The Food Industry: Nestlè - Kraft - Danone - Hershey - Heinz - Parmalat

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Capirex85

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Se business disgraziati come quello automobilistico e quello del traffico aereo hanno comportato nella maggior parte dei casi catastrofi finanziarie per capitalisti di turno e nei pochi casi in cui le cose son andate "bene" rendimenti inferiori alla media, per il business alimentare si può dire l'opposto: è stato un settore che ha creato enorme valore nel corso dei decenni per gli imprenditori e gli investitori che ci hanno creduto e ci hanno investito.

A tutt'oggi a mio modo di vedere le prospettive del settore rimangono ottime e non a caso è uno dei miei preferiti: per la relativa stabilità e semplicità che lo caratterizzano e i soddisfacenti ritorni sul capitale investito che i leader del settore riescono a ottenere.

Cogliamo quindi l'opportunità della discussione fatta su per Parlamlat per raccogliere gli sforzi di tutti i partecipanti più attivi di questa sezione per sviscerare il settore e le sue principali aziende in modo da individuare le opportunità interessanti.

In questo thread ognuno potrebbe postare le sue analisi/osservazioni/opinioni sulle aziende menzionate o su altre aziende del settore che ritiene interessanti (invito a affrire il loro controbito specialmente TheTruth, Seven of Nine, Nemo e Salcatal che mi sembrano preparati a riguardo, ma anche chiunque altro ritenga di poter apportare un valore aggiunto al thread).

Non mi limiterei a fare semplici analisi quantitative di bilancio, ma approfondirei anche gli aspetti qualitativi come ad esempio forza dei brand, fasi della catena del valore in cui un'azienda è presente, vantaggi competitivi etc etc. L'analisi aquisterebbe un peso e una qualità molto superiore.

Utilizzeremo il thread anche per raccogliere le news relative al settore e alle aziende trattate.

La speranzia è che non diventi semplicemente un monologo a due tra me e Seven of Nine come il thread su Eni... e che non inizi ad arrivare gente che posta grafici di analisi tecnica che non centrano nulla:rolleyes

Bene, si aprano le danze!!!!:D
 
..................In questo thread ognuno potrebbe postare le sue analisi/osservazioni/opinioni sulle aziende menzionate o su altre aziende del settore che ritiene interessanti...................

Non mi limiterei a fare semplici analisi quantitative di bilancio, ma approfondirei anche gli aspetti qualitativi ...................

1- in questo caso si parlerebbe di aziende di tutto il mondo, non solo legate all'Italia e/o America

2- le grosse aziende hanno nella maggior parte dei casi i conti più che apposto, quindi in questo caso, per il conto economico si possono elencare solo eventuali pecche
..........................................................................
Diciamo che le aziende come Nestlè, Coca Cola, Parmalat, ecc... hanno anche il loro stesso nome a loro vantaggio, e il riconoscimento del nome non viene a caso, ma è dato proprio dalla bontà dei prodotti. PG non è un marchio famoso direttamente, ma al suo interno ci sono prodotti come Gillette che alzano il targhet.

A questo punto che rimane?
Per me valutare la concorrenza e le quote di mercato
Esempio: Coca Cola Vs Pepsi, chi la spunta?
Chi aumenta negli anni le quote di mercato?
Chi aumenta i guadagni in percentuale anno su anno di più?
Chi spende di più per acquisto delle azioni proprie?

Per me è un punto di fondamentale importanza mettere a confronto la concorrenza, proprio per valutare chi ha più potenzialità di crescita fra aziende dello stesso settore specifico
 
Salve,
ben lieto di contribuire.

L'obiettivo del 3d mi sembra ambizioso, ma vedo il rischio che possa diventare dispersivo.

Propongo, quindi un metodo di lavoro che prende lo spunto dal noto paradigma di analisi dell'economia industriale.

Vale a dire CONDIZIONI DI BASE-STRUTTURA-CONDOTTE-PERFORMANCE.

Poichè però si tratta di imprese che operano su mercati diversi e, quindi, seguono strategie presumibilmente diverse, io propongo di invertire il paradigma e di partire dalle performance.

