corso analisi fondamentale

supergiovvane

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... Sapete se esiste un corso (master, corso post laurea, pre laurea, per infanti e/o anziani) che tratti seriamente ed in modo organico il tema a noi caro del value investing secondo la logica di Graham e Buffet ...magari in italiano?
grazie e Buon Anno! :D
 
mi aggrego alla domanda anche se dubito fortemente...
Penso che la risposta sia leggere il libro di Graham
 
non so se possa soddisfare i vostri alti standard ma a febbraio c'è il corso di migliorino sul fair value a desenzano
 
non so se possa soddisfare i vostri alti standard ma a febbraio c'è il corso di migliorino sul fair value a desenzano

240 euro + iva per 5 ore di corso!?!?!?

ma questi pensano che i soldi cadono dal cielo???? :wall::wall:
 
240 euro + iva per 5 ore di corso!?!?!?

ma questi pensano che i soldi cadono dal cielo???? :wall::wall:


la domanda riguardava corsi master,post-laurea etc.. per dei corsi del genere dubito che ce la si possa cavare con cifre irrisorie.
 
Salve a tutti sono un nuovo acquisto del forum. Mi occorrebbe capire, in parole povere, cos'è il "deleveraging". Mi sono imbattuto in questo termine e non riesco a trovare una definizione chiara dei due fenomeni opposti di "leveraging" e "deleveraging" . Qualcuno può aiutarmi? grazie!!
 
... Sapete se esiste un corso ...magari in italiano?

in italiano sciruamente no, alla Columbia l' "erede" di Graham è Bruce Greenwald di cui puoi leggere "Value investing from Graham to Buffett and beyond" che però non è un vero grahmiano
in italia sono discepoli del Value investing un Moratti della celebre famiglia di cui non ricordo il nome e Ciccio Azzolini che fa un seminario sul tema in Puglia tutte le estati:
http://www.valueinvestingseminar.it/pages/ita/index.asp
http://www.youtube.com/watch?v=r9iSxqZFYbU
tieni conto però che per praticare davvero il value investing non bastano due ore nel week-end, bisogna farlo come lavoro gestendo professionalmente dei soldi e studiando i business, i bilanci (con tra gli altri il problema delle diverse contabilità da Paese a Paese),ecc
 
in italiano sciruamente no, alla Columbia l' "erede" di Graham è Bruce Greenwald di cui puoi leggere "Value investing from Graham to Buffett and beyond" che però non è un vero grahmiano
in italia sono discepoli del Value investing un Moratti della celebre famiglia di cui non ricordo il nome e Ciccio Azzolini che fa un seminario sul tema in Puglia tutte le estati:
http://www.valueinvestingseminar.it/pages/ita/index.asp
http://www.youtube.com/watch?v=r9iSxqZFYbU
tieni conto però che per praticare davvero il value investing non bastano due ore nel week-end, bisogna farlo come lavoro gestendo professionalmente dei soldi e studiando i business, i bilanci (con tra gli altri il problema delle diverse contabilità da Paese a Paese),ecc

grazie della segnalazione!
sul value investing, oltre la Columbia University anche il Heilbrunn Center
http://www4.gsb.columbia.edu/valueinvesting
aveva in archivio tutti gli scritti di e su Graham, Schloss, Buffett, e altri ma adesso gran parte non è più liberamente accessibile, purtroppo. In italiano si trova poco, se non le solite "banalità", valore intrinseco, a sconto, comprare al 60% e vendere al 100%....etc. e grazie! e poi?

Come dice WB, e un'attività semplice ma non facile. Inoltre non basta un seminario, o un corso, è un atteggiamento mentale, di carattere, di talento, o si è portati a questo altrimenti sarà difficile avere successo con costanza nel tempo. Non ci si può inventare "value investor" solo perchè è di "moda".
Si deve poi sapere con quali numeri lavorare, perchè usi numeri sballati, tutti i calcoli non tornano e poi molti, troppi non danno sufficiente importanza al "margin of safety", che non significa soltanto margine di sicurezza, ma anche saper rinunciare ad investimenti apparentementi appetibili...

