività non ne pregiudichi l'andamento. Adesso siamo ai massimi, spero in una prossima eps surprise negativa per poter rientrare.
Interessante invece LKQ che potrebbe essere un prossimo acquisto.

N.B. Tutto quanto scrivo è l'opinione di un piccolo risparmiatore, non sono nè particolarmente bravo nè esperto, non imitate quello che faccio, se lo fate e perdete denaro non prendetevela con me.
 
Il mercato è sopravvalutato? Ci sarà una correzione, oppure un crollo?
Prima o poi ci sarà quasi certamente.
Quando e di quanto, e quale sarà il motivo o il pretesto che lo scatenerà, chi può dirlo? Il nasdaq era già "sopravvalutato" cinque anni prima del massimo.
Quando vengo afflitto da questi pensieri, e mi chiedo se ci troviamo in una bolla che sta per scoppiare, mi vado a rileggere questo articolo http://aswathdamodaran.blogspot.it/2014/06/bubble-bubble-toil-and-trouble-costs.html in cui tra l'altro, Damodaran divide scherzosamente ma non troppo i "bubblers" in sei categorie:

1) Doomsday Bubblers have been warning us that the stock market is in a bubble for as long as you have known them, and either want you to keep your entire portfolio in cash or in gold (or bitcoins).

2) Knee Jerk Bubblers go into hibernation in bear markets but become active as stocks start to rise and become increasingly agitated, the more they go up. They are the Bobblehead dolls of the bubble universe, convinced that if stocks have gone up a lot or for a long period, they are poised for a correction.

3) Armchair Psychiatrist Bubblers use subtle or not-so-subtle psychological clues from their surroundings to make judgments about bubbles forming and bursting. Freudian in their thinking, they are convinced that any mention of stocks by shoeshine boys, cab drivers or mothers-in-law is a sure sign of a bubble.

4) Conspiratorial Bubblers believe that bubbles are created by small group of evil people who plan to profit from them, with the Illuminati, hedge funds, Goldman Sachs and the Federal Reserve as prime suspects. Paranoid and ever-watchful, they are convinced that stocks are manipulated by larger and more powerful forces and that we are all helpless in the face of this darkness.

5) Righteous Bubblers draw on a puritanical streak to argue that if investors are having too much fun (because stocks are going up), they have to be punished with a market crash. As the Flagellants in the bubble world, they whip themselves into a frenzy, especially during market booms.

6) Rational Bubblers uses market metrics that are both intuitive and widely used, note their divergence from historical norms and argue for a correction back to the average. Viewing themselves as smarter than the rest of us and also as the voices of reason, they view their metrics as infallible and mean reversion in markets as immutable.

Io posso dire di avere appartenuto in passato prima alla categoria 2) e poi alla 6), poi ho smesso di cercare un senso negli indici (e di conseguenza negli etf) e trovo corrette le considerazioni di Lynch: si perdono più soldi preparandosi per i crash di quanti se ne perdano nei crash, esiste un "market of stocks" e non uno stock market, performance di +100% e -50% nel medio-breve termine per un'azione sono la normalità e non un'eccezione, partecipare al mercato è meglio che starne fuori.
Quindi adesso valuto l'andamento e le prospettive delle azioni che seguo, non del mercato in generale, e vedo che di crash ce ne sono già stati (Kors da 100$ a 40$, Biogen da 480$ a 220$), di correzioni ne posso enumerare quante ne voglio, per es. Amazon da 700$ a 500$, Gilead da 120$ a 80$, Blackrock per due volte in un anno da 360$ a 300$, e che generalmente questi cali sono delle opportunità.

Nell'ultima settimana ho venduto BWLD, ho incrementato CVS e JAZZ e ho (ri)comprato FB, tutti movimenti di circa l'1% del mio capitale.
 
Portafoglio ad oggi:
Alphabet 9.93%
Celgene 9.31%
Jazz Pharma 6.65%
Gilead 3.72%
Facebook 3.58%
Express Scripts 3.50%
CVS Health 2.83%
Sanofi 2.27%
Novozymes 2.27%
Terna 1.97%
Disney 1.46%
Burberry 1.44%
Next 1.41%
Nanogate 1.15%
Totale azioni 51.49%