Inoltre poichè l'obiettivo è quello di individuare i migliori titoli il punto cruciale è quello di capire se gli attuali multipli espressi dal mercato siano o meno giustificati in prospettiva.

Per non tirarla troppo per le lunghe propongo il seguente metodo di lavoro:

1) Analisi delle performance quantitative e dei multipli di mercato(ROE, ROI, ROS, ROA, EV/EBITDA EV/SALES ecc.ecc.);

2) Individuazione delle cause e spiegazione delle performance superiori o inferiori alla media (mercati, vantaggio competitivo, catena del valore ecc.ecc.);

3) Sostenibilità o meno nel medio termine delle eventuali sovraperformance individuate;

4) In base ai risultati delle analisi svolte individuare, in base ai multipli attuali espressi dal mercato il/i titoli che potranno avere una migliore performance in un'ottica temporale da definire.

Questa è la mia proposta.
 
Ultima modifica:
1) Analisi delle performance quantitative e dei multipli di mercato(ROE, ROI, ROS, ROA, EV/EBITDA EV/SALES ecc.ecc.);

2) Individuazione delle cause e spiegazione delle performance superiori o inferiori alla media (mercati, vantaggio competitivo, catena del valore ecc.ecc.);

3) Sostenibilità o meno nel medio termine delle eventuali sovraperformance individuate;

4) In base ai risultati delle analisi svolte individuare, in base ai multipli attuali espressi dal mercato il/i titoli che potranno avere una migliore performance in un'ottica temporale da definire.

Questa è la mia proposta.

Può essere un'inizio ma è un'analisi un pò riduttiva, verrebbero trascurati gli aspetti qualitativi che sono il punto su cui il confronto di opinioni diventerebbe più interessante, a mio modo di vedere.
 
Può essere un'inizio ma è un'analisi un pò riduttiva, verrebbero trascurati gli aspetti qualitativi che sono il punto su cui il confronto di opinioni diventerebbe più interessante, a mio modo di vedere.

Va benissimo, però mettiamoci d'accordo su cosa si intende per aspetti qualitativi in maniera da evitare interventi del tipo ma non paragoniamo i broccoletti con le rose.:D:D:D

Nella mia proposta, a ben vedere, era presente l'analisi degli aspetti qualitativi, intesi nel senso di quegli elementi (vantaggi competitivi di varia natura) che hanno determinato perfomance superiori alla media e che vengono riflessi, presumibilmente, in multipli di mercato maggiori.

In questo caso lo studio serve a verificare la sostenibilità nel tempo del vantaggio competitivo e quindi la possibilità o meno che l'azienda possa mantenere prospetticamente multipli di mercato superiori.
 
Va benissimo, però mettiamoci d'accordo su cosa si intende per aspetti qualitativi in maniera da evitare interventi del tipo ma non paragoniamo i broccoletti con le rose.:D:D:D

Nella mia proposta, a ben vedere, era presente l'analisi degli aspetti qualitativi, intesi nel senso di quegli elementi (vantaggi competitivi di varia natura) che hanno determinato perfomance superiori alla media e che vengono riflessi, presumibilmente, in multipli di mercato maggiori.

In questo caso lo studio serve a verificare la sostenibilità nel tempo del vantaggio competitivo e quindi la possibilità o meno che l'azienda possa mantenere prospetticamente multipli di mercato superiori.

OK!

Oggi l'ho dedicato ai conti della berkshire e alla lettera di Warren, domani inizio ad analizzare Danone...;)
 
Eccomi pronto a dare il mio contributo alla discussione! OK!

Ho preparato un tabella con i miei indicatori preferiti:), io prendo le decisioni su quelli ma mi rendo conto che la scelta di alcuni è soggettiva, spero che non ci sia bisogno di fare una legenda (il C-Ratio è il Current Ratio), se proprio avete dubbi chiedete..

Faccio una premessa importante per i lettori, non sono azionista di nessuna delle società qui elencate ne direttamente ne indirettamente e non ho in programma di acquistarne nessuna al momento. Se ci sono errori oggettivi in quello che scrivo fatemelo sapere. :yes:

I prezzi sono riferiti alla chiusura di venerdì, da notare che la capitalizzazione in milioni è nella valuta di origine, Danone e Parmalat in euro, Nestlè in franchi svizzeri e le altre il dollari usa.