Sarà interessante vedere i risultati dell'ultimo anno di molti gestori convertitisi "value" negli ultimi anni, Miller, lo stesso Tilson, ma anche Pabrai che aveva avuto risultati brillanti negli anni passati, hanno sofferto e molto, uno dei pochi che si salva, ma di cui poco si sa, che non si fa pubblicità e il suo fondo è ormai chiuso, e Seth Klarman con il suo "Baupost", ma proprio perchè pare che da tempo aveva liquidità di oltre il 50% ed ha aspettato ottobre per iniziare ad investire.

Sembra il canadese Chou abbia limitato le perdite e Watsa con la sua azienda FFH, proprio con una strategia di vendita di tutti i titoli tossici... e che ha dato grandi risultati.

Innanzittutto settori poco seguiti o non di moda o anche in crisi, ma non necessariamente. Poi capacità non solo di analisi, ma anche di imprenditore, come spesso scrive Buffett, altrimenti se non hai anche la mentalità imprenditoriale, e non "ragioni" da imprenditore, che analisi riesci a fare? Basterebbe leggersi il cv di Graham, per capire che personaggio fosse stato lui.

Quello che trovo "irritante" poi negli ultimi mesi è che ci abbiamo giornalisti, commentatori, analisti, che fanno le pulci a Buffett e lo criticano per i suoi investimenti "sbagliati" in GE e GS a prezzi alti,....mentre proprio gli stessi fino a pochi mesi orsono sbraitavano strong buy su titoli bancari a prezzi folli... e pochi se lo ricordano!

Altra conferma che gran parte di quanto si legge di questi signori vorrei-ma-non-so è inutile perdita di tempo.

Comunque, se veramente si vuole approfondire sul value investing, sui dettagli, sulle finezze, non c'è scampo...:D... è in inglese!
saluti
gioia23
 
grazie gioia per il link, come sempre sei parecchie miglia davanti a me :D
è solo qualche anno che leggo di value investing,su buffett,ecc ma l'idea che mi sono fatto già da un po' è che, a meno che uno non lo faccia come professione (e ami profondamente questo lavoro), il value investing sia un immane sforzo intellettuale (e materiale a livello di tempo) che la persona normale dovrebbe persino evitare (e qui rieccheggio Greenwald che però come dicevo non è un vero erede di Graham)
la prima cosa è davvero il business: anche in questa sezione del forum c'è gente che dice di aver letto non so quanti report aziendali sugli ultimi 3 anni come se 3 anni fossero attendibili nel valutare i cicli economici generali, di un determinato settore, di un segmento di un settore, di un sotto-segmento (e pensate il bagaglio di conoscenze e numeri che una mente "follemente matematica" come quella di Buffett ha sviluppato in 60 anni di studio di business)
quindi capire in profondità un business è il primo mattone, ma è già un enorme mattone :D che richiede un considerevole numero di letture (non solo di report ma anche di libri, studi, riviste di commercio,ecc)
poi viene l'analisi del bilancio in primis con tutti i problemi nella valutazione dell'earning power (cioè degli utili veri) con le contabilità diverse, gli artifici per modificarli,ecc ma da questa corretta valutazione degli utili dipenderanno poi tutti i calcoli sul ritorno sul capitale impiegato, sugli asset tangibili e non,ecc e altri dati che andranno incrociati con la situazione patrimoniale per capire eventuali furbate del management, alterazioni sospette, ecc
ma non basta: bisogna capire bene l'onestà del management (come diavolo allocano quello che guadagnano, se ci sono manie di grandezza che portano a fare acquizioni a prezzi sbagliati,ecc), le stock option (lo stesso Buffett ha scritto che scalando dagli utili le stock option a valore di mercato si è trovato con un calo del 10-20% degli utili veri che ha determinato un mancato acquisto), i derivati, i piani pensionistici e tutte quelle complicazioni che possono danneggiare l'azienda nel futuro
mi domando come faccia una persona con un altro lavoro anche solo a leggere come dice Buffett "uno zillione di report aziendali", l'unica soluzione potrebbe essere quella di crearsi un circolo di competenza molto ristretto e cercare di conoscerlo veramente a menadito (sempre Buffett il celebre: "non importa quanto sia grande il tuo circolo di competenza ma è vitale conoscerne i confini")
forse sono troppo pessimista (alla Munger :D) ma certi aspiranti buffett mi fanno venire in mente che spesso sulle spalle di giganti si siedono nanetti