La semestrale di Next non ha particolari novità, la crescita del fatturato cresce tendenzialmente di pochissimi punti percentuali annui come fa da un decennio, il CFO margin resta intorno al 15%, la remunerazione degli azionisti si ribilancia verso il buyback a scapito del dividendo, il problema è la GBP divenuta una valuta ciofeca. Date le attuali valutazioni e la elevata liquidità continuo per ora a tenere il mio 3% investito in Gran Bretagna, così come tengo Sanofi e Terna. Tengo anche Novozymes che non ha la giustificazione della valutazione.
Nanogate ha avuto un rialzo notevole che, come per Buffalo, non ha avuto incidenza sul portafoglio data l'esiguità dell'investimento. I risultati sono buoni ma abbondantemente diluiti dalla crescita del numero di azioni.
Come ho già detto, a me interessano azioni che generino cassa (cioè CFO, FCF + capex, le capex non sono necessariamente soldi buttati e il FCF as reported non è detto che sia allocato correttamente), e il cui CFO per azione tenda crescere, non importa se tramite capex, acquisizioni, investimenti o buyback, e preferisco misurare il CFO indirettamente come margine sul fatturato perchè 1) il fatturato fornisce una misura più stabile rispetto al CFO (vedi per es. Celgene e T.Rowe Price) e 2) permette di valutare meglio azioni con margine crescente. Comunque il mercato non valuta certo in base al P/E, basta vedere Amazon, Netflix o Tesla (di cui la prima genera cassa, la seconda attualmente no ma potenzialmente sì, la terza no e forse mai ne genererà, eppure...). E' ben difficile che ROIC, ROE, ROA si trasformino tutti in margine e dividendi, se c'è un ritorno sugli investimenti ci sarà un incremento di fatturato, se non c'è incremento di fatturato ci deve essere un prezzo adeguatamente basso per rendere conveniente l'investimento.
In pratica ciò si traduce nel portafoglio in azioni con elevata crescita con un rapporto CFO/price/crescita (un equivalente del PEG) intorno all'unità o inferiore, il tutto tradotto in un price/sales per ovviare alle oscillazioni del CFO rispetto al fatturato, oppure in un CFO/price tra 10 e 15 per azioni come Disney, oppure in un CFO/price <<10 per azioni con prospettive di decrescita del fatturato come Gilead.
Celgene è cresciuta a luglio da circa 95 a 115 e scesa ad agosto a circa 105. Celgene ha un tasso di crescita attuale del 20-25%, e si può ipotizzare che nel medio periodo possa rendere un 10-15% considerando un abbassamento della valutazione nel tempo. Se il prezzo in un mese cresce più di quanto si possa ipotizzare possa crescere mediamente in un anno, perchè mai non ho incrementato a 95 e ridotto a 115? Questo è un punto su cui devo migliorare.
 
La discussione e' interessante , aspettiamo il prosieguo...:)
 
ciao Zak,thread di rara utilità..anche io da un po' mi sono convinto di restringere un ptf titoli privilegiando una maggiore esposizione su pochi e fidati,diversamente
da quando iniziai,laddove,erroneamente,credevo che una buona diversificazione equivalesse ad avere un ptf più equilibrato e "protetto" in ragione di uno stuolo di
azioni comprate anche un po' a capocchia.Ho impiegato 3 anni di borsa a capire anche che gli orizzonti temporali da cassettista quale mi ritenevo avrebbero dovuto
essere drasticamente riconsiderati e ridotti.Sono esposto attualmente solo su WS anche se sulla nostra borsetta italica più di un titolo mi attira..IMA,Brembo,Ampiflon,
Saes Getters..solo per nominarne alcuni,ma qui attenderò livelli di prezzo più bassi rispetto agli attuali...saluti.
 
Ciao Sulawesi.

Io non ho nulla contro le azioni non americane in generale o italiane in particolare, semplicemente ne trovo pochissime con le caratteristiche che cerco. Se adottassi un approccio macro tutto sconsiglierebbe un investimento in USA (livello dell'indice, dollaro/euro, FED). In pratica, non esistono equivalenti europei di azioni come Amazon, Alphabet, Celgene, eccetera.

Più diversifico, più otterrò risultati simili a quelli dell'indice.
Prendendo gli ultimi dati disponibili sullo S&P500, quelli di marzo 2016, e confrontandoli con quelli di dieci anni prima, l'indice è passato da 1293.74 a 2021.95 (CAGR 4.56%), gli utili da 72.67 a 86.44 (CAGR 1.75%), il fatturato da 898.02 a 1127.97 (CAGR 2.30%), il dividendo da 22.78 a 43.88 (CAGR 6.78%). Il P/E dell'indice è passato da 17.80 a 23.39, il P/S da 1.44 a 1.79, il dividend yield da 1.76% a 2.17%, il payout da 31.35% a 50.76%.
Se l'indice fosse considerato come un'azione e venisse classificato con la metodologia di Peter Lynch, sarebbe uno "sluggard" (o "slow grower"). Per Lynch gli sluggard non sono molto interessanti, li si può comprare se hanno un dividendo consistente.

In merito al periodo di possesso, non voglio fare market timing, cioè comprare perchè penso che il prezzo di un'azione salga nell'immediato futuro, voglio comprare perchè la società ha una valutazione che ritengo conveniente. La strategia seguente dipende dall'andamento del prezzo rispetto ai fondamentali, per cui posso tenere, incrementare, decrementare o vendere senza limiti di tempo. Tendenzialmente una perdita dovrei averla solamente se sbaglio a valutare la società oppure se mi lascio prendere dal panico in situazioni particolari.
 
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