Nella lettura dei dati che ho compilato vanno tenute a mente questo peculiarità.
- Per Parmalat ho rettificato i proventi legali
- Hershey ha dei flussi di cassa più alti del normale per delle dinamiche eccezionali del capitale circolante netto
- Heinz ha l'anno fiscale che finisce ad aprile e ho fatto e i numeri inseriti sono stime prendendo in considerazione i 3 trimestri precedenti.
- Del Monte Foods ha l'anno fiscale che finisce a maggio, anche li stime un po' meno affidabili di Heinz perchè il suo business ha forte stagionalità.

I dati sono sotto i vostri occhi; la mia preferita è (come previsto) Nestlè:) al momento della scrittura del thread. Ricordo che le mie sono solo opinioni, non è detto che ciò non piace a me non possa piacere al mercato. Commenti brevi:

Danone: Mi piace l'azienda ma il prezzo è troppo alto rispetto alla concorrenza.

Del Monte: Mi piace il prezzo ma per la stagionalità del suo business non posso capire bene le sue dinamiche fino a maggio. Inoltre sta digerendo un'acquisizione.

Heinz: Ha i margini migliori ma è troppo indebitata per i miei gusti, enormi riserve di azioni ricomprate e non cancellate, pericolose se il managment decide di liberarle.

Hershey: Valutazione patrimoniale e indebitamento di lungo periodo troppo alto per i miei gusti.

Kraft: Prezzo dei flussi di cassa è molto interessante, ma il deal con Cadbury incasinerà ancora di più uno stato patrimoniale poco fluido e troppo carico di attività immateriali. (Da qui un P/B così basso)

Nestlè: La migliore a mio modo di vedere, anche mettendo la parte l'analisi qualitativa, (dove Nestlè straccerebbe comunque gran parte dei concorrenti; se ingaggio Nemo come avvocato gli anti-nestliani se la vedrebbero parecchio brutta:p), abbiamo una gestione finanziaria impeccabile della societàOK!; la migliore a stato patrimoniale tra le big, margini pressochè nella media e flussi di cassa prezzate pressochè nella media; solo che è Nestlè, la leader senza se e senza ma.:cool:

Per ultimo lascio un appronfondimento su Parlamat che mi è stato gentilmente richiesto nell'altro thread. ;)