sicuramente hai letto la biografia su Buffett di Lowenstein, lo stesso L. ha raccontato che quando ha incontrato Bill Ruane (celebre ex-allievo di Graham) lui gli ha detto che dalla sua biografia non usciva quanto in realtà Buffett fosse tough, cioè duro in senso proprio manageriale (nel fare o rifiutare certi accordi, pretendere certe performance dai manager delle sue aziende,ecc) questo per dire che le doti di un fenomenale value investor non sono solo di analisi, raccolta dati,ecc: ci si occupa di valutazione di business e quindi bisognerebbe essere profondamente addentro a tutti gli aspetti dei business
 
Molto bello il tuo intervento Leite ! Condivido tutto e sopratutto il passaggio del proprio circolo di competenza..è davvero impossibile sapere tutto di tutto...anche se non guasta.
M ha sempre impressionato la storia di Petrochina... Buffett vi ha investito semplicemente dopo aver letto l'Annual Report scaricabile dal sito.
 
Buffett vi ha investito semplicemente dopo aver letto l'Annual Report scaricabile dal sito.

si però lui è 50 anni che legge report di aziende energetiche :D
una delle cose che mi impressiona di più quando leggo della sua infanzia è la descrizione della sua attitudine verso i numeri (memorizzazione, calcoli,ecc)
da bambino (durante la depressione) si divertiva a contare quante parole ricorrevano in un giornale o quante macchine passavano davanti alla sua cosa, più avanti era ossessionato dai numeri del baseball,ecc tutto per tirarne fuori statistiche
quindi a parte i criteri qualitativi (come l'importantissima onestà del management) provate solo a pensare quanti numeri, valori quantitativi, rapporti,ecc può aver memorizzato in 60 anni di studio di business (per questo adesso va in internet e vedendo solo pochi dati sulle sottovalutate aziende coreane riesce a farsi immediatamente un'idea)
il mio pessimismo sul value investing nello stock picking per la persona normale è anche determinato dall'idea di investimento ideale all'infinito (quello a cui si riferisce Buffett quando ai giovani dice: "basta trovare 6 o 7 business eccezionali a buon prezzo per essere a posto tutta la vita")
numeri alla mano se con i suoi capolavori di investimento (American Express, Washington Post, Geico, Coca-cola) avesse ragionato da grahamiano prendendo cioè profitto (anche un ottimo profitto) dopo un periodo di 1 o 2 anni avrebbe guadagnato molto ma molto meno che tenedoli all'infinito come sta facendo, cioè il rendimento virtuale composto (di questa specie di equity-bond, obbligazione-azione) è un numero a doppia cifra che va avanti da 20-30-40 anni
purtroppo una cosa del genere presuppone come elementi essenziali: a) il business eccezionale b) il management non farabutto c) il prezzo giusto (e ovviamente la capacità di valutare bene questi tre fattori :D )

nell'intervista alla PBS citata nel thread su Buffett c'è una sua risposta che riassume un po' quello che volevo dire:

BUFFETT: You should always stick to what you know. I say the 'know-nothing investor' and there’s nothing wrong with being a 'know-nothing investor.' I mean, I spend 60 hours a week thinking about investments, and most people have got jobs and other things to do. They can buy index funds. And they’re not going to do better than an index fund if they go around and trust some guy that's promising them very high returns. If you buy a cross section of American business and you don’t buy it during a period when everybody is all enthused about stock, you’re going to do fine over 10 or 20 years. If you buy something with the idea that you’re going to do fine over 10 months, you may or may not. I do not know what stock is going be up 10 months from now, and I never will.
 