Ci sono molte considerazioni da fare; la principale è che ci troviamo difronte all'azienda nettamente più sana a bilancio di tutte che è però la patrimonialmente più conviente delle tutte. Peccato però questa situazione idilliaca sia dovuta ha fatto esterni alla gestione carattestica, parliamoci chiaro, Parlamat ha tutta quella cassa perchè ha avuto dei processi pendenti rivenienti della vecchia Parmalat. Non è che il managment è stato "bravo" ha contrastato la concorrenza e sta prendendo i frutti del seminato, manco per niente:no:. Tutta questa cassa porta quesiti per il futuro, visto che l'Italia sta diventando un paese protezionistico ed è sempre stata restia a cedere il controllo a società estere, la paura è che possano usare quella cassa per fare acquisizioni invece che fungere da appetibile preda. E le acquisioni per una società "piccola" come Parmalat sono rischiose, c'è il rischio di danneggiare gli azionisti se non vengono fatte con raziocinio. Se Buffett non si fida del CEO di Kraft in quanto a istinto finanziario, figuratevi quanto mi posso fidare io:D del managment di un'azienda italiana; per di più di un'azienda che ha scritto pagine nerissime:mad: nella storia delle imprenditoria italiana; il managment è cambiato ma la macchia rimane. A difesa di Parmalat c'è il fatto è che fra gli azionisti c'è il fondo Mackenzie Cundill che ha il 7,7%, subito dietro ci sono Goldman Sachs e Blackrock, non Gianni e Pinotto:D; ma leggendo dai giornali non mi sembra che Bondi & Company siano molto disposti ad ascoltarli; ho letto oggi dal giornale che Bondi è allergico ai BuybackKO!, allo stesso tempo il dividendo per statuto non si può alzare più di tanto. Questo fra le righe significa fare acquisizioni; a meno che non venga fuori la remotissima ipotesi che Parmalat diventa preda invece che predatore; ma già vedrei problemi antitrust in un deal per esempio con Danone. Resta il fatto che è patrimonialmente sottovalutata a mio modo di vedere; nel panorama desolato del nostro indice non è da buttare via su questi prezzi; probabilmente uno dei titoli che si contano sulle dita di una mano che potrei eventualmente comprare senza avere una pistola puntata alla tempia:p . Probabilmente nel breve termine (escludendo potenziali acquisizioni ovviamente) il titolo ha più potenziale di Nestlè. Ma nel mio modo di vedere non riesce a scalzarla, perchè Nestlè ha molto meno rischio; e le food company (almeno nei mio immaginario) servono a questo, ad abbassare il rischio del portafoglio. Parmalat probabilmente ha un potenziale reward maggiore di Nestlè nel breve termine; considerando anche l'attuale debolezza dell'euro che avvantaggia Parmalat. Tuttavia i margini operativi fanalino di coda di tutto il settore non permettono a me di metterla sul gradino più alto del podio; ricordando inoltre che la concorrenza ha mezzi maggiori per non parlare delle piccole cooperative del latte che cercano di rosicchiare clienti ogni giorno con latte "naturale":censored:. I flussi di cassa della gestione operativa al contrario della situazione patrimoniale non indicano un forte sconto rispetto ai competitors. Altro problema l'esposizione in Italia (25%) maggiore dei concorrenti e checchè si dica sul TG1 o il TG5; il nostro paese ha grossi problemi:wall:; essere meglio dei Greci, dei Portoghesi o degli Irlandesi francamente mi sembra una magra consolazione. :(

Un saluto a tutti e Buon Weekend! :bye:
 

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  • FoodSector Analysis Feb 26 2010.png
    FoodSector Analysis Feb 26 2010.png
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Caro SON,

complimenti per i dati postati.

Solo qualche domanda e una richiesta.

1) L'OP INCOME presumo sia L'EBITDA;

2) Non mi trovo con il Div/yield, ma probabilmente dipende da un errore relativo all'importo dei dividendi.

La richiesta è quella, se hai i dati prontamente disponibili, di postare

a) Il reddito operativo (EBIT);
b) L'utile netto;
c) Il Capitale investito netto (Patrimonio netto + Posizione finanziaria netta).

Parmalat

Fra gli azionisti è presente anche il fondo SKAGEN uno dei migliori fondi mondiali, il che è una garanzia.

Per quanto riguarda il posizionamento strategico di PLT e la conseguente relativa debolezza industriale, questa non va imputata all'attuale management che si è trovato a gestire un gruppo cresciuto a forza di acquisizioni all'estero, ma senza alcuna visione strategica.

In questa situazione l'attuale management ha solo cercato di razionalizzare l'esistente cedendo le attività no core (Mister Day ecc.) e cercando di avviare un minimo di coordinamento tra le varie realtà operative, che operavano in maniera del tutto indipendente l'una dall'altra, senza alcuna sinergia.
 
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Scusate ma stento a seguirvi :confused: :specchio: :mmmm:
In genere, quando valuto ad esempio il conto economico, cerco di semplificare il tutto per non ritrovarmi con mille numeri calcolati da confrontare che confondono le idee.
Sono tutti utili come approfondimento.....certo, ma a questo punto faccio fatica a contribuire attivamente perchè mi ritrovo che molti dati nemmeno so cosa sono.

Sono certo che per guadagnare nel lungo vanno studiati tutti, ma se l'investimento riguarda aziende molto ben posizionate, come ho detto all'inizio, secondo me vanno semplicemente trovati i concorrenti principali.

Quindi a questo punto direi:

1- trovare le aziende che hanno minor concorrenza per i beni prodotti e/o aziende che nel settore specifico, offrono beni che altri non hanno. Nel settore delle big pharma ad esempio, tutte hanno un bel conto economico, ma credo che siano poche quelle che offrono un vantaggio in più per merito di farmaci venduti che altre non possiedono simile.