Ultima modifica:
:clap:

ed è una lezione "di vita", da far leggere ai ns. mediocri politici responsabili dell'educazione delle giovani generazioni, "quel che non impari da piccolo non l'apprendi più...", calcolo, matematica, mat. scientifiche etc. etc.
gioia23


si però lui è 50 anni che legge report di aziende energetiche :D
una delle cose che mi impressiona di più quando leggo della sua infanzia è la descrizione della sua attitudine verso i numeri (memorizzazione, calcoli,ecc)
da bambino (durante la depressione) si divertiva a contare quante parole ricorrevano in un giornale o quante macchine passavano davanti alla sua cosa, più avanti era ossessionato dai numeri del baseball,ecc tutto per tirarne fuori statistiche
quindi a parte i criteri qualitativi (come l'importantissima onestà del management) provate solo a pensare quanti numeri, valori quantitativi, rapporti,ecc può aver memorizzato in 60 anni di studio di business (per questo adesso va in internet e vedendo solo pochi dati sulle sottovalutate aziende coreane riesce a farsi immediatamente un'idea)
il mio pessimismo sul value investing nello stock picking per la persona normale è anche determinato dall'idea di investimento ideale all'infinito (quello a cui si riferisce Buffett quando ai giovani dice: "basta trovare 6 o 7 business eccezionali a buon prezzo per essere a posto tutta la vita")
numeri alla mano se con i suoi capolavori di investimento (American Express, Washington Post, Geico, Coca-cola) avesse ragionato da grahamiano prendendo cioè profitto (anche un ottimo profitto) dopo un periodo di 1 o 2 anni avrebbe guadagnato molto ma molto meno che tenedoli all'infinito come sta facendo, cioè il rendimento virtuale composto (di questa specie di equity-bond, obbligazione-azione) è un numero a doppia cifra che va avanti da 20-30-40 anni
purtroppo una cosa del genere presuppone come elementi essenziali: a) il business eccezionale b) il management non farabutto c) il prezzo giusto (e ovviamente la capacità di valutare bene questi tre fattori :D )

nell'intervista alla PBS citata nel thread su Buffett c'è una sua risposta che riassume un po' quello che volevo dire:

BUFFETT: You should always stick to what you know. I say the 'know-nothing investor' and there’s nothing wrong with being a 'know-nothing investor.' I mean, I spend 60 hours a week thinking about investments, and most people have got jobs and other things to do. They can buy index funds. And they’re not going to do better than an index fund if they go around and trust some guy that's promising them very high returns. If you buy a cross section of American business and you don’t buy it during a period when everybody is all enthused about stock, you’re going to do fine over 10 or 20 years. If you buy something with the idea that you’re going to do fine over 10 months, you may or may not. I do not know what stock is going be up 10 months from now, and I never will.
 
bhè, che dire? ...siete fantastici!

Tirando le conclusioni la risposta alla domanda di apertura è:

1) Leggere e capire i tre testi seguenti (tutti rigorosamente in inglese) :

- "The intelligent investor" di B. Graham (scritto nel 1950)
- "Security Analysis" di B.Graham e D.L. Dodd (anni 50 pure questo)
- "Common Stocks and Uncommon Profits" di Philip A. Fisher (scritto nel 1958)

... a cui possiamo aggiungere i piu recenti (*OPZIONALE*):
- "Value investing from Graham to Buffet and beyond" di Greeneald, Sonking, Biema
- "il piccolo libro che batte il mkt azionario" di Greenblatt (l'unico in italiano)

...ed ovviamente le lettere agli azionisti sul sito della Berkashire Hataway di Buffet (...CHE NON FANNO MAI MALE!)