2- valutare il conto economico semplificato: Se prendiamo Merck, Eli Lilly, Pfizer, ecc... tutte hanno un conto da capogiro, ma poche fra queste hanno un conto in netta crescita anno su anno. Da questo punto, come già detto precedentemente, confrontare le varie pecche e capire i motivi....... relativi all'azienda e non ai calcoli matematici tratti dal conto

3- valutare i prodotti offerti e/o uscenti, in modo da fare una stima futura e capire che ha un vantaggio in più.

Non so se mi sono spiegato, è solo che secondo me si va troppo nella confusione
Se prendiamo ad esempio l'analisi tecnica (cosa che non conosco bene), ci sono degli indicatori principali da seguire, ma se si vuole studiare il movimento grafico si possono mettere mille aggettivi per creare un'analisi dettagliata.

Correggetemi pure se sbaglio. Ci tengo a capire e contribuire ;) :D
 
Parmalat è nettamente a sconto rispetto a Nestlè.

Altro discorso se questo sconto è giustificato o meno, su questo si può discutere.
 

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Parmalat è nettamente a sconto rispetto a Nestlè.

Altro discorso se questo sconto è giustificato o meno, su questo si può discutere.

Hola (a tutti) !

Rispondo intanto al volo a questo messaggio, poi prossimi giorni, tesi permettendo, prometto di apportare qualcosa di più utile (e interessante!? speriamo!), ma il settore non lo conosco troppo bene (ebbi in portafoglio Unilever, ma è molto diversificata e il ramo food è "uno dei tanti").

Comunque, riguardo al messaggio, utilizzando tutti i multipli con l'EV al numeratore (quindi, correggimi se sbaglio, Capitalizzazione - Posizione Finanziaria Netta), è ovvio che una società come Parmalat che ha la cassa&simili in eccesso rispetto all'indebitamento, ne esca a sconto. Già guardando la tabellina di sopra di SoN (che non vado nemmeno a controllare, pignolo com'è non avrà sbagliato una virgola :p ), con la capitalizzazione rispetto a operating e free cash flow (che poi, modestissimo parere, sono quelli che contano), Parmalat (che appunto ha ancora flussi di cassa modesti), non esce poi così bene ed è addirittura tra le più care.

Non so, io questo periodo sono un po' scettico sull'avere tanta cassa (per carità meglio dell'avere un debito insostenibile, questo è chiaro), o si ha un Buffett alla guida, oppure anche se sei Parmalat o chissachì non te la puoi far rendere più del 1-1.2% e sostanzialmente non ci fai nulla.

Prometto di approfondire un po' i prossimi giorni, per ora ammetto di conoscere poco su ciascuna di queste!

p.s. op(erating) income = Ebit! ;)
 
Le mie preferite sono Fresh Del Monte (US:FDP) che ho gia' nel mio portafoglio, e Parmalat che ho in watch list in attesa di vedere come saranno gli utili quendo saranno finite le pratiche legali.

Molto bella anche Nestle', ma decisamente cara... io cerco azioni con p/e (calcolato sugli utili medi degli ultimi 5 o meglio 10 anni) inferiore a 12, solo se superano questo requisito analizzo gli altri parametri.

Inizio col dire le cose che NON mi piacciono di FDP KO!
1 - un rating INsoddisfacente, BB di Standard & Poors, che sinceramente non so spiegarmi vista la situazione patrimoniale dell'azienda e i bassi tassi di interesse che paga
Debt/Equity Ratio 0.19
Current Ratio 2.3
Quick Ratio 1.1
Interest Coverage 10.7
Leverage Ratio 1.6
2 - una "corporate governance" non troppo trasparente. Controllata per il 34% da una famiglia di Abu Dhabi o posto simile, poche informazioni (ad esempio nessuna "presentazione" sul sito), sede legale alle Isole del Caimano, da fine 2006 ha smesso di pagare i dividendi.
Nota bene - Alcuni punti di cui sopra potrebbero anche essere positivi se la proprieta' agisce in buona fede (e al momento non ho motivo di pensare diversamente anche in considerazione del punto 5 piu' sotto). A me mi piace il controllo familiare (o comunque di azionista forte) perche' mette al riparo la gestione dalle pressioni dei fondi che guardano alle trimestrali. La sede alle Cayman evita di pagare le tasse (infatti gli utili lordi sono quasi uguali agli utili netti), ma permette anche di fare "strani" giochetti. Non pagare i dividendi permette di rafforzare il bilancio (e a me mi evita la doppia tassazione) ma anche qui si possono fare delle "stranezze".