2) Un grande impegno nello studio del livello del mkt in generale e nella valutazione di bilancio dei singoli casi aziendali

(A DIR LA VERITà NON ESAGEREREI NELLO STUDIO DELLE REGOLE CONTABILI E DELLE LORO DIFFERENZE TRA ZONE GEOGRAFICHE, PIUTTOSTO PREFERIREI AVERE UNA INTIMA CONOSCIENZA DEGLI INDICI E VOCI DI BILANCIO PIù IMPORTANTI ... E CREDO FERMAMENTE CHE QUESTO SIA PIù FACILE DI QUANTO SI PENSI!!!)

- Tutto questo sommato ad almeno due qualità personali (INNATE!!) come:
FIDUCIA NEL FUTURO ed INFINITA PAZIENZA

(ALTRIMENTI è TUTTO PERFETTAMENTE INUTILE, ANZI DANNOSO!)


P.S.
E' giusto avere fiducia nel futuro, per es. negli anni 50 quando i grandi maestri scrivevano i loro testi sacri non avevano la possibilità di avere un forum per confrontarsi tra loro e sviluppare più rapidamente le loro teorie... giusto?

... un saluto a tutti!
 
(A DIR LA VERITà NON ESAGEREREI NELLO STUDIO DELLE REGOLE CONTABILI E DELLE LORO DIFFERENZE TRA ZONE GEOGRAFICHE, PIUTTOSTO PREFERIREI AVERE UNA INTIMA CONOSCIENZA DEGLI INDICI E VOCI DI BILANCIO PIù IMPORTANTI ... E CREDO FERMAMENTE CHE QUESTO SIA PIù FACILE DI QUANTO SI PENSI!!!)

che sia più facile non c'è dubbio il problema è che quei numeri presi pari pari dal bilancio potrebbero essere completamente falsi :D
detto in modo molto rozzo le GAAP (regole generali di contabilità) lasciano una grande libertà nel fare i bilanci (da cui la battuta del contabile che chiede al manager "due più due per lei quanto fa?")
parliamo di sistemi e durate degli ammortamenti, trattamento del goodwill e degli utili delle controllate, lifo e fifo,ecc Buffett ne ha parlato spesso nelle sue lettere (da leggere assolutamente The Essays of Warren Buffett : Lessons for Corporate America di Cunnigham che ne raccoglie alcuni passi ordinati per argomenti) e dice sempre che un sistema migliore non lo conosce ma bisogna stare moooolto attenti a quello che c'è
non ricordo in quale lettera propone un paragone tra due bilanci (cosa molto grahmiana) chiedendo quale delle due aziende sia la migliore (i due bilanci hanno solo qualche voce differente ma alla fine gli utili e lo stato patrimoniale sono molto diversi); poi rivela che in realtà è la stessa azienda prima e dopo l'acquisizione di BRK
quindi la sola lettura delle tre paginette del bilancio non basta assolutamente (ovviamente lo sapeva bene anche Graham che più di 70 anni fa in Security Analisys aveva scritto pagine e pagine su come andare alla ricerca degli utili veri)
non ricordo più chi diceva che in realtà di un report aziendale la prima cosa che bisogna leggere non sono le ca**ate autopropagandistiche delle prime pagine, ma le note (scritte anche a caratteri microscopici) al fondo del fondo: se ci sono delle cose che l'azienda non vorrebbe far sapere le mette lì
le contabilità diverse da Paese a Paese sono un ulteriore problema: Brandes (altro grahamiano) racconta nel suo libro che aveva comprato non so più cosa in svizzera negli anni '80 perchè aveva scoperto che la contabilità elvetica portava a non calcolare proprio nel bilancio non ricordo esattamente cosa posseduto dall'azienda (che quindi nonostante fosse già a basso prezzo in realtà in rapporto al valore era a un prezzo irrisorio)
per la contabilità americana e i suoi artifici chi volesse può leggere Financial Shenanigans: How to Detect Accounting Gimmicks & Fraud in Financial Reports e The Financial Numbers Game: Detecting Creative Accounting Practices
 
corsi, master ,analisi, dispense......:bye::bye::bye::bye:


vestiti che ti mostro i miei grafici.....:censored::censored::censored:
 
Ho letto che "Supergiovvane" e "Leite" trattavano di regole contabili, voci di bilancio e della loro attendibilità.
A questo proposito vorrei citare alcuni passi di un libro che (a mio parere) danno il giusto valore ed "approccio" ai dati di bilancio.

LA TRAPPOLA DEI VALORI CONTABILI
La straordinaria fortuna della Berkshire Hathawas si è basata in gran parte sul particolare approccio di Buffett nei confronti della contabilità Il suo eterodosso atteggiamento s’incentra sull’utilizzo di due concetti: il “valore contabile” e il “valore intrinseco”. Buffett li definisce cosi:
“il valore contabile è un concetto tecnico, che registra l’input finanziario proveniente dal capitale versato e dagli utili non distribuiti. Il valore intrinseco è un concetto economico, che permette di stimare la liquidità futura generata dal business, scontata al valore attuale. Il valore contabile vi dice cosa è stato messo dentro. Il valore intrinseco stima ciò che si può trarre dal business.

USARE I VALORI CONTABILI COME PARAMETRO
Nei rapporti annuali agli azionisti, Buffett enfatizza sempre l’incremento di valore contabile della Berkshire, anche se tiene a precisare che “noi non prendiamo mai troppo sul serio il singolo dato annuale”. Si chiede retoricamente: “Perché il tempo che occorre a un pianeta per compiere la sua orbita intorno al sole dovrebbe essere perfettamente sincronizzato con il tempo che occorre agli investimenti per produrre un reddito”.
Raccomanda di ragionare almeno su cinque anni per avere “un parametro di confronto” riguardo alla performance economica di un’azienda.
Buffett calcola questa dinamica in termini di valore contabile “perché nel nostro caso è un indicatore prudenziale, ma ragionevolmente adeguato, della crescita del valore intrinseco: il parametro che conta davvero”.
Anche se Buffett non arriva a dire che questo “indicatore” fornisce un dato preciso, il valore contabile è facilissimo da calcolare, e inoltre evita “le valutazioni soggettive che si usano talvolta nel calcolo del valore intrinseco di un’azienda”.
Spiega la differenza con una semplice analogia. Due ragazzi vanno all’università. Il valore contabile della loro istruzione universitaria (le tasse universitarie, i libri ecc.) è identico. Ma il valore attualizzato del ritorno economico futuro (il valore intrinseco dell’investimento universitario) potrebbe variare enormemente: da zero a un grosso multiplo dell’investimento iniziale. I contabili misurano solo la prima di queste cifre, sebbene la seconda sia molto più importante per stimare il vero valore dell’impresa.

UNA CRITICA AI CONTABILI

Non c’è dunque da sorprendersi se Buffett ostenta un profondo scetticismo nei confronti della contabilità tradizionale: egli prende di mira il suo utilizzo tipico, e anche l’uso strumentale cui spesso è sottoposta. Al Proposito gli piace citare un passaggio satirico di un testo inedito del suo mentore Benjamin Graham.
Nel 1936 Graham dimostrò come la situazione finanziaria di una grande corporation, la US Steel, si potesse ribaltare completamente adottando la cosiddetta “contabilità creativa”, che rimane dentro alle convenzioni contabili ma le utilizza per presentare la performance dell’azienda sotto una luce particolarmente favorevole. Graham scriveva:
“la nostra azienda è rimasta leggermente indietro, rispetto ad altre aziende americane, nell’utilizzo di certi metodi avanzati di contabilità grazie ai quali la capacità di reddito si può innalzare enormemente senza uscite di cassa o altri mutamenti nelle condizioni operative o commerciali. Si è deciso non solo di adottare questi metodi innovativi, ma anche di sviluppare a un livello superiore di perfezionamento”.
Usando questo metodo le fabbriche verrebbero iscritte in bilancio a un valore negativo, i dipendenti sarebbero pagati in azioni (eliminando così i salari) e il magazzino verrebbe valutato praticamente zero. In questo modo l’azienda avrebbe “un enorme vantaggio competitivo. Potremmo vendere i nostri prodotti a prezzi straordinariamente bassi, mantenendo comunque un bel margine di profitto. Se i concorrenti cercassero di imitare i suoi metodi, la US Steel riuscirebbe a elaborare metodi contabili ancora più avanzati e a rafforzare il suo prestigio unico di ideatrice e pioniera in questi nuovi campi di servizio all’utente dell’acciaio”.