A parte queste due negativita' ci sono tantissime cose che mi piacciono: OK!
1 - indicatori di liquidita' postati sopra molto buoni;
2 - prezzo dell'azione molto basso
2a) price/book value 0,76, contro un p/bv medio su 10 anni 1,15;
2b) p/e attuale < 10, p/e sugli utili medi di 10 anni (quello che seguo io) = 10. C'e' pero' la "macchia" del 2006 in forte perdita.
3 - il goodwill rappresenta solo il 25% del total equity, gli intangibles non ci sono. In compenso lo stato patrimoniale e' pieno di Property/Plant/Equipment :cool: ;
4 - azienda integrata verticalmente. A differenza dei suoi peers ha anche la proprieta' delle fattorie (la maggioranza in Costa Rica) e coltiva direttamente i prodotti che vende (soprattutto ananas -a me gli ananas Del Monte Gold mi piacciono molto di piu' di quelli "normali"- e banane). Possiede anche le strutture logistiche (navi, depositi, camion, ecc) per distribuire i prodotti in Nord America;
5 - presenza di uno dei miei fondi preferiti, Fidelity, nella ownership col 12% e questo mi tranquillizza sui problemi della corporate governance deludente;
6 - non so valutare il free cash flow, al suo posto guardo l'aumento del book value per share e del prezzo dell'azione sui 10 anni, entrambi piu' che soddisfacenti
http://moneycentral.msn.com/investor/invsub/results/compare.asp?Page=TenYearSummary&Symbol=US:FDP
http://moneycentral.msn.com/investo...=0&CF=0&D7=&D6=&symbol=US:FDP&nocookie=1&SZ=0
7 - usualmente non fanno buy back, e quando l'hanno fatto (seppure piccolo nel 2006) hanno comprato a sconto.

Il 2 marzo escono i risultati del 4° quarter 2009.
 
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Caro SON,

complimenti per i dati postati.

Solo qualche domanda e una richiesta.

1) L'OP INCOME presumo sia L'EBITDA;

2) Non mi trovo con il Div/yield, ma probabilmente dipende da un errore relativo all'importo dei dividendi.

3- La richiesta è quella, se hai i dati prontamente disponibili, di postare

a) Il reddito operativo (EBIT);
b) L'utile netto;
c) Il Capitale investito netto (Patrimonio netto + Posizione finanziaria netta).

1) L'OP Income è l'operating income, ovvero utile operativo. Non è l'EBITDA, è molto simile l'EBIT ma non è uguale. EBIT infatti conta dentro i proventi finanziari, l'operating income no!:no:

2) Il dividend yield l'ho calcolato tenendo conto di quello che c'è scritto sul bilancio 2009. Proposta dividendo 0,104 per azione. Calcolo (0,104/1,853)*100. Non penso di aver sbagliato ma se c'è qualcosa che non va sul calcolo fammelo sapere.

3) Ci sono nel bilancio, non penso che sia difficile trovarli. Per quanto riguarda il mio modo di vedere le cose:):

a) All'EBIT preferisco l'Operating Income perchè mi da un'idea più fluida della gestione caratteristica.

b) L'utile netto è ovvio che lo guardo ma nella mia opinione un'analisi dell'operating margin, dei flussi di cassa operativi e parametri sul debito risulta più significativa perchè pulisce la situazione da componenti di reddito non ricorrenti.

c) Il capitale investito netto forse si può vedere spesso nei libri di finanza italiani ma non fa parte del mio background culturale. Come parametri io li scompongo, analisi del prezzo del book da una parte, analisi del debito dall'altra. Io sono allergico al debito(anche se posso fare eccezioni in casi particolari); quindi Parlmalat partiva avvantaggiata. Però tengo molto anche ai margini dove Parlmalat è fanalino di coda; probabilmente PLT sarebbe riuscita a scalzare tutti nella mia visione se avesse avuto il prezzo dei flussi di cassa inferiore a Nestlè, cosa che non è avvenuta.
 