DETERMINARE IL VALORE REALE
La satira sulla US Steel conferma l’idea di Buffett che la contabilità e i contabili divergano spesso in maniera sensibile dalla realtà dell’industria e del commercio. Anche la contabilità tradizionale, non creativa, può essere profondamente fuorviante. Per esempio non fornisce i due parametri finanziari di cui Buffett si serve per valutare un’azienda:
- Qual è il vero valore dell’azienda? Non quello riportato sul bilancio, ma il suo valore intrinseco;
- Qual è la sua capacità di soddisfare le obbligazioni future? (a questo scopo non basta calcolare il flusso di cassa nel modo ortodosso, Bisogna sottrarre dai profitti ecc., Le somme reinvestite nel business “perché mantenga appieno la sua posizione competitiva di lungo termine e i suoi volumi unitari”
C’è un terzo parametro, di natura extrafinanziaria: qual’è l’efficacia dei manager dell’azienda nella gestione operativa del business? Buffett pensa che “la prova principale della performance manageriale sia il conseguimento di un Roe elevato (senza trucchi contabili) e non la realizzazione di miglioramenti significativi negli utili per azione”.
Questo secondo criterio è quello usato principalmente dagli analisti di borsa e dagli investitori per cui lavorano. Ma come osserva Buffettt “il termine utili, che dovrebbe avere un preciso significato, diventa in realtà malleabile come lo stucco quando a capo dell’azienda che annuncia degli utili c’è un ciarlatano”.
Questo significa che siamo circondati da ciarlatani. “Molte importanti fortune in America sono state create proprio attraverso la monetizzazione di miraggi contabili”. Eccessi simili a quelli che Graham ha ridicolizzato nel brano sulla US Steel “hanno caratterizzato in molte occasioni i bilanci di grandi aziende americane, e sono stati pienamente certificati da auditor di gran nome”. La Berkshire, ovviamente, non si abbassa a usare questi trucchi.
Tuttavia i suoi utili dichiarati possono essere fuorvianti “in un modo diverso ma comunque importante”.
 
situazione generale dei prezzi

Importante aggiornamento dell'indice di Shilling P/(e medio 10 anni).

Attualmente siamo a 13,5; cioè poco sotto la media.
L'artico di seguito riportato mostra come il naturale obbiettivo del secular bear market in corso sia un livello di prezzi e utili tale che l'indice di shilling vada al di sotto di 10. D'altronde visto l'imponente processo di riduzione della leva e la continua opera di "socializzazione" dell'economia americana è facile immaginarsi che gli utili futuri languano.
Questa credo sia la corretta impostazione di una visione di lungo periodo. Non fraintendetemi di affari in borsa se ne fanno e se ne faranno sempre, ma attendendo i futuri crolli (e i conseguenti recuperi) sarà più facile guadagnare.
Considerate l'aumento delle quotazioni attuale per quello che è: un bear market rally e niente di più!

un saluto.

http://dshort.com/articles/2009/SP-Composite-pe-ratios.html
 
Considerate l'aumento delle quotazioni attuale per quello che è: un bear market rally e niente di più!

Non sarei così sicuro su questo punto:mmmm:, una correzione sarebbe naturale ma andare sotto i minimi 666 S&P 500 è molto improbabile a mio avviso.
 
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