Comunque, riguardo al messaggio, utilizzando tutti i multipli con l'EV al numeratore (quindi, correggimi se sbaglio, Capitalizzazione - Posizione Finanziaria Netta), è ovvio che una società come Parmalat che ha la cassa&simili in eccesso rispetto all'indebitamento, ne esca a sconto. Già guardando la tabellina di sopra di SoN (che non vado nemmeno a controllare, pignolo com'è non avrà sbagliato una virgola :p ), con la capitalizzazione rispetto a operating e free cash flow (che poi, modestissimo parere, sono quelli che contano), Parmalat (che appunto ha ancora flussi di cassa modesti), non esce poi così bene ed è addirittura tra le più care.

L'EV, l'EV, l'EV!!! Su quello sto avendo uno scontro culturale-psicologico-dottrinale-continentale-ma silenzioso con uno dei professori della mia facoltà!

Lui ne è innamorato; cavolo ora che ci penso c'è il rischio, piccolo ma non eliminabile che dietro Salcatal si nascoda lui!:eek:
Salcatal ho appena letto che sei professore di economia aziendale, di quale parte d'Italia?? :mmmm:
 
Sicurissimo? Intendi Operating Income = Ebit - proventi finanziari
oppure Operating Income = Ebit - proventi + oneri?

Di sicuro ci sono solo la morte e le tasse! :p

Cmq per stringere la relazione fra i due parametri si può dire come ha scritto sulla prima riga, ovvero:

Operating Income = Ebit - Proventi Finanziari
 
Di sicuro ci sono solo la morte e le tasse! :p

Cmq per stringere la relazione fra i due parametri si può dire come ha scritto sulla prima riga, ovvero:

Operating Income = Ebit - Proventi Finanziari

Ok perfetto, scusate l'OT...ma SoN si lamenta giorno e notte dei prof italiani e poi è diventato più puntiglioso (perchè siamo su un forum uso puntiglioso...) di loro! :p
 
Devo dire che ho rivalutato l'uso dell'EV negli ultimi mesi dopo aver capito un paio di cose, supper vada usato con relative cautela come tutti i multipli, di cui non sono personalmente un grande fan.
Però ritengo che per essere abbastanza significativo l'EV debba essere rapportato all'operating cash flow e al free cash flow, come suggeriva TheTruth


Sull'operating income c'è confusione perchè spesso viene usato come sinonimo dell'EBIT, anche se non è proprio esattamente la stessa cosa, putroppo in finanza alcuni termini vengono usati per indicare più cose e questo crea confusione, penso però che l'importante alla fine è capirsi e giustificare il senso logico dei parametri utilizzati;)
 
Caro SON, sono di Napoli.

Ma il tuo professore ha ragione, devi usare sempre l'EV e te lo dimostro.

Immagina di essere in un mercato perfetto in cui la capitalizzazione di borsa corrisponda esattamente al capitale proprio delle aziende.

Immagine di avere due aziende uguali in tutto e per tutto con la differenza che una l'azienda A ha un Ci (Capitale investito) finanziato metà con capitale proprio e metà con debiti finanziari sui quali paga un interesse al 5% mentre l'altra si è finanziata interamente con capitale proprio.

Ecco i risultati sui quali ti invito a riflettere.

Altro errore, secondo me beninteso, è quello di usare il ROS per valutare la redditività di un'azienda.

Non ha molto senso perchè se l'azienda, che chiamiamo X, ha un Ro (reddito operativo) di 40 su un fatturato di 100 ha un ROS del 40%. Ma se impiega un Capitale di 400 avrà un ROI del 10%.


Se un'altra azienda, che chiamiamo Y ha, invece, un fatturato di 100 e un reddito operativo di 20 avrà un ROS del 20%, ma se impiega un Capitale di 100, avrà un ROI del 20% ed è, quindi, molto più redditizia dell'azienda X
 

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